Quadrimestre 40 - pagina 37
Dall’altura si domina un’ampia visuale che va dal Quarnerolo al Quarnero. Qui i Francesi costruirono un’opera militare della quale si possono vedere ancora un recinto quadrilatero di mura, la cisterna e la strada che conduce al porticciolo di San Martino (a questo proposito, viene riportata una nota al termine del presente articolo). Dietro San Martino, come un panettone, tutto ver de, sta il piccolo Monte Rosa; verde, perché il fitto cre scere degli arbusti così lo dipinge. Il Rosa si adagia al monte Umpiliac, quello che vuol chiamarsi “Monte” anche se non ne ha il diritto, ma così vuole apparire, perché ha qualche metro in più degli altri colli che circondano la Valle. All’Umpiliac si attacca la collina Calvario con i resti di una piccola costruzione in pietra, rifugio dei Lussigna ni per sottrarsi alle piraterie degli Uscocchi; ma la costru
zione funzionò da casermetta, sotto l’Austria, durante la I Guerra Mondiale, ospitando un presidio di soldati. Sulla cima del Calvario sta una chiesetta che acco glie i fedeli che, pregando, percorrono dal basso il sentie ro dove sono sparse le cappellette che ricordano la Pas sione del nostro Signore Gesù. Dopo il Calvario si alza il Monte della Croce, chia mato anche Monte Baston. C’era una grande Croce sulla sua cima, ma la tolse ro, quando scoppiò la II Guerra Mondiale; la tolsero, perché poteva essere un segnale di richiamo per l’isola. La tolsero, e noi Lussignani guardavamo il vuoto della sua cima con un certo presentimento… Il Monte Baston con il suo pendio, a destra, cala verso la Bocca Falsa di mare, e tra la Bocca Falsa e la Boc ca Vera sta come un paravento il Coludarz. Così la mia Valle sembra un lago.
Il “Castello”, “Fortezza”, “Seminario” in Kalk nota di Rita Cramer Giovannini, sulla base della “Cronologia dei Lussini” di Massimo Ivancich
Della fortezza a cui si riferisce Marì Rode, rimango no ormai pochi muri diroccati e questo sito è oggigiorno conosciuto come “Castello”. Quando fu costruito, non si trattava di una fortifi cazione, ma di un edificio all’epoca noto come “Semina rio”. Questo nome non ha niente a che vedere con il con cetto che noi oggi abbiamo del Seminario, cioè del luogo ove si formano i sacerdoti, ma era il luogo dove erano radunate le scuole per i giovani di Lussinpiccolo. La sua costruzione è stata iniziata nel 1794, cioè sullo spegnersi della Repubblica di Venezia, a cura del “Cancello de’ Po veri”, che era un’assicurazione marittima fondata quello stesso anno, il cui scopo principale era per l’appunto la promozione dell’istruzione a Lussino. Naturalmente l’assicurazione si prefiggeva anche di soccorrere i marit timi che avessero subito danni, oltre ad aiutare con gene ri alimentari la popolazione indigente, creare cisterne per l’acqua, fornire la dote a fanciulle povere, ecc. Il pro motore di questa istituzione, quindi anche del Semina rio, fu Bernardo Capponi. Dunque, nel 1794 la posa della prima pietra, e nel 1806 l’inaugurazione dell’edificio, venuto a costare 100.000 Lire. Fu poi occupato, in epoca napoleonica, dalle milizie francesi che lo avevano trasformato in pic cola fortezza, dotandolo anche di alcuni cannoni. Nel 1813 fu completamente bruciato per dolo o forse anche accidentalmente, e nel 1836 la fortezza fu riedificata su progetto del generale austriaco Conte Nugent e sotto la direzione del capitano del genio Osmolsky.
Il “Castello”, come viene ora comunemente desi gnato, avrebbe diritto a una buona opera di restauro e conservazione, poiché ha delle implicazioni storiche im portantissime per Lussino: è infatti il luogo dal quale ori ginò tutta la cultura nautica di Lussinpiccolo, e in cui in segnarono i due sacerdoti Vidulich, oltre allo stesso Cap poni, e parecchi altri importanti personaggi lussignani.
Mura del “Castello” di Lussinpiccolo