VAL 17/2018

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VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE

Ranica

Chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri La chiesa ospita due importanti lavori moroniani: il polittico con il Battesimo di Cristo (a destra) e il Crocifisso con la Vergine e Santi. Il polittico è collocato alla fine degli anni ’60. Al centro la scena principale rappresenta il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano mentre la colomba della Spirito Santo appare in cielo e irradia la sua luce fino al capo di Cristo. Ai lati sulla destra un giovanissimo San Giovanni Evangelista, mentre sulla sinistra un assorto S. Giacomo sembra avere lo sguardo perso nel vuoto. In alto due tele più piccole rappresentano l’Annunciazione. Il polittico di Ranica è uno dei migliori esempi del Moroni ritrattista all’interno della pittura religiosa: l’intensità e la penetrazione psicologica si concetrano nel giovane Giovanni Evangelista che sembra aver interrotto momentaneamente la lettura del testo sacro per rivolgere lo sguardo all’osservatore al fine di richiamarne l’attenzione. L’intensità e la profondità psicologica di questo personaggio è tale da poterla tranquillamente paragonare a uno dei ritratti dell’artista.

Battista Moroni a causa della scarsità di fonti biografiche pervenute sino ad oggi, così come della realtà storica e sociale del suo paese di nascita, quasi completamente ignorata dai contemporanei. Nasce ad Albino tra il 1520 e il 1524, da una famiglia di imprenditori. Il padre Francesco possiede un’impresa edile. Giovan Battista, anziché seguire le orme del padre, decide di orientarsi verso la pittura, optando per una formazione d’avanguardia. Verso il

1542-44, durante il soggiorno bresciano, il padre lo affida alla bottega di Alessadro Bonvicino, detto il Moretto, uno dei più celebri maestri dell’epoca. La carriera artistica di Moroni registra una svolta quando viene chiamato a Trento, in concomitanza con la prima sessione del Concilio (15451548). Le ragioni della convocazione sono sconosciute, probabilmente l’invito arriva al maestro Moretto il quale, troppo anziano per potersi spostare,

manda il suo allievo migliore. All’epoca la città si prepara ad ospitare le personalità di spicco del mondo cattolico provenienti da tutta Europa; per Moroni questo costituisce un’importante opportunità per entrare in contatto con le correnti artistiche dell’area alpina in sintonia con il suo gusto ritrattistico, ma anche con diplomatici, letterati e collaboratori al servizio dei personaggi più influenti della politica trentina e del potente principe-vescovo Madruzzo. In questa

Pradalunga Chiesa dei Santi Cristoforo e Vincenzo

Villa di Serio Sacrestia della Parrocchiale

Stendardo processionale, il recto è dedicato alla rappresentazione dell’ostia e del calice. Nel paesaggio sottostante incombe la Cornagera. Il verso, è dedicato a San Cristoforo che aiuta Gesù bambino a guadare il fiume.

Stendardo rappresentate Cristo Risorto. L’opera è autografa come dimostrato dalla dicitura «IO.BAPTISTA | MORONUS». Sul verso si colloca S.Stefano orante, avvolto in una preziosa dalmatica rossa.


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