Lussino
Quadrimestre 25 - pagina 37
La famiglia Morin a La Plata: Giovanni, Tomaso, Antonia e Domenico
nostra sosta a Trieste e varie foto di Lussino e Sansego. Ai nostri incontri del mercoledì mi racconta come, appena arrivato in Argentina, quattordicenne, lo avessero ammesso alla seconda elementare. I primi dettati, quando il maestro diceva
“coma” (virgola) lui scriveva “coma”. L’anno seguente, dando degli esami, recuperò parecchi anni di scuola. Egli e il fratello lavoravano di giorno e studiavano alla sera. Parlando di suo padre, mi dice che era italianissimo, cantava sempre canzonette italiane, ed era sempre allegro. Parliamo del vino spumante sansegotto, dei meloni di Canidole, delle sardelle salate, delle fave, .... Sembra che siamo lì nei due paesi a rivivere la nostra bella gioventù passata. Tomaso ha due figlie; Giovanni 3 figli e 8 nipotini. Qui a La Plata ci sono diversi circoli italiani, e quando qualche circolo organizza dei pranzi di cucina nostrana come polenta con i cotechini, orzo e fagioli con crauti (capuzi garbi) o risi e bisi, o coniglio con polenta, polenta con baccalà, ecc., siamo i primi a prenotare. Sempre diciamo: “Peccato che non ci siamo conosciuti prima...”
Chi se vestirà ?? - Chi se vestirà ?? di Guido Maglievaz Alcuni giorni fa parlavo con una mia cliente che mi diceva: “Pensi, mia figlia ha 9 anni e non capisce ancora il fatto di S.Nicolò.” Immediatamente ho ricordato quando, tanti anni fa, ho avuto occasione di vedere S. Nicolò. Eravamo a Lussino, rione Squero…….. Mancavano pochi giorni al 6 dicembre e la mamma ha dichiarato decisa : “Andremo veder el S.Nicolò in Brizina dai parenti.” Bisogna sapere, a questo punto, che in famiglia c’è sempre una zia o una nonna che non sente bene, che vuole le si ripeta più volte la stessa cosa. Di solito, si rivela anche la vecchietta più simpatica, perché resta coi bambini a lungo e, soprattutto, avevo scoperto che se c’era un segreto in famiglia l’unica che forse me lo poteva rivelare era lei. Insomma, in tante occasioni, una alleata segreta e soprattutto inconsapevole. Quindi bisognava tenerla d’occhio molto attentamente. Quello stesso giorno, fra una chiacchiera e l’altra, sento distintamente esclamare la suddetta zia: “Chi se vestirà,?…. Chi se vestirà ???” Da questo momento iniziano i miei dubbi. Arriva la sera del 6 dicembre e vado con la mamma in Brizina, dove trovo molti cugini, cugine e altri bambini e vicini di casa.
A questo punto succede una cosa molto strana, il cugino più vecchio esce dalla porta principale, quasi di nascosto. Ma come, lui non vuole vedere S.Nicolò? E’ il Santo che io osservo con la massima attenzione alla funzione serale, poiché già da alcuni anni sono chierichetto. Anche la chiesa a pochi metri da casa mia porta il suo nome. In questa chiesa non voglio segreti, a cosa serve mettere un altro saio o altri paramenti sacri? Chi si può permettere tutto ciò? Il nostro carissimo Padre Edoardo non fa così prima della Messa. Mentre sono preso da questi grossi problemi, bussano alla porta molto energicamente e in un attimo entra S.Nicolò che inizia a distribuire doni. Quando viene vicino a me, resto colpito da due cose: 1° Ha le mani di un ragazzo; 2° Ha la barba di ovatta. E’ tutto un clamoroso falso, questo non è il MIO SANTO. A mali estremi, estremi rimedi. Decido che non farò più il chierichetto (sacnich). Alzo gli occhi e incontro quelli della mia buona madre che mi dice: “Bravo, ti ga capì tutto, forse troppo presto”. Dedico questi ricordi con tanto amore ai cari vicini che sono sicuramente in Cielo e pregano per noi tutti: Dini (Maria Rodinis), Emma Gobetta, Pia e Mimi Muscardin, Padre Edoardo, Padre Nicola.