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Lussinianer in Bregenz di Nora Cosulich Rossetti

Francesco Antonio Ivancich, mio prozio, è nato a Lussinpiccolo nel 1870 da Francesco Luigi (Checco) e Marietta Tarabocchia “Favetta”. Con il cognato Oreste Tarabochia, sposo di Amelia Ivancich, nato nel 1854, lasciò Lussino nel 1888 e ambedue si trasferirono a Bregenz, per organizzare le linee di navigazione sul lago di Costanza. Avendo già acquisito notevole esperienza professionale in qualità di comandanti sui velieri di famiglia, affrontarono con slancio il nuovo impegno, perché la vela era ormai in crisi acuta. Francesco Ivancich, infatti, era stato comandante dell’Imperatrice Elisabetta, la grande nave in ferro co­ strui­ta nel cantiere Martinolich e varata nel maggio 1875 alla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il veliero ebbe breve vita, perché naufragò pochi anni dopo sulla costa australiana. Francesco, la moglie Nila Stuparich e l’equipaggio furono salvati e rientrarono a Lussino. A quell’epoca la navigazione a vela era in gravi difficoltà per la concorrenza delle imbarcazioni a vapore.

La mia bisnonna Marietta Tarabocchia Ivancich, madre di Francesco Antonio, Amelia e Ersilia Ivancich

Le autorità del lago di Costanza avevano acquistato due piccoli piroscafi che facevano servizio continuativo tra le sponde dei tre paesi che vi insistono: Austria, Germania e Svizzera. Si rivolsero al Regio Istituto Nautico di Lussinpiccolo chiedendo la disponibilità di due capitani a organizzare e condurre il servizio sul lago. Francesco e il cognato Oreste Tarabochia accettarono l’offerta. Anche Oreste aveva esperienza di navigazione, avendo comandato il veliero di famiglia, il bark Balthasar, costruito nel 1868, committenti A. E. Tarabochia e Nicolò Giadrossich. Fu costretto ad abbandonarlo nel Mare del Nord, vicino alla costa olandese, a causa delle pessime condizioni atmosferiche che avevano fatto sbandare il carico di legname trasportato. L’equipaggio venne salvato e il carico recuperato da una pilotina, però il bark andò perduto. I due cognati non si persero d’animo, e si trasferirono con le famiglie a Bregenz nel 1888. Amelia non volle mai imparare il tedesco e continuò a parlare in dialetto lussignano, affermando: “che impari loro el lussignan, questi del lago!” Oreste (1854-1941) e Amelia Tarabochia ebbero 4 figli: Heinrich, Guido, Oscar e Maedy. Guido venne ferito durante la prima guerra mondiale e da prigioniero inviato in Siberia. Ritornato a Bregenz, divenne avvocato e sposò Hedy Wehinger da cui ebbe tre figli: Hans Werner, pure lui avvocato, e i gemelli Hady e Klaus, ingegnere tessile, che vivono ancora a Bregenz. Lo studio degli avvocati Tarabochia è condotto attualmente dal figlio di Klaus, Günther; mentre la sorella gemella Hady ha lavorato alle Assicurazioni Generali. Oscar Tarabochia, invece, lavorò al Lloyd Triestino di Vienna; Peter, suo figlio era direttore alla AEG e vive a Lindau e a Monaco. Tutta la numerosa famiglia continua a frequentare Lussino nei mesi estivi e si sentono tutti legati all’isola degli avi. Lo stesso legame con Lussino lo avevano gli Ivancich. La loro vita fu stravolta dallo scoppio della prima guerra mondiale. Era consuetudine che le famiglie trascorressero l’estate a Lussin, mentre i mariti continuavano a lavorare nei vari stati che componevano la galassia austro-ungarica. A seguito dell’inizio della prima guerra mondiale, avvenuto il 28 luglio 1914, la moglie di Francesco, Nila Stuparich e tre delle quattro figlie si imbarcarono a Lus-