SGUARDI IL VILLAGGIO SCOLASTICO ARTIGIANO
Sulle tracce lasciate dalle tre attività precedenti sul territorio di Signa, Lightning, Alternative e Contemporanea, il nuovo progetto, come attività di analisi e interazione dei linguaggi artistici contemporanei con il territorio, pone il suo focus su uno spazio significativo e di notevole importanza storica: il Villaggio Scolastico Artigiano di Signa. Tassello fondamentale per l’identità di questo Comune, elemento dal grande valore simbolico e fisico per tantissime vite che sono nate, cresciute e passate da questo luogo, oggi questi spazi faticano a rimanere allacciati alla contemporaneità. Coesi da uno spirito forte nato dal fondatore, il Maestro Fantozzi, i figli, i nipoti e tutte le persone che sentono e vivono questo luogo, cercano di portarne avanti la memoria, promuovendo un uso ed un pensiero collettivo più consapevole. L’esigenza è quella di rispondere in maniera precisa al problema fisico di manutenzione oltre che, essenziale, di definire una linea di percorso adeguata. Assieme a Carlotta Fantozzi, si è strutturato un workshop in tre appuntamenti che si conclude con questa mostra collettiva negli spazi della struttura. Il workshop è stato esteso a due gruppi di lavoro: uno composto da giovani artisti, l’altro composto da 4 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Le realtà coinvolte oltre il Villaggio sono state il Museo della Paglia, l’Archivio Storico e Fotografico, ed una rosa di professionisti provenienti da vari settori tra i quali Ivana Antonini (Ceramiche Montelupo) Sergio Bettini (Centro Pecci), Irene Lupi (artista). 1 – Vittoria Bagnoli e Miriam Poggiali riconfermano il sodalizio con il progetto Artigianato virtuale. Il lavoro nasce con l’idea di creare una “finestra”, una visione che si interpone tra spazio reale e spazio virtuale. Attraverso un lavoro manuale e paziente, che si avvicina a quello di un artigiano, abbiamo realizzato un QR code in paglia, immagine del nostro tempo, che diventa un oculo di collegamento con un mezzo tutt’altro che manuale, lo smartphone. Attraverso la fotocamera del cellulare viene riconosciuto il codice QR-code e si apre un video sul dispositivo. L’interesse per questo materiale è iniziato durante Contemporanea dove hanno progettato un’installazione completamente realizzata con scarti di paglia provenienti dall’azienda Beghè e Figli. Anche per questo appuntamento hanno voluto mantenere lo stesso materiale, spingendo avanti il legame fra l’artigianato della Città e la contemporaneità. 2 – Martina Bartolini e Fabiola Campioli hanno deciso di lavorare ancora assieme puntando su un’opera che parte dal senso puro e stretto dell’accoglienza e della convivialità che, attraverso le parole di Carlotta Fantozzi e tutto il percorso di workshop fatto, emergono come tasselli fondamentali, condivisi anche da tutti gli altri artisti, del Villaggio Scolastico Artigiano. La loro attività si configura come un’azione site specific che si propone di riprendere i valori di unità e solidarietà che caratterizzavano questo spazio. Tramite un gesto semplice, di invito, come la condivisone di un piatto o l’atto di porgere qualcosa da bere, la loro pratica si sofferma su quelle piccole cose del quotidiano che fanno unità, riflessione di non poca importanza in un momento storico come questo. L’azione è accompagnata da un video realizzato per le strade di Signa chiedendo agli bitanti del posto di recitare stralci dell’inno del Villaggio. 3 – Giulia Bono rinnova la collaborazione con Carlotta realizzando nuovamente un progetto a quattro mani partendo dal loro medium prediletto: la ceramica. L’opera è costituita da una serie di cornici sovrapposte che contengono delle “trame” realizzate con la tecnica della paperclay, le quali creano un reticolo di ombre attraverso la stratificazione di questi intrecci. In un epoca dove essere connessi è fondamentale, la loro ricerca è orientata al significato dei rapporti nei diversi contesti umani, i “fili” che ci legano e che ci fanno prendere una posizione in relazione all’altro. Le giustapposizioni che emergono dal loro lavoro cercano di rendere il senso della complessità in cui ci troviamo e nella quale cerchiamo rifugio per via, inevitabilmente, dei nostri schemi mentali. L’armonia, l’apertura e l’elasticità diventano requisiti irrinunciabili per tessere trame positive e non pesanti grovigli che non lasciano spazio all’espressione delle nostre unicità. 4 – Francesca Cerfeda e Claudia di Francesco presentano l’opera interattiva: Vestigia. Il lavoro è inteso come traccia, una testimonianza, come un’impronta sensibile che il passato lascia nella nostra mente liberando ricordi e cariche emozionali. Il Villaggio Scolastico Artigiano, luogo ricco di memoria, di storia e di ricordi scolpiti nelle pietre o nei mattoni, è sottoposto all’inevitabile mutamento del tempo presente, che ne rende l’anima vissuta contemporanea, incorporando la matrice “domestica” che lo caratterizza. Il progetto si compone di due fasi: il dono, nella quale le artiste realizzeranno una cassetta delle poste in ceramica che, nella sua materialità, mostra la sua fragilità come contenitore di pensieri e sentimenti; e il legale, nella quale saranno fornite delle cartoline durante il giorni di opening e successivamente dove, tramite la compilazione di queste e l’atto dell’imbucare la lettera, lo spettatore diverrà il veicolo dell’ànemos del Villaggio, l’azione dello spedire come simbolo di unione e di complicità. Ogni pensiero verrà poi rilegato a formare un libro. 5 – Alice Ferretti propone un lavoro attraverso il medium del manifesto. Per la realizzazione del progetto è stato fondamentale un quaderno posto all’interno del Sacrario dove sono raccolte, come un diario, alcune delle vicende raccontate dagli studenti stessi e dal Maestro Fantozzi. In particolar modo Alice è rimasta colpita dall’ultima pagina, dove un disegno riporta la scritta a mano: “quando il sogno sarà realizzato”. Nel disegno era ritratto il progetto del Villaggio. Questa fusione fra passato, presente e futuro ha portato all’idea che in qualche modo queste parole, di chi ha creduto nella realizzazione del Villaggio, non dovrebbero rimanere soltanto raccolte in punto e così è nata l’esigenza di farle “rivivere” attraverso la costruzione di alcuni manifesti che, sparsi per la Città, riecheggiano il prezioso messaggio. 6 – Olivia Kasa presenta l’opera Richiami, decisa a portare avanti la ricerca iniziata un anno prima, la sua azione è rivolta a far rivivere agli abitanti del luogo il Villaggio e la sua storia utilizzando le foto di questo trovate all’Archivio Storico Fotografico. Grazie all’uso delle vecchie immagini dei bambini riporta a galla l’essenza di questo ambiente, fa ripercorrere lo spazio attraverso le tracce lasciate da questi scatti, riconsolidandone il ricordo. 7 – Martina Landi ha realizzato il lavoro intitolato Festa. Questo progetto nasce per sottolineare soprattutto il valore sociologico che ha avuto questo spazio chiamando il pubblico a partecipare. L’artista ha creato dei piccoli oggetti di forma semplice, ottenendoli anch’essa da un materiale cardine: l’argilla, partendo dal concetto del dare e del ricevere che era tipico del Villaggio. I manufatti sono messi a disposizione del fruitore che può decidere di prenderli come dono attivando un meccanismo di circolarità, di andata e ritorno, poiché ha la possibilità di poterli decorare successivamente (in giorni concordati con la ceramista Carlotta). Anche per Martina il fulcro della sua pratica sta nella convivialità, nel gesto di comunione e comunicazione. 8 - Dan Luo, Chen Yongzhe, Libin Yuan e Manjie Zhang, sono i quattro studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che, a contatto con Carlotta, hanno affrontato e forgiato una propria visione della Città con l’ausilio anch’essi dell’argilla. Sono partiti dalla suggestione generata in loro dal ponte sull’Arno, punto nevralgico del territorio, che collega Signa con Lastra a Signa. Distrutto durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito, porta con se storie e ricordi. L’opera è costituita da un modellino in scala di questo posto nell’acqua. Partendo dall’idea che anche le grandi e solide costruzioni un giorno potrebbero scomparire, il ponte di argilla (solido se all’asciutto) posto in acqua - intesa come flusso, antitesi della stabilità costruttiva umana – lentamente si scioglie, ritornando al nulla, all’informe, lasciando di lui un ricordo che, invisibile, ci accompagnerà. Il gruppo, attraverso la metafora del ponte, si interroga sul destino del Villaggio. 9 – Francesca Rossello, Da qui si spicca il volo. Francesca parte dalla considerazione di come Il Villaggio sia stato un luogo che accoglieva tutti i bambini per allontanarli dai drammi e dalle ferite della guerra. Considerato un’ambiente famigliare, un rifugio, un nido, appunto, che ha fatto spiccare il volo a molti di quei ragazzi. Una fotografia di un vero nido nel quale è inserito un messaggio di speranza affinché questo posto rimanga un luogo vivo, di condivisione e di crescita, attivo sul territorio. Leonardo Moretti
1 – Vittoria Bagnoli e Miriam Poggiali
2 – Martina Bartolini e Fabiola Campioli
3 – Giulia Bono rinnova la collaborazione con Carlotta
4 – Francesca Cerfeda e Claudia di Francesco
5 – Alice Ferretti
6 – Olivia Kasa
7 – Martina Landi
8 - Dan Luo, Chen Yongzhe, Libin Yuan e Manjie Zhang
9 – Francesca Rossello
a cura di Leonardo Moretti in collaborazione con Assessorato alla Cultura di Signa Accademia di Belle Arti di Firenze Ass. Villaggio Scolastico Artigiano Ass. Cuspidea
28 settembre 2019 al 12 ottobre 2019 Via Cavalcanti 12 Signa