Le Vite dei Cesenati - Volume 5 (parte prima)

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Pietro Gentili

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scontro nei libretti, a parte l’esecuzione milanese del 1837. Sono state tuttavia inserite nel percorso della sua carriera artistica. Nel maggio del 1835 è in quel di Piacenza ad interpretare La Sonnambula e la Norma. Zarletti riferisce che nella serata a beneficio del tenore cantò, dall’Otello rossiniano, la romanza d’Isaura con Elisa Faccani che aggiunse valore all’esecuzione. Dopo un passaggio ad Ancona, giunse in patria nell’estate 1836 per mostrare, con due opere belliniane, i propri talenti ai concittadini cesenati. Lo si vide quale Elvino ne La Sonnambula, a partire da martedì 9 agosto, e nei panni di Gualtiero ne Il Pirata a partire dal 1° settembre22. Artefice di quella stagione estiva fu il suo maestro Antonio Bagioli assieme a Domenico Carli e Carlo Teodorani, i quali assunsero l’impresa a loro carico con un contributo di 600 scudi da parte dell’amministrazione pubblica. Non v’erano molti mezzi per sostenere una grande stagione operistica e solo l’intervento del gonfaloniere convinse gli impresari a far dipingere nuove scene da Giuseppe Barbieri, in sostituzione degli «scenari poco decenti» che avrebbero voluto utilizzare23. La stampa musicale parlò dell’esecuzione cesenate e del «furore» che suscitarono i cantanti24, 22 Merita ricordare che l’abitudine di svolgere una stagione lirica estiva, comune a tanti teatri italiani del secolo XIX, è proseguita a Cesena sino al 1978. 23

Lettera del 31 luglio 1836, in ASCe, ASC, Spettacoli e Divertimenti, b. 3444.

«Eccomi ad adempiere le mie promesse. / Il Pirata in Cesena ha fatto quel furore che ebbe ovunque lo cantò l’eccelso Rubini: le scrivo dopo la quarta recita, ed ogni sera è cresciuto il concorso, ed ogni sera aumenta l’impegno degli artisti, che con tanta lode vi rappresentano le parti principali. La sig. Bottrigari (Imogene) è una attrice rispettabile e degna di calcare i primi teatri. Essa possiede tutte quelle prerogative che costituiscono la cantante somma: bella, robusta, estesa voce di soprano; modi di canto scelti; azione vera, animata; bella presenza; ottima figura; infine è eccellente: la sua cavatina, il duetto col tenore, ed il suo rondò sono i pezzi da Lei cantati alla perfezione per cui ne riscuote infiniti applausi, duplicate chiamate sul proscenio. Gentili (Gualtiero) che tanto furore destò con tal opera in Ancona, qui pure, ardisco dire, ha superato se stesso, e la comune aspettativa. Pochi tenori al certo lo ponno eguagliare, e pochissimi sono quelli, che con felice successo possono sostenere la difficile e faticosa parte del Pirata. Desso è un artista già reso celebre in tutta Italia per lo stile vero del canto, per la declamazione del recitativo, per un’azione energica e ragionata, e per una pronunzia chiara, e rarissima. In tutti i suoi pezzi è stato applauditissimo; cavatina, duetto con Imogene – Vieni, cerchiam pe’ mari – Tu vedrai la sventurata –, e quasi in tutti i suoi recitativi riscuote vivi, unanimi applausi e replicate chiamate sul proscenio: infine non si può desiderare una migliore Imogene, un più bravo Gualtiero. Bravi, bravi, ev24


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