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Lussino
Le peripezie della famiglia di Domenico Morin “Gramulo” da Sansego di Alfeo Martinoli Nato a Sansego il 10 aprile 1911, Domenico visse nell’isola fino il mese di agosto del 1938 allorché, avendo ricevuto la chiamata del fratello Antonio dall’Argentina emigrò lasciando a Sansego la moglie Antonia Bussani Morin e due figli, Tomaso e Giovanni di quattro e di un anno. Era convinto, dopo essersi sistemato in Argentina, di poterli far venire a La Plata. Casualità volle che l’Italia il 10 giugno 1940 dichiarasse guerra alla Francia e all’Inghilterra, e la famiglia Morin rimase divisa; dovette attendere per ben 5 anni la fine della Seconda Guerra Mondiale, e tutto il seguito, con la conquista delle isole del Quarnero compresa Sansego, da Mamma Antonia a Lussino con parte dei comuGiovanni e Tomaso nisti di Tito, . Antonia, dovette lottare per diversi anni prima di ottenere il permesso di abbandonare Sansego e di poter acquisire, via Zagabria, il passaporto per incontrarsi, assieme ai figli, con suo marito. Passarono ben quattro anni prima che potesse ricevere il passaporto e finalmente partirono per Fiume e da lì per Trieste, dove non potevano fermarsi dato che Trieste era “Territorio Libero” occupata e governata da un comando alleato fino all’ottobre del 1954. Proseguirono fino a Udine, presentandosi come profughi in un campo installato nella città. Pochi giorni dopo, vennero smistati a Tortona (Prov. Alessandria) in Piemonte, e vi rimasero per 6 mesi.. Durante questo periodo, mentre i due figli frequentavano la scuola, la mamma dovette recarsi più volte a Genova per ottenere il visto consolare argentino e finalmente poter riabbracciare una volta per sempre il marito e i due figli incontrare il padre.
Finalmente arrivato “il visto”, nel dicembre del 1950 s’imbarcarono sul “Giovanna C”, e dopo un mese di viaggio arrivarono in Argentina. Così la famiglia Morin nel gennaio 1951 potè riunirsi. Il figlio Tommaso rivide il padre a17 anni, mentre Giovanni, che quando il padre aveva lasciato Sansego aveva appena un anno, l’ha conosciuto a 14 anni. Si sono stabiliti a La Plata dove attualmente abitano con i loro figli e nipoti. Nel 1952 è nata la figlia Graziella, oggi maestra elementare. Domenico faceva il muratore e i due figli, durante il giorno, facevano i muratori e, alla sera, frequentavano le scuole serali. Passando gli anni Tomaso si era laureato in Medicina, mentre Giovanni è diventato ingegnere civile; oggi tutti e due sono in pensione. Io abito in Argentina, e precisamente a La Plata, dalla fine del 1956 e ho conosciuto Domenico per pura casualità, 10 o 12 anni addietro. Mentre mi trovavo alla BNL, facendo la fila per riscuotere la pensione, si era avvicinato Morin chiedendomi se questa fosse la fila per la pensione. Dal suo accento ho capito che era una persona delle nostre parti. Mi disse che si chiamava Morin e che era nato vicino a Pola. Gli dissi che mia cugina Gigia era sposata Morin (delle Catuze) e che sono Lussignano, e lui subito che era di Sansego. In quel periodo, mia figlia Mara era Presidente del Circolo Giuliano di La Plata, dove ogni tanto si organizzava qualche pranzetto, o qualche festicciola, Domenico era contentissimo a partecipare, e gli piacevano e conosceva tutte le canzoni nostrane. Si parlava sempre di Sansego e di Lussino; mi diceva che molto spesso veniva a Lussino con il suo “caicio”! Per i suoi 90 anni ci aveva invitato alla festa di compleanno. Purtroppo un mese prima di aver compiuto i suoi 92 giovanissimi anni passò all’altra vita. In seguito, chi frequentava il Circolo era Giovanni. Due anni fa fummo invitati dal Ministro degli italiani all’estero per la “Giornata del ricordo” (10 febbraio 2005) a Trieste e da quel viaggio fatto assieme cominciò la nostra amicizia. Attualmente ci troviamo tutti i mercoledì a prendere il caffè e passiamo un’ora o più parlando di Sansego e Lussinpiccolo. Terminate le manifestazioni di Trieste, Giovanni era andato per qualche giorno a Sansego, e al mio ritorno in Argentina mi aveva regalato diverse foto della