Lussino24

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pagina 12 - Quadrimestre 24

Lussino

Decalogo dei Lussignani dell’ ‘800 e del ‘900 di Alberto Cosulich

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No sta viziar i fioi Che non i sapia tanto dei afari e dei soldi de casa Nel vestir e nel magnar l’utile ma non el superfluo; che ghe sia un vestito de festa; quando el capoto o la giaca o la cravata se frugadi, feli rovesciar, ritornerà quasi novi 4) I fioi devi finir quel che se meti nei piati 5) In casa non se ga mai niente de butar via 6) Che la vita sia austera e parsimoniosa, no butar via mai i soldi 7) Ste’ atenti ale luci de casa: studar sempre in premura 8) Usè le vece buste de letera rovesciade per far la malacopia 9) Stè atenti ale invidie dei parenti 10) No stè mai star con le man in man: sè sempre in giro qualcosa de far

Telegrammi lussignani di Sergio de Luyk In un anno imprecisato di inizio ‘900, il capitano Arturo de Luyk usciva da Val d’Augusto per una “bordizada” in Quarnero con un cutter, assieme a un gruppetto di amici. A seguito di un’improvvisa e violenta nevera, a sera l’imbarcazione non faceva ritorno in porto. I familiari allarmati davano per dispersi in mare i loro congiunti (all’epoca non esistevano VHF e telefonini…). Dopo una notte di comprensibile angoscia, con madri e mogli disperate e preparate al peggio, il mattino del giorno seguente arrivava a casa de Luyk il seguente telegramma: “SANI SALVI SELVE SALVE” Ho sempre considerato questo telegramma di mio nonno un mirabile esempio di “sintesi lussignana” (dir molto spendendo poco), fino a quando, recentemente, un amico, probabilmente di radici ebraico-irlandesi con ascendenze genovesi, letto il testo in questione mi disse: Che spreconi questi lussignani !Bastava scrivere: “SALVI SELVE !” E poi i disi che i lussignani xe tirchi !!!!