La Sorgente n. 79

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Sport

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D’altronde per disputare un buon campionato di categoria bisogna prima fare bene con “Girgia” (regola non scritta ma valida da sempre), per cui le premesse per partecipare nuovamente l’anno venturo ad una nuova Terza Categoria ci sono tutte. Voglio augurarmi un presto ritorno nella scena calcistica irpina, magari con più convinzione e umiltà, valore che purtroppo sto vedendo declinare vertiginosamente nella disciplina di questo sport a Caposele. Mi scuso con tutti quei giocatori che non ho menzionato e che si sono distinti per i sacrifici compiuti anche fuori dal campo in questi anni…auguro a loro ancora tante soddisfazioni calcistiche, anche se per qualche mese con i colori di qualche altra squadra, li ringrazio di cuore per l’affetto dimostratomi fino alla fine di questo bellissimo ciclo e per l’attaccamento alla maglia dell’F.C. Caposele…che già mi sta mancando tremendamente…

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sono quelli di Massimo Cetrulo e Salvatore Corona senza i quali, penso fermamente, tutto ciò non si sarebbe avuto. A tutte quelle persone che ora stanno criticando la mancata partecipazione all’attuale campionato di calcio rispondo che, a certe condizioni, non si è potuto fare di più, anche se la voglia di chi vi scrive era tantissima. Come si reagisce L’assenza della squadra in un campionato di categoria deve necessariamente far concentrare l’attenzione di noi tutti cittadini caposelesi sugli Allievi del mister Roberto Notaro al quale va la mia più profonda stima e affetto come tecnico ma ancora di più come persona e come amico. L’Olimpia Caposele sta infatti disputando il Campionato Regionale degli Allievi, prima volta nella storia della Caposele calcistica. Affrontare una competizione regionale significa però vedere decuplicati gli sforzi sia di natura fisica sia di natura economica, per cui prego vivamente gli sportivi di Caposele a mantenere vivo l’interesse per questi ragazzi pur semplicemente recandosi allo stadio per vedere le partite e incitare i “sempre verdi” Donato Sista ed il mitico Generoso Notaro.

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funzione primaria del calcio a Caposele. Al termine di questi cinque anni io voglio ringraziare non “chi buttava la palla dentro”, piuttosto coloro i quali pur senza la pretesa di giocare la domenica, prima dell’incontro avvertivano la necessità di squadrare il rettangolo di gioco; ringrazio tutti coloro che al termine della partita persa rimanevano a pulire gli spogliatoi e ringrazio tutti coloro che nonostante le avverse condizioni atmosferiche si presentavano regolarmente agli allenamenti. A tutti loro voglio dire grazie perché mi hanno fatto vivere cinque anni di calcio stupendi… Veniamo ai giorni nostri Il “terremoto societario” verificatosi nel corso di questo ultimo anno, di cui non sto qui a parlare, ha portato ad una seria e attenta riflessione secondo la quale è stato deciso di non iscrivere la squadra di calcio a nessun tipo di campionato…una decisione sofferta ma razionale…chi ha seguito quest’ultimo anno, infatti, sa bene delle partite che da metà stagione in poi ci hanno visto sempre con gli uomini contati e se a questo dato si aggiunge la partenza di alcuni ragazzi che erano parte attiva del gruppo (sia per motivi di lavoro che per motivi universitari) ed una quota di iscrizione ragguardevole e insostenibile, appare dunque evidente che una eventuale partecipazione sarebbe stata assai proibitiva. Una rosa risicata e la scarsa disponibilità economica hanno avuto il sopravvento. Dopo cinque anni di F.C. Caposele sono tantissime le persone che meritano un plauso ma vorrei fare personalmente due nomi su tutti e

Semplicemente Grazie a tutti Voi…

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Ringrazio la direzione de “La Sorgente” perché in questo spazio mi permette di esporre ai giovani e meno giovani Caposelesi i motivi che hanno portato alla mancata iscrizione al campionato di calcio di Seconda Categoria. Prima però è bene fare un passo indietro. Dopo un periodo di assenza dal calcio irpino, nell’ottobre del 2004 fu fondata la Polisportiva Onlus Caposele che dopo solo un anno riuscì a ottenere la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria che fu disputata l’anno successivo…La mancanza di fondi economici e l’assenza di un organigramma societario ben definito portarono il gruppo di dirigenti a iscrivere nuovamente la squadra di calcio al campionato di Terza Categoria con un assetto del tutto nuovo: nacque così nell’ottobre del 2006 l’F.C. Caposele. L’entusiasmo era alle stelle e il tasso tecnico della squadra era elevato tuttavia questo non bastò a centrare la vittoria in campionato, cosa che comunque si realizzò l’anno successivo. Nel giugno del 2008 l’F.C. Caposele vinse il Campionato di Terza Categoria guadagnandosi l’accesso alla Seconda, disputata fino a giugno di questo anno. Al termine di cinque anni vissuti intensamente mi sento di fare delle considerazioni del tutto personali. Facendo parte della dirigenza ho sempre avuto ben chiaro il fine del gioco del calcio nei piccoli paesi come il nostro; il calcio inteso come momento di aggregazione sociale ha una straordinaria valenza nel mondo giovanile che solo poche altre attività possono vantare…tuttavia negli ultimi tempi ho avvertito un certo cambiamento nel modo di intendere questa disciplina, una certa filosofia del “sentirsi giocatore di calcio” che ha decisamente allontanato da quella che deve essere la

di Tommaso Cibellis

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FINE DI UN CICLO

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E’ interesse della sinistra dialogare e tessere alleanze con l’UDC in versione demitiana, ma a patto che essa non lavori per il re di Prussia, che da Caposele fino a Strasburgo, ha un nome ben preciso e si chiama PDL. Su questa materia, quindi, va fatta chiarezza. Altro punto, da illuminare a giorno, è la tenuta complessiva del “rinnovamento nella discontinuità”. Noi tutti, concordemente, abbiamo giocato la carta del ricambio generazionale, non in un’ottica di far fuori qualcuno, ma nell’intesa di affidare il governo locale ad un nuovo quadro dirigente che, tagliando col passato, garantisse coesione sociale e qualità del progetto. Le nuove generazioni per crescere hanno bisogno di tempo, e il tempo è stato concesso, ma hanno anche bisogno di esplicitare la volontà di sentirsi attori di un processo politico, avendone, tra l’altro, le capacità. Il rinnovamento è un punto di non ritorno e l’eventuale fallimento non autorizza nessuno a pensare né a toppe né a minestre riscaldate. Questo vuol dire che se si fallisce c’è il ritorno di chi è stato sconfitto e che in ogni caso, una volta trasferito il testimone , la discontinuità generazionale non

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opo le consultazioni regionali, a due anni dal rinnovo del Consiglio Comunale, è opportuno che “Caposele nel cuore” convochi una conferenza programmatica, per verificare lo stato d’arte delle proposte di governo locale, in base alle quali si è chiesto ed ottenuto il cambio di guardia al Comune di Caposele. E’ il caso di ricordare a tutti che , in nome della discontinuità fondata su un turn over generazionale, Caposele ha voltato pagina rispetto ad un “civismo” autoreferente ispirato ad una sorta di fobia della politica e dei partiti. E’ del tutto legittimo ritenere, quindi, che a Caposele abbia vinto il centro-sinistra in una versione riveduta e corretta in cui i partiti non invadono la gestione ordinaria dell’Ente locale, ma non possono essere considerati delle semplici comparse, per quanto concerne la proposta generale di governo istituzionale. In due anni, però, sembra che sia scorsa sotto i ponti molta acqua, così che appare mutato il corso delle cose. Il P.D. che ha garantito la vittoria e la Sinistra Democratica che pure a tanto ha contribuito, sembrano relegati al ruolo di spettatori in un ruolo talmente marginale da essere costretti a decrittare le azioni amministrative. Intanto, avanza a zig-zag, l’UDC e pezzi di una opposizione che l’elettorato aveva destinato a ruoli ben più precisi.

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Il governo collegiale del cambiamento

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Anno XXXVII - Dicembre 2009

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include l’ipotesi di stancarsi del giocattolo e di romperlo: quindi " i giovani " devono essere consapevoli della responsabilità che si sono caricata. Questa considerazione, quindi, deve farci rifuggire dall’idea di agevolare una specie di monocratismo gestionale in base al principio “fisico” dei vasi comunicanti che in politica non è praticabile e, quando è inevitabile, per lo più è disastroso. E’ del tutto evidente che questa affermazione non implica nessun giudizio negativo su chi “occupa spazi eccessivi” se non nel sottolineare che in tal modo si annebbiano le priorità e le proposte programmatiche sono appesantite da revisioni soggettive. Ultima questione, la più stringente, è la proposta di programma amministrativo. Non serve, intanto, elencare ciò che è stato fatto, quanto piuttosto”il da farsi” nei tre anni che restano. Il “da farsi” è più o meno questo: - Consolidare l’autonomia finanziaria, sia sul fronte delle entrate tributarie e tariffarie (da attestare sui principi dell’equità e della sopportabilità sociale), sia sul fronte della razionalizzazione delle spese e dei servizi ( da orientare verso una più concreta efficienza ed economicità). - Produrre significativi risultati sul rilancio della vocazione turistica di Caposele e Materdomini.

di Alfonso Merola - Portare a compimento la trattativa con l’EAAP, non in una logica di puro risarcimento “economico”, ma in termini di investimenti duraturi sul territorio, mai agevolando,comunque, una tendenza a patrimonializzare (e mercificare) il bene comune costituito dall’acqua. Come si può notare, non c’è nulla di dirompente, ad eccezione dell’obbligo di ritenersi vincolati al programma elettorale e alle attese di una popolazione che chiede uno scatto di orgoglio ed una accelerazione. Le risorse umane di cui dispone la maggioranza sono notevoli e non necessitano di ulteriori iniezioni ricostituenti, fermo restando che maggioranza e minoranza devono dialogare per il comune fine di raddrizzare la barca su cui viaggiano tutti i Caposelesi. Il Sindaco che i Caposelesi hanno eletto, d’altra parte, per le doti umane che possiede, ha le carte in regola per esigere che si acceleri la seconda fase avvalendosi delle sue capacità di mediazione, senza, però, mai dimenticare che egli è e resta il “ primus inter pares”


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