percezione: chiaroscuro e figure

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note sulla gestione delle immagini Tenendo conto di queste considerazioni, torniamo alla prima definizione del «problema del costituirsi dell’oggetto fenomenico» (G. Kanisza6 su E. Rubin) nella percezione dell’articolazione di

figura e sfondo entro il campo visivo. Edgar Rubin individuò cinque condizioni a suo parere imprescindibili per questa operazione cognitiva: [1] forma/informe: la figura, a differenza

dello sfondo, avrebbe una «forma», lo sfondo sarebbe percepito come spazio tra figure; il definirsi di questo aspetto è influenzato dall’orientamento spaziale e dalla convessità o meno delle forme (le

[1] FORMA/INFORME Lo sfondo come spazio tra le figure. È facile mostrare e sfruttare il cortocircuito che si ottiene con l'inversione delle posizioni delle caratteristiche e degli ingombri di figura e sfondo.

[2] APPARENZA dei COLORI La distinzione per E. Rubin è tra colori filmari/diafanici (atmosferici, senza superficie) e colori volume/epifanici (che mostrano le caratteristiche della pelle, della superficie dei corpi e delle forme). I primi sarebbero caratteristici degli sfondi, i secondi della figura. Anche in questo caso è facile mostrare i possibili cortocircuiti, e sfruttarli ai fini di un particolare messaggio.

© Laura Marcolini (10)

[3] LOCALIZZAZIONE nel campo Le figure sono più localizzabili entro lo spazio che stiamo osservando, e lo sfondo sembra più lontano. Bastano però poche caratteristiche, alle quali concorre la chiarezza, per produrre facilmente, su un supporto bidimensionale, una facile illusione di distanze diverse da quelle reali.

le prossime annotazioni 44 | IL FOTOGRAFO

Contrasti di luminosità

Contrasto di qualità

Armonie e Hisptamatic


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