Quadrimestre 38 - pagina 61
cinque circa, né occorre che portate in bottega l’acqua e il boccale per misurarli, e poi consegnarli a Lussin alla mia famiglia, e per quello che spenderete, o mi farete una cambiale, o vi farete pagare a casa, o aspetterete che vi paghi nella Valle di Joseffat il giorno del giudizio, come allora voleva pagare quello che rubò un majale. Dopo qualche altra notizia intercalata con citazioni in latino, si firma e conclude infine con una citazione di Plutarco, che si può leggere nella foto sottostante.
L’ultima notizia che siamo riusciti a trovare riguar do la famiglia Cosulich “Antichina”, l’abbiamo avuta dai fratelli Mons. Mario, Antonio e Angelo Cosulich. Loro non appartengono al ramo Antichina, ma ricordano che una loro zia acquisita, Mattea Premuda Cosulich, fu spo sata in prime nozze a un Cosulich di un altro ramo, che la lasciò proprietaria della grande casa in cima al Bardi na, quella che nell’inferriata sopra il portone d’ingresso reca le iniziali A B C: Antonio Biagio Cosulich?
La “Bandiera americana” di Riri Gellussich Radoslovich Cliffside Park, febbraio 2012. Questa mattina siamo andate a spedirvi il pacco con la bandiera di Lussino. Ci sentiamo molto spiacenti per averla lasciata andare via dagli Stati Uniti, perché da anni faceva parte di noi. All’incirca negli anni 1970 Mons. Nevio fece due viaggi dall’Italia con i Lussignani per un raduno collettivo dei lussignani e per visitare New York e dintorni. In quella occasione portarono dal Canada la bandiera o labaro. Il signor Marchetto Grezich pitturò su tela blu il veliero con lo stemma di Lussino e la signora Ivetta Eisenblicker la cucì. Tutti furono contenti e entusiasti di averla tra di noi. Fu usata in diverse occasioni, ma più di tutto per i funerali dei Lussignani abitanti in queste regioni. Da principio è stata custodita dalla signora Giannina Galeazzi, ma poi, per più di 20 anni, i signori Anna Knezich e Fulvio Giudici l’ebbero in consegna. Quando un nostro Lussignano moriva erano subito pronti a portarla nella casa delle esequie e a metterla in vista tra i fiori. Alla gente straniera presente si raccontava dov’è l’isola di Lussino e la sua illustre storia, dei velieri e dei nostri coraggiosi uomini che viaggiavano per tutti i mari del nostro pianeta. Al mattino del giorno del funerale, Anna portava la bandiera nella Chiesa, la sistemava sull’altare, e la prelevava dopo la funzione, senza mai risparmiarsi. A nome di tutte le famiglie Lussignane voglio ringraziare i signori Giudici per l’onere al quale si sono prestati lungo tutto questo periodo. Sono arrivati ad una certa età e si stabiliranno molto più lontano di Hoboken, così non si sapeva chi avrebbe potuto prendersi cura della bandiera.
Qui siamo rimasti in pochi e siamo sparpagliati nelle diverse Contee e Stati d’America, ci è difficile prendere l’impegno di custodirla o magari chiuderla in un armadio. Ci dispiace molto che ai nostri funerali non ci saranno più un Giacometto Martinolich a portare lo “zalone”di Lussino e la Anca con la Bandiera, ma speriamo che venga messa in mostra nella sede di Lussinpiccolo o nel Museo del Mare, affinché altri lussignani l’ammirino come noi l’abbiamo ammirata in tutti questi anni.
Foto Rita Giovannini La Comunità di Lussinpiccolo ringrazia per questo bel lissimo dono, espone e custodisce con grande cura la bandie ra nella sua sede di via Belpoggio 25 a Trieste.