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Lussino
Nuove notizie sulla strage di Ossero dei Marò della X-Mas di Neresine di Federico Scopinich
Giuseppe Ricotta
Ermanno Coppi
Rino Ferrini
.A seguito dell’articolo pubblicato sul Foglio “Lussino” di aprile 2007 ho ricevuto nuove e decisive testimonianze che fanno luce su quanto realmente accaduto in quell’aprile 1945: La prima è questa lettera che è stata scritta nel 1954 dal marò FAUSTO SCALET di Egna Bolzano (deceduto nel 2003) all’ex comandante della X-MAS. Egli faceva parte della contraerea del presidio di Zabodaski a Lussino, reparto comandato dal Guardiamarina CESARE FOTI, morto a Chiavari negli anni ’90. Ecco quanto scrive: Il 19 aprile 1945 aerei inglesi bombardarono l’isola pesantemente; noi a Zabodaski ci salvammo buttandoci in mare. Il 20 aprile alle ore 04.30 gli inglesi con i gommoni sbarcarono migliaia di titini; combattemmo fino alle 14, quindi i Tedeschi si arresero, avendo ricevuto l’ordine da Pola, anche il Foti trattò la resa e consegnò viveri e munizioni. I titini ci portarono verso Ossero insieme a 6 militi su 7 della Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.). Lì ci spogliarono di tutti i nostri averi e ci misero nella caserma della G.N.R.. Il giorno dopo, 22 aprile, andammo verso Neresine e, a una nostra domanda su dove fossero i militi della G.N.R., ci dissero testualmente:<< li abbiamo fucilati assieme ai vostri commilitoni di Neresine>>. Siamo rimasti tre giorni a Neresine, nelle scuole elementari, senza mangiare: ci avevano detto che la popolazione del posto ci avrebbe sfamato e così fu, con polenta fredda, latte e pane secco. Successivamente fummo condotti a Lussino e con pescherecci al campo di concentramento a Tivat nelle Bocche di Cattaro con soste intermedie: a ogni sosta qualcuno veniva prelevato e fatto sparire. Dopo vari lavori forzati sulla ferrovia in Jugoslavia, fummo rimpatriati da Spalato ad Ancona il 23 dicembre 1946 e qui ancora una volta discriminati al Comando Marina di Venezia. Tutti gli spostamenti da una località all’altra sono stati fatti a piedi, quasi scalzi, e col vestiario inadeguato. Per questo motivo tanti di noi non sono tornati. Fausto Scalet Il secondo documento è la lettera che ho ricevuto il 26 aprile 2007 dal sig. GIOVANNI BALANZIN abitante in Canadà: è una testimonianza diretta del massacro. Ecco le sue testuali parole: In quei giorni di aprile 1945 Ossero era pressoché deserta perché quasi tutti i suoi abitanti erano sfollati in paesi vicini e nelle campagne circostanti: il paese era presidiato da 38 Tedeschi che hanno combattuto fino alla fine e da alcuni militi della Compagnia “Tramontana” di Cherso della G.N.R. I marò di Neresine sono stati portati il 21 aprile a Ossero nella residenza del Parroco, poi verso le 01.30 del 22 aprile sono stati fucilati: si sono sentiti i colpi della mitragliatrice. Hanno scavato due fosse, una piccola e una grande, dietro il muro Nord del cimitero di Ossero. Come so queste cose? In quei giorni io ero a Ossero con mio padre e con il macellaio Giovanni Strogna , quindi posso raccontare il vero.