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Oltre ai lavoratori

Quando menzioniamo il termine «Risorse Umane» non significa parlare solo di lavoratori, ma di tutte quelle persone che, a titolo diversificato, partecipano attivamente alla conduzione dei Servizi. Senza il loro contributo la gestione risulterebbe molto più complessa, onerosa e soprattutto impoverita di quelli aspetti relazionali e di socialità che vogliamo preservare.

I SOCI VOLONTARI

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All’interno dello «Stradello» il Socio Volontario, ha la possibilità di esprimere il suo contributo nella gestione delle attività in diversificate modalità: sempre attraverso un coinvolgimento diretto sul campo ma attraverso forme diversificate a seconda del servizio in cui è accolto. Alcuni Soci affiancano gli operatori nelle attività dei Servizi Socio Riabilitativi, altri si occupano di supportare la gestione delle manutenzioni del verde o dei Centri di raccolta; altri ancora partecipano ai soggiorni estivi ed invernali dei Centri diurni e residenziali oppure offrono le loro competenze in sede amministrativa o si rendono disponibili in particolari momenti dell’anno ove è richiesto uno sforzo maggiore per gestire situazioni specifiche. Dal mese di febbraio del 2020 il coinvolgimento dei volontari è stato obbligatoriamente sospeso per molti mesi. Una piccola parte dei volontari ha garantito sporadiche giornate di presenza, solo nelle situazioni in cui è stato possibile garantire un adeguato livello di sicurezza.

giornate di volontariato

800 700 600 500 578 793

400 300

200 100 0 313

73

2017 2018 2019 2020

LA TESTIMONIANZA DI FULVIO TORREGGIANI

«ESSERE SOCIO VOLONTARIO»

Sollecitato a scrivere una riflessione sul tema “Volontariato in Stradello”, il pensiero mi riporta agli albori della Cooperativa stessa quando, volendone battezzare le origini, venne coniata la definizione “Volontariato che si è fatto Impresa”. In questa definizione tutto si compendia: valori, obiettivi, passione, opportunità e rischi che un’impresa, tanto più se “Impresa Sociale”, avrebbe consapevolmente incontrato nel suo cammino. Già al quinto anno di vita (era il 1989), in un documento che a quei tempi poteva ritenersi un primo tentativo di “Bilancio sociale” si legge: “La Cooperativa, sorta come espressione di un impegno volontario, diventa sempre più punto di riferimento per singoli e gruppi che nel volontariato intendono realizzare i valori della solidarietà”. E davvero tanti sono gli esempi concreti a renderne testimonianza: la disponibilità di molti (anche non soci) a collaborare nelle varie iniziative che la cooperativa svolgeva sul territorio (fossero i banchetti in piazza o gli stand in Fiera); l’attività portata avanti dal circolo L’Aquilone (appositamente costituito per sostenere economicamente i primi investimenti sul podere); l’apporto dei numerosi obiettori di coscienza (successivamente ridefiniti nel Servizio Civile Volontario) che sceglievano di venire allo Stradello e, alcuni dei quali, diventandone poi soci-lavoratori come scelta di vita. Ma nel corso dei decenni molte cose sono cambiate, dettate anche da nuove normative cui la Cooperativa si è sempre prontamente adeguata (talvolta, anzi, precorrendone i tempi e facendo addirittura ricorso al TAR, come accadde nel 1993, per rivendicare il diritto a svolgere la cosiddetta “attività plurima”, solo più tardi finalmente riconosciuta e tuttora vigente). Anche in riferimento alla figura del “socio volontario” si è assistito ad una evoluzione legislativa che ha stimolato le Cooperative Sociali (prima della legge 381/91 si chiamavano “Cooperative di solidarietà”) a caratterizzarsi come vere e proprie “imprese” all’interno delle quali l’apporto economico del volontariato può essere solo “complementare”, ovviamente. Questa visione imprenditoriale è stata chiara fin dall’inizio nel vissuto dello Stradello (ce lo ricordava spesso il mai dimenticato Ivan Basenghi); al tempo stesso, però, la presenza dei volontari ha rappresentato sempre un “valore aggiunto” tanto indispensabile quanto gratificante; ce ne stiamo rendendo conto in questo tempo di pandemia che ci sta privando tutti di questa ricchezza, sia che si tratti del contatto con i ragazzi e gli operatori nelle attività dei laboratori o nelle uscite con loro in passeggiata, sia dell’incontrarci a condividere i lavori periodici nella vigna. Tutto questo ci manca e speriamo di poter presto ricominciare. Mi piace chiudere questa breve riflessione rievocando l’immagine (cara all’attuale Presidente Giannattasio) che simboleggia lo Stradello come un albero ben attecchito e con la fronda prosperosa che ogni anno cresce e abbisogna pure di qualche manutenzione per rinvigorire, semmai provvedendo a rimuovere qualche ramo improduttivo; un albero, tuttavia, che deve la sua robustezza a immutate radici profonde, una delle quali è, e dovrà rimanere, il volontariato.

e al di fuori de Lo Stradello?

Il principio che ci spinge a mantenere attivo il coinvolgimento dei volontari, è lo stesso che ci sollecita a cogliere le varie opportunità di interazione con le persone «esterne» alla Cooperativa. La nostra attenzione sta quindi nel ricercare e valutare esperienze idonee che, inserite nel nostro contesto, possono rappresentare un opportunità di incontro, ma anche di supporto, per i lavoratori e gli ospiti che accogliamo. Nonostante l'anno di pandemia passato la Cooperativa ha fatto il possibile per coniugare la sicurezza con il diritto all'accoglienza. Dunque, a momenti alterni, siamo come riusciti ad ospitare 6 studenti in tirocinio con diverse funzioni operative e di concetto, per un totale di 720 ore erogate, incrementando di uno il numero di esperienze rispetto al 2019 corrispondenti a 200 ore in più. In alcuni casi, le esperienze di tirocinio sono state molto preziose e si sono trasformate in assunzioni all’interno dei Servizi alla persona. Anche nel campo dell'accoglienza legale, siamo comunque riusciti a far svolgere 7 percorsi di esecuzione penale esterna, per un totale di oltre 900

ore di servizio. Continua in quest'ambito - dopo lo stop pandemico - la costruzione di un tavolo istituzionale di dialogo per la realizzazione di un servizio integrato di accoglienza sul territorio che metta a sistema la professionalità acquisita dalla Cooperativa nel campo della giustizia riparativa, in sinergia con altri attori locali, aprendoci così ad un nuovo mercato di attività sociale e lavorativa. Purtroppo, la pandemia ha interrotto temporaneamente la possibilità di collaborazione storica con l’Associazione «Per di Qua» sul progetto «mi fido di te» del volontariato all’interno della scuola d’obbligo. Con l’apertura del nuovo anno scolastico speriamo di poter riattivare questa preziosa collaborazione che ha sempre contribuito a diffondere l’operato della nostra cooperativa tra i giovani e che talvolta ci ha permesso di accogliere qualche studente all’interno delle nostre attività.

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