Gennaio 2015
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L’AGENDA DI GENNAIO / PAOLO BENVEGNÙ / IL CRISTALLO / L’OROSCOPO DEL 2015
SOMMARIO sipario
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PRESENTE E PASSATO: DONNE E SHOAH di tommaso chimenti pellicole
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CLINT
di caterina liverani personaggi
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PAOLO BENVEGNÙ di riccardo morandi storie
10
il cristallo di gabriele rizza
12
l’agenda di GENNAIO boxini
14
GENNAIO da non perdere i provinciali
point of view
di pratosfera
di gilberto benni
palati fini
palestra robur
di miriam lepore e giulia tibaldi
di leandro ferretti
16 anno nuovo a prato wim wenders 17 lascia tutto...
LA NEVICATA DELL’85
just kids
18 buoni propositi per il 2015 di davide morena
19
stelle
di faolo pox matite
20 untitled
di alessandro ripane
21 PAROLE
di gabriele ametrano
EDITORIALE di matilde sereni Eccoci. Non cominciamo con le tragedie sul perché e percome siamo tornati alle ventiquattro pagine perché altro non è che una classica dieta post-imbolzamento natalizio. O quasi. La realtà è che Lungarno sta subendo un restyling e ci siam presi un mesetto per riassestarci per bene e tornare più battaglieri di prima. Niente di preoccupante, anzi, tutto di guadagnato. Nel caso remoto voi siate dei miei fervidi fanZ, avrete capito che gestire un giochino come Lungarno comporta grande impegno e responsabilità, quasi quanto Spiderman. Farlo a zero euri è ancora più faticoso e più vado avanti più sono convinta che associazioni come la nostra e come altre mille in città, vivano di passioni ed energie che fisiologicamente han bisogno di ricambi continui. Seguire l’idea e l’obiettivo, mai la persona. Siamo tutti d’accordo? Sì, quindi andiamo avanti e vediamo un po’ cosa ci porta di bello questo gennaio. Di sicuro porterà un valanga di buoni propositi senza cognizione di causa, ma anche (come ogni buon gennaio che si rispetti) il giusto stimolo per provarci, per lo meno. Porterà anche una carrellata di grandi concerti da Big come Benvegnù, ad astri più modesti ma indiscutibilmente altrettanto validi come Edda; non mancheranno spettacoli teatrali degni di merito, uno su tutti Il Piccolo Principe al Teatro Puccini (ma se vi siete persi quello al Goldoni di dicembre siete un po’ scarsi eh, occasione più unica che rara di raffinatezza); e poi la consueta parata di Pitti con tutte le note a piè pagina del caso. Siamo nel 2015 gente, si vociferano grandi evoluzioni per Firenze e io a luglio compio quell’età con lo zero alla fine e un tre davanti che non è trecento, quindi avanti tutta senza paura. Magari solo un po’, che male non fa.
22 suoni
di lespertone
Buon nuovo, ennesimo, bellissimo anno con Lungarno.
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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 25 - Anno III - GENNAIO 2015 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore: A ssociazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481 Direttore Responsabile: Marco Mannucci Direttore Editoriale: Matilde Sereni Responsabile di redazione: Leonardo Cianfanelli Editor: Cristina Verrienti Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze Distribuzione: Ecopony Express - Firenze
in copertina: “Dome Sweet Dome” di Benedetto Cristofani
Sono nato a Siena il 25 aprile 1983. Quando ero bambino disegnavo con i pennarelli. Nel 2006 mi sono diplomato in Illustrazione e animazione multimediale presso lo IED di Milano. Dal 2007 a oggi ho lavorato in agenzie di comunicazione e come freelance. Sono Illustratore e art director. Vivo a Firenze.
Hanno collaborato: Tommaso Chimenti, Caterina Liverani, Riccardo Morandi, Pratosfera, Gilberto Benni, Leandro Ferretti, Faolo Pox, Aldo Giannotti, Lespertone, Gabriele Ametrano, Gabriele Rizza, Alessandro Ripane, Benedetto Cristofani, Miriam Lepore, Giulia Tibaldi, Davide Morena, David “Dr. Rose” Pacifici. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it
Si ringrazia la Lira Srl e la famiglia Fattori per sostenere e credere in Lungarno.
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SIPARIO
di tommaso chimenti
PRESENTE E PASSATO: DONNE E SHOAH
P
ieno inverno. Il Natale, il cappone e il cotechino sono ancora sullo stomaco. I buoni propositi dopo la Befana si sono già affievoliti. Parole evergreen in vista: crisi. Stanno togliendo le lucine, tanto non c’è niente da illuminare. Il segno meno ci fa sentire tutti un po’ più comunisti. Verso il basso. La gara a spendere è finita, almeno fino a San Valentino, ma anche l’amore è in liquidazione, in saldo, in sconto, come la merce di seconda fascia, ammaccata o prossima alla scadenza. 2015 anno pieno, rotondo. Sta per andarsene Napolitano (se già non lo ha fatto). Stai sereno Giorgio. Possiamo sperare nel teatro? Cosa stiamo aspettando? Che l’onda diventi alta da surfarci sopra? Pinne, braccioli e maschera nel fango non serviranno. Nel cercare alternative e possibili strade da battere (?!) a caccia di quella riflessione che non dà la felicità, ma almeno ci fa sentire responsabili e consapevoli, Due donne di provincia, testo di Dacia Maraini (16 e 17 gennaio al Teatro Comunale dell’Antella), pone la questione, più che al femminile, della solitudine nel momento di passaggio tra ciò che sarebbe potuto essere e le quattro mura dell’oggi. Niente a che vedere però con casalinghe disperate o milf che tanto piacciono e vanno di moda adesso. In uno spazio dove c’è poco altro da fare o da dirsi, la pochezza e la miseria, in senso lato, di vedute e di prospettive, è il grandangolo delle rinunce, alcune im-
poste altre autonome; la bassa autostima, l’aver creduto che tutto sarebbe andato al posto giusto. Caterina Fornaciai e Melania Genna sono brave nel dar vita a un immobilismo stantio come i fiori di un grembiule stinto. A gennaio scatta anche La Giornata della memoria. Tra i tanti spettacoli messi in scena negli anni per questa data simbolica (sarebbe bene che di Olocausto, Shoà, Nazismo, Sionismo e situazione israelo-palestinese se ne parlasse sul palcoscenico, anche fuori da questi recinti istituzionali), molti didascalici, altri scolastici, questo Stones degli Orto-Da, che i tipi del Teatro di Rifredi riportano a Firenze (24 e 25 gennaio), è sicuramente uno dei prodotti migliori visti in questa occasione. Spettacolo muto dove i personaggi sono le statue, i monumenti che si animano prendendo vita e colore per poi riassumere pose bloccate con minimali inserti di pura poesia. Volendo sintetizzarli con poche pennellate potremmo dire che sono come il cappotto rosso della bambina in Schindler’s List. Non smettete di pensare. Al Teatro Manzoni di Calenzano un doppio colpo di impegno, di ricerca della verità, di approfondimento, d’interesse sociale. Come sempre nel piccolo teatro-gioiello di Cristina Ghelli e Stefano Massini (momento d’oro il suo: in questa stagione ha debuttato con il 7 minuti per la regia di Alessandro Gassman, e a fine mese il grande exploit al Piccolo mila-
nese della sua maratona Lehman Trilogy, dal 29 gennaio, per la regia di Luca Ronconi), albergano piccole produzioni, eppure di ampio respiro. Grandi attrici, ma schierate al servizio di temi sociali importanti, non nomi messi come specchietto per le allodole per il pubblico da botteghino. Ecco Tale madre, tale figlia, con Amanda Sandrelli (il 10 e 11), va a sviscerare quella tensione, quel legame impenetrabile che nemmeno il taglio del cordone ombelicale affievolisce, pur nella rabbia, sebbene nel dolore, anche nella disunione. A seguire, la ripresa di African Requiem (il 22), con Isabella Ragonese e Luisa Cattaneo, sulle ultime ore, le indagini, i documenti, i filmati, gli appunti messi nero su bianco di Ilaria Alpi in quello che possiamo definire come un altro Corpo di Stato. Questo, secondo noi, il teatro da seguire, da supportare, da finanziare con la presenza e la bigliettazione. Poi ti rintani e senti, che è molto più di ascoltare: «Nessun senso di colpa, non è importante per me. Tu non stare in pensiero è solo un finto cuore». È proprio, indelebilmente, senza ombra di dubbio, senza equivoci né incertezze, gennaio. Con la sua fiumana di sentimenti di rinascita e di letargo.
nella foto: Stones degli Orto-Da www.temalproductions.com
13 / 18 gennaio SEBASTIANO LO MONACO MARIANGELA D’ABBRACCIO
DOPO IL SILENZIO 6 / 11 gennaio
FALSTAFF da William Shakespeare adattamento e regia Andrea De Rosa
27 gennaio / 1 febbraio
20 / 25 gennaio
GIULIANA LOJODICE
VITTORIA PUCCINI VINICIO MARCHIONI
LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA di Tennessee Williams regia Arturo Cirillo
da Pietro Grasso di Francesco Niccolini e Margherita Rubino regia Alessio Pizzech
Biglietteria Via della Pergola 24, Tel. 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com Lun > sab 9.30 - 18.30, domenica riposo
www.teatrodellapergola.com
IMPROVVISAMENTE L’ESTATE SCORSA regia Giancarlo Sepe
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PELLICOLE
di caterina liverani
CLINT
U
n americano tutto d’un pezzo che ha trovato la sua fortuna nel cinema europeo, un repubblicano fino al midollo dall’anima progressista, attore durissimo sullo schermo, ma cordiale e pacato dietro la macchina da presa. Clint Eastwood a quasi ottantacinque anni e a soli sei mesi dal suo ultimo film da regista, l’adattamento del musical Jersey Boys, è nuovamente nelle sale con American Sniper, tragica parabola tratta dall’autobiografia di Chris Kyle, cecchino appartenente ai Navy Seal, interpretata da Bradley Cooper e Sienna Miller. Sono passati dieci anni dal grande successo di Million Dollar Baby, la storia di rabbia, di disperazione e di riscatto della pugile professionista Maggie Fitzgerald, che fruttò a Eastwood le sue seconde statuette come miglior film e miglior regista dopo Gli spietati e le candidature per Mystic River. Dieci anni di attività dedicati principalmente alla realizzazione di pellicole sulla storia recente, raccontata da punti di vista inusuali, come la guerra e la sua iconografia in Flags of Our Fathers, i peccati del corpo di polizia di Los Angeles negli anni Venti in Changeling, il difficile processo di un’identità nazionale per il Sud Africa con Invictus e il risvolto umano della controversa figura di Hoover in J. Edgar. Decisamente più intimisti Gran Torino, sull’intenso rapporto tra un ragazzino cinese e il suo vicino di casa, il veterano della guerra in Corea ed ex operaio della Ford, Kowalski (nel quale Clint Eastwood ha regalato una delle sue inter-
pretazioni più memorabili), e Hereafter racconto corale di esperienze di contatto ravvicinato con l’aldilà. «Mi piacciono le storie che approfondiscono le vite di persone di cui magari abbiamo solo sentito parlare, perché impariamo qualcosa sugli altri e inevitabilmente anche su noi stessi» ha recentemente dichiarato proprio a proposito di American Sniper e della passione per una ricerca interiore fatta di storie che sondano i risvolti più profondi dell’animo umano, i più difficili da comprendere e da raccontare. Dichiaratosi profondamente contrario alle guerre in Iraq e Afghanistan, Clint Eastwood si propone, infatti, di concentrarsi anche sul versante più privato della controversa vita di Kyle, scomparso nel febbraio 2013 per mano di un militare provato da una grave forma di stress post traumatico. Bradley Cooper, la cui massiccia trasformazione fisica per il ruolo del tiratore scelto ricorda quella dell’esile Hilary Swank in Million Dollar Baby, ha affermato quanto questo progetto rappresenti un traguardo sognato per molto tempo: «Avevo cercato degli ingaggi sia per Flags of Our Father che per Gran Torino. Questa volta ce l’ho fatta!». L’abitudine a non gridare mai «Azione!» all’inizio di una ripresa, imparata sui tantissimi set western perché «gli uomini si innervosivano e i cavalli si imbizzarrivano», ma il sedersi sulla sua sedia e dire agli attori con tutta la gentilezza di quella voce lenta e profonda «Quando siete pronti», il circondarsi sempre dei soliti fidati
collaboratori e il non sprecare troppe energie in ciack infiniti, hanno reso i set di Clint Eastwood una specie di nirvana per gli attori. Affermazioni come «sorprendentemente divertente» e «sotato di una sicurezza istintiva» sono quello che dicono di lui. «Tutto ciò che faccio come regista si basa su quello che preferisco come attore» replica serafico. Capace di combinare dei cast impeccabili, con grandi star al fianco di caratteristi meno conosciuti, Eastwood ha sempre affermato di credere nei propri attori. «Avevamo le stesse identiche intenzioni» ha raccontato Leonardo Di Caprio dopo le riprese di J. Edgar. «Ho detto al mio agente che d’ora in avanti lavorare con qualsiasi altro regista che non sia Clint, potrebbe essere un problema» ha scherzato Angelina Jolie mentre girava Changeling. Una gestazione piuttosto lunga quella di American Sniper iniziata già prima della tragica scomparsa di Chris Kyle; il film avrebbe dovuto essere diretto da Steven Spielberg, che ha abbandonato il progetto, sembra per questioni di budget. Clint Eastwood torna dunque a raccontare la guerra dopo quasi un decennio da Letters from Iwo Jima e Flags of Our Fathers e, rispondendo a proposito della sua longevità artistica, spiega di essere dovuto arrivare fino a qui per sentirsi a suo agio in questo ruolo. «Ci sono registi molto più giovani che non provano neppure a cimentarsi con quello che potrebbe farli crescere ancora, mentre il segreto sta proprio nel cambiare.»
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PERSONAGGI
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di riccardo morandi
I
n un ipotetico Monopoli fatto degli artisti indipendenti italiani Paolo Benvegnù sarebbe una casella importante, come quella della Società delle Acque. Paolo fa parte del mondo della canzone d’autore da anni: il suo lessico poetico ed importante fanno sì che sia doverosa per Lungarno qualche domanda, alla luce dell’uscita del suo ultimo lavoro “Earth Hotel”. Benvegnù accetta un’intervista via mail, più comoda per l’artista ma forse meno spontanea: quello che ne esce è una lettura corposa e che sorprende. Prendete fiato ed iniziate. Earth Hotel, ultima fatica dei Paolo Benvegnù. Il tema è quello dell’amore, tutto l’amore. Che differenza c’è fra questo amore e quello che cantavi nei tuoi precedenti brani? Vorrei innanzitutto ringraziarvi. Perché dare spazio a degli outsiders come noi è coraggioso. Come tenere alla Fiorentina. E, per inciso, io sono tifoso viola. Detto questo, rispondo al primo quesito. È vero. Earth Hotel è un disco che parla di Amore visto da altre angolazioni rispetto a prima. Analizzando la parola Amore, colpisce che si possa scomporre in A-mors: letteralmente non-morte. Partendo da questo assunto, perfino questo nostro dialogo è un atto d’amore, cioè di non-morte. Perché è un atto che si compie da vivi e tra vivi. Ecco che allora tutto ciò che noi compiamo è Amore. Ed è così confortante saperlo, non poterlo controllare. Ed è così meraviglioso che ci possa guidare. Mi ha particolarmente colpito il brano “Orlando”, per stile ed arrangiamento. Una canzone che ricorda la tradizione cantautoriale italiana: quali sono i tuoi riferimenti nel mondo dei cantautori e della musica moderna? Orlando, in realtà, è più legata ad una canzone popolare che mi cantava mia madre quando ero piccino (andiamo a mietere il grano...). Innegabilmente come scrittura sembra avvicinarsi alla tradizione dei songwriters italiani per eccellenza e, probabilmente, inconsciamente mi ci sono confrontato. In verità, ciò che più mi ha colpito negli ultimi quarant’anni, è quel meraviglioso paradosso di stile di Gaber e Luporini, nel periodo dal 1973 fino ad “Io se fossi Dio”. Rispondendo alla lettera alla tua domanda potrei riempire decine di pagine con i riferimenti che mi hanno più colpito nel tempo. Però in realtà, preferisco (e mi è più semplice) ricordarne la radice. E cioè la musica classica, Mozart, Strauss. E la letteratura, il cinema, la vita di tutti i giorni nel personale e nel quotidiano. Ti confesso che trovo il tuo uso della lingua italiana sublime. E trovo i vostri arrangiamenti belli, completi e fantasiosi, ma ho un serio problema: spesso non vi capisco. È colpa mia, o il gioco funziona così? Ti ringrazio. Anche a nome dei miei compagni. Anche se devo dire che siamo e ci sentiamo apprendisti. In Assoluto e di Assoluto. Per ciò che concerne la comprensibilità, ho almeno un paio di considerazioni da fare.
PAOLO BENVEGNÙ
La prima è che, muovendoci in un contesto di assoluta desertificazione dell’Idea, noi DOBBIAMO muoverci per mistero e complessità, visto che tutto è ormai semplificato ai minimi termini, depotenziato di sfumatura. La seconda è che ogni messaggio arriva solo SE e QUANDO deve arrivare, non la quantità. È importante la qualità dell’interlocuzione. Viceversa si è imbonitori, seduttori. Vedi? Hanno rubato a Pessoa quella meravigliosa intuizione: “Il Poeta è fingitore”. Se tutti lo sono, allora il Poeta deve essere verità. E la Verità non è mai così semplice.
Fra poco compirai 50 anni. Quali traguardi ti senti di avere raggiunto a livello artistico, e quali vorresti raggiungere? Abito a Città di Castello. Qui c’è una piccola tipografia, ancora in funzione, che però non ha clienti e non stampa nulla. Ogni pomeriggio Antonio, il padrone della tipografia, viene raggiunto da Oreste e sua moglie. Si mettono i camici da lavoro. Parlano del più e del meno, spesse volte stanno per ore in silenzio e guardano le macchine ferme. Loro sono gli esempi. I miei traguardi raggiunti, i miei traguardi da raggiungere. Nasci a Milano e ne fuggi: in pratica il percorso a ritroso di chi tenta la carriera artistica. Che rapporto hai con il mondo delle major? Sono fuggito da Milano perché sottoproletario e pieno di ogni tipo di miseria. Ci sono poi tornato con Scisma, il mio primo gruppo, perché volevo un contratto con una major. Ci siamo riusciti e mi sono accorto così della disintegrazione di ogni valore che non fosse il denaro da guadagnare, il denaro da poter ostentare. Questo tipo di approccio alla vita, non mi si addice. Così ho scelto altro. E sono felice di questa scelta. Detto ciò, ancora non ho il talento per scrivere in leggerezza e profondità. Concludi un’intervista a Rockit dicendo
“L’ultima volta che hai pianto? Dieci minuti fa.” Riprendo questa frase per chiederti se un artista deve avere dentro un filone di dolore e forte malinconia. Tu che ne pensi? Penso semplicemente che in quanto esseri viventi non possiamo esseri scevri di Gioia, Vivacità, Colore, Rabbia, Possesso. E molto altro ancora. L’Artista non esiste. Esiste casomai l’Essere. Poi esiste l’Artigiano. Ma è effetto dell’Essere, non la Causa. Cosa pensi dell’attuale situazione sociale e politica italiana, a fronte anche del fatto che hai suonato al Woodstock 5 Stelle? Ne ho parlato prima, scomodando Pessoa. Finzioni e Seduzioni. Grossolane. Vergognose. Stolide. Misere. Nella mondo reale invece esistono ancora piccole sacche di resistenza. E mi commuove la loro esistenza. Come chi si ostina a leggere o a guardare la luna. Ho suonato due volte ai primi raduni del movimento cinque stelle. L’atmosfera era gioiosa e febbrile. Fino a che non è diventata come un concerto allo stadio. Essere lì per poterlo dire, senza un’idea, perché insieme si muo, se io dico all right voi tutti dite all right. Grillo e Bon Jovi sono la stessa persona. Evviva. Se non avessi fatto questo lavoro, cosa avresti voluto o dovuto fare dovuto fare, e perché? Questo non è un lavoro. È una meravigliosa, intensissima ricerca. Perciò io continuo ad essere uno studente. Non vorrei essere altro. vivo. E sono anche taxista, panettiere, benzinaio, cameriere. Ma non sarò altro finché vivo. Potete posare Lungarno e riprendere fiato. Bere un bicchiere d’acqua e ripensare, guardando la fredda Firenze in Gennaio, ai tipografi di Città di Castello senza lavoro. Pensarli come riferimenti artistici del buon Paolo Benvegnù oppure a Grillo come Bon Jovi. Anche questa è andata, ci sanguina il naso ma abbiamo intervistato il grandissimo Paolo Benvegnù.
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STORIE
di gabriele rizza
IL CRISTALLO
C
i si andava in genere la domenica pomeriggio. Dopo pranzo. Se non giocava la Fiorentina. Ci infilavamo alle tre e uscivamo alle cinque, o alle sei. Dipendeva dal film, dai posti, dalla compagnia di amici, dal meteo che allora si chiamava tempo, e da quando arrivavi. Spesso a spettacolo iniziato e dovevi rivederti l’inizio. Ci si andava sì per passare il tempo, ma anche (davvero) per andare al cinema. Indiani e cowboy, corsari e avventurieri, bucanieri e moschettieri, in pace e in guerra, Sodoma e Gomorra, peplum e spaghetti, Roma e Cartagine, Ursus e Maciste, con l’aggiunta di qualche brivido proibito vietato ai minori di quattordici per le gambe di Chelo Alonso, le gonne al vento e il petto in fuori che in quei corpetti da schiava o da regina ci stava stretto stretto, il petto. Si andava al Cristallo di piazza Beccaria, nello slargo una volta scenografico, i così detti Pratoni della Zecca aperti sul Piazzale e San Miniato, un parterre lasciato libero dal Poggi e incastonato fra i boulevard con ambizioni da parigina grandeur, poi ben presto colmato di anonimo cemento da caserma nei secoli fedele (la Baldisserra), uno slargo dove di fronte o di fianco sorgeva l’Alhambra, spettacolare complesso per il tempo libero, cinema/ teatro/giardino/caffè, dall’arabescante fascino moresco, immerso nel verde, variabile kitsch per il pubblico divertissement, progettato nel 1920 da Adolfo Coppedè, poi variamente modificato e aggiornato nei decenni a venire, fino al 1961
quando, senza riguardi, tutto d’un fiato, fu fatto fuori per fare spazio alla nuova sede della Nazione di Pierluigi Spadolini (rotative comprese), e oggetto intorno al ’68 di spedizioni punitive, di sanpietrini e di vetri rotti per vendicare il popolo vietnamita, vittima dell’aggressione imperialista, al grido «Giap Giap Ho Chi Min, viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse Tung». E via di corsa con i manganelli dei celerini sul collo come il fiato dei compagni. Si arrivava allora al Cristallo di piazza Beccaria e il cinema ci accoglieva nella corte interna, sconnessa e traballante, prima dei gradini e della cassa (posti in piedi, faceva lo stesso, e fumo libero da camera a gas) uno sciacquettio proveniente dal basso a sinistra. Un vago frusciar d’onde, qualche grida e un alone di cloro. Perché al Cristallo c’era la piscina. L’unica allora coperta di Firenze (dopo sarebbe venuta quella dello scientifico Leonardo da Vinci). Così il film diventava (chissà!) più fluido e il caldo più tollerabile. E c’era pure il palcoscenico del vecchio Varietà dove un giorno di primavera (eravamo già verso gli anni Settanta) sbarcò d’incanto, fra una cronaca rosa e una pagina nera, Tamara Baroni, mito ghiotto di provincia Signore & Signori, l’onda gialla del parmigiano, ruspante icona sexy in odore di bmovie. All’ingresso sulle scale campeggiava la sua immagine ammiccante, sagomata in cartone a grandezza naturale. Qualcuno nottetempo la trafugò. E dopo pensammo ad Antoine Doinel/Jean Pierre Léaud con Harriet Anderson/
Monica e il desiderio dalle spalle nude. Amori di Nouvelle Vague. Ma qualcuno ci precedette. Non sapevamo allora (o forse sì, ma poco importa) che il Cristallo, nel dopoguerra, prima di diventare tale, quando ancora si chiamava Radar (un cinema palindromo! che spettacolo), era stato la Casa del Balilla o della Gil (Gioventù italiana del littorio), tirato su tra il 1936 e il 1938 (il progetto era di Aurelio Cetica) come bell’esempio di architettura razionale polifunzionale anni Trenta. Il postbellico furore ideologico lo condannò al suolo nel 1975. Al suo posto sorse l’Archivio di Stato. Andò peggio a Nello Baroni, grande progettista di spazi per spettacoli, già sodale del Gruppo Toscano, quello della Stazione di Santa Maria Novella. Senza pensarci troppo gli amministratori cittadini gli cancellarono prima l’oceanico Apollo di via Nazionale (nato Rex nel 1937, la terza sala d’Italia per numero di posti) chiuso dall’86, ancora in attesa di riconversioni già più volte annunciate, poi l’ondivago Stadio di viale Manfredo Fanti, schermo acceso dal ’51 a metà anni Novanta, ora appartamenti dopo breve stagione discotecara, infine il fantastico Capitol in Piazza del Grano di fronte o dietro gli Uffizi, sorto nel 1957 e morto nel 2003 a causa di insipienze e vanificato da ignoranze, sebbene in quella ubicazione insieme alla Loggia di Izozaki, poteva essere una magnifica soluzione, scenico-funzionale, di caratura europea.
GENNAIO GIOVEDì 1 L A CARTA PIÙ ALTA (1-6/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 € GOSPEL DI CAPODANNO Teatro Metastasio (PO) ing. 12 € VENERDì 2 ER H Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera SCHIACCIANOCI Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € SISTAH FUNK NOF Club (FI) ing. libero SABATO 3 NCONVENTIONAL LOVE | MAD U EMOISELLE SARABANDE Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera SPOOKY KIDS Exenzia Rock Club (PO) ing. NP GRABBER SOUL NOF Club (FI) ing. libero GIOCONDO ZAPPATERRA (3-6/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 € DOMENICA 4 I L PICCOLO PRINCIPE (4-6/01) Teatro Puccini (FI) ing. 15 € L A VEDOVA ALLEGRA Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € GLI UOMINI DI HOKINAWA Plaz (FI) ing. libero THIRTY TRACKS NOF Club (FI) ing. libero LUNEDì 5 ETAL EPIPHANY 6 M Exenzia Rock Club (PO) ing. NP FREDDIE MAGUIRE BAND Plaz (FI) ing. libero RENZO RUBINO Teatro Politeama (PO) ing. 15 € ISMAEL CIRCUS NOF Club (FI) ing. libero SLAM FIGHTING CHAMPIONSHIP 7 ObiHall (FI) ing. 22/47 €
MARTEDÌ 6 O SENSE + VISUAL N NOF Club (FI) ing. libero FALSTAFF (6-11/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 € MERCOLEDì 7
GIOVEDì 8 C HINA NOF DANCE LIVE NOF Club (FI) ing. libero SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI (7-11/01) Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 €
P ERÒ CANTO BENE OMAGGIO A DE ANDRÉ Viper Club (FI) ing. 5 € RISE ‘N ‘SHINE Plaz (FI) ing. libero RIO MEZZANINO NOF Club (FI) ing. libero I MUSICANTI DI BREMA (10-11/01) Teatro Puccini (FI) ing. 12/8 € EL CIMMARÓN Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 € LE ORIGINI DEL CAOS (10-11/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 € È RICCA, LA SPOSO, L’AMMAZZO (10-11/01) Teatro Politeama (PO) ing. 16/20 € DOMENICA 11
VENERDì 9 C LUB DOGO ObiHall (FI) ing. 18 € ENRICO BRIZZI + OBO + DROP CIRCLES Tender Club (FI) ing. libero COSMETIC Controsenso (PO) ing. libero con tessera MORI MARTERA NOF Club (FI) ing. libero JOHN THE CONQUEROO Plaz (FI) ing. libero UOMINI DI PAROLA Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera IL SOL CI HA DATO ALLA TESTA (9-18/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 € CUORI MATTI (9-11/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € SABATO 10 E DDA Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera L A NUIT DE SADE Exenzia Rock Club (PO) ing. NP LE FURIE Tender Club (FI) ing. libero JAVIER GIROTTO & AIRES TANGO Pinocchio Jazz (FI) ing. 13710 € LIMP BIZKIT TRIBUTE BAND Cycle Club (Calenzano) ing. 5 €
LUNEDì 12 NASTACIA A ObiHall (FI) ing. NP STILL LIFE + LA GRANDE ILLUSIONE Cinema Cabiria (Scandicci) ing. 3 € con tessera MARTEDì 13 P AUL ROTH TRIO NOF Club (FI) ing. libero OLIVIERO TOSCANI | OPEN TALK FOR PITTI IED Firenze (FI) ingresso libero DOPO IL SILENZIO (13-18/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 € L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ (13-14/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 € MERCOLEDì 14 IOVANNI SOLLIMA G Teatro Verdi (FI) ing. 20/16 € LES NUITS DU MANOUCHES NOF Club (FI) ing. libero EXPO IN VIAGGIO IED Firenze (FI) ingresso libero
GIOVEDì 15 I FI BAR REUNION H Tender Club (FI) ing. 5 € CHINA NOF DANCE LIVE NOF Club (FI) ing. libero SO FASHION EXHIBITION IED Firenze (FI) ingresso libero VENERDì 16 AJAKOVICH M Controsenso (PO) ing. libero con tessera NIAGARA Tender Club (FI) ing. libero VIDI AQUAM + CARON DIMONIO Exenzia Rock Club (PO) ing. NP THE GREASY BEARDS Plaz (FI) ing. libero TONY ROMANO PYSCO EXPLOSION NOF Club (FI) ing. libero OSPITI Teatro Puccini (FI) ing. 22/18 € IRIRIA NINA TIERRA Cinema Odeon (FI) ing. NP MY FRENCH FILM FESTIVAL (16/01-16/02) Isitut Française (FI) ingresso libero SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera MARGERUITE YOURCENAR Isitut Française (FI) ingresso libero DEATH CAFÉ Lost & Found (FI) ing. gratuito SABATO 17 I LLEGAN FUN + HOT ROD Exenzia Rock Club (PO) ing. NP R AY DAYTONA & THE GOOGOOBOMBOS Tender Club (FI) ing. libero SYSTEM OF A DOWN TRIBUTE BAND Cycle Club (Calenzano) ing. 5 € IIRO RANTALA Pinocchio Jazz (FI) ing. 10/7 € ACQUARAGGIA Plaz (FI) ing. libero NEDO & THE BELLOS NOF Club (FI) ing. libero GERONIMO STILTON (17-18/01) Teatro Verdi (FI) ing. 18 €
Domenica 11 gennaio ore 10.00/11.00/12.00
IN SUA MOVENZA È FERMO Visita spettacolo al Teatro della Pergola In collaborazione con Compagnia delle Seggiole
www.teatrodellapergola.com
MUSICA TEATRO ARTE CINEMA EVENTI PERCHÉ A FIRENZE NON C’È MAI NIENTE DA FARE... C INQUANTA SFUMATURE (17-18/01) Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 € SDD SHAKESPEAR DEATH DREAMS Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 € L A CENA DEI CRETINI (17-18/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 € GIULIANO GUAZZETI CHE PERSE LA GUERRA (17-18/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € domenica 18 L’APPRENDISTA STREGONE Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 7 € IL GATTO CON GLI STIVALI Teatro Puccini (FI) ing. 8 € CROCE E DELIZIA... SIGNORA MIA! Teatro Politeama (PO) ing. 14/18 € lunedÌ 19 T HE SPECIAL NEED Cinema Cabiria (Scandicci) ing. 3 € con tessera BARRY LYNDON Cinema Odeon (FI) ing. NP DUEL Cinema Colonna (FI) ing NP martedÌ 20 THREE SOLO CONCERT NOF Club (FI) ing. libero L A GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA (20-25/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 € mercoledì 21 T ENSION NOF Club (FI) ing. libero TANGO DE MI BUENOS AIRES Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € CAPITAL IN THE TWENTY-FIRST CENTURY Istituto Universitario Europeo (FI) ing. libero su prenotazione giovedÌ 22 CHINA NOF DANCE LIVE NOF Club (FI) ing. libero
venerdì 23 T WIN GRAVES Tender Club (FI) ing. 5 € UNIVERSAL SEX ARENA Controsenso (PO) ing. libero con tessera ROCK FRIDAY Exenzia Rock Club (PO) ing. NP NOTHING FOR BREAKFAST NOF Club (FI) ing. libero MARINATI ‘43 (23-24/01) Teatro Puccini (FI) ing. 18 € CROSS ROADS Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € GOLTZIUS AND THE PELICAN COMPANY Cinema Odeon (FI) ing. NP TUTTO BUSTRIC! (23-25/01) Spazio Alfieri (FI) ing. 15 € EDGE OF TOMORROW Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera SABATO 24 T IE ME TIGHT | DJSET + VISUAL Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera SELL SYSTEM + PLAYONTAPE Exenzia Rock Club (PO) ing. NP THE OSCILLATION Tender Club (FI) ing. 5 € MUX 6TET Pinocchio Jazz (FI) ing. 10/7 € BANDABARDÒ ObiHall (FI) ing. 17 € DEVIL S MOJITO NOF Club (FI) ing. libero STONES (24-25/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 € L A FANTASTICA AVVENTURA DI MR. STARR (24-25/01) Teatro Politeama (PO) ing. 18/22 € EDITH PIAF (24-15/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 € OLTRE L’INVERNO (24-25/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € PATTINAGGIO ARTISTICO (24-25/01) Nelson Mandela Forum (FI) ing. 20/28 €
domenica 25
lunedì 26 CURVED LIGHTS Spazio Alfieri (FI) ing. 10 € THE GERMAN DOCTOR + HANNA ARENDT Cinema Cabiria (Scandicci) ing. 3 € con tessera L’AMANTE Cinema Colonna (FI) ing. NP martedì 27 F UEL QUARTET NOF Club (FI) ing. libero IMPROVVISAMENTE L’ESTATE SCORSA (27/01-01/02) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 € PARCE QUE J’ÉTAIS PEINTRE Spazio Alfieri (FI) ing. libero UN ALTRO MONDO Cinema Odeon (FI) ing. NP mercoledì 28 J OHN AXELROD + ANDREA LUCCHESINI Teatro Verdi (FI) ing. 20/16 € BLUES NOF Club (FI) ing. libero giovedì 29 L UCIO CORSI + DJSET Rex (FI) ing. libero COSMIC SUMO NOF Club (FI) ing. libero L’ULTIMO HAREM (29/01-15/02) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 € SCOMPAGINI Teatro Puccini (FI) ing. 20/16 € L A FANTASTICA AVVENTURA DI MR. STARR Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 €
venerdì 30 P AOLO BENVEGNÙ Tender Club (FI) ing. 10 € STORY OF JADE Exenzia Rock Club (PO) ing. NP NINOS DU BRASIL + PONZ Cinema Odeon (FI) ing. NP DEREK ‘XPERIENCE Plaz (FI) ing. libero APPLE PARTY NOF Club (FI) ing. libero CHIAMALO ANCORA AMORE Teatro Puccini (FI) ing. 22/18 € CARO GEORGE (30-31/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 € LE PILLOLE D’ERCOLE (30/01-22/02) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € IL GRANDE FLEBOWSKY (30/01-01/02) Teatro Lumière (FI) ing. 15/13 € IN ORDINE DI SPARIZIONE Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera SABATO 31 E FOREST + WELCOME BACK B SAILORS Glue Firenze (FI) ing. libero con tessera FRANCESCO GARITO Plaz (FI) ing. libero THE VENKMANS + KASABIAN DJSET Tender Club (FI) ing. 5 € GABRIELE COEN TRIO Pinocchio Jazz (FI) ing. 10/7 € ITALIAN ICONS OF METAL Viper Club (FI) ing. 10 € NANOWAR OF STEEL Exenzia Rock Club (PO) ing. NP L A RAGIONE DEGLI ALTRI (31/01-01/02) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 €
GENNAIO da non perdere VENERDÌ 9 CLUB DOGO ObiHall (FI) ing. 18 € ENRICO BRIZZI + OBO + DROP CIRCLES Tender Club (FI) ing. libero I sintomi che viviamo in una città che si interroga sulle generazioni, sullo stile di vita dei giovani, sugli usi e costumi degli adolescenti, sono ben condensati nell’offerta del 9 gennaio. Da una parte i Club Dogo, idoli dei ragazzini. Dall’altra Enrico Brizzi, narratore speciale di una generazione (la mia). Quando uscì “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” ero nel bel mezzo del campionato internazionale di pippe, classificato nelle prime 50 posizioni. Avevo un SI blu che proprio quell’anno sarebbe stato sostituito da un Aprilia Amico Sport grigio e violetto, una bomba, il mio primo compagno di fughe verso il mare d’inverno. C’era il grunge, c’era il metal, c’era anche Biagio Antonacci e c’era anche Laura Pausini, c’era FrankieHi Energy con il disco “Verba Manent”. Uscì il libro di Brizzi e a noi sembrò una pietra generazionale come lo fu On The Road. Per me fu anche il ponte tra i grandi classici e la letteratura “scelta”. Da me. C’era fermento, c’era il primo Berlusconi, c’era la Lega, c’erano un sacco di cose, c’erano manifestazioni colorate ed occupazioni ad orologeria che sancivano una sacrosanta settimana di pausa, c’era un fermento ed era un fermento in crescita, in condivisione (e non ancora in sharing), si parlava tantissimo. Sì, i tempi cambiano e questi discorsi li faceva anche mia madre. Ma quando apro il giornale e leggo che il narratore di una generazione è Gue Pequeno l’unica cosa che posso fare, io, con i miei 15 anni limpidi nel cervello, è bestemmiare. Quando sento in radio che il nuovo singolo di Jake la Furia sta andando a manetta il mio primo pensiero è mettergli una vanga in mano. Perché sono classista, si, e non penso che tutto sia necessariamente “buona cultura”. Perché credo che sia vero che una generazione esprime degli artisti ma è anche vero che gli artisti aiutano una generazione ad esprimersi. Comunque sticazzi, basta sto pippone raga, bella zio stacca la play e prendi l’hammer che andiamo in centro a comprare le nike con il bavero di 40 cm. SABATO 10 EDDA Glue (Fi) ing. libero con tessera La Matilde Sereni di Lungarno è anche l’ufficio stampa del Glue. Ma non è per questo che dedico un boxino a Edda. Se fossimo tutti costretti a sottostare agi ordini della terribile Matilde, sia Lungarno cartaceo, che i social e magari anche Pratosfera dovrebbero essere pieni di riferimenti al Glue. Ma così non è. Scrivo il boxino perché gli ultimi due dischi di Edda sono come un racconto di un conoscente che sta per diventare un amico. Cosa vuol dire non lo so ma suona figo.
ANNO NUOVO, VITA NUOVA. :)
MARTEDÌ 13
OLIVIERO TOSCANI OPEN TALK FOR PITTI IED Firenze (FI) ingresso libero
Qualche anno venni invitato a un incontro con Olivero Toscani vicino Pisa. Ero mosso dal fastidio che mi provocava il suo atteggiamento e dalla rabbia che la sua spocchia scatenava dentro di me quindi andai con il chiaro intento di scatenare una polemica e magari finire a schiaffoni sul palco. Attraversavo un periodo difficile e nervoso. Che dura ancora, ma non è questo il momento di parlarne, CHIARO??? Comunque, arrivai e dopo 10 minuti ero semplicemente strabiliato dalla guizzo e dall’arguzia di quella mente. Subito andai oltre il ghigno e rimasi illuminato da spunti, idee, riflessioni, punti di vista insoliti. Parlammo un po’, il dibattito fu fluido e interessante e io misi via i miei intenti belligeranti. Poi incontrai la mia ex ragazza e me li ritirò fuori in un secondo.
vi augura un buon 2015 www.lungarnofirenze.it
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I PROVINCIALI
di pratosfera
ANNO NUOVO A PRATO
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assate le festività ingombranti con i crostini ai fegatini o al salmone, è arrivato finalmente il nuovo anno anche a Prato. Per le vie del centro storico scompare la musica in filodiffusione, finiscono i tempi dei bilanci dell’anno appena concluso e iniziano i buoni propositi per quello nuovo. Tipo la dieta, un po’ di sport (che male non fa mai), la preparazione atletica al nuovo Festival di Sanremo, quel corso di fotografia che hai sempre voluto fare e i saldi alle porte, i concerti da non perdere assolutamente per i prossimi sei mesi. Ed ecco allora che ci sentiamo di consigliarvi d’inserire nel vostro calendario questi: lunedì 5 gennaio Renzo Rubino (a proposito di Festival dei Fiori) al Teatro Politeama Pratese; venerdì 16 gennaio all’ex chiesa di San Giovanni, Pier Cortese e Roberto Angelini in concerto (si mormora di altri su-
per ospiti romani durante la serata, niente di confermato però); sabato 17 gennaio, invece, al Capanno Blackout i Musica Per Bambini; giovedì 22 gennaio i Bud Spencer Blues Explosion a Officina Giovani. Per quanto riguarda il teatro, possiamo consigliarvi un serissimo Leo Gullotta al Metastasio dall’8 all’11 con Prima del silenzio di Fabio Grossi e lo spettacolo La fantastica avventura di Mr. Starr di Lillo & Greg, tra i pochi che fanno davvero ridere in Italia oggi, il 24 e il 25 gennaio al Politeama. Post scriptum: a febbraio Pratosfera compie due anni e abbiamo in serbo una serie di iniziative che vi racconteremo sul prossimo numero di Lungarno, però. Preparatevi a prendere l’automobile e a spostarvi dalle nostre parti per qualche sera il prossimo mese, insomma. Avvisati.
POINT OF VIEW
di gilberto benni
WIM WENDERS
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el regista Wim Wenders tutto è stato scritto e detto, ma del fotografo in pochi sanno. Da sempre affezionato alla sua Leica, usa le immagini che produce come se fossero dei diari di viaggio privi di ogni barriera visiva spazio temporale; diari che racchiudono solo ed esclusivamente una realtà fatta di mistero e di mancanza, mostrando sempre un mondo spoglio, distante, quasi privo di presenza umana, per creare visioni di natura incontaminata o di paesaggi dove le tracce dell’uomo sono fin troppo evidenti. I suoi scatti rendono perfettamente giustizia allo sguardo del regista di Paris, Texas e di Il cielo so-
pra Berlino, tanto da poter affermare senza paura che il suo lavoro fotografico è ancor più lucido e incisivo di quello cinematografico. Guardare alcune sue opere come Urban Solitude per credere. «Nel progetto Urban Solitude, in particolar modo, le immagini conducono lo sguardo in un territorio in cui la rappresentazione del mondo evoca/coglie altre significative questioni che la superficialità del vedere quotidiano impedisce di mettere a fuoco: la vita degli esseri umani (che sono spesso assenti), il peso degli eventi storici, la stratificazione esistenziale della società, l’an-
goscia della solitudine degli individui, l’emergere della memoria, l’enigma dell’abbandono. Le testimonianze visive di Wenders, che pure sono il risultato di una “immersione nel mondo”, comunicano immancabilmente un senso di vacuità che trasmette allo stesso tempo quiete e angoscia, il ritmo della vita e l’abisso del nulla.» Vi lascio un estratto del suo pensiero sulla fotografia: «La fotografia mi dà, in maniera molto bella, il comfort di tutti i film che non ho fatto. Perché la fotografia non ha bisogno di una storia. È solo il momento che conta».
PALATI FINI
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di miriam lepore e giulia tibaldi
LASCIA TUTTO E SCAPPA
A
ndare via non è sempre una sconfitta. Lasciare tutto dietro di sé neanche. Ora io ho lei, lì, e non c’è bisogno che mi dica che è bloccata nel quotidiano, nelle regole sociali, nel lavoro da dodici ore al giorno di cui non vorrebbe parlare quando torna a casa con un cartone di pizza in mano e una birra ghiacciata comprata dal cinese, suo vicino di portone, aperto h24. E se non bastasse c’ha messo cinquanta minuti a trovare parcheggio perché è un sacco fico vivere in centro, ma porca miseria. E ha sentito due notiziari flash, un conduttore insultare un paio di ascoltatori e alla fine si è messa a cantare nord sud ovest est e forse quel che cerco neanche c’è uooo ooooh, dedicata a Immacolata da Loris su Per un’ora d’amore con Sub-a-siooo. Guilty pleasure. Poi tornerà a casa e metterà su qualche gruppo svedese che si è sciolto dopo il primo demo. Penserà a quanto è fortunato il suo gatto annoiatissimo che guarda fuori dalla finestra da mezz’ora senza che nessuno gli chieda
nulla, mentre lei seduta sul divano, gambe incrociate, deve rispondere in maniera adeguata alle domande di lui. Quando inizi a pensare che vorresti essere un gatto magari vuol dire che devi andartene. Vorrei dirle questo. Che non c’è bisogno di fare troppi ragionamenti, di vagliare opzioni o di discutere possibilità. Se pensi che il tuo gatto abbia una vita migliore della tua, non devi neanche fare le valigie. Apri la porta e al massimo prendi le chiavi della macchina, se proprio non vuoi fartela a piedi. Esci e lascia tutto dietro di te. C’è tempo per recuperare la borsa The Bridge che hai rubato a tua madre a diciotto anni. C’è tempo per prepararti una risposta a tutti quelli che ti diranno che scappare è da codardi e che una persona matura non fa mica così. Vai in un posto dove poter sentire sapori diversi. Dove gioire di scoperte e di odori. Vai in un posto senza domande. Per non sprecare neanche un giorno. Per non annoiarti neanche un po’.
HUMMUS Ingredienti: 400gr di ceci già lessati il succo di 1/2 limone 1 spicchio d’aglio schiacciato 1 cucchiaio di tahina 1 cucchiaio di curry 1 cucchiaino di cumino sale, olio extravergine d’oliva, pepe q.b.
Frulliamo i ceci con un po’ d’acqua di cottura. Aggiungiamo tutti gli ingredienti mixando ogni volta fino a raggiungere una consistenza cremosa. Possiamo fare delle varianti, aggiungendo i pomodori secchi e sostituendo a curry e cumino la curcuma, oppure aumentando il succo di limone da 1/2 a uno intero eliminando la tahina e aggiungendo i semi di sesamo tostati.
PALESTRA ROBUR
di leandro ferretti
lezioni di ginnastica culturale per fiorentini
LA NEVICATA DELL’85
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uell’inverno, Mimì Clementi dei Massimo Volume stava davanti allo stereo ad ascoltare Wicked Gravity di Jim Carroll. Qualcun
altro cercava di smaltire le conseguenze del ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie, ritorno allora particolarmente precoce, causa provviso-
ria abolizione dell’Epifania. Da giorni le temperature erano sotto zero, il vento ti spaccava le mani disperatamente artigliate al Ciao. La neve cominciò a scendere quando ancora era buio, e ben presto trasformò la città nel soffitto di una chiesa bombardata, tanto per citare ancora Clementi. I rumori si attutirono, ogni veicolo dovette fermarsi e tutto sembrava come in uno dei film sull’apocalisse nucleare che andavano allora abbastanza di moda. Dopo due giorni di neve il termometro superò i meno venti, e si fermò anche l’Arno, ricoperto di una coltre gelata come un fiume russo. Le sagge parole di padre Dino Bravieri, mitico meteorologo dell’Osservatorio Ximeniano, spiegavano ai cittadini attoniti come fosse stato possibile piombare all’improvviso nel bel mezzo di una Groenlandia fatta in casa. Milioni di metri di pellicola furono consumati per riprendere lo spettacolo di Firenze trasformata in una stazione sciistica: in retrospettiva, si può dire che Instagram perse una buona occasione. Ovviamente, la cosa finì, con il passare del tempo, per invadere l’immaginario collettivo di chi l’aveva vissuta, assurgendo a simbolo e a spartiacque di molte esistenze. Compresa la nostra.
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JUST KIDS
di davide morena
BUONI PROPOSITI PER IL 2015
O
ltre a stare più tempo con i miei bambini, per l’anno appena iniziato ho una serie di buoni propositi che devo mettere in atto. Alla scuola materna chiedono spesso carta da riciclo, e qualche mese fa portai a quella del mio primogenito un grosso pacco di fogli A3, residui della lavorazione di un libro di musica. Dopo qualche giorno la maestra mi fa: «abbiamo visto i fogli che hai lasciato: sono pieni di spartiti. Ma quindi tu suoni?». Ecco il primo buon proposito per il 2015: un po’ di modestia. Perché avrei dovuto dire no, non suono una chitarra da anni. E invece mi sono fatto vincere dalla vanità e ho sbrodolato tutta la mia competenza di arrangiatore e bla bla… Grave errore, perché la domanda non era pour parler, ma interessata. Un mese fa infatti, mi è stato cordialmente imposto di fare da headliner alla festa di Natale. Ho altrettanto cordialmente imposto alla madre dei miei figli di cantare, e ho buttato giù una prima tracklist. Cose sobrie, da bambini: John Lennon, I’m a Believer dei Monkees, un Rolling Stones. Altro proposito da mettere in lista: mai essere troppo fiducioso. Al primo confronto il «fai tu» è diventato «fai questo, questo e questo e muto». Il problema è che quel «questo, questo e questo» corrispondevano a Girotondo intorno al mondo di Endrigo (e passi…), Mi scappa la pipì papà del Franco (e già…) e al Ballo del qua qua(e questa no, mi sono rifiutato: avevamo detto canzoni!). Ho cercato di spiegare alla maestra la mia teoria sulla formazione musicale, il ritmo, la danza naturale (aka pogo), corroborandola con le prove dei video in cui i miei bambini si lasciano andare a urla sfrenate, deliranti stage diving e assoli di air guitar sulle note dei Killing Joke - tra i loro prediletti.
Altro errore e altro proposito: imparare a leggere i sorrisi delle maestre. Perché quello era un «sì, certo, come no» e non un «accidenti, ma che veri rocker!». Perché non potrò mai cancellare dalla mia mente la scena in cui, dopo aver fatto partire Mi scappa la pipì, ho visto mio figlio! cominciare a saltare su e giù come una molla impazzita, e il suo sguardo (quello sguardooo!) che mi diceva «papà, non so cosa mi succede, una qualche forza misteriosa si è impadronita di me e non riesco a smettere di essere così coinvolto da questo brano spregevole.» E anche adesso, a una settimana dal concerto, mi dànno l’anima alla ricerca di un motivo valido per cui mi è stata bocciata Let It Go (la canzone di Frozen, se avete delle figlie sapete di cosa sto parlando), e tengo a mente i buoni propositi per l’anno prossimo. Primo fra tutti: quando all’asilo ti chiedono qualcosa, rispondi «se ne occupa mia moglie» e tira dritto. http://www.firenzekids.it
STELLE
di faolo pox - disegni di aldo giannotti
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Basta incertezze Ariete! La tua versione light rischia di essere un po’ troppo costruita e troppo poco spontanea. Prendere una strada ti farà sentire più concreto e più leggero insieme, che non è la pubblicità di un formaggio spalmabile. Basta storie clandestine, basta smorfie sul lavoro, basta pensieri sulla salute. Dritto come Atreiu in groppa a Urano. Videocassetta per il 2015: La Storia Infinita
Non posso proprio dirti che il tuo 2015 partirà con il botto, anzi, tentennerai fino almeno a metà estate quindi mettiti l’anima in pace. Tutto questo ti sarà utile per valutare gli scenari possibili e per fare luce su tante situazioni che hai più subìto che scelto. 8 mesi di rodaggio e revisione e poi vedrai che, finalmente, arriverà una grandissima svolta e tu nemmeno te ne accorgerai. Videocassetta per il 2015: Sliding Doors
Un caro amico che non amava la mia fidanzata dell’epoca era solito ogni lunedì mattina inviarmi un sms con scritto “taglia i rami secchi”. Ecco, potresti tatuartelo su un bicipite magari con una bella ancora hipster o un geco che poi non ho mai capito perché c’è tutta sta gente con i gechi tatuati. Comunque, Gemelli, taglia i rami secchi e goditela fino all’estate ma poi testa sulla spalle, sempre. Videocassetta per il 2015: Il favoloso mondo di Amelie
Ti consiglio di investire 6 mesi nella miglior preparazione possibile. Voglio vederti correre, andare in palestra, risparmiare, gestire le ferie, saltare la corda, fare flessioni e addominali, leggere libri, tutto perchè quando arriverà maggio sboccerai come un roseto e dovrai essere preparato a tutte le cose positive che ti investiranno dopo la scarica di botte che ti sei preso nel 2014. Videocassetta per il 2015: Rocky (Adrianaaaaaaaaaaaa!!!)
Sempre in perenne controtendenza un po’ per originalità e un po’ per stronzaggine, saranno i primi sei mesi quelli più sorridenti per te, caro Leone. Sarà una rarità trovare Leoni single o insoddisfatti o lamentosi. Forse solo l’estate non sarà un grandissimo periodo ma “trouble makes you happy” no? L’autunno sarà rovente come una caldarrosta e voi, impazienti di natura, dovrete solo aspettare il momento giusto. Videocassetta per il 2015: Labirinth
Come dirtelo... vediamo... ah ecco, GRANDE VERGINE, AVRAI 2 MESI STUPENDI NEL 2015. Ora, spero di sbagliarmi, ma per me solo luglio e agosto saranno sfavillanti. Gli altri 10 non saranno mai un granché, quindi giusto che ti dica la verità oppure sei libero di scegliere un altro oroscopo. L’importante è che tu non dia la colpa all’insoddisfazione e non ti venga in mente di rivoluzionare tutta la tua vita. Capita un anno un po’ interlocutorio. E capiterà nel 2015. Videocassetta per il 2015: Happy go Lucky
Tu devi solo fidarti. Il resto lo farà questo 2015 scoppiettante, positivo, figo, ganzo, divertente, insomma, un anno come non capitano da un bel po’. Se ti vorranno sarai contenta, se non ti vorranno sarai contenta comunque, lavoro con soddifazioni, anno in crescita e culmine nell’estate dove anche le conchiglie vorranno interagire con te. E senti bella questa: neanche un “Ma...”. Videocassetta per il 2015: I Goonies
Due grandi sfide per il 2015. 1) capisci bene qual è l’origine dei tuoi pensieri negativi e non soffermarti solo sulle conseguenze. 2) gli altri ti possono rovinare le giornate, solo tu puoi aggiustartele. Fatto questo il resto dei dubbi, delle perplessità e anche delle paranoie è tutto nella norma. Meglio il secondo semestre del primo ma questo è un dettaglio. Non lasciare niente al caso. Videocassetta per il 2015: Il Grande Lebowsky
Ed ecco arrivato il famoso anno dove gli sforzi vengono ripagati. E non significa che accadrà qualcosa di straordinario bensì che avrai un ordinario invidiabile. Frutto della capacità di organizzazione che hai avuto nel 2014. Quindi dai, buttati, ufficializza un storia serenamente, chiedi al lavoro ciò che ti sei meritato e, soprattutto, godi della fortuna che ti senti addosso. ma non passeggiare mai, corri! Videocassetta per il 2015: Forrest Gump
Se ti ricordi a dicembre ti consigliavo di fare dei bilanci assennati. Adesso parti da quei risultati per impostare il 2015 che è davvero tutto nelle tue mani. Il quadro è rappresentato da un forte carattere della “possibilità” quindi sarai fabbro della tua stessa fortuna. Avrai un po’ troppo l’accetta in mano in questo 2015 ma tu vai avanti, fregatene delle antipatie, tutto sarà possibile. Videocassetta per il 2015: American Life
Saturno dalla vostra parte che significa che le cose potrebbero andar bene, non che ci andranno. Sarà un inizio anno difficile ma niente che non hai già affrontato. L’importante è che tu sposti l’attenzione da ciò che DEVI fare e ciò che VUOI fare. Il gioco è semplice a dirsi, meno a farsi, ma di sicuro non ci devi pensare. Non avere paura della realtà, non chiederti se la vedi così o è così. Vivila. E dopo questo oroscopo metto l’ultimo di Marco Mengoni a tutto volume. Videocassetta per il 2015: Big Fish
Anno un filo difficile, Pesci. Anzi, scusa, impegnativo, non difficile. Ma impegnativo per risolvere non per proporre quindi la sfumatura negativa un filo ci sta bene. La verità è che mai niente si deve dare per scontare, come quei video dei ciclisti che esultano e poi vengono beffati al fotofinish. Tu non vai sempre fino in fondo, non sei sempre al massimo, a volte festeggi prima del risultato. Ecco, forse nel 2015 aspetterei il fischio finale. Videocassetta per il 2015: I soliti sospetti
untitled di alessandro ripane
PAROLE
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di gabriele ametrano
LA TREGUA di Mario Benedetti Nottetempo - pp. 242
È sicuramente il libro più convincente che l’editoria italiana ha riproposto nel 2014. E lontano dall’essere il D’Orrico della situazione, vi dico che La tregua non è un capolavoro, ma una meraviglia lunga duecentoquaranta pagine. Mario Benedetti è uruguayano: scrittore, poeta, professore universitario. Scomparso nel 2009, ha lasciato ai posteri il materiale necessario per vivere senza troppa fretta, nella consapevolezza che la vita dev’essere vissuta con coscienza. In questa pubblicazione ci regala il diario di Martín Santomé, un uomo di cinquanta anni prossimo alla pensione, con tre figli grandi e un matrimonio terminato nel lutto. Tutto scorre verso l’ozio sperato da sempre, quello conquistato dopo anni di lavoro. Le giornate passano con qualche incontro farcito di sesso, i soliti silenzi della famiglia e qualche passeggiata. Niente di emozionante o duraturo, solo la vita che continua nel suo argine. Tutto tranquillo finché nel suo ufficio non approda Avellaneda, una giovane assunta dall’azienda e collocata proprio sotto le sue dipendenze. Prima indifferenza, poi interesse, poi la scintilla che infuoca. Non pensate ai lombi di Lolita perché Santomé non ha la stessa vulnerabilità Humbert. E non banalizzate neanche con “è il solito racconto d’amore tra un vecchio e una giovane”. Certo, qua si parla anche di amore, di passione, ma ciò che Santomé scrive nel suo diario supera ogni catalogazione: ci parla di esistenza. La sua, la mia, la vostra: perché quando i sentimenti di quest’uomo vengono messi nero su bianco, in quell’inchiostro troviamo ciò che abbiamo provato e nel vuoto tra i caratteri ci accorgiamo esistono silenzi che stanno cercando una voce. La tregua ha la leggerezza narrativa di una piuma, ma una densità emozionale di cui difficilmente riuscirete a setacciarne i singoli significati. La vita è complessa e compatta: puoi trovarne il filo, ma è sempre tutto avvolto attorno al tempo, al destino, alle casualità. «Si è più convincenti nei sogni che nella realtà» dice a un tratto Martín Santomé. Ecco, io spero che leggiate questo numero di Lungarno sognando, perché vorrei convincervi più di ogni altra cosa che questo libro è una delle meraviglie della letteratura degli ultimi cento anni.
FIRENZE - PASSEGGIATA NELLA SCIENZA Vanzi Editrice
Libro per ragazzi? Divertissement per grandi lettori? Date a questo libro il senso che volete, ma non trattatelo con superficialità. Questo libro è un aggregato di conoscenza e curiosità targato Firenze, elaborato da fior fiori di ricercatori e illustrato da un artista che sa da che parte stare della penna. Sfogliandolo si scoprono sedici personaggi che in un modo o nell’altro hanno contribuito in maniera sostanziale alla cultura universale e che hanno avuto a che fare con il capoluogo toscano. Dai più celebri Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, si passa al medico Antonio Cocchi o all’esploratore Girolamo Segato, ammirando anche colei che gettò le basi della moderna scienza infermieristica e che in molti disconosciamo, Florence Nightingale. Un’avventura letteraria che ci porta a passeggio (grazie anche alla cartina allegata) attraverso i tempi, facendoci ammirare con più consapevolezza ciò che quotidianamente ci circonda. Perché, tanto per dirlo, intorno al Duomo e a Santa Croce esiste una città fatta di storia e conoscenza.
Letture digitali SUBURRA
IL SOCCOMBENTE
di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo
di Thomas Bernhard
Einaudii
Questo libro è uscito diversi mesi fa, è stato scritto ancor prima, ma la cronaca ce ne parla oggi rendendo noti gli intrallazzi romani tra malavita e politica. Suburra racconta la Roma criminale nascosta dietro le scrivanie del potere, sotto le tonache degli alti prelati, nelle stanze di intoccabili faccendieri. Si parla di romanzi come di finzione, ma questa è un’invenzione letteraria che non ha superato la realtà, anzi l’ha copiata, l’ha anticipata. Leggerlo fa male, ma mai quanto seguire gli esiti delle indagini romane al telegiornale.
Adelphi
Potete far di tutto per essere, ma se non lo siete inutile arrancare. In questo romanzo Glenn Gould è la stella che farà cessare di brillare le costellazioni vicine. A un corso di Horowitz due giovani e promettenti pianisti si misurano con l’incontestabile maestria del canadese: invidia e incapacità davanti a chi è nato per essere genio porteranno i protagonisti a estreme conseguenze. Una narrazione tra le note e il sentimento più difficile: darsi per vinto.
ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com
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SUONI
di lespertone
BELLE AND SEBASTIAN Girls in Peacetime Want to Dance Matador
Come ormai saprete sino alla noia, o all’uggia per rendere ancor meglio l’idea e per allinearsi completamente ad una rivista gratuita distribuita nel fiorentino, ho un debole al limite dell’ossessione quando si parla di musica scozzese. Amo la letteratura di quella terra, la sua storia e la sua musica. Ne amo moltissima di quella musica, potrei citarvi decine di gruppi. Ma uso queste prestigiose pagine per un mio definitivo coming out, fra tutte le band scozzesi, i Belle and Sebastian son fra quelle che mi scaldano meno il cuore. Li ho sempre trovati formalmente perfetti, ma freddi. Bellini ma non belli. Brillanti ma sprovvisti di quella personalità da far scattare una scintilla d’amore. Poi forse non gli perdonerò mai quello scherzetto, più o meno volontario, più o meno fastidioso, citando gli Arab Strap – loro sì che mi scaldano – nel titolo di uno dei loro lavori migliori. Ovviamente potete immaginare le discussioni con amici e amiche care di cui ho la massima stima e che ne sanno a tonnellate più di me. È successo però che volevo prepararmi a dovere per scrivere queste righe relative a quella che sarà certamente una delle uscite più interessanti di questo inizio di 2015. Per prepararmi a dovere intendo l’aver ripreso i dischi dei Belle and Sebastian in mio possesso integrando con lo streaming dove necessario. E forse è arrivato il momento di riporre l’ascia. Perché se oggi, il termine pop ha ancora un senso ed una dignità, è merito anche dei Belle and Sebastian. Sono passati quasi vent’anni dall’esordio di “Tigermilk”. Nel mezzo, un paio di pezzi pesanti persi per strada – Stuart David, prima, Isobel Campbell, poi – e almeno tre album fra l’eccellente, “If you’re feeling sinister”, l’ottimo, il già citato “The Boy With The Arab Strap”, ed il molto buono, “Dear Catastrophe Waitress”. Il nuovo lavoro, “Girls in Peacetime Want to Dance”, è il nono della loro carriera ed è stato registrato ad Atlanta in compagnia di Ben Allen, in passato già al lavoro con Deerhunter, Animal Collective e CeeLo Green. Ma c’è poco in comune con queste band e artisti, se non un uso dell’elettronica questa volta più massiccio che in passato. C’è la scrittura di Stuart Murdoch, mai così autobiografica ma sempre deliziosa. Ed è il termine delizioso che riesco, oggi, ad associare ai Belle and Sebastian. La leggerezza di ‘Nobody’s Empire’, secondo estratto del disco e brano più vicino al suono classico della band, l’house festaiola di ‘Party Line’, l’andamento tribale con i richiami al pop eighties di ‘Perfect Couples’ e la chiusura affidata a ‘Today (The Army’s For Peace)’, morbido giro psych dal sapore dream rock, fra The Monkees, The Byrds, il Bob Dylan di ‘Most of the Time’, The Beatles, Robert Wyatt e potremmo andare avanti a oltranza per il momento più riuscito dell’intero lavoro. In queste polaroid e in tante altre sfumature si colloca “Girls in Peacetime Want to Dance”, forse il lavoro più vario e coraggioso - nel suo tentativo (riuscito) di uscire dalla rodata formula pop più tradizionale - sin qui realizzato dai Belle and Sebastian. Ed è anche il lavoro che ha fatto ricredere un vecchio testone che, da questo momento, non si irrigidirà più quando i Belle and Sebastian finiranno nelle conversazioni con i suoi amici. Sì, i Belle and Sebastian sono una delle migliori band scozzesi.
HOOKWORMS The Hum Domino
In zona cesarini per quel che riguarda le uscite del 2014 ma ancora fresco per questo inizio di 2015 arriva il secondo album degli Hookworms, psych-blues-garage band di Leeds che già prometteva benissimo con un EP eponimo e con l’esordio “Pearl Mystic”. Il punto di forza è il giusto compromesso tra la psychedelia inglese (Spritualized, Spacemen 3) e quella americana (Comets on Fire, Blue Cheer). Se poi caricate il tutto con garage, punk e blues marcio – tutte cose a noi gradite – capirete perché ci piacciono. CURTIS HARDING Soul Power Anti
Uscito già qualche mese fa su Burger, ma solo per poche settimane, vive di una nuova rinascita su Anti il debutto di Curtis Harding. L’equazione è semplicissima, viene da Atlanta, si chiama Curtis, ha collaborato con CeeLo Green e il suo disco si intitola “Soul Power”, secondo voi dove andiamo a parare? Ma ovvio, in quel meraviglioso limbo frequentato da eroi come Sam Cooke, Otis Redding, B.B.King e Bo Diddley. Garage rock, R&B piuttosto classico e melodie soul. Il disco piacione. BEN SERETAN Ben Seretan Autoprodotto
Dice, dalla sua pagina facebook a oggi poco popolata, di preferire posti strani come camere da letto, terrazze, gallerie e chiese per suonare, invece di locali tradizionali. Ben Seretan è un uomo barbuto nato in California e trasferitosi a New York. È sconosciutissimo, davvero. Ma era tanto che non sentivo suonare una persona con il cuore in mano così come riesce a Benjamin. Folk alternative rock che ricorda un (mai) ripulito Roky Erickson. O gli Yo La Tengo, per le sgroppate. O J Mascis, per una voce un po’ così. Adorabile.
DROP OUT The Music Machine “The Very Best of The Music Machine” Amati e venerati per decenni, i The Music Machine rappresentano una formazione seminale per quanto riguarda il garage rock americano dei Sixties. Nati nel 1965 a Los Angeles, arrivano all’esordio discografico nel 1966 con il brano Talk Talk entrato in classifica tra i top twenty. Un brano violento, ma melodico che aprì la strada a un sound che caratterizzò moltissime band del periodo, una tra tutti gli Iron Butterfly, ma anche i più famosi Doors. Il gruppo, dopo dissidi interni, si sfaldò e il secondo album fu registrato come The Bonniwell Music Machine, valorizzando il cantante leader della band. I The Music Machine sono diventati negli anni un gruppo di culto per via della particolare originalità dei pezzi che alternavano passaggi violenti ae passaggi malinconici, e anche per via della carismatica figura di Bonniwell, cantante e compositore dalla caldissima voce, capace di esaltarsi anche in brani lenti, assumendo toni quasi da crooner. Incredibile il loro look molto aggressivo per l’epoca: vestiti completamente di nero. Consigliatissima tutta la discografia. David “Dr. Rose” Pacifici
PES CH ERI A SA N PI E T RO RI S TO R A N T E D I PES C E V I A A L A M A N N I 7 R , 5 012 3 F I R E N Z E
( S M N ) T E L . 0 5 5 2 3 8 2 74 9 - P E S C H E R I A S A N P I E T R O . I T