m Mauro Giacca, foto
scattata per un servizio delle Assicurazioni Generali, presso l’ICGEB di Trieste.
che ti fanno chiudere soddisfatto la giornata», e di altri molto grandi, che attirano l’attenzione dell’intero mondo scientifico. È ciò che è successo, per esempio, con la sua ultima ricerca che è valsa a Giacca e collaboratori la pubblicazione su “Nature”, con tanto di editoriale di accompagnamento, e ha suscitato il massimo interesse dei media e degli addetti ai lavori: «C’è stato un bel clamore, in effetti. Continuo a ricevere inviti da tutte le parti» riconosce. Nella ricerca, effettuata in collaborazione con il
TRA RICERCA E FORMAZIONE L’ICGEB (International Centre for Genetic Engeneering and Biotechnology) è un’organizzazione internazionale, intergovernativa e senza fini di lucro che nasce come progetto dell’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale) e conta oggi più di 60 Paesi membri. Il mandato è quello “di offrire un Centro di eccellenza per la ricerca e la formazione nei campi dell’ingegneria genetica e della biotecnologia, con particolare attenzione alle necessità dei Paesi in via di sviluppo”. Oltre alla ricerca ad alto livello, l’ICGEB è attivo promotore tra i paesi membri di attività di scambio, cooperazione scientifica, assistenza ed educazione, aiutando così i paesi in via di sviluppo ad acquisire un forte know-how nel settore delle biotecnologie. Partito nel 1987, dal 1994 il Centro di Trieste opera all’interno di AREA Science Park, Parco scientifico e tecnologico situato sul Carso triestino. Nel 1996 è stata inaugurata la seconda sede, a New Delhi, nel 2007 ha aperto i battenti quella di Città del Capo. Presso le tre sedi dell’ICGEB lavorano oggi quasi 500 persone provenienti da più di 30 paesi diversi.
Centro cardiovascolare dell’Azienda Ospedaliera di Trieste, i ricercatori hanno raggiunto un inedito traguardo: riuscire a innescare il processo di riparazione di un cuore la cui attività sia compromessa, per esempio a causa di un infarto, grazie all’iniezione di specifici frammenti genetici chiamati microRNA. Frammenti che si sono dimostrati capaci di far moltiplicare le cellule del cuore deputate alla contrazione, i cardiomiociti, e di aumentare così in modo significativo la funzionalità dell’organo.
Un cuore malato può ripararsi, Cuore rigenerato dopo l’infarto sono alcuni dei titoli con i quali i giornali hanno presentato lo studio. Professor Giacca, è stata dunque una ricerca così rivoluzionaria? Diciamo che è una prima assoluta, siamo stati i primi a tentare questo approccio e, in questo senso, abbiamo senz’altro segnato una strada. L’originalità del nostro studio nasce da una constatazione. I farmaci per il trattamento dello scompenso cardiaco oggi a
m Cardiomiociti
neonatali di ratto trattati con uno dei microRNA in grado di stimolare la replicazione cellulare. In verde: apparato contrattile della cellula; in blu: nuclei; in magenta: nuclei durante la duplicazione del DNA. È evidente il grande numero di cardiomiociti che, sotto lo stimolo del microRNA, sono in fase di attiva replicazione.
CORTESIA MAURO GIACCA/ICGEB
APRILE 2013 5