Lunarfollie gennaio 2023

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Anno 31 Numero 5

Tra Arte e Letteratura

A partire da gennaio, ogni mese, presso la Biblioteca del nostro istituto, si terrà un ciclo di incontri dedicati alla Letteratura e alle Arti. Lo scopo principale è quello di far conoscere a docenti e studenti, non solo scrittori, ma anche artisti che si sono distinti per la loro capacità di tradurre idee e sogni in realtà. Proprio per questo, abbiamo scelto come location la biblioteca, un luogo tranquillo, confortevole, in cui ciascuno, circondato dai libri, può trovare il suo spazio per sognare ad occhi aperti e vivere storie sempre diverse.

Qui di seguito troverete alcune informazioni relative agli artisti/scrittori che verranno da noi per farci sognare almeno un po’, allentandoci dalla frenesia di tutti i giorni. Per gli studenti del triennio, iscritti al gruppo di lettura e/o alla redazione del giornalino, la partecipazione contribuisce al raggiungimento del credito. Per partecipare non vi resta che scrivere un’email a biblioteca@lunardi.edu.it. Affrettatevi perché i posti sono limitati!

Nel primo incontro del 18 gennaio, alle ore 14.30, saranno ospiti le artiste: Loputyn (Jessica Cioffi) e Blackbanshee (Marga Biazzi). La prima è una giovane illustratrice originaria di Brescia. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bergamo e si è dedicata all’illustrazione fin da adolescente. Nella sua arte si nota in particolare l’influenza della letteratura vittoriana e del folklore giapponese. Nell’arte della milanese Marga Biazzi, invece, si nota la capacità di fondere in modo originale modernità e folklore. Tra le tematiche affrontate, di particolare rilievo, il rapporto tra uomo e natura, la diffici-

le accettazione del diverso, la malattia mentale e la maternità.

Chiara Moscardelli è una scrittrice romana che attualmente vive e lavora a Milano. È laureata presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Al suo attivo ha diversi libri dove affronta tematiche e generi letterari differenti. Il suo stile è contraddistinto da una forte ironia ed autoironia che la rende inconfondibile. Tra i suoi libri menzioniamo La ragazza che cancellava i ricordi, dove la protagonista è Olga, una siciliana trapiantata in una piccola frazione sul Lago Maggiore. Tatuatrice di professione, si ritrova a destreggiarsi tra sparizioni e cancellazioni.

Da poco uscito è invece Io e Rhett. Storia del mio gatto e di tutto quello che ho imparato da lui sulla vita, la felicità e gli uomini, un libro autobiografico, scritto per dimostrarti che la vita, anche la più drammatica, vale sempre la pena di essere vissuta.

Silvia Columbano, in arte Elinor Marianne

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I.I.S.
LUNARDI - BS Gennaio 2023
QUESTO NUMERO: AIDO DA BRESCIA A GRAZ STALINGRADO MOSTRA TUTANKHAMON UN CAPODANNO DIVERSO E MOLTO ALTRO ANCORA!
IN

(dal nome delle protagoniste del romanzo di Jane Austen Ragione e Sentimento), è una giovane artista che a Firenze ha creato una boutique per tutte le persone sognatrici innamorate dei libri e di tutto il materiale di cartoleria. Il suo progetto è dedicato a chi crede fortemente che la carta non trattenga solo i caratteri stampati, e i colori, ma i sentimenti, le storie, le idee; a chi è convinto che la carta avvicini le persone, e le renda simili: a volte stropicciate, segnate dal tempo e dalla vita, ma piene di significati, di memoria, di sogni. Silvia ci racconterà come nascono le sue creazioni (l’agenda “le piccole felicità”, i quaderni ispirati agli scrittori, i kit di lettura e di cura delle piante, i ricettari, i diari di viaggio…) e come si possono decorare quaderni e agende in modo che rispecchino sempre più la nostra personalità e ci aiutino a stare bene. Elinor Marianne è attratta dal vintage e dalle atmosfere francese e inglese un po’retro di quando ancora si usava la macchina da scrivere e si trascorrevano lunghe ore sfogliando libri in compagnia di chi si ama e di una deliziosa tazza di tè. Su Instagram e nel sito online “elinormarianne.com”, nella sezione blog, è possibile leggere i suoi racconti e ammirare i disegni con cui quasi quotidianamente celebra la magia delle piccole cose, invitandoci a credere sempre nel potere della nostra creatività.

La scrittrice Sonia Aggio, nata a Rovigo nel 1995, è laureata in Storia e lavora come bibliote-

Sarah Maestri, attrice e scrittrice, ha raggiunto la notorietà con il film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi. Mettere il proprio talento al servizio degli altri è il suo motto, per questo ha partecipato a diverse missioni umanitarie e, non da ultimo, ha affrontato il difficile percorso dell’adozione, come madre single. Proprio tale esperienza viene raccontata nel suo ultimo libro Stringimi a te. Ancora oggi continua ad occuparsi dei giovani, ideando corsi sulla conoscenza di sé, attraverso la tecnica cinematografica, e continuando a fare volontariato.

caria. I suoi scritti sono stati segnalati più volte dalle giurie di premi importanti come il Premio Calvino e il Premio Campiello Giovani. Nel 2022 la casa editrice Fazi ha pubblicato Magnificat il suo primo romanzo, un libro intenso e visionario in cui attraverso la narrazione del legame conflittuale e indissolubile tra due cugine, Norma e Nilde, si raccontano le vicende dell’alluvione del Polesine del 1951, tra verità storica e leggenda. E il fiume emerge come protagonista assoluto e forse invincibile di fronte alla fragilità della natura umana.

Le Sognatrici (Manuela, Patrizia, Rita)

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Donare è vita

Donare è vita” perché il dono è proprio il gesto più buono, puro e bello che si possa fare per aiutare gli altri e renderli felici, ma in certi casi il dono è anche sinonimo di vita. Ho potuto comprendere il valore di questa affermazione grazie all’incontro con l’associazione AIDO tenutosi a scuola, in Auditorium, il giorno sabato 17 dicembre 2022 quando alcuni donatori e promotori sono venuti da noi studenti e insegnanti a raccontarci in prima persona le loro esperienze personali, facendo emergere la passione, l’amore e il tempo che dedicano alla loro attività, che ha come unico obiettivo quello di aiutare il prossimo. La presentazione è stata relativamente breve, ma, pur avendo un sola ora a disposizione, i volontari sono stati capaci di trasmettere i punti chiave del loro operato e, soprattutto, di far aprire gli occhi a noi giovani: per un trapianto ci vuole una donazione, e per una donazione ci vuole un semplice sì. L’obiettivo di AIDO è proprio quello di sensibilizzare la donazione di organi, tessuti e cellule, che oltre che con i tradizionali moduli cartacei, si può esprimere sull’app AIDO e sul sito web. La donazione può avvenire solamente quando il donatore è deceduto a causa di lesioni cerebrali oppure in seguito ad arresto cardiocircolatorio irreversibile. Il ricevente, invece, è una persona malata senza altra prospettiva terapeutica e che, quindi, necessita di un trapianto per non morire o per recuperare una qualità di vita accettabile e tornare alla normale vita quotidiana. Nel corso

dell’incontro abbiamo assistito a due testimonianze davvero toccanti, rese ancora più interessanti dall’accompagnamento musicale in presenza dal vivo, e anche alla premiazione di due volontari: Luca e Domenica. Luca ha ottenuto la medaglia d’oro dell’AIDO per aver devoluto alla sezione provinciale AIDO Brescia circa 6000 euro grazie ai suoi tour sportivi in mountain bike, mentre Domenica, soprannominata “Nika” è stata premiata per la collaborazione e costanza con il gruppo comunale AIDO di Cazzago San Martino sin dal 1976. Ritengo che questi due volontari, come tutti gli altri collaboratori, siano un vero esempio da seguire per noi giovani e un bagliore di speranza per la costruzione di una società nuova basata sull’altruismo, la generosità, e l’aiuto verso i meno fortunati.

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Sofia

Al-Jaber capo della Cop28: allarmismo tra gli ambientalisti

le che guida dal 2016, il Sultano è infatti anche a capo anche di Masdar, la compagnia di energia rinnovabile degli Emirati, che sta sviluppando una nuova eco-città in costruzione nel deserto e la cui energia dovrà provenire unicamente da fonti rinnovabili.

Ahmed Al-Jaber, ministro dell’Industria e delle Tecnologie negli Emirati Arabi Uniti, è stato designato presidente della Cop-28, la Conferenza delle Parti (riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici), che si svolgerà a novembre, a Expo City a Dubai. Una scelta controversa per il fatto che Al-Jaber non soltanto è ministro di uno dei principali stati estrattori di petrolio, ma soprattutto è amministratore delegato della compagnia petrolifera di Stato, la Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc). Scelta, quindi, che ha suscitato feroci critiche e allarmismo tra gli attivisti del Clima e tra le organizzazioni non governative.

Greenpeace si è dichiarata “profondamente allarmata”, sostenendo che l’evento “deve concludersi con un impegno senza compromessi per una giusta eliminazione di tutti i combustibili fossili: carbone, petrolio e gas”. Tuttavia, la nomina dell'amministratore delegato di una delle maggiori industrie petrolifere alla guida dei prossimi negoziati globali sul clima rappresenta un grave “rischio di perdita di credibilità” nei confronti della stessa Cop28. Anche Harjeet Singh, capo della Strategia politica globale presso il Climate Action Network International, si è espresso, definendo la questione quale "un conflitto di interessi senza precedenti e allarmante".

Durante le Cop il ruolo della presidenza può infatti risultare decisivo; pertanto, vi è già il forte sospetto che la Cop-28, attraverso la sua presidenza, favorirà gli interessi dell’industria fossile. Dal punto di vista degli Emirati Arabi Uniti, tuttavia, la scelta del numero uno della Adnoc è funzionale al buon andamento della stessa Cop28. Oltre alla compagnia petrolifera naziona-

Ciò che ha suscitato maggiori polemiche è in ogni caso la posizione del ministro circa l’industria fossile: Al-Jaber ha proposto di aumentare i fondi a sostegno delle fonti fossili fino al 2027, passando dagli attuali 3,5 a circa 5 milioni di barili. Ciò in quanto, a suo avviso, la transizione ecologica dovrebbe essere effettuata “ con pragmatismo e prudenza”. Parole che purtroppo paiono stantie in un’epoca in cui dovrebbe vigere una sola parola, purtroppo perennemente inascoltata: URGENZA. Spaventosamente piccolo, infatti, è il limite fissato dagli scienziati circa il tempo che ci rimane per assumere comportamenti sostenibili, riducendo drasticamente il nostro impatto sul clima e sulla biodiversità, evitando in tal modo un vero e proprio tracollo ambientale. Si parla di poco più di 6 anni per riuscire a rientrare entro limiti accettabili. Tali promesse di riduzione, ad oggi, risultano largamente insufficienti: è previsto un aumento della

temperatura media pari a 2,4-2,6 gradi centigradi, di qui al 2100, rispetto ai livelli preindustriali, un valore lontanissimo rispetto a quanto stabilito con l’Accordo di Parigi, che fissava la soglia più estrema ai 2 gradi, cercando di rimanersi il più possibile vicini agli 1,5. Una differenza tra queste di soli 0,5 gradi, ma che, stando al Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC), segna la differenza tra una crisi e una catastrofe climatica

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I governi, prima della Cop28, dovranno rivedere i loro impegni sul clima

I Paesi di tutti il mondo sono stati chiamati dalle Nazioni Unite a rivedere le loro promesse di riduzione delle emissioni di CO2, che avrebbero dovuto essere già modificati entro il mese di settembre del 2022, ma soltanto poche decine di Stati lo hanno fatto. Il timore è che i passi avanti (in larga parte insufficienti) faticosamente effettuati nel corso degli ultimi anni possano subire una nuova battuta d’arresto. Prendendo in considerazione l’Italia, la nostra posizione è tutt’altro che brillante. A dirlo è una nuova ricerca pubblicata da Oil change international e Friends of the Earth Usa, a cui hanno collaborato Legambiente e ReCommon. Tra il 2019 e il 2021, infatti, il nostro paese ha fornito 2,8 miliardi di dollari all’anno per finanziare l’industria fossile. Una cifra enorme che posiziona l’Italia al sesto posto nella classifica mondiale dei paesi investitori, davanti ad Arabia Saudita e Russia, rispettivamente all’ottavo e nono posto.

Per contro, soltanto 112 milioni dei finanziamenti energetici internazionali va alle rinnovabili. Ciò significa che su un totale di 3,2 miliardi di dollari investiti per il finanziamento dell’energia tra il 2019 e il 2022, solo il 3,5 % sono andati per sostenere progetti di energia pulita, e oltre il 90% nelle tasche dell’industria fossile. A questo si aggiunge il supporto italiano a molti progetti controversi, tra cui quello di estrazione di gas in Mozambico, che sta esacerbando un conflitto interno al paese africano causando migliaia di morti; e il sostegno per le fonti fossili in Russia nei sette anni trascorsi dall’an-

HANNO SCRITTO PER LUNARFOLLIE

AZAMI HASSANI YAHYA, 1°AAFM

BAJENARU VANESSA, 4°FL

BALANZINO VALENTINA, 4°BAFM

BARUCCO AGATA, 5°CL

BUCATEENI, 5°DR

CAENARO SOFIA, 5°EL

CHIARINI SARA, 4°AAFM

COMINCIOLI CAMILLA, 4°AL

D’ANGELO LINDA, 4°AT

DI MARI GIULIA MARTINA, 1°AAFM

DOGARU CRISTINA, 5°EL

FRANZONI MARTINA, 5°EL

GAMBA ALESSANDRO, 5°EL

GREGORIO ANNACHIARA, 5°GL

HILUKU JENNY, 1°AAFM

nessione della Crimea, azioni che hanno aiutato la Russia ad arricchirsi prima di invadere l’Ucraina.

L’Italia, quindi, risulta essere in ritardo nell’impegno adottato alla Cop26 di Glasgow di mettere fine al finanziamento pubblico per progetti internazionali sui combustibili fossili entro il 2022. Mentre agli altri paesi, che hanno aderito al gruppo “Export finance for future”, tra cui Regno Unito, Francia, Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia, hanno già avviato nuove politiche per attuare l’impegno, all’Italia restano meno di due mesi per rispettare la scadenza. Come se non bastasse, l’Italia si è inoltre distinta per la sua intenzione di indebolire l’impegno assuntosi per l’interruzione dei finanziamenti nell’industria del fossile. Tra i paesi sopracitati, vi è soltanto un paese che si è opposto al documento elaborato per tale impegno, il nostro, allontanandoci sempre di più dall’obiettivo globale di riduzione delle emissioni di CO2 e di un avvio serio della transizione ecologica. Non è quindi un caso che, negli ultimi anni in particolare, ondate di proteste si siano accese in tutti gli angoli del pianeta, movimenti non violenti che chiedono giustizia climatica si siano riversati nelle strade delle città di tutto il mondo, e siano stati compiuti persino numerosi atti di disobbedienza civile volti a sensibilizzare la popolazione, ma soprattutto, la politica.

Irene Reboldi, 5°DL

LIN IVANA, 5°AAFM

MASSAROTTO GIULIA, 5°EL

MORI NICOLE, 4°ER

PICENI ILARIA, 4°DL

PITURRO LORENZO, 4°AT

RAGNOLI REBECCA, 1°AAFM

REBOLDI IRENE, 5°DL

RIZZI ALESSANDRO, 4°BAFM

SCAGLIA CLARA, 5°AAFM

VODOPYAN NAZAR, 3°FL

YHAN HOU, 4°DL

YING CHEN, 4°DL

Prof.ssa Laura Vavassori

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Gita a Merano

Il 6 dicembre 2022 noi alunni delle classi 2c AFM e 2c Liceo, accompagnati dalle docenti Grugni, Gualtieri e Piccini, ci siamo recati in pullman a Merano, per un’uscita didattica. Merano è una città alpina in Alto Adige, si trova nel fondovalle all’inizio di quattro importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d’Adige e la Val d’Ultimo; inoltre è attraversata dal torrente Passirio che affluisce nel fiume Adige.

Il programma consisteva in una visita guidata nel museo Palais Mamming, la passeggiata tra le casette del mercatino di Natale, l’incontro con S. Nicolò e i Krampus ed infine una breve camminata lungo il Tappeinerweg.

Siamo partiti dal piazzale Kossuth a Mompiano verso le 7:30. Il viaggio è durato circa 3 ore ed è stato piacevole, ma ciò che lo rendeva tale era il panorama, l’assenza di traffico e l’entusiasmo degli alunni.

Giunti a Merano, siamo scesi dal pullman presso la stazione ferroviaria e subito ci è balzata all’occhio la costante presenza degli aspetti di bilinguismo (tedesco e italiano), chiaramente individuabili nelle diverse insegne (Forneria – Bäckerei), nei segnali stradali (Ospedale – Krankenhaus), in cartelli vari e poster.

A piedi ci siamo diretti al Museo Mamming, il palazzo secentesco ospitante le collezioni del Museo Civico di Merano, dove la nostra guida si è offerta di narrarci la storia di Merano dall’epoca romana fino all’età contemporanea attraverso l’osservazione di dipinti, statue, testi e altri oggetti curiosi ed esotici di vario genere, tra cui una mummia egizia! All'interno del museo la cosa che ci ha molto colpito è stata una miniatura, in scala, della città di Merano e dei monti che la circondano, dal soffitto una luce proiettava sulla miniatura i cambiamenti della città, accompagnata dalla spiegazione dettagliata della guida.

Durante la passeggiata nel Centro Storico abbia-

mo scoperto vicoli suggestivi, visitato il Duomo di S. Nicolò in stile gotico con il suo campanile (tra i più alti del Südtirol), ammirato poi i portici medievali, una delle tre restanti Porte della città e gli eleganti palazzi in stile liberty. Tra questi il Teatro Puccini e il Kurhaus, simbolo di Merano. In seguito ci siamo recati ai mercatini di Natale, dove abbiamo degustato alcune delle specialità tedesche tradizionali (Bretzel, Strudel, Bratkartoffeln, Wurst mit Sauerkraut…). Verso le 14.00 è iniziata la sfilata religiosa di San Nicola, accompagnata dai Krampus, ovvero persone mascherate da esseri demoniaci. Il loro aspetto minaccioso ha provocato in noi non poche urla di spavento e terrore! La tradizione dei Krampus deriva da una leggenda legata alla figura di San Nicola, la cui festa cade il 5 dicembre. Secondo la versione più diffusa, un villaggio alpino venne colpito da una terribile carestia e gli abitanti decisero quindi di travestirsi da diavoli – utilizzando le pelli delle ultime capre uccise – per saccheggiare il paese vicino. Quando tornarono dalla razzia, uno di loro non riuscì più a togliersi la maschera a causa di un sortilegio opera del diavolo. Per liberare il paese dalla maledizione venne invocato San Nicola, il quale individuò il demonio tra gli abitanti del villaggio riuscendo poi a cacciarlo. Per festeggiare i bambini si misero a ballare per le strade ringraziando San Nicola.

La nostra uscita si è conclusa con una camminata lungo il Tappeinerweg, che ci ha permesso di ammirare Merano dall’alto.

Alle 16:30 il nostro autista ci aspettava per riportarci a casa. Alle 19.30 siamo arrivati Brescia. Questa esperienza ci ha arricchito sì culturalmente, ma anche umanamente.

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Gli alunni delle classi 2c AFM e 2c Liceo

Il mese scorso, nella settimana tra l’11 e il 17 dicembre, alcuni di noi della 4^FL, insieme ai ragazzi della 3^CL, abbiamo avuto la possibilità di fare uno scambio culturale con il liceo Seebacher di Graz, in Austria. Siamo partiti per il nostro viaggio, durato ben otto ore, alle 9 di domenica 11 e siamo arrivati a Graz poco dopo le 17, accompagnati dalla prof.ssa Piccini, la professoressa Biroli e il professor Masedu. Giunti di fronte al liceo, tra un pochino di ansia ed emozione, siamo stati assegnati alle famiglie ospitanti e ci siamo diretti con loro nelle rispettive case. La sera, dopo cena e nonostante la stanchezza del viaggio, con la maggior parte dei ragazzi ci siamo incontrati in centro a Graz, così da passare del tempo insieme, per poterci conoscere un po’. Infatti anche le sere successive è capitato molto spesso che ci incontrassimo, anche in piccoli gruppi, per fare qualcosa insieme. La mattina dopo, lunedì 12, accompagnati dai nostri ospiti, ci siamo diretti a scuola, dove siamo stati accolti dal Preside e dove ci hanno presentato le attività della settimana con orari e det-

DIREZIONE

PROF.SSA RITA PILIA

PROF.SSA ELENA BIGNETTI

PROF.SSA MANUELA BAMBINI

PROF.SSA PATRIZIA MARIOTTINI

Lunarfollie viene pensato, prodotto, stampato e distribuito presso il CIMP

dell’ IIS “A. LUNARDI”

via Riccobelli, 47

Tel. 030/2009508/9/0

Email: lunarfollie@lunardi.bs.it

Archivio: https://issuu.com/lunarfollie

tagli vari. Non abbiamo passato il tempo solo a scuola durante lo scambio, abbiamo avuto la possibilità di vedere molte cose in giro per Graz e non solo, infatti quello stesso pomeriggio, dopo pranzo, ci siamo incontrati con gli insegnanti e abbiamo visitato il centro. Martedì 13, invece, abbiamo trascorso la mattinata a scuola, ascoltando i ragazzi austriaci esporre, a coppie o a piccoli gruppi, delle brevi presentazioni per presentarci le tradizioni e la storia che caratterizza Graz e la regione di cui fa parte, la Stiria. Il pomeriggio invece è stato più goloso, perché ci siamo spostati da Graz per andare a visitare la fabbrica di cioccolato Zotter. Un’esperienza molto piacevole per il palato, infatti, durante in giro nella fabbrica, c’era la possibilità di assaggiare circa 300 tipi di cioccolato, nelle più diverse forme. Il giorno successivo, mercoledì 14, durante la mattinata scolastica abbiamo partecipato alla sperimentazione di attività folkloristiche: abbiamo imparato alcuni semplici passi di

IMPAGINAZIONE

MAZZUCCHELLI CRISTIAN, 4^CL

DE ROSA ALESSIA, 5^DR

FONTANA MICHELE, 3^CL

MORI PERLA, 3^CL

VODOPYAN NAZAR, 3^FL

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balli di coppia caratteristici della Stiria. Un’attività decisamente divertente e originale, che ci ha permesso di immergerci ancora più a fondo nella cultura dei nostri ospiti. Dopo pranzo, per continuare l’approfondimento culturale, abbiamo visitato il Volkskundemuseum

(ovvero il museo del folklore) e successivamente Avvento di Graz.

L intera giornata di Giovedì è stata dedicata alla visita di Vienna, infatti la mattina presto siamo partiti in pullman e ci siamo diretti verso la capitale austriaca. Appena arrivati, a seguito di due ore di viaggio, ci siamo fermati al Palazzo di Schönbrunn, dove abbiamo fatto una visita del palazzo e successivamente ci siamo fermati nei cortili del castello, presso i mercatini natalizi, per pranzare. Nel pomeriggio, sino a quando non siamo ripartiti per Graz, abbiamo girato per il centro di Vienna insieme ai professori.

Il giorno successivo, ovvero l’ultimo giorno effettivo, la mattina non ci siamo diretti a scuola, ma direttamente in centro, dove abbiamo visitato la Landeszeughaus e la Kunsthaus, il primo è un

museo d’armi che contiene la quantità maggiore al mondo di pezzi (tra armature, armi e altri utensili), mentre l’altro è un museo di arte moderna dall’architettura decisamente particolare (è chiamato dagli abitanti friendly alien perché assomiglia proprio ad un alieno). Queste due sono state le ultime attività tutti insieme prima della partenza, infatti poi abbiamo avuto il pomeriggio libero.

La mattina di sabato 17, verso le 10 siamo ripartiti, tra pianti e saluti, per tornare in Italia, ponendo fine a questa meravigliosa esperienza.

DER AUSTAUSCH IN GRAZ

Österreich ist mir im Herzen geblieben, genauso wie die Menschen, die ich dort kennengelernt habe.Ich denke, der Austausch in Graz war eine der besten Erfahrungen meines Lebens. Es war eine Woche voller Emotionen.Die ersten Tage waren nicht einfach, sowohl sprachlich als auch sozial, aber dieses Problem hielt nicht lange an, eigentlich haben wir uns alle sehr gut verstanden, wir haben ohne Probleme miteinander gelacht und gescherzt. Ich bin mit vielen unvergesslichen Erinnerungen nach Italien zurückgekehrt. Aber ich denke, was ich fühle, gilt auch für meine anderen Gefährten. Wir können es kaum erwarten, die österreichischen Jungs im April wiederzusehen, wenn sie als Gäste von uns nach Italien kommen. Wir hoffen aufrichtig, dass die Woche in Italien genauso spannend und lustig wird wie die Woche in Österreich. Professor Piccini bereitet verschiedene Aktivitäten vor, damit die Österreicher eine fantastische italienische Erfahrung machen können.

(trad. L'Austria mi è rimasta nel cuore, così come le persone che ho conosciuto là. Penso che lo scambio a Graz sia stata una delle migliori esperienze della mia vita. I primi giorni non sono stati facili, sia linguisticamente che socialmente, ma questo problema è durato poco, infatti andavamo tutti molto d'accordo, ridevamo e scherzavamo insieme senza problemi. Sono tornata in Italia con tanti ricordi indimenticabili. Ma penso che quello che sento valga anche per gli altri miei compagni. Non vediamo l'ora di rivedere i ragazzi austriaci ad aprile quando verranno in Italia come nostri ospiti. Ci auguriamo sinceramente che la settimana in Italia sia emozionante e divertente come la settimana in Austria. La professoressa Piccini sta preparando diverse attività così da far vivere agli austriaci una fantastica esperienza italiana).

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Vanessa Bajenaru, 4°FL

Inghilterra… sto arrivando!

“Ok, ci siamo, sono pronta”. “No, non può essere vero”. “Dai Camilla, cosa sarà mai?”.

“Fermi tutti, sta veramente accadendo?”.

Infiniti e opposti pensieri assillano la mia mente nelle ultime settimane; oggi è il 4 gennaio del nuovo anno, il 2023, ma ecco che, disfatte le valigie appena tornata dalle vacanze invernali, mi ritrovo a prepararne altre due, e sebbene manchino ancora 3 giorni al 7 gennaio, ogni camicia, ogni scarpa e ogni quaderno è già stato accuratamente collocato nel posto previsto: con 40 kg e un’incommensurabile voglia di scoprire, la mia partenza per l’Inghilterra è alle porte!

Tutto è iniziato in realtà ben prima di questo momento: era solo ottobre 2021 quando fui ufficialmente iscritta al programma High School Exchange Year. L’agenzia con cui partirò è EF, la quale, come tutte le altre, ha organizzato diversi incontri online per chiarire e approfondire dubbi o questioni rispetto a differenti ambiti: dalla scuola alla host family, dalla vita sociale alle differenze culturali. Sono una ragazza a cui piace avere tutto sotto controllo, e per questo ho cercato di prepararmi il più possibile; eppure sono altrettanto sicura che, nel preciso istante in cui dovrò finalmente mettere in pratica ciò che ho imparato, ogni informazione appresa svanirà con la stessa rapidità con cui l’ho assorbita!

Superato un breve colloquio in inglese, svolto per verificare il mio livello linguistico e le motivazioni che mi spingessero a compiere una simile esperienza, ho dovuto rispondere a numerosissi-

me domande: interessi, passioni, abitudini, aspettative, paure tutto ciò che potesse essere d’aiuto per “abbinarmi” ad una famiglia ospitante con la quale potessi trovare dei punti in comune. Ricordo di aver consegnato la mia application il 26 dicembre 2021. Da quel giorno, l’attesa. I mesi trascorrevano, i webinar moltiplicavano, ma della mia famiglia ancora nessun indizio. “Perché così tanto tempo?”, “Ci sarà qualche problema…”, continuavo a pensare prima in primavera e poi in estate. In seguito, rientrata a scuola a settembre, quando i professori mi chiedevano notizie, la mia risposta era puntualmente: “Non so ancora nulla”. Tuttavia, l’ansia sarebbe presto giunta a termine: il 27 ottobre, sulla filo di ritorno da scuola, ecco che ricevetti un’email da EF. Oggetto: Match made! Era fatta! Ero stata finalmente assegnata ad una famiglia! Mi precipitai immediatamente a leggere tutti i dettagli: sarà la famiglia Harrop ad accogliermi nei prossimi mesi a Margate, una piccola città sul mare nel sud-est dell’Inghilterra. Inoltre, con me ci sarà anche una ragazza austriaca di nome Katharina! La mia scuola invece si chiama Chatham & Clarendon Grammar School, a Ramsgate. Per il momento non voglio svelare troppi dettagli, preferisco parlarne quando sarò effettivamente arrivata, ma, se siete interessati, durante la mia permanenza avrete la possibilità di leggere curiosità e novità sulla vita in Inghilterra!

Non nego le mie preoccupazioni: senza i miei abituali punti di riferimento e le mie piccole certezze, saranno molti i problemi che dovrò affrontare. Ciononostante, uscire a volte dalla propria comfort zone è proprio quello che serve per crescere e maturare: sperimentando uno stile di vita completamente diverso, spero di acquisire maggiore sicurezza e autonomia, anche “buttandomi” nelle situazioni più imprevedibili. Non è giusto, non è sbagliato, è solo diverso è il principio che ritengo dovrebbe guidare ogni exchange student (e non solo:). Del resto, quale occasione migliore di viaggiare per entrare in contatto con culture, idee e tradizioni differenti dalle proprie? Vi saluto con grande emozione, desiderio di conoscere, desiderio di raccontare.

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La mia esperienza in Canada

Ciao, sono Alessandro di 5°EL e quest’estate ho preso parte allo scambio breve Rotary Youth Exchange. Lo scambio breve permette di conoscere una persona di un’altra nazionalità e creare un forte legame con la famiglia ospitante. A mio parere, il valore aggiunto di questa esperienza, rispetto allo scambio tradizionale di un anno, sta nel fatto che oltre a dare la possibilità di immergersi nella cultura del paese ospitante, si ha l’opportunità di condividere luoghi e paesaggi del proprio Paese quando si ospita a propria volta lo studente straniero.

Io e il mio exchange partner abbiamo concordato che la durata dello scambio in ogni nazione sarebbe stata di un mese. Tristan ha trascorso tutto il mese di luglio in Italia, mentre io sono stato in Canada per tutto il mese di agosto.

Il viaggio di rientro in Canada di Tristan è stato per me il viaggio di andata che ha segnato l’inizio della mia avventura canadese. Sono stato ospite nella sua casa nel New Brunswick, l’unica provincia bilingue dello Stato.

vero lasciato in me un ricordo positivo e di spensieratezza. Uno dei punti forti del Canada è la natura e tra oceano, boschi e spiagge immense mi ritengo molto soddisfatto. Una peculiarità del New Brunswick è proprio il fatto che la natura sia protagonista non ci sono grandi città come Vancouver in BC, ma le cittadine, spesso costiere, sono tutte molto piccole e pittoresche. Nella seconda metà del mese abbiamo cambiato Stato e ci siamo recati in Nuova Scozia, dove ho provato a fare surf per la prima volta nella mia vita, anche se devo ammettere che il fatto che potessero esserci degli squali a nuotare con me non mi lasciava il cuore pienamente sereno! Abbiamo visitato il centro città di Halifax, anche quest’ultimo abbastanza contenuto, e il Museo di Scienze Naturali. Negli ultimi giorni, la mia famiglia ospitante mi ha fatto una sorpresa, portandomi a Québec city, una delle città più antiche del Canada dove si nota la profonda influenza dei colonizzatori francesi ed inglesi sia in campo architettonico che artistico.

Infine, siamo andati a St. Andrews, dove abbiamo affittato una barca e dopo esserci allontanati un po’ dalla costa abbiamo visto le foche, i delfini e le orche. Abbiamo concluso la serata con una bella cena al tramonto su una barca insieme ad altri turisti del Québec.

I primi giorni abbiamo visitato la famosa Fundy Bay e Hopewell Rocks, dove si registra la marea più alta del mondo. Nei giorni successivi siamo andati in Campeggio con tutta la famiglia. Per quanto mi riguarda, è stata un’avventura molto carina e divertente in quanto era per me una novità dato che non sono solito andare in campeggio con la mia famiglia italiana. In quei giorni ho assistito alla mia prima partita di Hockey ed è stato molto bello ed emozionante dato che avevo sempre sognato di assistere ad un match dal vivo.

Una delle cose più belle fatte in Canada? Potrà sembrare banale come risposta, ma le serate in spiaggia a scaldare i marshmallows attorno al falò tutti insieme sono state bellissime e hanno dav-

È stata un’esperienza indimenticabile che mi ha permesso di creare dei forti legami ed entrare a far parte di una seconda famiglia in un altro Stato. So che nel mondo ho un’altra casa e la mia famiglia ospitante sarà lieta di accogliermi qualora io decidessi di tornare, d’altro canto anche Tristan sa che qui in Italia un posto per lui ci sarà sempre. Porterò sempre dentro di me i felici e spensierati ricordi di questa meravigliosa esperienza.

LUNARFOLLIE 10

Un anno in California

Eccomi di nuovo con un altro articolo. Questo sarà uno dei più lunghi e dettagliati perché, seriamente e letteralmente, non c’è stato un solo giorno in cui non abbia fatto nulla. Partirei esattamente dall’inizio. Vi ricordate che al termine dell’ultimo articolo vi avevo raccontato della partita di pallacanestro? Beh, adesso inizierò dal pigiama party avvenuto la sera stessa (la cosa più divertente è che ne sto facendo un altro). Ho vissuto questa bella esperienza con due altre mie amiche, Ha’ena e Ava e Margot; questo perché il giorno dopo Ava sarebbe dovuta tornare in Germania e così è stato. :( Il giorno dopo siamo andati a terminare il torneo di pallacanestro, con pessimi risultati, ma non importa. La scuola in cui sono non è famosa per gli sport, ma ci si prova. Alla fine del torneo di pallacanestro sono stata premiata con una medaglia come la migliore nuova giocatrice (praticamente in America è abbastanza tradizionale premiare il miglior nuovo giocatore di ogni scuola, o qualcosa del genere) e questo è stato abbastanza imbarazzante. All’NPA è tradizione che tutta la scuola vada con i pulmini a un centro per anziani e canti per loro. Non mi piace cantare, ma è stato divertente e la cosa più bella era vedere la faccia di queste persone riempirsi di gioia e condividerla con noi; agli anziani vengono anche regalate delle calze decorate dagli studenti nei giorni precedenti. Un’altra tradizione scolasticaè il babbo Natale segreto che si fa con tutta la scuola!!

L’ultimo giorno di scuola, dopo le lezioni, tutta la famiglia è venuta a prendere me e Margot e siamo partiti immediatamente per San Francisco. È una bella città e sinceramente credo che sia più da vivere che da visitare. Mi sono molto divertita ma visitare una città in America è completamente diverso da una città europea, questo perché non si va nella città per vedere monumenti o storia, ma più per fare shopping. A San Francisco ho visto per la prima volta i leoni marini e le pazze decorazioni che gli americani mettono all’esterno delle loro case. Il vero scopo per cui siamo andati a San Francisco era perché dovevamo andare a prendere Sara e Karin all’aeroporto: arrivavano da Parigi per trascorrere le vacanze con la

famiglia (Karin è la sorella maggiore e Sara è sua moglie). Il 24 dicembre abbiamo aperto le calze ed è stato molto divertente, anche perché era la mia prima volta. Poi il 25, la mattina ci siamo scambiati i regali di Natale e il pomeriggio abbiamo mangiato le raclette. Prima volta anche per queste. Il 26 invece abbiamo festeggiato con gli amici di famiglia e il 27 siamo andati a mangiare la tipica colazione americana con gran parte della famiglia. Abbiamo mangiato bacon, uova, salsicce dolci, puncake, il tutto accompagnato con sciroppo d’acero. Il 28, invece, la mamma di una mia amica mi ha invitata a prendere un caffè insieme. Poi io, Margot, Heleonore e Julie siamo andate a mangiare il pranzo insieme e poi abbiamo accompagnato Heleonore a fare il buco all’orecchio. Questa è stata la prima volta che qualcuno mi abbia invitata a prendere un caffè.

Il 31 siamo andati a festeggiare il Capodanno insieme, anche con amici di famiglia. Siamo andati in uno degli ultimi posti in cui mi sarei aspettata trascorrere la serata: una sala da ballo. Inizialmente non ero proprio entusiasta, ma poi la cosa si è rivelata molto divertente. Appunto allucinante: non ho sentito nemmeno un fuoco d’artificio.

Poi, il 2 di gennaio, insieme alla famiglia siamo andati a sciare. In Oregooon! Credo che sia stata la prima volta nella mia vita in cui ho potuto vedere così tanta neve. Sinceramente l’ultima volta che ho sciato è stato quando avevo 6 anni e non mi ricordavo nulla. Il primo giorno Margot mi ha insegnato e sono caduta innumerevoli volte. Il secondo giorno ho preso confidenza, il terzo ho fatto le nere e il quarto ho provato a fare dei salti. Divertentissimo anche perché Margot è molto più brava di me e provare a fare quello che lei faceva, fallendo miseramente e vedendola ridere a crepapelle è stato proprio bello. Sfortunatamente il’11 siamo dovuti tornare ad Arcata e il 12 abbiamo ricominciato la scuola. Metterei scuola tra virgolette perché attualmente e anche per la prossima settimana i Junior e i Senior avranno le prove per la recita. Ma vi parlerò di questo in un altro articolo. Piccolo spoiler sono il giocoliere. :)

LUNARFOLLIE 11

Scutari e Tirana

Durante le mie vacanze di Natale sono tornata, per una settimana, nel mio paese d’origine, cioè Scutari, in Albania, a trovare i miei nonni e i miei cugini. Scutari è il centro più grande, economico e culturale del nord del paese ed è una delle città più grandi dopo Tirana, la capitale, e Durazzo, il porto più grande del paese.

É situata lungo il lago più grande nei Balcani (370 km2), che prende il nome della città. Inoltre, è attraversata da molti fiumi, i tre più importanti sono Drin, Buna e Kir; ed è anche circondata dalle montagne come: Maranaj al nord, Cukali e Sheldia all’est e Taraboshi al sud-ovest.

Gli inverni sono freddi e umidi, invece le estati sono calde e afose. A soli 40 min dal centro si può godere della freschezza del mare e per meno di due ore la bellezza e la natura incontaminata delle Alpi Albanesi.

Negli ultimi anni la città sta vivendo una rinascita economica ed industriale. È da pochi anni che il centro si è trasformato in uno delle attrazioni più apprezzate del paese, posto dove si ritrovano sia il presente che il passato, e dove a tutte le ore del giorno sei circondato da turisti, giovani e residenti.

Il percorso pedonale collega il centro della città con il museo storico (Muzeumi Historik).

Lungo questa strada, oltre ai pittori e ai fotografi, si possono trovare anche molti studi di pittura e fotografia, tra i tanti c’è il museo nazionale della fotografia Marubi (Muzeumi Komëtar të Fotografisë Marubi), il quale contiene la collezione più famosa della fotografia Albanese.

Un’altra cosa che rende la città importante è il castello Rozafa, iniziato a costruire nel IV secolo a.c. e finito durante il Medioevo. Il Castello Rozafa è un monumento millenario costruito su una collina rocciosa all’ingresso della città di Scutari, a sud-est, e costituisce un simbolo della città presente in dipinti, intagli, ecc… Barleti (storico e prete) nel libro “Rrethimi i Shkodrës” afferma che esiste una confessione sulla costruzione e sul nome del castello, a lui furono dati diversi testi scritti che parlavano di una donna chiamata Roza e di sua sorella Fa, che furono le prime fondatrici di Scutari e così il castello venne chiamato Rozafa in loro onore. Circa due giorni dopo siamo ripartiti per una nuova meta, Tirana, la capitale dell’Albania.

Abbiamo pranzato in un ristorante con cibi tradizionali. Assolutamente da provare sono: fërgesë, tavë kosi, qofte, suxhuk, petulla e byrek come cibi salati, invece come dolci tradizionali abbiamo: bakllava, trilece, ballokume e kadaif.

Parlando invece di bevande tradizionali ci sono molti tipi di vini,birre e altre bevande sia alcoliche che analcoliche; come: Sheshi i zi, Kallmet e Sheshi i bardhe (vini), Korca, Kaon, Norga, Stela e Tirana(birre); anche Skanderbeg che è un cognac e la Raki che è la grappa a livello nazionale, ed entrambe sono prodotte all’interno del paese. Verso sera sono andata a dormire da mio cugino e, la mattina dopo, mi ha portata nella fabbrica dei miei zii.

Per finire, sono ritornata a fare shopping in centro a Scutari, ma ho anche ammirato il presepe vivente, dove mia cugina suonava il violino, vestita da angelo.

Il resto dei giorni li ho passati a casa con la mia famiglia e nel weekend siamo partiti per tornare a casa in Italia, nel tragitto del ritorno ci siamo fermati in Bosnia a Međugorje, perché è il posto dove è apparsa la Madonna davanti a sei veggenti dando a loro un messaggio importante “Il mondo può essere salvato soltanto tramite la Pace, ma tutto il mondo avrà Pace soltanto se troverà Dio”.

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Jenny Hiluku, 1°AAFM
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Debate a Seriate

Il giorno 17 Dicembre 2022 le squadre di debate del nostro istituto, accompagnate dalla professoressa Vavassori, si sono recate all’istituto Majorana di Seriate in provincia di Bergamo per sfidarsi in un’amichevole con gli altri istituti del territorio in preparazione dei campionati nazionali. La nostra scuola ha portato tre squadre: una che ha dibattuto in italiano sul tema “questa casa ritiene che i titoli professionali o delle cariche debbano essere declinati anche al genere femminile”, e due che hanno discusso in lingua inglese il topic “public transportation should be free” (i trasporti pubblici dovrebbero essere gratuiti).

A febbraio le squadre del Lunardi torneranno a Seriate per partecipare alle preselezioni dibattendo i seguenti temi, in italiano: “gli stati canaglia dovrebbero partecipare alle olimpiadi” e il topic: “avengers should sign the Sokovia accords” (gli avenger dovrebbero firmare gli accordi di

Sokovia) in lingua inglese.

È stata la prima volta che partecipavo ad un’attività simile e, nonostante sia completamente fuori dalla mia zona di comfort, nel complesso l’ho trovata un’esperienza piacevole e divertente oltre che utile, infatti dibattere non solo dà la possibilità di migliorare il proprio modo di esprimersi e favorisce il lavoro di squadra, ma è anche una buona forma per imparare a parlare davanti alla gente senza timore. Perciò è un’attività che consiglio di provare a tutti almeno una volta.

Link debate in inglese svolto all’interno dell’istituto il 30/11/2022:

https://youtu.be/n6A64Mia1IY

LUNARFOLLIE 17

Non conoscendo quando verrá l’alba, io spalanco ogni porta. O forse piume avrá come un uccello, onde come una riva?

L’ANGOLO DELLA POESIA

Sfioriscono le gemme, duran le torte un giorno Soltanto la memoria, come la melodia, è rosa eternamente.

Una nube curiosa assalí il cielo, era come una vela con le corna; la nuvola era azzurra –grigie le antenne –e quasi toccó i prati.

Discesa tanto in basso – si raddrizzó, piú altera e trascinó lontano le sue vesti, di lei meno maestosa una regina lungo corsie di raso.

Sul mio vulcano cresce l’erba: luogo contemplativo parrebbe a tutti, adatto al nido d’un uccello. Come dentro lingueggi rosso il fuoco, come precaria sia la zolla –se lo svelassi, subito il terrore invaderebbe la mia solitudine.

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Poeta del mese: Emily Dickinson (1830 –1886)

SE NON ORA, QUANDO?

Primo Levi oggi

“Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e i visi amici"

Voi, dico, che non avete timore di perire sotto la morsa del giorno, che non avete limitazione nel pronunciare parola. Voi, genti fortunate e confuse, non limitatevi a meditare su ciò che è stato, ma riflettete su ciò che è.

Nell'indifferenza dell'agio si spegne la gioia del mondo. Nel vostro vivere lieve e quieto, siate audaci!

Siate voraci nel sapere, e non nel possedere. Impavidi nel difendere, e non nel seminare odio.

Meditate non tanto sulle vostre vite, ma su ciò che esse celano.

Ovunque, non lontano da voi e da me, qualcuno non conosce dolcezza, ma solo paura e disgrazia. Non lontano bambini, figli di carne come la vostra, mai conobbero cielo stellato, ma solo detriti e sciagure.

Meditate

perché nei piatti zeppi vediate uomini che non possono tacere il morso della fame, né placare il pianto del petto. Perché volutamente cieco si finge spesso l’uomo.

Non crediate che le vostre vite siano separate dalle loro. Non crediate che muri di paura siano sipari validi a celare le colpe che, ignari, seminiamo.

Se davvero siamo uomini, è bene che lottiamo per essere chiunque, fuorché questi esseri che fino ad ora siamo stati.

È bene che respingiamo l'egoismo che tenta le nostre vite e tedia i nostri compagni.

È bene che accudiamo questa Terra che ci ospita, anziché spremerla.

È bene che meditiamo, ma ancor meglio, è bene che ci guardiamo.

Non vi sono nemici contro cui lottare, se non noi medesimi. La comunione solo mezzo di salvezza.

LUNARFOLLIE 19
Irene Reboldi 5^DL

In treno

Riempirei di passione l’intero treno, ma nessuno capirebbe quello che al vederti dentro di me si accende.

Riposi, dolce bimbo, riposi mentre io ti ammiro e tutte le persone accanto a noi ci guardano smarrite

non conoscono forse l’amore? non sentono la morbidezza di un cuore, la sinfonia che i battiti creano, simile a quella dei cieli quando si toccano?

Sordi, muti e ciechi devono essere questi umani perché se vivessero quello che con te io vivo mai giudicherebbero il mio sorriso dinnanzi a te.

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soffice neve come tulle prezioso copre la terra Yihan Hou 4^DL

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Agata Barucco 5^CL

fiocchi di neve

immagine sognata silenzio regna

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grappolo d’uva in vino si trasforma fresco e rosso Ying Chen 4^DL

Stalingrado di Vasilij Grossman, Biblioteca Adelphi

Stalingrado, opera del corrispondente di guerra per “Stella Rossa” e futuro dissidente, Vasilij Grossman, ebreo di nazionalità ucraina, non è l’ennesimo romanzo sull’eroica opposizione delle Repubbliche socialiste dei Soviet al progetto del nuovo ordine nazifascista. E’ il primo tomo di una trilogia che ha per oggetto la stessa anima russa, seguono: “Vita e destino” e “Tutto scorre…”. L’ultimo volume pubblicato postumo nel 1970 nella Repubblica federale in cui si narra delle purghe staliniane e della carestia in Ucraina negli anni Trenta, storicamente andrebbe letto per primo. Eppure si perderebbe l’essenziale seguendo l’ordine cronologico. Le tre opere rappresentano l’evoluzione dello spirito di un popolo che proprio attraversando l’epopea della resistenza e della riscossa contro l’aggressione nazifascista, si confronta a ritroso con le speranze del riscatto, la forza totalitaria del regime, le delazioni come fondamento sociale, le persecuzioni dei nemici del popolo, fino alla morte per fame di milioni di contadini contrari alla collettivizzazione forzata.

Il romanzo si apre con il telegramma della chiamata alle armi che nella tarda primavera 1942 la postina consegna a un contadino, Pētr Vavilov. La prima sua preoccupazione sarà di lasciare abbastanza legna alla famiglia per affrontare l’inverno russo. Sullo sfondo Salisburgo e l’incontro fra Mussolini e Hitler che sicuri della resa, a linea di fronte è a pochi chilometri da Mosca, già discutono su come spartirsi le spoglie. Siamo così, in medias res, inviati insieme a Pētr verso il cuore della battaglia per antonomasia della Seconda guerra mondiale. Vi giungiamo seguendo le diverse famiglie di personaggi, che come il caleidoscopio del Furioso, sono il Coro della rotta sovietica sotto il tallone della più grande armata della storia moderna. Da Kiev arretriamo sempre più, sempre più verso le sterminate pianure steppose che si aprono oltre la linea del Volga.

E’ il fiume il protagonista assoluto della resistenza all’invasione.

Placido, imperturbabile, come il cielo che vi si specchia, il grande fiume continua a scorrere come la vita, senza prendere parte alla battaglia de-

cisiva, quella su cui sono puntati gli sguardi di tutto il Mondo. Segna con il suo solo essere il confine fra la vittoria o la sconfitta, ma anche il principio al di là di ogni condizione. Anche se i nazifascisti fossero passati, il Volga avrebbe continuato a racchiudere in sé la caparbietà arcaica e sonnacchiosa delle steppe che attraversa, che forma e nutre con suo stesso scorrere. Chi combatte per Stalingrado sente la forza del fiume che per gli invasori non è che un tratto sulla carta geografica, al più un obiettivo strategico.

Il coro del romanzo è formato da uomini e donne delle più diverse estrazioni culturali e sociali: contadini, operai, medici, ingegneri, scienziati, portinai, commissari del popolo, generali, soldati, macchinisti tutti accomunati dalla consapevolezza che lì, sul Volga, si abbatterà il maglio nazifascista. Non solo perché sono slavi, destinati ad essere manodopera schiavile del nuovo ordine, ma soprattutto perché incarnano l’esempio di una società senza padroni né proprietà privata, in cui gli esseri umani si riconoscono fra loro non perché guadagnano, consumano, esprimono pareri, coltivano valori, amano, odiano Il collante di questa umanità è il “lavoro di tutti e di ciascuno”, come scrisse Marx, che non distingue fra manuale e intellettuale, produttivo e improduttivo, di difesa e di offesa. Perché il lavoro liberato è la massima espressione della creatività umana: una pratica di trasformazione comune che è trasformatrice delle relazioni sociali e degli individui stessi. Il controcanto di questa epica socialista, sono le scene in cui gli ufficiali e i soldati tedeschi sono dipinti come burocrati della volontà di vittoria del Führer.

Il Volga che attraversa Stalingrado via via che procediamo nella lettura è un fatto di carne, sangue e pulsioni e non più un obiettivo o uno slogan. Siamo nell’occhio calmo del ciclone, quando infine sbarchiamo a Stalingrado e anche noi che leggiamo non saremmo mai voluto essere in nessun altro luogo.

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Buona lettura Prof.ssa Laura Vavassori

LA FEROCIA

“Gli errori si erano accumulati nel vuoto spazio primordiale dove le biografie vengono scritte prima che il debole inchiostro degli eventi le renda attive e comprensibili.”

Autore: Nicola Lagioia

Anno di pubblicazione: 2014

Trama:

Bari. Clara Salvemini, primogenita appartenente a una delle famiglie più potenti ed influenti, viene trovata morta, nuda e coperta di sangue ai piedi di un autosilo. Tutti danno per scontato che si tratti di un suicidio, ma è davvero così? Gli affari, i rapporti e la tensione all’interno della famiglia possono essere strettamente legati alla sua morte? Questo racconto ci dimostra quanto l’influenza del potere renda malvagie ed avide le persone.

Commento:

Il libro nel 2015 ha vinto il Premio Strega, riconoscimento dato annualmente ai migliori libri di narrativa italiana contemporanea. Posso dire di essere d’accordo con il merito dato. Attraverso un evento tragico l’autore racconta con elementi gotici, cupi e drammatici quanto siano disumani gli esseri umani all’interno della società, specialmente quando si tratta di persone di ceto sociale alto, caratterizzate da un continuo ardore di gloria, fama, denaro, dominio che corrompe la coscienza e trasforma in mostri chiunque. Clara Salvemini non viene ricordata come una donna affettuosa, che voleva bene alla famiglia, specialmente ai fratelli, ma come un pezzo di carne di cui si sono approfittati gli uomini presi dal desiderio e dalla lussuria, un'ombra disperata in costante ricerca di attenzione. Quando si dice che i soldi non fan-

no la felicità, nonostante in molti abbiano da ridire, alla fine non si ha torto. È vero che i soldi permettono di accedere a tutto più facilmente, permettono di corrompere, comprare qualsiasi cosa e quindi di avere di tutto, ma il rischio è che valori come quelli della famiglia spariscano, non siano più una priorità. Stabilire dei rapporti d’affetto per essere felici non ha più senso se i soldi permettono di avere tutto in poco tempo e senza problemi. Quindi, la famiglia, gli amici possono essere davvero messi a paragone con i soldi? Cosa possono regalare loro che i soldi non sono in grado di dare?

Io penso che la visione materialista del mondo sia diventata una pandemia, una malattia grave la cui unica cura possibile è l’amore, la fede, le emozioni, tutto ciò che è trascendente a cui possiamo attribuire delle risposte, a cui possiamo credere. Ecco quello che i soldi non sono in grado di dare. Ecco quello che la gloria, la fama, il potere non sono in grado di dare. Non c’è nulla che renda più forti dell’unione, perché l’unione fa la forza. L’unico modo per ottenere davvero rispetto e potere è riconoscerlo anche in tutti gli altri. Senza il riconoscimento dei diritti del singolo individuo, la società non avrebbe alcun valore.

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Cristina Dogaru, 5°EL

“Lasciami andare madre”, di H. Schneider

La Seconda guerra mondiale, conosciuta soprattutto per gli orrori di Hitler, è stata nella storia dell’umanità uno degli eventi più efferati mai commessi dall’uomo. Nonostante le oscenità compiute dai nazisti siano ristrette ad un gruppo preciso, è luogo comune accusare l’intera popolazione tedesca dei noti crimini di guerra, condannandoli a discriminazioni e risentimento costante per ciò che i loro antenati hanno commesso.

Helga Schneider, nel suo libro “Lasciami andare, madre”, riesce nella sua semplicità a comunicare il messaggio di un popolo vittima e non complice della brutalità nazista.

Il libro è incentrato sull’incontro tra Helga e la madre guardiana SS al campo di BirkenauAuschwitz.

I due lati della Germania a confronto: i nazisti rappresentati dalla madre ormai anziana, rinchiusa in un ospizio che, nonostante gli anni ormai trascorsi, è ancora fermamente convinta e fiera di quello che è stato il Terzo Reich e la figlia autrice del libro, che vuole dimenticare la sua infanzia infelice.

Quello che rende questo libro speciale è la sincerità e la trasparenza con cui l’autrice esprime i suoi sentimenti, senza freni letterari o allegre digressioni, trasmettendo al lettore un’amarezza profonda.

Helga non è sola in questo racconto, che metaforicamente non è altro che la conclusione di un lungo cammino tortuoso nelle sue tristi memorie passate tra collegi, bunker e povertà, ma è accompagnata dalla cugina Eva, fondamentale nel racconto per sollevare Helga dalle discussioni troppo onerose della madre o per supportarla quando queste diventano inevitabili.

Helga, pur consapevole di una madre che, nei pochi momenti di lucidità rievoca ancora le glorie e i fasti del regime nazista, non la condanna, poiché l’affetto materno, lei che da figlia è passata all’essere madre, riaffiora in lei pesantemente, ma non può neanche fare a meno di provare un sentimento di rancore.

“Oggi ti rivedo, madre, ma con quali sentimenti?

Che cosa può provare una figlia per una madre che ha rifiutato di fare la madre per entrare a far parte della scellerata organizzazione di Heinrich Himmler? […] No, tu non volevi essere madre; preferivi il potere. Di fronte a un gruppo di prigioniere ebree ti sentivi onnipotente. Guardiana di denutrite, esauste e disperate ebree dal capo raso, dallo sguardo vuoto – che miserabile potere, madre!”.

La vicenda si dipana in un susseguirsi di botta e risposta, quasi alla maniera di un interrogatorio, tra madre e figlia, fino al momento decisivo della verità

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Alessandro Rizzi 4B AFM

Breve è la vita di tutto quel che arde

Breve è la vita di tutto quel che arde. Presto si spengono le ali su magioni oscure. Presto si spengono le rose nel giardino della notte. Mai però si spegne il desiderio di luce.

Breve è la vita di tutto quel che arde è un’intensa raccolta di poesie di Stig Dagerman (19231954), recentemente edita dalla casa editrice Iperborea che negli ultimi anni si sta occupando di valorizzare il pensiero di questo autore, ormai una figura di culto nella letteratura svedese, tramite una nuova veste grafica e una traduzione in italiano molto curata della sua opera.

La raccolta è la prima antologia in italiano a ripercorrere dieci anni di attività del poeta, dal drammatico 1944 al 1954, anno in cui, da tempo malato nell’anima, Dagerman decise di strappare da sé il filo che lo teneva unito alla vita. Ma la vita ha continuato a ardere nei suoi versi, esprimendo certamente dolore, ma anche tanto amore per il prossimo. A tal proposito tra i suoi componimenti meritano certamente attenzione la lunga Suite per Birgitta (1950), in particolare il momento in cui il poeta rivela che “La malattia del cielo si chiama stelle. / Come si chiami la mia non lo so. / C’è però un dolore nell’universo / che solo il non amato conosce. / C’è una tomba per le nostre barche aperte. / C’è un mare dove le stelle cadute dormono / quando il loro dolore è per sempre spento. / Sono una stella caduta anch’io, Birgitta. / Sono caduto male. Sono caduto sulla terra. / Sono parte del dolore della terra”. E i toccanti versi centrali del Messaggio di Natale (1951), un vero e proprio canto di fratellanza: “Non credere agli angeli. Non giungono lesti. / Lo spazio è vuoto e freddo per loro, la via faticosa. / Se il canto cerchiamo e la luce, cerchiamo la luce / nello sguardo dei fratelli, e il canto che in gola riposa”. Il concetto ritorna intatto in Il mondo non puoi cambiarlo (1954) “Il mondo non puoi cambiarlo. / Placa la tua anima focosa! / Fare del bene a qualcuno: / è questa l’unica cosa. / Ma già significa tanto / che le stelle ti sorridono giù. / Un uomo in meno che ha fame / vuol dire un fratello in più”.

I tre componimenti rientrano nella sezione dedicata ai Dikter, poesie caratterizzate da grande varietà non solo metrica, ma anche tematica: la riflessione dolente sulla condizione umana, infatti, non tarda a lasciar posto a un’indignazione potente contro l’ingiustizia e l’ipocrisia. A essere sotto accusa è soprattutto la democrazia svedese quando, durante la Guerra Civile Spagnola non inter-

venne se non in modo superficiale (anche per timore dell’ideologia repubblicana) e, per ragioni economiche, non rifiutò accordi con la dittatura; è questo l’argomento di No pasaràn! (1946): “E noi, grandi, forti, democratici svedesi? / Ma sì, non ce la siamo presa poi troppo. / Non si può mica pretendere che la coscienza / del mondo abbia il tempo di essere anche la propria / ma che la questione spagnola sia stata dimenticata / questo va assolutamente negato! / L’interesse per le arance spagnole è del tutto immutato / e perfino il giornale democratico della sera approva che i nostri bambini collezionino carte di arance spagnole, / “Per chi suona la campana” è stato un successone a teatro […] e “Guernica” di Picasso è stato apprezzato da tutti come un quadro niente male”.

Tutta la seconda sezione della raccolta, molto più omogenea, è riservata invece ai Dagsedlar, “i rapporti quotidiani” (ma in svedese il termine significa anche “ceffoni”), componimenti satirici strettamente collegati all’attualità politica e sociale dell’epoca. Il corpus originario è vastissimo, ma la scelta editoriale ha inteso privilegiare quei testi che, nonostante il trascorrere degli anni, non hanno perso nulla della loro carica eversiva. In particolare colpisce Attenti al cane! (1954) in cui Dagerman condanna la Dichiarazione di un responsabile della Previdenza Sociale del Värmland che riteneva “deplorevole” il fatto che la gente che richiedeva sussidi si permettesse di mantenere anche un cane. Così replica il poeta “Imperfetta è la legge, difatti / anche i poveri si tengon dei cuccioli. / Perché invece non tenersi dei ratti? / Non paghi tasse e te li coccoli”. Ancor più dolorosa è Senzatetto (1946) in cui il poeta condanna il rifiuto da parte delle autorità militari di mettere a disposizione i letti delle caserme vuote per i clochard di Stoccolma: “Alla vita il freddo è propizio. / la via del senzatetto è nera. / Seguire le stelle è un buon inizio. / Sì, fratellino, ma la meta qual era? / Dell’Orso qual è mai il traguardo? / Dove ha un senzatetto difesa fidata? / Le stelle dispiegan la loro bandiera / sopra la deserta camerata”.

La raccolta si conclude, infine, con un’interes-

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sante postfazione a opera del traduttore Fulvio Ferrari, professore ordinario di Filologia germanica all’Università di Trento, che dagli anni Ottanta traduce dal tedesco e dalle lingue scandinave. Egli sottolinea come tradurre poesia sia un compito arduo, ancora più faticoso rispetto al lavoro sui testi in prosa: ci sono termini, infatti, che non possono essere tradotti alla lettera senza penalizzare rime, musicalità e ritmo. Egli ha cercato soprattutto di avvicinare il lettore a un’esperienza di lettura, emotiva e di pensiero, il più simile possibile a quella che si avrebbe conoscendo la lingua originale; a suo avviso non potrà mai esi-

stere un’unica traduzione “giusta”, più traduzioni sono pensabili, ma nessuna sarà mai possibile senza un profondo senso di responsabilità da parte del traduttore.

Solo nella solitudine più grande Potremo finalmente incontrarci Stig Dagerman (1950)

Prof.ssa Rita Pilia

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Bosch e un altro rinascimento

“Bosch e un altro Rinascimento”: è proprio questo il titolo che è stato attribuito alla mostra allestita a Milano il 9 novembre 2022, e che continuerà ad attirare gli appassionati d’arte, e non solo, fino al 12 marzo 2023.

L’esposizione, presentata a Palazzo Reale, omaggia uno dei più grandi artisti fiamminghi e l’influenza che ha avuto su tutto l’ambiente europeo nel ‘500: Hieronymus Bosch. Più precisamente, il progetto presenta una tesi, secondo la quale il pittore sarebbe il creatore di un Rinascimento alternativo, assai lontano da quello dominato dalla classicità, mostrando, quindi, la presenza di una pluralità di Rinascimenti. La mostra ha attirato un considerevole numero di persone, ma vale davvero la pena visitarla?

Di seguito sono riportati alcuni dei personaggi più ricorrenti nelle sue opere.

Si tratta di creature ibride, che all’apparenza sembrano essere semplici animali, ma che, se guardati più attentamente, presentano caratteristiche assai bizzarre. Zampe fuori posto, corpo deformato ed elementi legati alla dimensione umana sono ciò che caratterizza i mostriciattoli creati da Bosch, ispirati agli antichi bestiari medievali. Il pittore, quindi, presenta un forte legame con la dimensione fantastica e questo aspetto viene immediatamente sottolineato dalla mostra a Palazzo Reale. La prima sala contiene unicamente quadri “firmati Bosch”, tra cui alcuni dei più significativi per comprendere la sua opera. Tra questi spicca il “Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio”, un'eccezionale creazione che contiene gli elementi associati al suo nome: una scena dinamica caratterizzata da architetture distrutte e contorte, un abbondante numero di persone ma, soprattutto, di mostri e personaggi inquietanti. Insomma, una miriade di dettagli domina l’opera, che potrebbe essere osservata per ore scoprendo continuamente nuovi particolari meravigliosi.

Nella sala seguente, gli innovativi quadri di Bosch lasciano spazio ad opere ed oggetti provenienti dall’Europa meridionale, dove l’arte boschiana ha diffuso in particolar modo un senso di attrazione verso il fantasioso e un impatto visivo forte, legato alla vivacità e a tutto ciò che si discosta da quello che viene considerato “classico”.

A dicembre ho avuto la fortuna di farlo, infatti, io e la mia famiglia, abbiamo approfittato delle vacanze Natalizie per organizzare una giornata a Milano, proprio per immergerci nella bellezza di questa mostra.

La mattina del 28 dicembre abbiamo lasciato la Città di Brescia, per giungere verso le dieci a Milano, e, dopo una breve visita, alle undici abbiamo varcato anche noi le porte di Palazzo Reale e ci siamo immersi in un mondo completamente differente da quello a cui siamo soliti, dominato da un’atmosfera frizzante e suggestiva, quasi surreale. L’artista, difatti, ha sempre lavorato in autonomia, senza farsi influenzare dalle tendenze pittoriche dell’epoca, fatto che gli ha permesso di sviluppare uno stile totalmente unico, dominato da stravaganza e inquietudine, inoltre, la sua condizione economica benestante gli ha concesso di dare libero sfogo alla sua creatività e di creare paesaggi maestosi e soggetti eccentrici, che lo contraddistinguono da qualsiasi altro artista.

Ad esempio, in Italia, durante il ‘500, si sviluppa una versione del fantastico legata alle grottesche, decorazioni pittoriche di origine classica, che, però, vengono ripresentate in forme più bizzarre. Tra le opere proposte dalla mostra sono presenti uno scudo da parata milanese riccamente decora-

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L’ultima eccezionale opera di Bosch che la mostra presenta è una copia de “Il Giardino delle delizie”, posto al centro dell’ultima sala (l’originale è al Prado); tale quadro è considerata una delle opere più importanti di Bosch che, tra colori sgargianti, infiniti dettagli e numerose bizzarrie, ha voluto rappresentare una condanna verso la lussuria. Difatti, nel lato sinistro si trova la creazione di Eva e del peccato umano, al centro una vasta folla che rappresenta il peccato, e, infine, l’inferno, dominato da colori più cupi e mostri inquietanti.

In conclusione l’esposizione risulta essere accattivante e stimolante, in quanto non si limita a mostrare nel dettaglio l’arte di Hieronymus Bosch, bensì analizza i diversi ambiti che sono stati colpiti da quest’ultima; è particolarmente consigliata poiché le opere presentate si discostano completamente dai classici rinascimentali, mostrando il lato più innovativo ed originale dell’arte, in più, al termine della mostra, è esposta una sala in cui vengono proiettati i dettagli più interessanti dell’immaginario di Bosch, permettendo di vivere un’esperienza più immersiva.

TUTANKHAMON. La tomba, il tesoro, la maledizione

Nella giornata di venerdì 16 dicembre 2022 la nostra classe, insieme alla 1^B AFM, è andata a visitare la Mostra dedicata a Tutankhamon (aperta fino al 12 marzo 2023), a Padova, più precisamente nella Cattedrale ex Macello.

Siamo partiti alle ore 8:00 e, arrivati finalmente a destinazione, dopo circa tre ore di viaggio, ci siamo fermati all’esterno del museo per mangiare, sistemarci e formare i gruppi che, seguiti da una guida, avrebbero visitato il museo. Una volta entrati, abbiamo potuto ammirare le perfette riproduzioni dei centoventi reperti ritrovati nella tomba di Tutankhamon, al Cairo, dall’archeologo Howard Carter nel 1922, di cui ricorre il centenario della scoperta.

Le guide ci hanno illustrato gli oggetti spiegandoci in modo accurato ogni singolo dettaglio, soffermandosi in particolar modo su due scoperte: il corredo funebre trovato all’interno della tomba e il corpo del faraone. Abbiamo trovato interessante soprattutto una piccola riproduzione di una barca, detta "Barca Solare", che aveva come significato il viaggio nell’aldilà, e il processo di imbalsamazione delle mummie.

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Quest’ultimo ci ha permesso di comprendere com’è stato possibile rinvenire il corpo, ancora intatto, di Tutankhamon che risiedeva in una grande stanza, detta "Anticamera", assieme agli oggetti appartenenti al faraone. La mostra è terminata con la straordinaria esperienza della realtà virtuale che ci ha permesso di immedesimarci nello stesso scenario che gli archeologi si trovarono davanti, al momento dei ritrovamenti. Ci siamo infine recati nel centro della città per pranzare e per un po’ di tempo libero. Verso le 16.00 siamo ripartiti per tornare a Brescia, deliziando i nostri prof con canti a squarciagola sul pullman.

Yahya Azami Hassani e Giulia Martina Di Mari, 1°A AFM

Fantasmi e spiriti del Giappone

La mostra è principalmente concentrata sulle leggende metropolitane giapponesi, che trattano principalmente di spirti e yokai (creature soprannaturali).

All'inizio una ragazza con un kimono accoglie gli invitati e rivela di essere Yuki Onna, la donna delle nevi, splendida nell’aspetto, ma allo stesso tempo portatrice di terrore e di morte ai danni di coloro che hanno la sfortuna di incrociare il suo sguardo. Inoltre, spiega che il biglietto è una sorta di passaporto, fondamentale per attraversare il ponte rosso e raggiungere così il mondo popolato dalle creature magiche giapponesi.

Superata la tenda, si attraversa un paesaggio scuro, popolato da creature che sibilano e suggeri-

Don’t cross the red bridge è una mostra immersiva attraverso l’immaginario dell’illustratore contemporaneo di fama mondiale Benjamin Lacombe, ispirata ai suoi libri "Storie di fantasmi del Giappone" e "Spiriti e creature del Giappone". Nelle loro pagine sono interpretate le leggende della tradizione nipponica narrate da Lafcadio Hearn, primo uomo occidentale a ottenere la cittadinanza giapponese nei primi anni del Novecento.

L'esibizione si trova all'interno di Tenhoa Exhibition, situata in Via Vigevano e la mostra è stata prorogata fino al 23 Aprile, a seguito del suo grande successo.

Questa mostra è un’esperienza per tutte le età, divertente, magica, stimolante. Un’opportunità unica per avvicinarsi alla cultura mistica del Giappone, proprio nello spazio del primo concept store giapponese in Europa.

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scono di non andare oltre e di non attraversare il ponte rosso.

Appena attraversato il ponte ci si trova di fronte ad un paesaggio invernale, dove risiede Yuki Onna e un pannello ci racconta la sua storia. Proseguendo siamo trasportati nel mondo del Ragazzo che dipingeva gatti: secondo la leggenda, infatti, gli innocui felini realizzati da questo giovane sulle pareti ed i paraventi, non solo prendono vita, ma possono essere molto pericolosi, come dimostra la scia rossa sul pavimento.

Nella stanza successiva si giunge al cospetto di una Katana sotto i fiori di ciliegio. Con questa Katana un samurai compì l’antichissimo rituale dell’Harakiri, per ridare la vita al ciliegio Jiu Roku Zakura.

Nella stanza successiva vi attende una storia d'amore nella quale Ito Norisuke prese in sposa una don- na fan-

costui parte per tornare in visita al suo villaggio e riceve dalla sua sposa una scatola, che non avrebbe mai dovuto aprire, per nessun motivo al mondo.

Dopo aver scoperto che tutti i suoi familiari sono morti, il giovane, ormai fuori di sé, decide di aprire quel dono. Una nube lo avvolge fino a farlo scomparire nel vento, privandolo della vita eterna di cui aveva goduto fino a quel momento.

L'ultima cosa da visitare è il santuario delle kitsune, lo yokai più famosa della tradizione nipponica. Secondo le leggende esistono due tipi di kitsuke: yako, ovvero la volpe malvagia, e zenko, volpe buona.

Finisce così il vostro percorso, con uno shop dove è possibile comprare gadget della mostra, ma anche oggetti tipici giapponesi e tutti i libri di Lacombe.

Consiglio di andare a chi ne avrà la possibilità, poiché credo che questa mostra sia estremamente bella e sia anche un modo per avvicinarsi alla cultura nipponica autentica.

tasma, che fu costretta a lasciarlo subito dopo il matrimonio. Affinché la loro unione potesse durare per l’eternità, però, Ito ricevette in dono un suzuri, ovvero una pietra porta-inchiostro, simbolo di un amore solo apparentemente impossibile.

Oltre a queste vi sono tantissime altre stanze, tra cui quella del Kappa, uno yokai abituato ad andare a caccia di animali e ad infastidire gli esseri umani; pare che l’unico modo per addolcirlo sia offrirgli un cetriolo, oppure riuscire a svuotare parte dell’acqua che porta sulla testa. Altre creature presenti sono i Rokurokubi, spiriti che durante il giorno assumono sembianze umane, mentre la notte perdono letteralmente la testa, che va in cerca di vittime, e la bellissima figlia del Dio drago del mare, la quale salvò un giovane pescatore e decise di sposarlo. Un giorno, però,

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Martina Franzoni, 5°EL

A Natale mi hanno detto di sorridere

A Natale mi hanno detto di sorridere perché è necessario farlo: tutti sorridono fallo anche tu. Mi hanno detto di sorridere perché durante le festività sono circondata di gente: due genitori che discutono per chi deve portarmi con sé quest’anno; tanti zii e cugini che ogni anno aggiungono tasselli alla misteriosa vita che scopro di aneddoto in aneddoto a tavola. Un oceano di voci tutte nella stessa stanza. Dovrei essere grata, quindi sorridi Ilaria, sorridi.

A Bojack Horseman hanno chiesto di sorridere perché è necessario farlo, tutti sorridono… che lo faccia anche lui! È un’inaspettata star del cinema e della televisione, circondata da persone che hanno permesso, ad ogni costo, il lancio della sua carriera, da fan che venerano il suo apparente talento e la sua figura intrigante. Dovrebbe essere grato, quindi sorridi Bojack, sorridi.

Bojack Horseman, il discutibile cavallo protagonista della serie tv di Netflix “Bojack Horseman”, è una celebrità che vede la sua fama in declino, a causa della sua scarsa visibilità sui social e televisione, il suo carattere cinico e la sua scarsa versatilità. Il morboso attaccamento allo show che l’ha reso famoso, Horsin’ Around, blocca Bojack in un loop, che rende qualsiasi proposta di lavoro obsoleta.

In realtà non ha nessuna intenzione di riapparire sullo schermo, fino a quando non gli viene data la possibilità di girare il film “Secretariat”. È l’opportunità dei suoi sogni, l’occasione di abbandonare il costume su misura da “sitcom” e interpretare il ruolo drammatico che ha sempre desiderato.

Nessuno però sembra essere interessato a Bojack Horseman. Il cavallo si ferma ad osservare i produttori che si contendono il suo corpo, la sua immagine, il suo nome, ma nessuno vuole il suo talento, il suo spirito, la sua dedizione.

Bojack Horseman è una star del cinema candidata all’Oscar, circondata da persone che si complimentano, lo invidiano, lo stimano. Un oceano di persone in una stanza. Dovrebbe essere grato, sorridi Bojack, sorridi.

“Un giorno ti renderai conto che ti amano tutti, ma che non piaci a nessuno e questa è la sensazione

peggiore al mondo”

Bojack ha organizzato una festa per la nomination agli Oscar, fiumi di persone sono entrati a casa sua e lo inondano con le loro voci, le loro risate, ma non riesce ad essere felice. Sa di dover sorridere ed essere felice, ma non ci riesce, perché non si è mai sentito così solo, circondato da persone.

“Bojack Horseman” con le sue tre stagioni esplora diverse tematiche, ma quella della solitudine mi ha colpito particolarmente. É facile trovare sui siti di streaming serie tv sulla magia, l’amore, il calore del natale, ma sembra tutto così forzato, sono storie come quadri da appendere alla parete e ammirare, desiderare, ma irraggiungibili. Non è la realtà.

Nonostante il pranzo di famiglia a Natale sia tradizione, c'è anche chi si ritrova ad essere solo, o chi come Bojack, pur stando in compagnia degli altri, sente di non essere in sintonia con le altre persone e non vive bene le feste. Questo fenomeno è detto “Christmas Blue”, un killer di umori silenzioso, seppur diffuso. La pressione sociale e l’obbligo a sfoggiare il più falso, ma smagliante sorriso può essere fonte di ansia.

É bene quindi ricordare che sia “ok” non essere felici a Natale, “ok” passare le feste in solitudine, “ok” divertirsi in compagnia.

A Natale non bisogna per forza essere felici. A Natale mi hanno detto di non sorridere se non mi va, non è necessario farlo, tutti sorridono ma non devi farlo anche tu.

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Ilaria Piceni, 4°DL

Assalto ai negozi per i saldi!

Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, sono andata con i miei genitori al Franciacorta Village in occasione dell’inizio dei saldi. Quando sono arrivata in macchina c’era tantissima coda ed i parcheggi erano tutti occupati, ma siamo riusciti a trovare un posto dove una macchina se n ’era appena andata via da poco.

Curiosando con attenzione, sicuramente, troveresti qualcosa da comprare a basso costo e, nonostante le code, vale la pena aspettare il proprio turno per entrare nel negozio a fare l’acquisto desiderato. Anche se io e la mia famiglia non abbiamo preso nulla, è stato piacevole passare del tempo insieme e interessante notare che il periodo dei saldi è diventato un’ulteriore occasione di festa.

Era la prima volta che ci andavo e mi ha stupito quanta gente ci fosse, la grandezza del posto e la quantità di negozi, soprattutto di abbigliamento. Abbiamo girovagato per le vie interne in compagnia di qualche migliaio di persone, tutte intente a osservare le vetrine con la speranza di trovare una grande occasione. Si dice che: “l’Epifania tutte le feste porta via”, ma al villaggio ho notato come ci fossero ancora gli addobbi di Natale e un negozio che vendeva solamente oggetti natalizi; considerando tutto, ho dedotto che il Natale viene sfruttato anche come strategia marketing per attirare più persone a fare acquisti. Molte famiglie erano lì anche senza comprare nulla, lo facevano per trascorrere una giornata di svago, fermandosi anche a pranzo in uno dei numerosi locali tutti affollati. Gli sconti variavano da negozio a negozio, a partire dal 20% si poteva arrivare anche al 70% o 80%, perfino al 90%.

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Non dovevo guardare “Ginny e Georgia” con mia madre

In questo articolo sono presenti spoiler della seconda stagione di Ginny e Georgia

Sta spopolando sui social la seconda stagione della serie tv per ragazzi “Ginny e Georgia”. L’estremo clamore suscitato deriva dall’evidente cambio di stile nella narrazione. Dopo una prima stagione che racconta l’importanza dell’amicizia, la complicità del primo amore, la scoperta di se stessi, la seconda stagione ha deciso di esplorare anche il lato “oscuro” dell’adolescenza. Autolesionismo, depressione, bulimia, sesso, rifiuto: iniziano a cadere le maschere degli spensierati teenager di Wellsbury.

Nonostante la prima stagione non mi avesse particolarmente colpita, ho deciso di guardare la seconda assieme a mia madre, durante le vacanze di Natale. Guardare una serie come questa con un genitore fa scaturire opinioni contrastanti, ma anche il mondo dei social si è diviso in due fazioni.

La dinamica analizzata è quella tra Georgia Miller, giovane e carismatica mamma di due figli, scappata da una famiglia violenta, e sua figlia Ginny.

Ginny è una teenager complessa, piena di sfumature da scoprire. Ama leggere, la musica indie/ rock, la letteratura inglese ed esprimere se stessa tramite la poesia quando le parole sono troppo pesanti per essere libere nell’aria. Ginny trova conforto nell’ incatenare i suoi sentimenti in versi, reputa rassicurante l’affinità che acquisiscono con la rima baciata. Sta lottando segretamente per trovare pace con la sicurezza che sia solo l’inchiostro della penna a segnarle il corpo, e non la fiamma di un accendino.

Sotto consiglio del padre, cerca aiuto tramite la terapia e tiene occupata la mente scrivendo. Il suo sorprendente talento la spinge a condividere le sue parole alla serata open-mic al Blue Farm (il locale dove lavora).

Il vero centro del dibattito sta nel contenuto e nelle parole taglienti dell'ultima strofa:

“Am I too old to hide under the bed?

I’m stuck in a storm but the storm is in my head

All I see is lightning

All I hear is thunder

just one boom coming one after the other I once was blind but now I see the blindfolds folds and unfolded from me but try as I might to close my eyes and shut them tight and go back to black to not knowing to trust because now that I know, I know what I must do for you what you made me be and I’d give anything to wash it away. Scrub and scrub that damn spot out but you can’t wash out a tatoo because now you see, I’m culpable too”

Ginny vede la madre entrare, ma non smette di leggere il diario, perchè ormai è un fiume in piena e non può frenare il violento scorrere …

[…] “They said mother knows best but what if there are things that mother doesn’t know like if she can braid your hair but still stand Scarlett O’Hara

You always say that I’m your reflection but I can’t hide behind your smile. And from where I’m standing we’re on opposite sides of mirrored glass. Me and you against the world but the world is out to get me in ways you could never know or feel so how can you know it’s real?

I am sick of suffering in silence today I will stomp and scream and shout untill every word inside of me is out just by knowing by seeing that was my agreeing my hands wet once clean, dirty with sins I don’t mean words I didn’t say dragons I didn’t slay.

I inherit the sin and I become the monster that I was born from”

“I inherit the sin and I become the monster that I was born from”

Georgia riesce a sentire solo un’eco incessante nella sua testa; “il mostro”, non si é mai accorta di essere “il mostro”?

È stata figlia, oggetto usato e buttato via, sacco da prendere a pugni, a schiaffi, bambola da mostrare come un trofeo; ma “mostro”? Non aveva mai

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pensato di essere un mostro. Da quando aveva 15 anni, una ragazzina ha rinunciato alla sua adolescenza, la sicurezza di una casa, lo stomaco pieno, ha dovuto scegliere una vita sempre in viaggio, affiancata spesso da uomini discutibili pur di avere un salvagente nel caso le sue gambe fossero troppo stanche per lottare e non lasciarsi affogare. Ha dato la sua intera vita solo per essere un’amica per sua figlia, qualcuno a cui chiedere consiglio, la cittadina perfetta, moglie di un cittadino perfetto e potente… per sentirsi chiamare mostro.

Le serie tv che ci smuovono di più sono quelle che sentiamo più vicine a noi, delle storie in cui specchiarci e ammirare il nostro riflesso. Capisco che mia mamma abbia riconosciuto quella sagoma perché la vedo agitarsi fisicamente e moralmente, prima di inveire contro Ginny, durante l’imbarazzante silenzio che esce dalla televisione perché il pubblico del Blue Farm sta ancora assimilando le parole condivise da quest’ultima.

Una figlia ingrata e viziata, che non si sforza di vedere ciò che la madre ha fatto ed è disposta a fare per lei. Anni di sofferenze ricompensate con un’umiliazione davanti a tutta la città. Un’ingrata!

Mi sento un coltello puntato alla gola, come se qualsiasi cosa pronunciassi potesse essere la mia fine. Stare zitta potrebbe essere strano, ma parlare decisamente rischioso, perchè senza accorgermene io, in quanto figlia adolescente, mi sono appena macchiata di questo scempio compiuto dalla protagonista. Scelgo il silenzio, perché il coltello si trova sul tavolino davanti al divano, e la sottotrama drammatica della serie potrebbe ispirare il peggio. Una litigata con mia madre, però, sarebbe peggio di una coltellata al momento.

Perché mi ritrovo a capire Ginny, nonostante le

sue parole erano affilate e incuranti del dolore che potessero causare.

But the world is out to get me in ways you could never know or feel” : è evidente che le due abbiano un legame molto speciale, tanto da parlare apertamente degli argomenti più scomodi, come della propria vita sessuale. Georgia, però, lamenta Ginny, si è sempre posta come un’amica, una di quelle amicizie per fare festa, che nascondono e ignorano i problemi. Invece di affrontarli, Georgia decide di sotterrarli con indifferenza, superiorità e balli in salotto.

I am sick of suffering in silence

Così Ginny ha imparato a nascondere tutto in un cassetto, che ha iniziato a riempirsi e riempirsi dei suoi problemi, dei suoi segreti, e quando si è accorta che era troppo pieno, si è ritrovata costretta a nascondere quelli ingombranti della madre. Ha iniziato a spingere e spingere, per far sì che tutto potesse entrare in quel cassetto, e spingere fino a farsi male, finché un’ esplosione ha liberato tutto.

“I inherit the sin and I become the monster that I was born from”

Se avessi provato a ribattere, sarebbe nato un litigio, ma non ci sono fazioni, non c’è chi ha torto in assoluto e chi ha ragione. Ginny e Georgia sono cresciute insieme e hanno fatto degli errori, per questo hanno sofferto insieme. Da una parte ora Ginny è pronta a sostenere il dolore dei segreti della madre, purché lei sia disposta ad abbassare le barriere e non nascondere tutto. Caro diario, non dovevo guardare “Ginny e Georgia” con mia madre.

Ilaria Piceni 4DL

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Un Capodanno diverso

Da poco abbiamo trascorso le festività più importanti dell’anno, il Natale e il Capodanno. Dopo feste, fuochi d’artificio, champagne, canti e balli, adesso si ritorna alla routine quotidiana. Sono sicura che il rientro è stato traumatico per tutti, reimpostare le infinite sveglie di sicuro è stato qualcosa di infattibile.

In Cina però, oltre al normale Capodanno del 31 Dicembre del calendario solare, si festeggia anche un altro Capodanno, chiamato “Festività della primavera” e il giorno esatto viene calcolato in base al calendario lunare. Quest’anno la festività cadrà il 21 gennaio 2023, infatti le famiglie cinesi stanno già iniziando tutti i preparativi per questo grande evento.

È una festività di un grande valore culturale e sociale, infatti, con i festeggiamenti si desidera salutare l’anno passato, dare il benvenuto all’anno nuovo e prepararsi ad accogliere la serenità, la speranza, la fortuna e la salute.

Dura 15 giorni fino ad l’arrivo della “Festa delle lanterne”.

Queste sono alcune delle tradizioni cinesi principali :

cose, lunga vita (almeno fino ai 100 anni) e tanta fortuna.

In realtà, il “red pocket” viene utilizzato molto anche nella celebrazione del matrimonio o altre festività meno rilevanti. Oltre ad essere scambiato

RED POCKET

Il “red pocket” è forse la tradizione più amata dai giovani cinesi. Consiste nel ricevere a Capodanno e durante i giorni di festività dagli adulti e dalle generazioni precedenti un “pacchetto rosso”, dove ci sono sempre dei soldi. Questa è una antichissima tradizione che serve ad augurare buone

tra famigliari, può essere scambiato anche tra coppie o amici.

CENONE IN FAMIGLIA

Ovviamente anche in Cina c’è la tradizione di festeggiare tutti insieme e aspettare la mezzanotte per festeggiare l’anno nuovo. Quindi di solito si tende a cenare sempre insieme, di solito a casa del familiare più anziano. Tanti piatti del cenone sono tradizionali e hanno sempre un significato ben preciso, infatti per via dell’assonanza del nome, la maggior parte di essi significano prosperità, fortuna e unione. Tra i piatti più apprezzati ci sono il pesce, la carne, i gamberi, la radice di loto e il taro.

LE DATE PRINCIPALI

In Cina non ci sono la Vigilia, il Natale, Santo Stefano, ma dopo i festeggiamenti dell’anno nuovo, non è ancora finita. Infatti, dal primo giorno dell’anno per tutte le prime due settimane di gennaio dell’anno lunare, ci sono tutta una serie di tradizioni.

L’1 gennaio è riservato agli auguri. Infatti in questa giornata ogni famiglia deve andare da tutti i propri parenti e augurare buon anno. Le generazioni più giovani devono augurare buon anno e

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salute alle generazioni più anziane e in cambio riceveranno il “Red Pocket”.

Il 2 gennaio è noto come “La giornata per il benvenuto ai generi”. Secondo le tradizioni, le figlie sposate devono tornare a casa dai propri parenti con i rispettivi mariti. Le figlie, inoltre, devono portare con sé dei doni per i famigliari e preparare i “red pocket” per i bambini piccoli della propria famiglia. Poi si pranza tutti insieme fino alla sera, quando devono scappare e andare dai parenti da parte del marito.

Il 3 gennaio è dedicato alle pulizie, non si esce di casa. Bisogna pulire tutti i resti dei festeggiamenti passati. È anche un momento per riposarsi da tutte le corse e stare nella propria piccola famiglia. Inoltre, questa sera bisogna andare a dormire molto presto per non svegliare i personaggi di un antico mito, altrimenti sarà un anno travagliato.

Durante il quarto giorno bisogna restare a casa, preparare tanta frutta, candele e i petardi per dare l’ultimo benvenuto all’anno nuovo.

Il 5 gennaio è un giorno molto dinamico, bisogna dare il benvenuto alla divinità della ricchezza e della prosperità. Bisogna fare le pulizie e scoppiare i petardi dalle zona più interna verso quella più esterna, questo simboleggia l’allontanamento di tutte le cose negative dalla propria casa e famiglia.

Il sesto giorno è legato al quinto, dopo aver dato il benvenuto alla divinità della ricchezza e della prosperità, bisogna accompagnare via la divinità della miseria. In questo giorno bisogna buttare via tutti i vecchi vestiti e oggetti che non si utilizzano più.

Il 7 gennaio è il compleanno dell’umanità secondo le antiche credenze. In questa giornata i genitori non devono assolutamente rimproverare i propri figli.

L’8 gennaio, tende ad essere una giornata serena, soleggiata. Ci sono tanti antichi miti cinesi che caratterizzano questa giornata, legati soprattutto all’agricoltura e al raccolto.

Nel nono giorno bisogna celebrare il grande Imperatore di Giada, quindi bisogna accendere le candele per avere la sua benedizione.

Durante la giornata del 10 gennaio, secondo un’antica credenza, bisogna stare attenti a non toccare gli utensili di pietra.

Il penultimo giorno, il 14 gennaio, è la giornata dei preparativi per la grande “Festività delle lanterne”.

Il 15 gennaio ospita la Festività delle Lanterne; si mangia un piatto chiamato “Gnocco dolce” fatto di riso con all’interno sesamo, zucchero, rose, crema di fagioli, frutta secca o cannella. Il gnocco ha una forma rotonda, quindi simboleggia l’unione.

Durante le festività bisogna anche mettere sempre i vestiti nuovi, di solito di colore rosso.

I SEGNI ZODIACALI E IL LORO SIGNIFICATO

Come in Italia, anche in Cina abbiamo i segni zodiacali. Però diversamente da quelli italiani che dipendono dal mese, i segni cinesi considerano l’anno di nascita.

I segni cinesi sono 12 e insieme formano un ciclo che si ripete continuamente. Ognuno di loro ha delle caratteristiche precise e spesso rispecchiano molto la personalità delle persone nate sotto quel segno.

I segni sono:

• TOPO (1996 - 2008): ambizioso e sincero, può essere generoso con le sue risorse finanziarie. È compatibile con il drago e la scimmia, ma non con il cavallo.

• BUE (1997- 2009): chi è nato sotto questo

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segno è un “leader”, è vivace e intraprendente. Tendenzialmente va d’accordo con il serpente e il gallo, ma non con la capra.

• TIGRE (1998 - 2010): sincerità, sensibilità, coraggio sono i valori che caratterizzano la tigre. È compatibile con il cavallo e il cane, il suo opposto è la scimmia.

• CONIGLIO (1999- 2011): è un segno talentuoso e affettuoso. Aspira alla tranquillità e alla serenità. I suoi affini sono la capra e il maiale. Non riesce però a trovarsi con il gallo.

• DRAGO (2000 - 2012): questo segno lo si può definire come il fratello del leone italiano, è robusto e passionale. La vita del drago è piena di complessità, ma grazie al suo grande intuito riesce a superare tutti gli ostacoli che la vita gli proporrà. Va molto d’accordo con la scimmia e il topo, il suo opposto è il cane.

• SERPENTE (20012013): è caratterizzato da grande forza di volontà e sensibilità, il tutto con l’aggiunta di grande saggezza. Il gallo e il bue sono i segni con cui si relaziona più facilmente, mentre il suo opposto è il maiale.

• CAVALLO (2002 - 2014): i cavalli sono sempre ben accolti e apprezzati da tutti, infatti tendono ad d’essere sempre i popolari del gruppo, questo forse anche perché amano stare in compagnia e riescono a fare divertire tutti. Tra i loro grandi amici ci sono la tigre e il cane, mentre il topo è il segno con cui riesce a legare meno.

• CAPRA (2003 - 2015): diversamente da come si penserebbe, la capra è un segno estetico ed elegante, è però molto individualista e sa apprezzare anche la solitudine. È compatibile con il maiale e il bue, il suo opposto è il bue.

• SCIMMIA (2004 - 2016): persuasiva ed intelligente, fa ogni sforzo per eccellere in tutto. Va molto d’accordo con il drago e il topo, mentre non prova simpatia per la tigre.

• GALLO (2005 - 2017): è sempre alla ricerca

della saggezza e della verità, ha lo spirito del pioniere. È compatibile con il serpente e il bue, mentre il suo opposto è il coniglio.

• CANE (2006 - 2017): proprio come i nostri amici cagnolini, il segno del cane è sempre generoso e fedele, ha grande abilità di collaborazione con gli altri. Tra i segni che già apprezza sono il cavallo e la tigre, mentre non ama stare in compagnia del drago.

• MAIALE (2007 - 2018): al contrario da quello che sappiamo sui maiali, questo segno è elegante e nobile. È sempre circondato da amici e famigliari. È compatibile con il coniglio e la capra, il suo opposto è il serpente.

Il 2023 sarà l’anno del coniglio, quindi si spera sarà un anno tranquillo e sereno.

Con questo concludo e colgo l’occasione per augurare buon anno a tutti !

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Lin YaXing Ivana, 5° A AFM

Richard Avedon, Relationship

Durante le vacanze di Natale, io e mia cugina, ci siamo informate sulle varie mostre che si svolgevano a Milano e abbiamo deciso di andare a visitare quella di Richard Avedon.

La mostra si teneva al Palazzo Reale ed era formata dalle varie fotografie scattate a star famose come: Sophia Loren, Marilyn Monroe, The Beatles, Rudolf Nureyev e tanti altri. Ognuna di queste fotografie racchiudeva in sé una storia o una passione del personaggio ritratto.

Questa retrospettiva era in collaborazione con Vogue, tanto è vero che vi era una sala, secondo me la più magica, dove erano appese delle copertine della rivista e nella quale tutti si fermavano per farsi scattare delle fotografie. Oltre a Vogue, in

Non era solo fotografia, era arte. Quello che ho imparato da Richard Avedon è di non essere mai soddisfatta del primo risultato, e si può sempre perfezionare, si può sempre fare meglio”.

Più delle parole, parlano le fotografie che hanno la capacità di catapultarti in un mondo fatto di sogni e mode mai completamente passate. Questa mostra mi è piaciuta molto e per tutto il percorso mi ha attirata ed è riuscita a trasmettermi diverse emozioni che porterò con me.

Dunque, cosa aspettate? Andate a visitare Richard Avedon, a Palazzo Reale, fino al 29 gennaio!

un’altra stanza, c’era la parte dedicata a Versace, dove in un video la stessa Donatella Versace ringraziava Richard per tutto quello che aveva fatto:

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Nicole Mori, 4^ER

La bellezza del bodybuilding

“L’obiettivo del bodybuilder non deve essere quello di ricercare solamente il massimo carico possibile, senza curare tecnica e sensazioni (EGO -LIFT), e nemmeno quello di ricercare il massimo carico possibile con la tecnica più efficiente possibile, quindi con il minor impatto possibile sui muscoli per poter sollevare di più (POWER-LIFT) ma deve essere il ricercare il massimo carico possibile, con una tecnica corretta e sicura, che mette in difficoltà il più possibile i muscoli target che stiamo allenando (BUILDING-LIFT).”

Per praticare bodybuilding serve una grande passione per i muscoli, tanta disciplina e allenamento. Nel mio caso, ormai, la palestra è diventata parte della mia vita e vi dedico 4 ore al giorno. Ognuno ha giustamente le proprie passioni e non a tutti può interessare e/o piacere il bodybuilding; però, allo stesso tempo, molti si fanno idee sbagliate su questo sport. Per esempio molti pensano, soprattutto le ragazze, che allenarsi con i pesi faccia venire subito un fisico bestiale, ma non è così, bisogna volerlo e allenarsi in un certo modo, e anche così facendo ci vuole tempo per diventare “ grosso”. Una volta iniziato il proprio percorso in palestra è importante capire il proprio obbiettivo, il corpo che si vuole, e lavorare (cioè allenarsi e alimentarsi) in base ad esso. Non serve un personal trainer, si può imparare molto da youtube e google, e amici e/o persone in palestra possono aiutare. Sono i risultati che si vedono allo specchio e gli aumenti dei carichi, anche piccoli, le soddisfazioni di un palestrato; considero un evento, ogni volta che faccio un record personale, come a Capodanno, ben 90kg di squat, che non è tanto, ma vuol dire che sto progredendo e sono soddisfatta di me stessa!

Per chi volesse avvicinarsi a questo sport, consiglio di provare ad andare in palestra e avere pazienza, prima o poi i risultati arriveranno.

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Giornata sulla neve

Venerdì 10 febbraio 2023, dalle ore 6.00 alle ore 18.00, è propostala la giornata sulla neve.

Organizzata dal Gruppo Sportivo Scolastico. L’attività, che prevede la partecipazione volontaria degli studenti e studentesse dell’Istituto Lunardi, coinvolge le discipline di Sci Alpino, Snowboard e Cia- spole. È possibile partecipare SOLO a UNA ATTIVITA prevista.

La giornata prevede la partecipazione obbligatoria a lezioni di almeno 3 ore per disciplina, tenute dai Maestri di Sci e Snowboard della Scuola “Ponte di Legno Ski School”

Il programma della giornata è il seguente:

• Ritrovo ore 6.00 piazzale EuropaBrescia

• Verifica e appello presenti

• Ore 6.15 partenza autobus per Passo del Tonale

• Ritiro materiali e formazione gruppi

• inizio lezioni previste dalle 10.00 alle 13.00

• Pausa pranzo

• Ore 14.00 Ritrovo con accompagnatori gruppi

• Appello e partenza ore 15.30 max

• Arrivo piazzale Europa ore 18.00 circa.

Le adesioni vanni indicate sul modulo che viene consegnato a tutte le classi dopo aver letto attentamente la circolare n. 273, pubblicata sul registro on line.

Sono necessari i dati relativi a: cognome e nome, specialità scelta, livello tecnico, per noleggio (peso, altezza, misura piede, casco cm.).

I moduli vanno compilati a cura dei RAPPRESEN- TANTI DI CLASSE degli STUDENTI e consegnati in Segreteria didattica INDEROGABILMENTE entro le ore 12.00 del 30 gennaio 2023; il numero massimo di partecipanti è fissato in max 140 alunni circa.

La quota massima totale, comprensiva di ski pass giornaliero, autobus, lezioni e noleggio è fissata in un tetto max di 65/78 euro (35€ skipass + indicativamente 12/15 Autobus + 15 scuola Sci-Snow e/o Guida Ciaspole + 12/15 noleggio).

I costi definitivi verranno comunicati non appena possibile. Il pranzo è al sacco o presso i vari rifugi

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“Alexa, fammi i compiti!”

Quando si parla d’Intelligenza Artificiale spesso si pensa subito ai paesaggi futuristici mostrati in film fantascientifici, o a dei robot capaci di comprendere e compiere azioni umane. In realtà, l’utilizzo degli “A.I.” è molto più accessibile di quanto si possa immaginare.

L’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica relativo alla programmazione e progettazione di sistemi che attribuiscono a delle macchine caratteristiche tipicamente umane, come le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. L’Intelligenza Artificiale risale alla data di nascita dei computer, nel 1956. Proprio in quest’anno, si parlò per la prima volta di “Sistema Intelligente” durante un convegno tenuto in America. Durante questa storica conferenza, furono presentati alcuni programmi già capaci di effettuare alcuni ragionamenti logici. La particolarità degli anni Cinquanta -Sessanta, oltre al grande fermento intellettuale, fu il forte ottimismo che sosteneva tutte le varie ricerche e le sperimentazioni. Numerose università e aziende informatiche puntarono alla ricerca e allo sviluppo di nuovi programmi e software sempre più complessi in grado di pensare e agire come esseri umani in determinati campi e settori. La nuova era dell’Intelligenza Artificiale si aprì con il nuovo utilizzo di un algoritmo, già ideato alla fine degli anni Sessanta. Esso permise agli sviluppatori di trovare un ampio spettro d’applicazioni, come ad esempio la creazione di una macchina che vinse un torneo di scacchi contro il campione allora in carica, Garry Kasparo.

Col passare degli anni, una grande varietà di sistemi d’Intelligenza Artificiale si sono affermati nelle nostre vite, a partire da veicoli in grado di guidare senza un conducente al volante, o a un semplice filtro di TikTok che trasforma un viso umano in quello di un cartone animato. La nostra vita si è nettamente semplificata grazie a motori di ricerca e assistenti vocali che rispondono immediatamente ai nostri comandi.

La rivoluzione tecnologica non ha mai fine e proprio poco più di un mese fa OpenAI, fondazione che si occupa di intelligenza artificiale, ha reso disponibile un nuovo modello di chatbot: si tratta di ChatGpt che è capace di comprendere il linguaggio umano e intrattenere conversazioni molto complesse. La Chatbot, dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie, è capace di elaborare testi su tematiche complesse utilizzando un linguaggio naturale e non meccanico o addirittura comporre testi musicali rap. Secondo l'associazione, ciò che

il programma riesce a creare è autentico in quanto non si possono trovare elaborati su gli altri motori di ricerca.

L'annuncio di questo nuovo arrivo nel mondo tecnologico ha scatenato molto stupore e anche noi, con grande curiosità, abbiamo provato ad utilizzare Chatbot facendole creare una poesia.

Più informazioni si forniscono al programma, più dettagliato sarà l'elaborato creato. Nel nostro caso dopo averle dato tutte le indicazioni necessarie, la Chatbot ha provveduto alla creazione di una poesia che, seppur banale, non è possibile trovare identica cercando semplicemente su Google.

Già un milione di utenti hanno deciso di unirsi al programma che è dotato anche di grosse capacità relazionali, per esempio è anche capace di produrre barzellette e battute.

Secondo alcuni professionisti informatici, questo nuovo gioiello sarà forse in grado tra alcuni anni di sorpassare il monopolio che detiene Google da tempo.

Oltre alle funzioni più "semplici", la cosa che ha più sorpreso è la sua capacità di creare proposte di marketing e schemi di decorazione d'interni, attività affidate solitamente all'uomo.

ChatGPT può cambiare tutto.

Le capacità letteralmente sovrumane di ChatGPT potrebbero ridefinire l'economia come la conosciamo noi oggi. Potrebbe arrivare a sostituire molte figure operative nei ruoli più disparati, dalla creatività al giornalismo passando per la costruzione di siti web e il design.

Continuiamo a vedere questa ed altre innovazioni legate all'intelligenza artificiale e alle tecnologie spaziali come una forte spinta positiva che ci permetterà di vivere meglio e in modo più sostenibile nel nostro pianeta, ma, fino a che punto ci spingeremo?

Linda D’Angelo (Classe 4AT)

Lorenzo Piturro (Classe 4AT)

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El teatro: un diferente medio de aprendizaje

El 13 de diciembre de 2022, algunas clases del tercero, cuarto y quinto año asistieron al espectáculo teatral: “La vida es sueño”, obra muy famosa de Pedro Calderón de la Barca. Una sola actriz interpretó a todos los personajes. El espectáculo les gustó mucho a los estudiantes porque ella no sólo actuaba, sino también interactuaba con el público, haciendo preguntas y dándole las informaciones necesarias para comprender la historia. Además, se podía notar que a ella le gusta mucho su trabajo. Lo que puede sorprender es que concibió el espectáculo ella misma pensando en el guión y en las escenas. Por la ausencia de otros actores, ella tenía que identificarse con todos los personajes, cambiando su tono de voz rápidamente y vistiéndose con disfraces diferentes cada vez que un personaje hablaba. Al final del espectáculo, la actriz dio la posibilidad a los alumnos de hacerle preguntas sobre su vida personal, su carrera, sus decisiones el público demostró interés en esta actividad, todos tenían muchas curiosidades y en consecuencia le preguntaron durante casi media hora. Ella parecía estar contenta de esto y por esta razón contestó con pasión a las preguntas.

No es la primera vez que nuestro instituto invita a

la actriz para escenificar obras teatrales adecuadas a diferentes niveles de dominio del español. Por ejemplo, en otras ocasiones ella también escenificó la vida de Frida Kahlo. Por eso, tendremos la posibilidad de volver a verla actuar en nuestro instituto que reconoce desde siempre su talento y su pasión.

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Giulia Massarotto 5^EL
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GRUPPO DI LETTURA

Mercoledì 28 febbraio alle ore 14:30

presso la biblioteca

Incontro con la scrittrice Chiara Moscardelli per la presentazione del libro

“La ragazza che cancellava i ricordi”

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