Poesia
ANTOLOGIA di NATALE Versinvena
a cura di Roberta D’Aquino e Leda Moncalieri
anno 2009
In copertina: Time di Mirella Crapanzano
Il tempo, un territorio che si snoda tra le forme il pensiero, crea argini, fratture, anse dove rifugiare eventi, bellezza, preziositĂ , colore... Mirella Crapanzano
Poesia
ANTOLOGIA di NATALE Versinvena
a cura di Roberta D’Aquino e Leda Moncalieri
anno 2009
Introduzione
Quattordici anime si intrecciano come nastri di seta tra queste pagine, ora lenti, ora stretti, virando intorno ad un unico nodo o sciogliendosi per percorrere direzioni parallele. Sono le anime di quattordici ospiti meravigliosi che con le loro parole rendono possibile il desiderio comune di una casa aperta alla poesia della vita e del mondo, perché, che scriva con il furore degli animi inquieti o con la pacata serenità di un torrente a valle, ogni penna è il fluido riversarsi dei desideri e delle passioni, delle emozioni della mano che la impugna, ed è veicolo per la bellezza che ci abita intorno.
Questo libro, che raccoglie alcune delle già tante e belle composizioni presenti nella nostra neonata casa, nasce come un dono e un ringraziamento speciale a tutti loro, alla passione che li spinge a partecipare in modo attivo al forum e al calore che diffondono giorno dopo giorno, nella speranza che il cammino intrapreso insieme abbia vita lunga e si arricchisca di colori sempre nuovi.
“A Francesca, la mamma del forum, Leda -entusiasmo e bellezza- ideatrice del book e mia collaboratrice preziosa, Mirella, pennello traboccante di vita, Sebastiano e il suo fuego, Oliviero il metronomo sghembo, lo straripante Rosario, la piccola Chiara, Daniele e la sua musica color seppia, Antonella, luce e buio, Giusy e il tintinnare della pioggia, Stefano e i suoi moti di insicurezza, Sara, incarnazione dell'Amore puro, Mattia e le straordinarie "mutazioni", l'uomo binario e le sue assenze, Daniela che mi ha regalato il suo quadro... il mio abbraccio fortissimo e gli auguri di un Natale colmo d'Amore, così come ogni giorno del nuovo anno.”
Roberta
POESIE
Titoli
Autori
Gli inverni degli amanti
Morfea77
Respiro immagini in negativo
LaRosalunare
Fingendo che sia notte
Diotima
Apologia di un errore
Stef2
Polaroid
Vondur
Mutazioni
Skorpio
Lago di malinconia
Oliverangel
L’attesa
Francesca Coppola
Piove dentro
Ginevra67
Passo a due
Luna sepolta
SPOSTAMENTI
_RA_
era terra nell’ora prima
Ecat Mel
Os meu fado
Al_qantar
Bianco è il silenzio
Maredinotte
Morfea77 – Antonella Taravella
Gli inverni degli amanti
E gl’inverni si fanno amanti caldi ciocchi nel cammino che il tempo brucia e la neve discioglie Si fanno coperta da strizzare agli angoli da succhiare in notti fanciulle per non perdere il vuoto e il senso E nenia che crolla passo distratto Fugace redenzione di una preghiera urlata -appesa al tuo nome-
Amanti Egon schiele
LaRosalunare – Sara Garau
Respiro immagini in negativo
Respiro immagini in negativo nel tuo esistermi addosso. Mosse studiate dai tuoi occhi ed ecco, sono libera da veli (è un tocco il tuo pensiero che afferro avida con la pelle). Rinchiudo la mente, via da qui. Che osservi pure se vuole (la sua folle gelosia è per te nuovo colore sulla tela). Esisteva il tempo - davvero? prima che tu annegassi nel mio sapore.
Tango dal web
Diotima – Chiara Catanese
Fingendo che sia notte
Perché è la notte ad abitare lo spazio che si divide inerte fra cuore e viscere. Ho una galleria di quadri a carboncino -dentroe un Urlo muto è l'unica nota di colore. Andrò per le strade, fingendo che sia notte.
L’arte di Felix Mas
Stef2 – Stefano Sivo
Apologia di un errore Nella mente aspersa di cenere scrosciano i pensieri raschiando riflessi da un fondo impalpabile eppure la sento la radice dell'anima che mendica il sale sfrondando il sentiero che di rado si piega ma è luce accecante di talenti che m'impastano il senno e di corpi che si aggrappano ai sensi e vorrei ammaestrarla quell'erta se schiuma di lava non ubriacasse i miei piedi accorciandomi il passo permango quindi crocevia nel vuoto tra il dubbio e l'alba di un errore indulgente...
Democrito in meditazione (c. 1650) Salvator Rosa Statens Museum for Kunst, Copenhagen
Vondur – Daniele
Polaroid
Piccoli brividi d'assestamento quest'immagine che ritorna, quatta come un souvenir lasciato in fondo al mobile uno scatto ancora sincero che asciugava passione, nell'attesa, vera emozione, che tradisce il ricordo il normale era osare, cucire in un soffio stomaco e cuore, e tremare per un niente vivere altrove la mente, il solo punto in comune che vedo di specchio tra lui e me
La sfera Maurits Cornelis Escher (particolare)
Skorpio – Mattia
Mutazioni
Quand'eravamo costretti nelle pieghe, fendeva il silenzio di frontiera le dangling conversations, il rumore che sempre ci copre come i girasoli dalle corone di rame han le teste reclinate prima d'intendere il giorno, ovunque le ragazze col grembiule un poco corto donne si risvegliano al mattino, il passaggio sfugge ai piÚ nelle sere affollate, bevute e frante coi bicchieri ubriachi del selciato, nei piccoli segreti spenti in mozziconi, nelle lacrime che rigano impenetrabili portiere. Ma allora che il cielo chiudesse alla notte l'ultimo rubinetto di luce è stato, per me solo, uno sparo vederti bambina.
Pieter Brueghel
Childrem games, 1560
Oliverangel – Oliviero A. Fuina
Lago di malinconia
Bisogna amarla, la malinconia, per vestirsi delle brume del lago: uggiosa inquietudine d’acque lente a confondersi coi piedi del cielo; l’ipnotico mantra di sciabordio che allunga polpastrelli alla carena d’un guscio capovolto, solitario, a contemplare i placidi Germani. Canne danzanti strusciano i ricordi arruffando gli umidi sospiri nello specchiarsi distorto del tuo volto sopiti desideri d’acqua dolce. Lego un rimpianto ad ali di Breva che dal Sud si leva, morto il Tivano, sull’onda lunga piango un dolore sapendo del conforto alle tue rive. E quando a sera solo il tuo sentore richiama nello sguardo la distesa d’acque profonde sopra quel mistero che irrisolto ondeggia la mia pena.
The Awakening of Adonis Waterhouse, John William
Francesca Coppola – Francesca Coppola
L’attesa
E' per te che mi vesto di petali ed inchiostro, camminando le corde del silenzio Solo per te pettino il coraggio tra pozzi d'anima, rotolando nella polvere Per te gioco le ore su campi di carta e disegno ogni fiato di un colore Nell'attesa strappi "ti amo" a reti d'imbarazzo, sbucciando le ginocchia di sera
L’arte di Alfons Mucha
ginevra67 – Giusy Di Fato
Piove dentro
piove intorno tra il mormorio dei pensili scrostati dell'anima, nel silenzio dell'edera, radice senza volto che ombreggia le ciglia di foglie e di memorie piove, in fondo tra le anse del cuore, dove la goccia riecheggia il croccare delle foglie smarrite dall'assenza, ed un solo granello annoda sulla carne "Ricordati, di non smettere d'amare"
Piove sul vuoto del tempo, sul pieno della mente, nella polvere degli spazi, tra i solchi delle pieghe, in quegli angoli di spina conficcata tra mani di bucato, che profumano le ore dell'amore, mentre lo fai mentre lo ricevi mentre diventi carne e tempo ed infinito e l'infinito é niente, perché l'eterno, é il castello che ti é piovuto dentro e solo tu, ne abiti il ricordo e puoi donarne il seme Piove... C'é forse un altro modo per venire alla vita?
Pioggia dal Web
lunasepolta – Leda Moncalieri
Passo a due
amava lei, con il ritorno di un ponte sulla pelle nivea chÊ aveva profuso sangue a tutt’altro amore spegneva gli occhi come dialoghi d’acqua, fuori dai segni e la sua luce sbucava diversamente bella, dalle stigmate chiunque dovrebbe mettersi in ginocchio, chiunque lasciare un fiore, anche il passante senza dividere il mantello ma sommessamente inventare per il cielo, una ghirlanda e il sole guardarsi attorno, farsi lume o mani di pioggia a sollevarla, per dire - balliamo un passo a due, oh mia sposa accordiamo il violino, la preghiera, il mazzo di fiori che falca la navata
Studio per la capigliatura di Leda Leonardo da Vinci c. 1506
_RA_ – Rosario Albano
Spostamenti
Non è detto che tu sia vera Ma t’adagi come manto sinuoso In questo fazzoletto nuvoloso di terra E se poi piove sai che si mischieranno Le transfughe lacrime … In un angolo opalescente sono vero io! Ma ad occhi chiusi i chiaroscuri non contano Le nevrotiche attese si dilatano In questo sogno pomeridiano Se poi piove sai che le labbra socchiuse Lievemente carnose berranno …
Non è distanza quella che delinei Altri uccelli si fermano al vespro E trovano sempre sponde per nidificare Ma il cielo non ha confini che nel suo blu E se piove acqua e baleni violacei Accorceranno le ombre qui ad un passo Tra me e te … Non è un canto quello che ascolto Le parole d’amore hanno accenti esotici Sibilano ed ansimano dietro a paraventi Ma non c’è vento se non c’è una prateria Solo una strada puntellata di flash back Ma se piove lo scroscio mi sveglierà E questo luogo sarà solo più madido Spostato più in là … Non è detto che tutto possa avverarsi Non è certo che io e te siamo veri Se poi piove anche stasera Un po’ più di lato grondante Resterò …
La battaglia di Anghiari Leonardo da Vinci - Salone dei Cinquecento" di Palazzo Vecchio a Firenze.
Ecat Mel – Mirella Crapanzano
era terra nell’ora prima
era stillata a gocce, traversa alle fessure, appena luce dissimulata in esplosioni minime nell'ora prima che la notte inventi del vivere, morire le stazioni proiettili disseminati in canne mozze esposti a spari come luci in verticale, false come i tempi dei ricordi, le cose quotidiane, i luoghi stinti delle parole cosĂŹ non ci accorgemmo del sipario, l'appartenenza cardinale voltarsi indietro era terra, serra lasciarsi inseminare volgere intenti, dare senso ancora
Gustav Klimt L’albero della vita (parte centrale, particolare)
al_qantar – Sebastiano A. Patanè
Os meu fado meu Fado, meu sonho os meu…sonho Dichiara la sconfitta questo sistema di cuori dal pulsare strano Invento anacronismi per via del saldatore… suturare, chiudere! Ma ecco os Fado s’arriccia tra le fibre taglia le linee del sale righe separatrici delle attese e cestinate longitudini Ah meu Fado, meu sonho! Fado curvo, dilatato mille volte richiamato nel calcolo probabile delle geometrie ebraiche di cerchi e corridoi Fado contratto in una danza esteso al decimale o terso lago di Ofelia grido ovattato di convinto riposo
Percepito in grani nel Rosario confuso di falangi e di frange di neri scialli mi vesto Fado meu ricamando di perline il nuovo cielo non ancora buio Fado essiccato nei roghi di tutte le Giovanna e ritrovato nei ritratti seppia e graffi o nella processione al martire Ritorni di eco zoppicanti presi in prestito al giallo delle foglie rese alla terra prima di morire e nell’incognita del dopo l’arrogante scena di coraggio di chi non sa rispondere piangendo Fado meu… sonho meu
Old portuguese tiles o Fado
Maredinotte – Roberta D’Aquino
Bianco è il silenzio
Succede, se ci spostiamo un millimetro appena dalla barriera del suono di udirne il clamore Bianco è il silenzio e il colore vi è dentro tutto e unico come l'ovale di un utero pieno Sta ai vuoti incrinare le rughe al velo così come allo scoglio frangerci in schizzi di sale che al mare non torna
Ballerina che fa il saluto Edgard Degas 1876-77 MusĂŠed'Orsay, Parigi.
Duetti e Controcanti
Titoli
Autori
da indarno
Leda, Roberta, Rosario
da Il cavaliere crociato (stupor mundi)
Sebastiano, Francesca
da E ci lasceremo attraversare
Mirella, Roberta
da Insieme
Rosario, Leda
Controcanti da
Indarno Leda, Roberta, Rosario
indarno, oh quanto indarno ancora recherà quiete ai canti semina che accade di seme in seme risaliremo i calici d’ottobre rantolando rosari senza Dio nel vivere o tacere aratri al ventre ed una mano, la troveremo solo al fine delle nostre stesse braccia sempre più in là foci d’un dolore, il vento zolle di lune o nubifragi lasceremo che ci attraversino le dita di un bambino troviamoci un inferno a mezza croce il peso avanti e i proverbi degli angeli dove il pozzo non è lungo la strada
°°° il cammino delle cifre sugli avambracci potrebbe allora sembrare meno duro retrocedendo per cunicoli di terra sfocia sotto i piedi questo grumo la pioggia, cantilena di fantasmi che ci sforziamo di posizionare a nord di tutte le maree, ci soffoca le scarpe e indarno, con le mani nella neve a recuperare voci . quanto silenzio °°° Indarno T'attesi (chissà perché) lungo l'Arno ... Io che vivo più vicino Al fangoso Sarno Fiume assai simile al mio destino Ora che i tuoi versi m'inseminano Non temo più l'inferno dei mille paesi M'illumina la tua cherubinica poiesi E gli angeli spergiuri si spiumano Deh, troviamoci su una celeste altana A mezza strada Dove più t'aggrada Sotto il sole nel vento o la piovana Lì dove il bambino gioendo t'addita Lì dove il tuo canto sa d'Esperanto: Dolce e musicale che al pensiero invita Dove non più pozzi e croci e né schianto Ma solo lingua e lingua: un incanto! Niente sarà più invano - Tutto di luce s'arreda Se seguo te Leda
Anfora greca – particolare (deformazione)
Duetto dal Il cavaliere crociato (stupor mundi) Sebastiano, Francesca Occhi nel vento corazza arrugginita non c'è menzogna che mi riporti a casa (L'uomoceronte vecchio di secoli è appeso all'albero presso i muri di Gerusalemme sotto l'immane peso della miseria) Non c'è paura che mi riporti indietro nei gusci clericali o sotto gli stendardi uterini e l'inquisitore revoca distanze scandendo oscene verità Che sarà mai la croce se non il vessillo giustificatore di tanta morte. Vergogna, crudele sazietà, elusa pietà, mantide laica modificata, inutile dogma rinascimentale. Troverò dal bosco al traliccio un prete cambogiano che mi darà da bere
L'arco del cielo è chiuso da tempo. Già sapevo della menzogna ma ho voluto sperare una volta ancora che dall'abisso dell'anima venisse fuori la tolleranza e dall'immenso esterno, l'intelligenza.
perdi le speranze oh tu che attraversi i millenni Arrenditi al dio della pietra tutto ritorna all'origine non fermarti lungo l'orizzonte di pelle che ti schiaccia la schiena non crederti ribelle nei ricicli instabili di robot dalla faccia pelosa ama stendardi quando ti danno piacere abbassa il capo davanti ai padroni sfrangia tutti i neuroni sotto i colpi di una spada arrugginita non c'è paura, non c'è inganno stringiti la tua casacca e vendi il cavallo
Rinaldo abbandona Armida, 1757, Giambattista Tiepolo, Vicenza, Villa Valmarana, stanza della Gerusalemme Liberata.
Controcanto da E ci lasceremo attraversare Mirella, Roberta
mostrami le cuciture di un’ombra sulla saracinesca un ferro ondulato una vite una pietra un inciampo di nomi e
guarda i corrimani le chiavi le porte come si spia da una serratura
- continuo a chiamare cose persino i tuoi occhi e le poesie forse dovrei solo allineare l’ allegria la pazzia – al margine destro per cambiare stesura alle parole prima di capire – sono sicura saremo pronte a colare radici dentro l’acqua e può darsi che ci lasceremo attraversare dall’anima di un calice
guarda attraverso gli angoli e decodifica parole per lingue cosmiche assoceremo le cinture con le braccia messe ad arco e le domeniche saranno schizzi d'aria può darsi che dai calici cattureremo ali di farfalle polvere sugli occhi da toccare e poi lasciare andare
distratte avremo iniziato l’Amore al nuovo corso
Bolle di vetro Daniela Casarini acrilico su c. telato
Il mio nuovo nome È una girandola iridata Di nomi: Fiume Che beve le brume Al primo capogiro Angolo Nascosto nelle strade Alle epifanie sincopate Matrice Del sogno inghirlandato Di schizzi delle supernove Occhio Pungolo dell’angelo assaltatore Dalle ali di pura libidine Mano Chiusa a pugno Che detiene il segreto ultimo Terra In cui nacqui tra i senza nome Allertato dagli urli Canto Che racchiude il rosario Dell’indicibile poema Della vita e della guerra Caos Della parola danzante Appena la notte creante S’affaccia sghemba al mio scrittoio … Il mio nome È un ripiegarsi perenne Nel nugolo degli altri Nomi In una ragnatela: A venire A morire A rinascere Sussurralo
Duetto da Insieme Rosario, Leda
Lo sussurrerò Sgranandoti la pelle Perché ci affogo Nel tuo nuovo nome Fiume Angolo che imbeve speroni D’una guazza che mi fa eco Dentro Matrice di ogni stormio Musica sottopelle E l’Occhio affonda Tra le ciglia Pugno che slarga in Mano Una genesi, una Terra In albore Oh canto di misteri Quando i cori Aprono di sguincio Tutti i sipari al Caos Alza Col lieve alzare del sospiro Il nostro mondo Dalle cerniere strette Di amori e basta Il tuo nome Il suo ripiegarsi È mio Senza dintorni Ma piccole case Piccole stazioni Rette a un solo punto Di fuga Dove c’incorona Preghiera
L’arte di Felix Mas
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