Lu Papanzicu - Gennaio 2014

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Anno XIII - N° 141 Gennaio 2013

Sapori del Mediterraneo Rubrica di cucina a cura di Elanka

Risotto al cavolfiore Il risotto al cavolfiore è una ricetta facile che si prepara in 50 minuti e che viene preparata mondando il cavolfiore per dividerlo a cimette per poi farle scottare in pentola. Al termine della lavorazione serviremo il risotto ben caldo con le cimette di cavolfiore come guarnizione. Ingredienti per 4 persone: • 250 g Riso superfino • 300 g Cavolfiore • 1 Aglio, spicchio • 1/2 Cipolla • 2 cucchiai Olio extravergine • 30 g Burro • 2 cucchiai Formaggio grana grattugiato • 1 litro Brodo • 1/2 bicchiere Vino bianco secco • q.b. Sale Preparazione: Mondare il cavolfiore e divi-

derlo a cimette; lavarle accuratamente in abbondante acqua fredda e scolarle. Farle scottare in una pentola con acqua salata in ebollizione per un minuto; scolarle e tenerle da parte. In una pentola portare a ebollizione il brodo. Sbucciare la cipolla e l'aglio, lavarli e tritarli finemente; metterli in un tegame sul fuoco con l'olio e farli appassire senza lasciarli colorire. Aggiungervi le cimette di cavolfiore, tenendone da parte qualcuna per la decorazione, e farle insaporire per 2 minuti circa, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Unirvi, sempre mescolando, il riso e farlo tostare per 2 minuti;

versarvi il vino bianco e farlo evaporare a fuoco vivace. Versarvi, poco alla volta, il brodo bollente e continuare la cottura per 1518 minuti circa, mescolando ogni tanto. Togliere il tegame dal fuoco, aggiungere il burro e il formaggio grana grattugiato, mescolare, far riposare un poco il risotto e servirlo ben caldo, distribuendovi sopra le cimette di cavolfiore tenute da parte. Consigli: Per una riuscita ottimale del risotto al cavolfiore, dopo aver fatto evaporare il vino aggiungete un cucchiaio di concentrato di pomodoro diluito in poco brodo: darete al risotto una leggera nota di colore.

Rubrica legale a cura dell’avv. Irene Di Dio

Intervento di sterilizzazione non riuscito: sì alla responsabilità medica Cassazione civile, sez. III, sentenza 24.10.2013 n° 24109 La Corte di Cassazione con la sentenza suindicata, esamina il caso di una donna, che aveva portato a termine in precedenza due gravidanze entrambe con taglio cesareo, in occasione di nuovo parto cesareo, si era sottoposta ad un intervento di sterilizzazione. I sanitari avevano rassicurato la donna circa l’irreversibilità dell’intervento e pertanto la stessa non aveva più adottato alcuna misura anticoncezionale. Nonostante l’intervento, la donna rimaneva nuovamente incinta e partoriva due gemelli. La donna e il suo coniuge erano, quindi, venuti a trovarsi con cinque figli a carico, in una situazione di grave disagio economico, anche a causa della sopravvenuta necessità, per la stessa, di lasciare il lavoro. Risultati soccombenti sia in primo che in secondo grado, i due coniugi proponevano

ricorso in Cassazione e quest’ultima riconosceva l'inadempimento (o l'inesatto adempimento) concretatosi nell'aver tenuto, in relazione alla peculiarità del’intervento convenuto, un comportamento non conforme alla diligenza richiesta, con riguardo sia alla corretta esecuzione della prestazione sanitaria sia a quei doveri di informazione e di avviso preliminari e integrativi dell'obbligo primario della prestazione. Sostiene, infatti, la Cassazione che, nella fattispecie, il dovere di informazione è stato assolto in maniera non solo inesatta ma, anche e soprattutto, fuorviante, così da incidere in maniera determinante sul valido e corretto processo formativo della volontà dei due coniugi in relazione alla scelta del momento - e del contesto operatorio - in cui eseguire l’intervento. In particolare, l'obbligo di informativo non doveva esaurirsi in generiche informazioni sull'operazione e sul carattere irreversibile e permanente della sterilizzazione, 106.00 Mhz

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ma doveva investire, altresì, i profili di incertezza che invece Avv. Irene Di Dio gravavano sulla definitività della sterilizzazione, “specialmente in considerazione del particolare contesto temporale in cui l'intervento veniva eseguito, rientrando nel comune patrimonio delle conoscenze di un ginecologo - ma non anche di una paziente - che la legatura delle tube, eseguita in occasione di un parto cesareo, essendo i tessuti edematosi, non assicura l'irriversibilità della sterilizzazione e può risultare inadeguata ad Impedire la discesa dell'ovulo quando i tessuti medesimi tornano in condizioni di normalità”.


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