Lungarno n. 18 - maggio 2014

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14 domande di eleonora ceccarelli

Soccorso Clown C ambiare la quotidianità ospedaliera dei bambini. Una frase che da i brividi solo a pensarla. O forse sperarla. “Soccorso clown onlus” è una realtà orgogliosamente fiorentina che riesce ad esaudire questa frase e a renderla reale. Fondata nel 1995 da Vladimir Olshansky, suo fratello Jury e Caterina Turi Bicocchi, opera in diverse strutture ospedaliere in Toscana ed anche nel Lazio, con una madrina d’eccezione come Giusi Merli. Persone preparate che oltre ad essere operatori di circo e di teatro hanno partecipato ad un corso di formazione completo per riuscire a diventare “clown ospedalieri professionisti”. Insomma una vera e propria professione, che come mi ricorda Dott. Solletico, Massimiliano Paggetti, è il lavoro più bello del mondo. Sicuramente. Ma un lavoro per pochi. La volontà, la passione, la sensibilità e delicatezza che sta dietro ad ogni intervento ospedaliero è un mix unico realizzabile solo da uno staff preparato e pronto. Vi racconto una storia meravigliosa. Sapete che sempre più oltre agli interventi ordinari, di relazione con il bambino e la sua famiglia nei reparti, è richiesto l’intervento straordinario? Ovvero, tecniche mirate e studiate per affiancare lo staff ospedaliero durante procedure mediche dolorose e complicate. Ricerche ufficiali pubblicate hanno dimostrato come, per esempio, grazie all’accompagnamento in sala operatoria da parte di un clown ospedaliero, il bambino abbia una riduzione dello stress del 50%. E non sono solo questi i benefici. Massimiliano suggerisce di pensare a questi interventi come ad improvvisazioni jazz, infatti questi clown lavorano sempre in coppia e a seconda della situazione eseguono il loro repertorio, che sembra casuale, ma casuale non è. È un fare musica in divenire per riuscire a creare una “sospensione” dal luogo e dal tempo. Come avviene questo? Prima di tutto la relazione avviene solo con la parte sana del bambino, il clown diventa l’unica figura ospedaliera a cui il bambino può dire no, quindi una figura unica con cui il piccolo paziente può prendersi tutte le libertà. Massima attenzione anche alla durata dell’intervento, l’obiettivo è di alzare il grado energetico, ma non andare sull’euforia. Lasciare un momento di magia, un po’ di ossigeno ed andarsene al momento giusto. È una linea sottile, un confine labile che non deve essere mai superato, ogni intervento calibrato in modo delicato e poco invasivo. Questa attività deriva dai modelli operativi della Clown Care Unit del “Big Apple Circus di New York”, la guida in tutto il mondo per chi opera nel settore. Il progetto futuro è arrivare anche nei reparti di geriatria a riportare un po’ di vita laddove la vita svanisce. Io credo molto nell’unione tra mente e corpo, nell’effetto positivo di una risata, e quando tutto questo ha un riscontro in un sorriso di un bambino...non dobbiamo aggiungere altro. Scontatezze? Forse si. Ma tutti noi amiamo queste scontatezze. Dobbiamo solo ringraziare queste fantastiche persone che si meritereb-

bero di essere menzionate una per una. Grazie a tutti loro che credono nella magia di una “sospensione” che credono nella magia della vita. Grazie di avermi emozionato. Grazie a Dott. Solletico, Caterina Turi Bicocchi e Ruben Cataldo (marketing e fundraiser) che ho avuto la fortuna di conoscere. Dimenticavo! Grazie anche del mio bellissimo naso di spugna rosso. www.soccorsoclown.it


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