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Lussino
Lussino di ricordi e di affetti In vacanza col nonno di Rita Cramer Giovannini
Lussino di sole, mare e profumi. Lussino di cui ci si innamora… Per noi “giovani” Lussino vuol dire vacanza e ritorno alle cose semplici. Ma anche cent’anni fa e oltre doveva essere così per i figli dei lussignani che si erano trasferiti a Trieste, Venezia o altrove: un ritorno all’isola di origine, accompagnato dalla gioiosa aspettativa di una serena vacanza. Senz’altro questo doveva essere il sentimento con cui il piccolo Massimo (IV) Ivancich andava a trascorrere le vacanze dall’amato nonno paterno Massimo (I). Il bambino, che sarebbe successivamente diventato Preside del Nautico di Fiume, lasciava in questi periodi a Trieste mamma Mary, papà Leandro e i fratellini minori Giuseppe e Pia (vedi il numero 23 del Foglio a pag. 13 - 16) e andava a far compagnia al prestigioso Nonno di cui fieramente portava il nome, quel Massimo Ivancich autore del manoscritto “Cronologia dell’isola dei Lussini” grazie al quale possiamo avere oggi molte informazioni della vita a Lussino nel passato (vedi pag.30 di questo fascicolo). La presente lettera, che ho avuto la grande fortuna e gioia di ritrovare, dipinge quadretti di ogni giorno validi, con le inevitabili piccole differenze, in ogni tempo, descritti da un amorevole nonno felice della preziosa compagnia del suo nipotino. La fotografia allegata ritrae a Lussino questo nonno e questo nipote assieme a una domestica (verosimilmente la Mattea) e il cane Fulco.
Lussinpiccolo li 15 Luglio 1893. Caro Leandro! Trieste Giacchè ti approssimi ad arrivare costi, voglio che ricevi notizie al tuo arrivo di noi. Primieramente voglio intrattenermi teco dandoti notizie per esteso del piccolo Massimo che dal 29 dello scorso mese si trova qui e mi fa buonissima compagnia. Egli alla mattina si leva dalle 8 ore in poi secondo la volontà più o meno di dormire. Dorme in camera di Lauro in un letto, mentre sull’altro dorme la Mattea, e così è sorvegliato anche di notte. Alla mattina quando si sveglia, chiama la Mattea, la quale gli apre i scuri della camera, e poi si veste, e fa la sua preghiera con la Mattea. Viene abbasso, dà il buongiorno al Sig. Nonno ed un baccio e poi fa collazione di cacao e late, indi va a studiare. Io gli ho fatto l’orario delle materie per la mattina e pel dopo pranzo e così ogni giorno ripette le sue lezioni studiate nel corso dell’anno passato. Fatta mezza lezione della mattina, va con la Mattea in piazza a fare la spesa; dopo ritornato a casa fa il rimanente delle lezioni e poi si giuoca, va qua e là per la corte e per l’orto e con la sua storica Zappetta si diverte e passa il tempo e nel tempo stesso chiacchera con la serva di una casa o l’altra. Ad un’ora p.m. quando io vengo dalla Banca a casa si va a pranzo; mangia abbastanza e con gusto. Dopo il pranzo faccio che vada prendere un po’ di sonno, e dorme per circa 1 ½ ora; dopo di che si leva, prende il cacao al late, oppure un bicchiere di frambua o sciroppo di vissole secondo come e cosa ha desiderio di prendere; dopo questo va fare la sua