QdR / Didattica e letteratura 02

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PICCOLA ECOLOGIA RACCONTARE LA SCUOLA DEGLI STUDI LETTERARI

Ora siamo ventinove. Tre bambine e ventisei ragazzi. Soltanto nove hanno la famiglia nella parrocchia di Barbiana. Altri cinque vivono ospiti di famiglie di qui perché le loro case sono troppe lontane. Gli altri quindici sono di altre parrocchie e tornano a casa ogni giorno: che a piedi, chi in bicicletta, chi in motorino. Qualcuno viene molto di lontano per esempio Luciano cammina nel bosco quasi due ore per venire e altrettanto per tornare. I più piccoli fanno la prima media. Poi c’è la seconda e una terza industriali. Quelli che hanno finito le industriali studiano altre lingue straniere e disegno meccanico. Le lingue sono: il francese, l’inglese, lo spagnolo, il tedesco. […] Abbiamo ventitré maestri! Perché, esclusi i sette più piccoli, tutti gli altri insegnano a quelli che sono minori di loro. Il priore insegna ai più grandi. Per prendere i diplomi andiamo a fare gli esami come privatisti nelle scuole di stato.12

La prima volta che Don Lorenzo accenna alla stesura della Lettera è il 14 luglio del 1966, scrivendo ad alcuni suoi ragazzi che si trovavano all’estero durante l’estate, per perfezionarsi nella lingua studiata. Quando i ragazzi erano lontani infatti dovevano scrivere tutti i giorni a Barbiana per raccontare le loro esperienze e tutti i giorni don Lorenzo rispondeva dando consigli, incoraggiando, e informando sulla vita della comunità che da questa corrispondenza ci appare molto vivace. La Lettera, frutto di una stesura collettiva, nasce come atto di vendetta nei confronti di una professoressa, assurta a simbolo della scuola classista, che aveva respinto due alunni (il Biondo e l’Enrico) agli esami del primo anno delle magistrali, ma inevitabilmente diventa un atto di accusa contro l’intero sistema scolastico. Per la scuola di Barbiana quelle bocciature, che si ripeterono anche l’anno successivo, furono un duro colpo, perché in dieci anni di vita i ragazzi della scuola avevano superato brillantemente gli esami da privatisti delle medie. A Barbiana, infatti, i ragazzi erano giovani dagli 11 ai 25 anni e il priore si occupava in particolare dell’insegnamento dei più grandi. In una missiva indirizzata a un docente di Istituto Magistrale, don Milani aveva lamentato le difficoltà incontrate dai suoi studenti decisi a fare gli insegnanti, le umiliazioni subite per l’impreparazione sul Latino e la cultura classica. Quelli, tra i miei ragazzi, che vorrebbero dedicare la vita all’insegnamento cozzano contro il muro delle magistrali ricevendo solo umiliazioni come ragazzini, mentre da anni vivono come adulti e adulti severi. Il modo di scrivere che gli ho insegnato io là è considerato scarno e poi col tipo di temi che ricevono non sono capaci di scrivere perché considerano

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12. Lettera dei ragazzi di Barbiana ai ragazzi di Piadena (1.11.1963), in Lettere di don Lorenzo cit., pp. 192-193.


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