Onstage Magazine maggio 2012

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Cinema

IL FESTIVAL D’ORO

L’edizione 2012 del Festival di Cannes - dal 16 al 27 maggio - è la sessantacinquesima. Anche quest’anno, nonostante lustrini e paillettes siano sempre più importanti per riversare l’attenzione dei media sull’evento cinematografico, il concorso resta di alto livello. Merito dei film in gara, tra cui Reality del nostro Matteo Garrone. di Antonio Bracco

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con questa edizione il conto arriva a 65. Non è il più lon- Uno ha per attore principale Robert Pattinson, l’altro vanta nel gevo, ma resta e per molto tempo ancora resterà il più cast la presenza di Kristen Stewart. È un caso che i due idoprestigioso. Il Festival di Cannes celebra il cinema raf- li delle masse giovanili, grazie ai film della serie di Twilight, finato, quello dell’élite dei più stimati autori contemporanei, siano entrambi al Festival in film diversi? Certo che non lo è. pochi privilegiati che ancora osano sfidare i film commerciali Ma da buoni nazionalisti gli organizzatori non si fanno scape l’intelligenza del pubblico. Sulla Croisette però lo snobismo pare neanche i monumenti del proprio cinema: Isabelle Hupsi fonde a meraviglia con il divismo. In quei dodici giorni di pert, Michel Piccoli, Jean Louis Trintignant, Juliette Binoche, maggio, Cannes si trasforma in un’acquasantiera di fashion e Mathieu Amalric e Audrey Tautou sono tutti presenti con un glamour di dimensioni tali da oscurare quasi la competizione film in concorso, mentre l’attrice di The Artist Bérénice Bejo è la per la Palma d’Oro, ma per una buona causa e comunque non madrina di questa edizione. a ridosso della cerimonia di premiazione. Nessuna lamentela sul fronte italiano. Un estremamente A far rizzare il flash dei fotograonorato Nanni Moretti, incaricato «Come spettatore conservo fortunatamente di presiedere la giuria, ricorda a se fi quest’anno toccherà a Sharon la stessa curiosità di quando ero più Stone, onnipresente cerimoniera stesso che “come spettatore conserdel galà dell’AmFar, a Angelina vo fortunatamente la stessa curiosità giovane. Per me è un grande privilegio Jolie, che se non accompagna un di quando ero più giovane. Per me è intraprendere questo viaggio nel cinema film accompagna il suo Brad proun grande privilegio intraprendere contemporaneo mondiale» Nanni Moretti tagonista di Killing Them Soflty di questo viaggio nel cinema contempoAndrew Dominik, e alla restaurata Nicole Kidman, assente dai raneo mondiale”. Onori e auguri anche a Matteo Garrone (Gran tempi di Dogville nel 2003, che è nel cast di The Paperboy di Lee Premio della Giuria proprio a Cannes nel 2008 per Gomorra) Daniels. I nomi di respiro internazionale hanno proprio quella regista di Reality, selezionato anch’esso per la sezione compestrategica importanza di tenere a fuoco il concorso in mezzo titiva. Inoltre i nuovi lavori dei maestri, ognuno a suo modo, alla bolgia di eventi, sottoeventi, sezioni collaterali, mercato, Dario Argento e Bernardo Bertolucci, rispettivamente Dracula party esclusivi, celebrità non ufficialmente invitate in cerca 3D e Io e te, vengono presentati fuori concorso. E ancora, il cadi visibilità. Oltre ai due film citati, concorrono per la Palma polavoro di Sergio Leone C’era una volta in America è presentato d’Oro Cosmopolis di David Cronenberg e On the Road di Walter in una versione redux della durata totale di 269 minuti, come è Salles. Il primo è tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo, sempre stato nelle intenzioni del regista prima che i distributoil secondo dall’arcinoto viaggio esistenziale di Jack Kerouac. ri nel 1984 gli imponessero consistenti tagli.

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London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico

Rock is dead

(Oliviero Toscani Rules)

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uidare una Thunderbird da Los Angeles a Palm Springs è una libidine. Non ho mai capito perché queste auto sono belle solo sotto la luce della California. Ti fanno sentire come Elvis, o Sinatra, in Europa al massimo puoi aspirare a Bobby Solo, o Little Tony. Misteri della luce, appunto. Sgommando nel deserto arrivo a Indio, per i tre giorni di Coachella. È (forse) l’unico festival che riesco a sopportare. Ho sempre pensato che i festival siano lager del divertimento, marketizzazione bocconiana di una delle poche cose sincere che ci hanno lasciato gli anni 60: gli hippy. Coachella è onesto, anche se non mancano le celebrità di turno e c’e’ un senso di totale disorganizzazione. Il suono dei tendoni si sovrappone a quello dei palchi: vince chi spara più watt. Libido della cacofonia! Mentre guardo quello che dovrebbe essere il gruppo più cool degli USA, i Black Keys, in mezzo alle celebrities nel backstage - tutti vestiti cool vengo assalito da un’orda di suono dalla tenda accanto. Un po’ come se una cavalleria d’assalto tartara aggredisse le mie orecchie. Seguo le galline californiane in bikini (fa freddo, ma sai come è...) che si dirigono nel tendone dove Madeon, un ragazzo parigino di neanche 18 anni, sta sparando un dj set allucinante, ad un wattaggio di dimensione apocalittiche. Chicks and guys che se ne fregano di me, dei loro genitori, dei vippettini e dei loro pass del cazzo. This is reality, man! Ero su Madeon circa due anni fa. Il manager me lo presentò e rimasi fulminato, ma quando lo proposi ad una etichetta, mi guardarono come se fossi un ufo (guidano Audi, dopotutto, che ti aspetti). Ora, I Black Keys e i Radiohead sono ok. In verità non sono male, ed è questo il problema! “Non sono male”, mentre Madeon è eccellente! E in questo gioco, come per le auto, funziona solo l’eccellenza. Mi vengono in mente le parole di Oliviero Toscani, un genio, nella prefazione del libro di Raffo Ferraro, On The Rocks: «Per noi la musica che aveva più di 6 mesi era vecchia. E figuriamoci se potevamo ascoltare quella di chi aveva trent’anni più di noi. Quando io avevo l’età di Raffo, detestavo tutto ciò che apparteneva alle generazioni precedenti. Oggi non è così». Hendrix, Morrison, gli Stones, Lou Reed, Dylan, Neil Young, Janis Joplin, il sesso, la droga, il rock’n’roll: tutto cotto e stracotto. Andato. Finito. La nostalgia è inutile e deleteria. Non fidarti di nessuno al di sopra dei 30 anni, dicevamo noi. Ogni generazione deve inventare qualcosa di nuovo. Bisogna essere dei PAZZI a invitare oggi i “cantanti” e le loro fottute chitarre in un festival in mezzo al deserto californiano che dovrebbe offrire il meglio. Pazienza, con la Thunderbird aperta torno a Palm Springs, nella notte stellata. I musicisti, le chitarre, oggi? Roba da democrazia, roba da Repubblica! Oliviero Toscani for president!

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