LIBERTA' - Speciale 120 anni

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120 anni su libertà

Libertà è

1992:arrestato Chiesa La mafia uccide Inizia “Mani pulite” Falcone e Borsellino Il 17 febbraio 1992, Mario Chiesa, presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio di Milano, viene arrestato per una modesta mazzetta . E il sassolino che scatena la valanga: Il sostituto procuratore di Milano, Antonio Di Pietro, apre l inchiesta Mani Pulite . Per mesi si susseguono avvisi di garanzia e arresti di imprenditori e politici. Sotto accusa il sistema del Caf, patto tra Craxi, Andreotti e Forlani. Cossiga lascia il Quirinale con due mesi di anticipo. Al suo posto, Scalfaro.

Un’idea si può sostituire con un’altra, solo quella della libertà no.

Il 23 maggio 1992 mille chili di tritolo squassano l autostrada Punta Raisi-Palermo. Sono le 17.58. La mafia colpisce lo Stato e uno dei suoi più alti servitori: Giovanni Falcone. Con lui, muoiono la compagna Francesca e tre poliziotti della sua scorta. Il 20 luglio dello stesso anno, salta in aria la vettura del giudice Paolo Borsellino, cui erano affidate le indagini sul delitto dell amico magistrato.

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LUDWIG BORNE (scrittore tedesco, 1786-1837).

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.LA RIFLESSIONE.

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.ARTIFICI.

.TRAPPOLE.

Sempre vicina al cuore e al pensiero della provincia L età senza tempo di GIAMPIO BRACCHI della bella signora

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l 27 gennaio è anche il mio tenere "Libertà" vicino al cuore e compleanno, e mi sento rinal pensiero della provincia, inforgiovanire pensando che non ho mando puntualmente e stimolanneppure la metà degli anni di "Lido la curiosità, ma evitando di bertà": se il giornale porta così sbilanciarsi su posizioni contrabene i suoi 12 decenni, anch io state in politica ed economia, di In un contesto forse posso sperare . offendere convinzioni, di urtare I miei anni passati, come quelglobale il giornale suscettibilità. li di quasi tutti i piacentini, sono vero che il mondo attorcittadino è più che noE apur stati scanditi dalle pagine di "Linoi è cambiato, Piacenza è bertà". Da quando, bambino, vi divenuto un contesto sempre più mai un collante cercavo le notizie sportive, a permeato e orientato da ciò che per l’intera quando, ormai adulto, completasuccede altrove, le abitudini e i vo le notizie di attualità ed ecocomportamenti riflettono ciò che comunità nomia con la cronaca cittadina, una comunicazione senza più ad oggi quando, non più stabilfrontiere propone, l economia è mente a Piacenza, scorrendo le pagine del giorna- una rete di scambi a livello internazionale, i nostri le ravvivo il legame con i fatti, la mentalità e la cul- risparmi sono scritture su computer il cui valore otura della mia città. scilla con la finanza mondiale: Ma in questo conteConfesso di non essere, a differenza di mia ma- sto globalizzato il giornale cittadino costituisce andre, ancora molto interessato a studiare con trop- cor più di prima il collante che consente di tenere pa attenzione le pagine dei necrologi, ma per que- insieme i nostri valori, le nostre tradizioni migliori, sto c è sempre tempo. Certamente, però, la cura la nostra comunità. Credo che la sfida del nuovo deche i piacentini hanno nel volersi vedere ricordati cennio di "Libertà", che si apre ora, sia proprio quelper un ultima volta su "Libertà", magari anche con la di conservare e consolidare il tessuto connettivo una bella fotografia, è una delle migliori dimostra- della comunità piacentina, sia vicina che lontana, zioni di un attaccamento e quasi di un identifica- ovunque essa sia raggiunta dal giornale. E nel conzione con il giornale, che conoscono pochi esempi tempo di contribuire ad aprire i confini della procomparabili in altre città. Ho sempre avuto per gli vincia verso un economia e una società mobili, ineditori del giornale una sincera ammirazione per il terconnesse ed innovative, perché il giornale sarà modo in cui per oltre un secolo sono riusciti a man- forte se anche il suo territorio sarà forte.

27 gennaio 2103: 220, ma non li dimostra

di ARMODIO

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i potrebbe dire che Libertà è vecchia come il cucco, l età sarebbe dalla nostra parte per darci ragione, ma una volta tanto il dato non è scontato. Se il giornale è invecchiato, vuol dire che lo sono anch io con lui, ed io non mi sento tale. Dico lui , ma preceduto da un articolo femminile che lo illeggiadrisce mutandolo in LA Libertà, ecco che l età, come d obbligo per le belle signore non si può menzionare mai, per nessun motivo. Dunque facciamo finta di niente, Lui o Lei, come preferite, non è vecchio, ergo neanche io lo sono e anzi è nuovo tutte le mattine come fosse il primo giorno, quando decise di cambiare sesso e diventare La Libertà e maliziosamente impedire a chiunque di darle un età. Il trucco a me non riesce ma pazienza, tutte le mattine, da anni, la giovin signora mi fa compagnia e ben sapendo che si presta alla stessa funzione anche con tanti altri, mi fa un poco ingelosire, perciò sono tra i primi a correre all edicola di buon mattino nell illusione di cogliere subito e tutto il meglio che mi può dare ed avere cosi, solo per me, il piacere di godermi le notizie fresche di stampa. Se un giorno mi mancasse La Libertà , mi sentirei in prigione. O viceversa, fate voi.

di VITTORIO CURTONI

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7 gennaio 2103. Piripacstraeuropeo-sisamaitaliano), chio. Sono morto o sono perché è gennaio, poco dopo vivo? Di preciso, non saNatale, e ci sentiamo ancora prei. Mi sembra di esserci, ma tutti buoni. Prima di scatenasai, a volte le impressioni dei re la prossima guerra contro i sensi ti possono fregare. Cocattivacci in agguato nel coEstraggo dalla munque, di certo "Libertà" smo. compie 220 anni. Un giornale Decollo. Parto in volo antigì tasca Libertà, antico. Per gli anni che ha. verso Calendasco, dove ho la e l’omeogiornale Non per come strilla dalle emansarda che mi serve da studicole, con la forza di polmodio. Passo sopra l Angilon dal sussurra e spara ni di un neonato, da buon oDom orbitale, sotto i due Cale notizie meoquotidiano che è: COMvalli in orbita geostazionaria PRAMI, COSTO SOLO NOVEbassa; sfioro l altissima torre tridimensionali CENTO EURI SVALUTATI. E CHE dell ospedale spaziale. Wow! CAVOLO, NEMMENO IL CAFFE Tanta gente si è abituata, ma TI CI PUOI PAGARE! MA SEI SCEMO O CI FAI? per me è sempre un emozione nuova. SGANCIA! Il richiamo è troppo. Anche perché E intanto, l ultimo numero di "Libertà" che ho ormai tutti i quotidiani italiani sparano flussi estratto dalla tasca, suadente e ruffiano come olfattivi da far girare la testa, e da "Libertà" solo gli omeogiornali sanno essere, mi sussurra escono effluvi di salame cotto da stordire o- con la voce rauca di una pornostar: "Vuoi vegni piacentino purosangue... dere i programmi delle multisale olo di città e Vinto il naso, hai vinto tutto, come disse Cy- provincia? Vuoi che ti legga l oroscopo? Ti va di rano. Compero. Il robedicolante ingoia la ban- sapere cosa hanno combinato alla cascina Butconota da mille euri e mi sputa il resto. Ades- tazzi di Vigolzone? Ehi, ma te l hanno detto che..." E le immagini tridì a colori scorrono sul so il difficile è fare stare zitto il giornale. Un solo foglio, sottilissimo, che ripiego e in- foglio, mi passano sotto il naso mentre volo tra filo nella tasca del giubbotto antigravità, sot- i fiocchi sintetici di neve, si fondono e si riforto la neve artificiale che scende lemme dal cie- mano sgargianti, sempre diverse, sempre nuolo (ah, com è gentile questa nuova ammini- ve. Capace di tenerti compagnia come un ostrazione di centrodestragalattico-centrosini- meogiornale non c è nessuno.

Ultimo atto,ora“canta”la rotativa LA PRIMA PAGINA È IN ROTATIVA e viene aggiunta a tutte le altre, già montate sulla macchina. La pellicola della pagina, con un procedimento fotografico, viene sovrimpressa su una lastra speciale e poi è questa ad essere montata sulla rotativa. ORE

24.30

A sinistra, una delle bobine della carta pronta per essere montata sulla rotativa, sopra la pagina fotografata e a destra la lastra della pagina montata in macchina

IN CONDIZIONI NORMALI, con la chiusura delle pagine in redazione all orario regolare, inizia la stampa vera e propria. Ultimi controlli e regolazioni sulla rotativa, una falsa partenza, un rumore sordo e sferragliante che saltella, cresce, ingigantisce e alla fine diventa un urlo ed ecco la rotativa ormai lanciata. Le prime copie tirate, qualche centinaio, servono come prova per regolare la macchina stessa e vengono quindi scartate. Poi inizia la stampa delle copie destinate alla spedizione a Milano e fuori provincia e per gli abbonati. ORE

24.45

LA ROTATIVA ORMAI SFORNA COPIE a grande velocità, che escono sui nastri e passano poi nella legatrice per essere confezionate nei pacchi per la spedizione: ogni pacco è composto da un centinaio di copie, viene incellofanato e viene applicata una fascetta con la destinazione, cioè l edicola per la città e l edicola e il paese per la provincia.

A sinistra la squadra dei rotativisti al completo, sopra le copie appena stampate pronte per la spedizione e la “grande protagonista”, la rotativa in funzione. In alto a destra l’impacchettamento delle copie e sotto l’atto finale: l’edicola ed il giornale in mano ad una giovane lettrice

ORE

1.00

LE PRIME SPEDIZIONI sono già state effettuate, la rotativa non si fermerà più fino alla fine della tiratura globale e i pacchi delle copie vengono caricati sui furgoncini, una quindicina, che partendo in direzioni diverse le porteranno con un lungo giro a destinazione in tutte le edicole. Fondamentale è il lavoro dell ufficio diffusione, perchè è sulla base delle loro valutazioni che è già stato deciso come suddividere le copie in distribuzione. Ogni giorno l ufficio diffusione, sulla base delle informazioni raccolte, stabilisce la strategia di distribuzione, oltre a curare direttamente il rapporto con tutte le edicole. ORE

2.00

E L ALBA E LA LUNGA NOTTE DEI ROTATIVISTI si è conclusa, il giornale è già diretto alle edicole e loro si occupano della pulizia e della manutenzione della rotativa in vista della sera successiva, quando l avventura ricomincerà. ORE

4-5.00

.LE FIRME DI LIBERTÀ .

«Quando scontenti tutti Sempre avanti, ragazzi hai fatto il tuo dovere» ma senza mai esagerare

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di PATRIZIA SOFFIENTINI

l mio primo giorno a Libertà ? Ad essere franca non me lo ricordo. Forse questa smemoratezza dipende dal fatto che di primi giorni ne ho vissuti tanti nel quotidiano storico di Piacenza, del quale desideravo ardentemente far parte. Fra contratti di sostituzione estiva o di maternità, per anni i miei transiti al giornale avvennero all insegna del provvisorio. Sapevo che sarebbero finiti, ma speravo di no: lavorare a questo foglio antico ed autorevole era un sogno di sempre. L emozione di un inizio è invece legata alla prima volta che presi servizio per Libertà in Consiglio comunale, a metà Anni 90, come cronista dei lavori amministrativi. Cosa che feci con una sorta di istintiva riluttanza mescolata ad orgoglio, come quando si affronta la maturità. In Consiglio, al tavolo della stampa, c era una poltroncina, la prima a sinistra, riservata storicamente ai notisti del quotidiano. Un simbolo, più che un mobile. Comoda alla seduta, scomodissima per tante altre ragioni. Quel giorno sentivo che mi serviva una bussola. E mi vennero in aiuto, allora, le parole di un mio passato direttore, il montanelliano Luciano Gulli. Farai bene il mestiere, diceva, quando nessuno sarà contento dei tuoi pezzi, né da una parte né dall altra, allora vorrà dire che sei nel giusto, che avrai servito il lettore, non qualcun altro. Ne feci tesoro e tutto filò liscio, si fa per dire.

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di PAOLO TERZAGO

onservo pochi ricordi dei miei primi giorni in Libertà: era la fine del 1996 ed ero stato chiamato, da Torino, per rifare la grafica, partecipare al lavoro di "macchina" e contribuire all installazione del nuovo sistema editoriale. Di quel periodo ho una nebulosa percezione di orari pesanti, stemperati dal grande entusiasmo e dalla professionalità di un valido gruppo di lavoro. Ho un ricordo vivido, invece, del mio primo contatto con Libertà. Avvenne a mille chilometri da Piacenza, ad Amsterdam, durante una fiera dedicata alle tecnologie per l editoria. Si era nei primi anni 90: nel corso di una cena conobbi uno scoppiettante gentiluomo che parlava di giornali con l entusiasmo e le "visioni" di un ventenne. Il quotidiano che aveva in mente era un assaggio di futuro: moderno nel linguaggio, essenziale, agile, con una grafica innovativa. Il mio pirotecnico interlocutore, direttore-editore del quotidiano di Piacenza, mi disse che stava lavorando a grandi progetti. Tornato a Torino cercai una copia di Libertà e rimasi sconcertato di fronte a un giornale molto tradizionale, che era l esatto contrario di quanto illustratomi, a voce, da Ernesto Prati. Così, tutte le volte che devo mettere le mani su Libertà, mi viene in mente un vecchio adagio torinese che non ha bisogno di traduzioni: "Anduma avant, ragass, ma esageruma nen..."

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Un mondo on line tutto da inventare

Il mio esordio al sapore di fragola

di MARCO MOLINARI

di MARIA VITTORIA GAZZOLA

l mio primo giorno in Libertà è stato, in realtà, fuori sede. I tempi per partire con Libertà On Line erano maturi e le prime disposizioni ricevute erano di recarmi ad incontrare una persona, che era stata preventivamente informata che da quel momento in poi il referente sarei stato io. Era domenica e l appuntamento era fissato alle dieci in un hotel di Milano. Avremmo incontrato Grauso per proseguire quella bozza di accordi che poi non prese mai forma, avendo preferito costituire un nostro network assieme ad editori di Bergamo Brescia e Lodi. Comunque l incontro ci fu e devo dire che fu emozionante ed istruttivo, sia perché ebbi modo di ascoltare di persona le visioni di Grauso sull editoria on line, sia per come trattative, tecniche ed organizzative, di questo livello venivano condotte. Eravamo in una piccola sala, in sei persone. Ricordo di aver detto poche parole, di aver fatto la faccia più intelligente che mi riusciva, di aver allentato la tensione quando l incontro finì. La convinzione comune ormai era quella di non aggregarci al carro faraonico ma di rimboccarci le maniche e fare tutto da soli. Un mondo tutto da inventare ci aspettava.

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successo tanti anni fa, i ricordi sono annebbiati. All inizio non sapevo che sarebbe diventato il mio futuro, avevo una certa idea e mentre frequentavo l università mi si era offerta l occasione di fare esperienza lavorativa in "quel di via Benedettine". I primi tempo ero sulle difensive, ero giovanissima e donna, praticamente due penalità. Subivo il fascino dell ambiente ma, ahimè, totalmente maschile perciò mi muovevo con circospezione e pretendevo credibilità. Sensazioni che provavo ad ogni servizio, giornalistico o fotografico, già perché avevo un ruolo ibrido, in entrambi i casi spesso notavo degli sguardi di sufficienza, insomma ogni incarico era come il più importante esame della vita. Un giorno, già frequentavo l ambiente da qualche mese, Marcello Prati mi incaricò di andare da certi suoi conoscenti, agricoltori, per un servizio sulla coltivazione delle fragole, gli domandai quanto avrei dovuto fare, mi rispose "lei faccia". Raggiunsi l azienda nella zona di San Bonico in bicicletta, non avevo ancora la patente, nella borsa a tracolla avevo macchina fotografica, la mitica Nikon F1 ed il bloc notes. Ebbi la soddisfazione di vedere pubblicato il pezzo integralmente e mi emozionai leggere la mia firma. Fu il battesimo.


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