Riviera nº 9 del 24/02/2019

Page 1


R

www.larivieraonline.com


24 FEBBRAIO - 03

R

vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE

Giustizialisti e garantisti, è una giostra che va... MARIA GIOVANNA COGLIANDRO La gente è parecchio strana. Nel giro di ventiquattr'ore c'è chi è passato dal proclamarsi fermamente garantista al dimostrarsi miseramente giustizialista e chi, al contrario, andando fiero del proprio giustizialismo si è poi scoperto sorprendentemente garantista. È successo lunedì scorso. Chi difendeva Matteo Salvini "dal" processo, ritenendo giusto sottrarlo alle "grinfie" dei magistrati, perchè il vicepremier avrebbe agito per "un preminente interesse pubblico" (che però non è dato sapere quale sia), tutt'a un tratto esultava nell'apprendere la notizia dell'arresto dei genitori di Matteo Renzi. Chi, invece, sosteneva che Salvini avrebbe dovuto difendersi "nel" processo, sperando di vederlo azzoppare per via giudiziaria, ha dato addosso alla magistratura una volta appresa la notizia da Firenze, una notizia definita "a orologeria", lasciando intendere che la magistratura si presti a certi giochetti politici. Come definire costoro, giustirantisti o garanstizialisti? Non si decide cosa si è e in cosa si crede in base agli interessi che ci sono in ballo. Così il nostro Paese rischia una brutta indigestione provocata da parole costantemente rimangiate. L'unica coerenza sta diventando quella di mostrarci puntualmente incoerenti. Per fortuna in Calabria, invece, diamo prova di alta coerenza: qui si è scelto di essere giustizialisti a prescindere. Sabato 16 febbraio viene diffusa la notizia che Giuseppe Scopelliti ha ottenuto la semilibertà e svolgerà, per alcune ore al giorno, attività di volontariato. Questi alcuni commenti sui social: "Mandatelo a pulire i cessi", "Ai lavori forzati", "Nella fogna con i topi", "Dategli merda da spalare", "Se ti becco ai servizi sociali del carcere, ti faccio polvere". Non va meglio al sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà. Lunedì scorso il gup di Reggio Calabria lo ha rinviato a giudizio insieme ad alcuni assessori e dirigenti comunali, coinvolti nell'inchiesta sul caso Miramare. Ecco come è stata accolta la notizia dai social: "E vaiii!", "Avete affondato Reggio, porci bastardi", "Questa sarebbe la svolta?", "Che strano, loro sono diversi!", "Ladri", "Corrotti". I social hanno smesso di dividere il mondo tra buoni e cattivi, oggi ci sono solo cattivi e peggiori. Ma dare tutta la colpa ai social non è onesto. Soprattutto considerando l'esempio dei nostri rappresentanti, uno tra tutto il senatore pentastellato Michele Giarrusso. Martedì scorso la giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere del tribunale di Catania contro il ministro Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti. A seguito della decisione, di fronte ai parlamentari dem che protestavano in cortile, il senatore Giarrusso ha fatto il gesto delle manette in segno di sberleffo per l'arresto dei genitori di Matteo Renzi. Il gesto di Giarrusso spiazza per almeno quattro ragioni. Intanto il senatore aveva appena votato contro l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, e qui torniamo al giustirantismo o garanstizialismo di cui dicevamo sopra: nel giro di un nano secondo, ha lasciato intuire Giarrusso, «sta mano po esse fero e po esse piuma» come disse "er Principe" (Mario Brega) in "Bianco, rosso e Verdone" dopo aver fatto un'iniezione alla Sora Lella. Secondo punto: a finire ai domiciliari sono i genitori dell'ex leader del PD, e se vale la regola che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, figuriamoci se devono ricadere sugli amici dei figli. Terzo punto: Giarrusso è un rappresentante del popolo e se un rappresentante del popolo inneggia alle manette è politicamente, oltre che umanamente, riprovevole. Quarto punto: oltre a essere un senatore della Repubblica, Giarrusso è un avvocato e un avvocato manettaro è come uno chef che predica il digiuno e un architetto che esalta il nomadismo. Di questo passo la lista dei colpevolisti che invocano la galera per i nemici e che assolvono, senza esitare, gli amici è destinata a crescere. Ma in fondo si va avanti così da Tangentopoli, quando inizialmente Antonio Di Pietro stava simpatico a tutti, destra e sinistra, ma non appena ci si accorse che al tappetto ci finivano anche gli amici, con la stessa rapidità con qui conquistò gli elogi, il manganellatore della Prima Repubblica attirò le critiche. È ora di mettere un freno a questa giostra di innocentisti e colpevolisti a corrente alternata, di iniziare a guardare alla giustizia con occhi diversi. Analizzando, facendo i dovuti distinguo, imparando al leggere le carte processuali, che vanno sempre studiate prima di schierarsi, sempre. Questo vale soprattutto per chi ci rappresenta, vale per i giornalisti, ma vale anche un po' per tutti, dal momento che tutti ci sentiamo autorizzati a decretare con astio bilioso la nostra affrettata sentenza in questa immensa sputacchiera che sono diventati i social.

www.larivieraonline.com

NUOTO

Un giovane atleta di Locri conquista il record regionale nel 100 m stile libero Domenica 17 febbraio 2019, presso la piscina dell’Hotel Apan di Reggio Calabria si sono svolte le gare di nuoto riservate alle categorie Giovanissimi ed Esordienti “C” della Finale Regionale Invernale - “Trofeo Propaganda” - del circuito ASI Calabria, che si concluderanno domenica 24 presso il Parco Caserta di Reggio Calabria, con le gare riservate a tutte le altre categorie. Oltre 500 atleti, appartenenti a 14 diverse società sportive, si contendono il primato provinciale e l’accesso alle fasi regionali e nazionali. Il piccolo Davide Luigi Brugnano, di Locri, di appena otto anni, con una progressione inarrestabile, ha dapprima conseguito il terzo posto nei 25 m stile libero con il tempo di 20”00, si è classificato al primo posto nei 50 m stile libero con il tempo di 41”10, ed ha poi letteralmente infiammato gli animi dei numerosissimi spettatori compiendo

una vera impresa nella gara dei 100 m stile libero: percorrendo le classiche 4 vasche con il tempo di 1’30”10, che non solo gli è valso il primo posto assoluto ma anche la conquista del record regionale, tanto da staccare di ben 5 secondi il secondo arrivato. Il piccolo delfino Davide Luigi Brugnano, che già lo scorso 16 giugno ha conquistato a Roma il titolo di campione italiano di nuoto 50 m. stile libero, categoria esordienti C”, con il tempo di 40”58, contribuisce, così, a dare lustro alla società Sporting Club di Ardore e soprattutto al suo allenatore prof. Giuseppe Zappia che guida un gruppo sportivo di bravi nuotatori che tanto nelle categorie maschili che femminili conquistano, ad ogni gara, numerosi podi. Il caloroso e sereno ambiente sportivo della piscina di Ardore è comunque il vero elemento di novità, in grado di trasformare uno sport pretta-

mente individualistico come il nuoto in un appassionante gioco di squadra, nel quale i ragazzi, educati alle singole discipline sportive ed ai sani valori dello sport e dell’amicizia, sono riusciti a costituire un gruppo affiatato che coinvolge anche i genitori e nel quale, le spiccate individualità di campioni come Davide, F. Albanese, M. Alecce, N. Fiorenza, A. Fontana, M. Fontana H. Franco, S. Gregò, M. Grillo, M.G. Iermanò, G. Luscrì, S. Luscrì, A. Maria, G. Maria, S. Maria, J. Muscatello, G. Nicita, L. Nicita, M. Nicita, B. Novella, F. Palumbo, S. Perrotta, G. Politanò, L. Romano, L. Romeo, A. Sacco, V. Strangio, F. Totino, M. Vigilante, J. Xiang, D. Zappia, accomunati dal tifo e dal sostegno dell’intero gruppo, affermano l’importanza della squadra nella sua interezza.

Locri - Bari: una partita da prima pagina a causa di una caduta La partita Locri - Bari svoltasi la scorsa settimana presso lo stadio comunale del paese amministrato da Giovanni Calabrese sarà sicuramente ricordata per moltissimo tempo. E non tanto per la tenacia con cui gli amaranto hanno difeso la propria porta nel primo tempo, o per le tre travolgenti reti con cui i pugliesi hanno consolidato la propria posizione in classifica di Lega Pro. Il motivo di tanto parlare è stata la caduta in diretta streaming, in occasione della prima rete dalla squadra ospite, di un tifoso del Bari che, nella foga dell’esultanza è rovinosamente capitombolato oltre il parapetto della tribuna ospiti finendo sulla passatoia sottostante. Fortunatamente il tifoso in questione potrà ricordare la caduta solo come una brutta avventura che, comunque, gli è costata la frattura di una vertebra cervicale e una visita negli ospedali di Locri e Reggio Calabria. Un bilancio serio ma non grave che, siamo sicuri, farà riflettere molto a lungo sulle metodologie di esultanza lo sfortunato tifoso in occasione del prossimo gol della sua squadra del cuore.

Locomotiva di Cosenza-Vaglio Lise: demolito un pezzo di storia della Calabria La considerazione dell’ex parlamentare Franco Laratta su un caso che dimostra quale sia il rispetto che abbiamo per la nostra storia La storica locomotiva a vapore 981 006, in stato di abbandono presso la stazione di Cosenza-Vaglio Lise, è stata demolita. Benché ferma da anni, si presentava in discrete condizioni strutturali tali da poter essere ristrutturata per essere collocata in un museo. Era una testimonianza della storica linea ferroviaria Paola - Cosenza, nel vecchio complicatissimo tracciato a cremagliera. La locomotiva, una locotender a vapore delle Ferrovie dello Stato italiane, era prettamente calabrese, costruita appositamente per la Cosenza-Paola. Un vero peccato averla distrutta. Non insegna niente quanto successo per le ex Ferrovie calabro-lucane che hanno recuperato e rimesso in servizio una storica locomotiva a vapore del primi anni ‘20. Oggi la tratta silana è divenuta di grande interesse turistico.

Il calabrese Pasquale Tridico verso la presidenza INPS Il consigliere di Luigi Di Maio, Pasquale Tridico, 44 anni, di Scala Coeli, nel Cosentino, sarebbe il nome su cui Lega e Movimento 5 Stelle stanno per convergere per la presidenza dell’INPS. M5S e Lega avrebbero trovato l’accordo riservando al Carroccio la vicepresidenza. Ancora però nulla trapela sul nome che farebbe capo al partito di Salvini. Un’intesa raggiunta martedì, in occasione di un incontro tenutosi a Palazzo Chigi. Professore di Economia all’università di Roma Tre, Pasquale Tridico è considerato il padre del reddito di cittadinanza; era, inoltre, stato indicato come potenziale responsabile del Welfare nell’elenco dei ministri inviato da Di Maio a Mattarella prima dell’accordo con la Lega del giugno scorso.


24 FEBBRAIO - 04

R

attualità

La favola che il Sud prende più soldi del Nord

Vi sono dei dati inconfutabili che chiunque può verificare, relativi al finanziamento di infrastrutture strategiche per aree geografiche italiane concessi dal Cipe. Il Cipe è il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economia del Ministero delle Finanze che negli anni 2015, 2016 e 2017 distribuito risorse e quindi soldi per investimenti sui vari territori italiani. Questi dati, che sono del tutto pubblici, ci dicono che su un totale finanziato di 21.487,00 milioni di euro sono stati concessi contributi: all’Area Nord per 20.368,00 milioni di euro pari al 94,78 %; all’Area Centro per 403,00 milioni di euro pari al 1,88 %; all’Area Sud per 716,00 milioni di euro pari al 3,34 %. Andate a controllare, basta consultare le Deliberazioni del Comitato (Cipe). E allora se qualcuno fino ad ora ha rubato, trafugato o scippato non è certo l’Italia del Meridione. Che poi ci siano testate giornalistiche nazionali che scrivono in prima pagina che il Sud ha avuto più soldi del nord è la solita propaganda, la quale si nutre sfacciatamente di luoghi comuni e pregiudizi di un certo nordismo leghista che è stata la fortuna di un movimento politico che è nato e rimane secessionista e contro l’unità del popolo italiano. Favole che si raccontano a piccoli e creduloni, fino a quando non sono in malafede. Raffaele Papa

Porto di Gioia Tauro: destra e sinistra unite al fianco dei lavoratori

Destra e sinistra si sono uniti questa settimana nella lotta al fianco dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro. I sindaci della Piana hanno infatti promesso di restare al fianco degli operai che rischiano di rimanere senza lavoro a costo di realizzare un sit-in permanente nei pressi del Porto. Aspramente criticata l’assenza dei parlamentari calabresi e invocato più volte l’intervento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’intento di tenere accesi i riflettori sulla vicenda. Enorme la sfiducia espressa nei confronti dei sindacalisti, ai quali si denuncia inoltre il mancato funzionamento degli ammortizzatori sociali.

www.larivieraonline.com

Il Polifunzionale di Siderno da centro aggregativo a simbolo del degrado Il mancato rinnovo della gestione del Polifunzionale di Siderno a una cooperativa ha gettato la struttura nel più totale stato di abbandono. Nonostante l’impianto di via Macrì sia infatti rimasto aperto fino a non molti mesi fa in qualità di vero e proprio fiore all’occhiello per la società civile sidernese, un breve periodo di chiusura ha ridotto la struttura davvero ai minimi termini, con evidenti danni dovuti a umidità e infiltrazioni che richiederebbero oggi interventi radicali di ristrutturazione. Lo stato di abbandono del centro di aggregazione si trasforma dunque in ulteriore simbolo del degrado ormai padrone di vaste aree della nostra città e renderebbe urgente l’indizione di un bando che permetta di recuperare una struttura dalle grandi potenzialità prima che il gioco del recupero non valga più la spesa per la candela…

Federica Roccisano cerca di ridestare le coscienze della Locride Con la presentazione del movimento “È tempo di reagire”, l’ex assessore regionale chiama a raccolta la cittadinanza per illustrare, attraverso le parole di un gruppo di esperti, che cosa il regionalismo differenziato comporterebbe per la Calabria e per stimolare la nascita di una cittadinanza consapevole che si faccia supervisore attento della classe dirigente.

«Non dobbiamo ripartire, ma reagire». È questa la considerazione con la quale mercoledì sera, presso la Biblioteca di Siderno, Federica Roccisano ha aperto l’incontro “Nord - Sud: cittadinanze diseguali”, prima iniziativa del movimento “È tempo di reagire” con il quale l’ex assessore regionale vuole coinvolgere società civile, ex amministratori e giovani appassionati di politica per costruire assieme un futuro migliore per la Calabria. Al tavolo dei relatori, coordinati dalla collega Maria Teresa D’Agostino, il professore di Politica Economica dell’Università di Catanzaro Vittorio Daniele, il direttore dell’Associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno Luca Bianchi, il segretario regionale della CGIL Angelo Sposato, il giornalista Mimmo Nunnari e lo scrittore Gioacchino Criaco, chiamati a confrontarsi sulla spinosa questione del Regionalismo differenziato e a spiegarne le ragioni e gli svantaggi che la sua approvazione comporterà alle nostre latitudini. Nell’ambito dell’incontro, che ha ripercorso la storia del Regionalismo differenziato dalla prima proposta del 1990 a oggi, entrando nel dettaglio tecnico di che cosa la pretesa di trattenere IRPEF e IVA per sé da parte di Lombardia e Veneto comporterebbe per l’intera Italia, la rea-

zione invocata dalla Roccisano non assume certo i connotati di un fallo di stampo calcistico, ma è piuttosto la preghiera che una comunità informata, consapevole e sensibile ai problemi di questa terra più di quanto sia mai stata in passato, possa finalmente prendere le redini del proprio futuro facendosi supervisore attento della classe dirigente regionale. Solo attraverso il confronto e l’avanzamento di istanze da parte della cittadinanza attiva, infatti, si potrà cercare di limitare i danni di una legge che, se subita supinamente, allargherà inevitabilmente la forbice delle differenze tra settentrione e meridione, rendendo maggiormente privilegiata l’inefficiente classe dirigente e ancora più claudicante una

popolazione già vessata dalle difficoltà socio-economiche imposte dalla crisi. Al termine di questo primo incontro ancora non è chiaro quale direzione possa prendere l’iniziativa lanciata da Federica, che pare nascondere una progetto politico che in un futuro non troppo remoto possa proporsi come alternativa valida ai partiti classici. Ma il consenso raccolto da questa prima riunione lascia intendere che l’impegno sempre prodigato per il proprio territorio da parte dell’ex assessore regionale sia stato ancora una volta apprezzato e che il movimento da lei fondato possa trovare il favore di una parte consistente della cittadinanza locridea. Jacopo Giuca


R

www.larivieraonline.com


24 FEBBRAIO - 06

R

società

www.larivieraonline.com

Ho voluto scrivere le mie sensazioni perché tutti guardino un video che racconta di molti, oltre che dei protagonisti, e anche per dare un input ad altri a scrivere su questa bella iniziativa, perché ritengo che riesca a esprimere il meglio di noi, il meglio di chi ha vissuto una generazione che pensava di andare via da qui ma nello stesso tempo si stava innamorando di questa terra, e oggi rappresenta una qualità di uomini che penso, forse con presunzione, pochi luoghi riescano a esprimere.

Don. Quant’è bella la Locride di ieri VORREI CHE TUTTI GUARDASSERO IL VIDEO CHE RICORDA PINO MUSCATELLO E UNA GENERAZIONE DI GIOVANI

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI È tarda mattinata, mi trovo in ufficio, di solito verso le 11 è pieno di gente, confusione totale. Oggi, invece, sono solo, la calma e il silenzio regnano. Ricevo un messaggio, riesco a sentire la notifica, solitamente con quella confusione lo avrei visto nel pomeriggio. Lo leggo. Mi scrive Salvatore Ferraro, che non sento da tempo, mi dice: Ciao Rosario, ti invio il video di una mia canzone dedicata a Pino Muscatello ex-compagno di Liceo. Nel video compaiono pure Peppe Antico, Dino Polverari, Giampiero Catalano, Peppe Gatto, Peppe Racco e Davide De Leo ... mi fai sapere che ne pensi? Ciao. Salvatore. Penso subito a Pino, grande amico che da qualche anno non c’è più. Ero legato a lui, come sono legato a tutti i protagonisti del video. Abbiamo trascorso la nostra gioventù negli stessi luoghi, io ero più piccolo di loro, sono della classe del 1966. Quante serate passate insieme, quanti film, quante bottiglie di vino, quante canzoni, quante sigarette. Pino era un ragazzo di un’educazione unica, nello stesso periodo delle scuole lo vedevo a Locri, a Siderno e pure a Roccella perché abitava vicino casa di Paola, ricordo anche il fratello Fabio che oggi vive al nord. Finite le scuole, Pino si era sposato a Locri con Daniela, e ogni tanto ci vedevamo anche sotto il mio ufficio. Lui era un frequentatore della libreria Gentile, ricorderò sempre il suo volto mentre sfogliava un libro e io lo vedevo attraverso il vetro, alzava gli occhi e apriva il suo sorriso sincero. Così con tutti questi pensieri che mi girano in testa, mi immergo nella visione. La canzone parte bene, narra di alcuni amici che si ritrovano per ricordare uno di loro che non c’è più, le scene si dividono tra il presente con i veri ex compagni di scuola che si sono ritrovati per l’occasione, e il passato con degli attori che ricordano le scene di scuola di questi compagni di clas-

se. L’emozione di questo video è struggente, perché apre un mondo di ricordi, la canzone è meravigliosa, perché Salvatore in questo è veramente bravo, la sua naturalezza nel creare emozioni è arte viva. Finito il video che dura un paio di minuti, scrivo a Salvatore: Minchia!!! Sasa, ho visto subito. Sono emozionato, ero preso tra mille cose, una conferenza da organizzare oggi pomeriggio, due articoli da finire, ho messo pausa alla mia vita, non so per quale motivo, forse l’affetto che ho per voi, il ricordo per Pino, ho fatto bene. Il telefono squilla ma voglio dirti che hai fatto una cosa grande, molto grande, sei sprecato per questa Terra. Ora torno alla mia vita, volevo condividere l’emozione che mi hai dato e forse il significato di questo video era proprio questo, ogni tanto fermarsi e pensare a ieri. Vorrei aggiungere molte cose ma il telefono squilla di nuovo. Grande Sa. P.s. ma Don era riferito a Fandango? Il messaggio è chiaro, la vita non ci dà il tempo di dare importanza nemmeno alla perdita di una persona cara con cui abbiamo condiviso i momenti più belli della nostra vita, il fiore della nostra gioventù, gli anni della spensieratezza, degli innamoramenti, dello studio e dell’amicizia pura. Però, mentre passa il tempo ci accorgiamo che quella ferita non si rimargina, quando ci capita di pensare al nostro passato quella ferita è lì, sanguinante, aspetta che noi capiamo che la vita sta passando e che il domani avrà un vuoto che non possiamo colmare da soli. La soluzione pensata da Salvatore è quella dell’affrontare la verità, prendere di petto la situazione insieme a quelli che hanno addosso la tua stessa sofferenza, bere insieme e dedicare all’amico che non c’è più quelle parole che ci sono rimaste in gola. Alcune scene sono vicine al film cult della nostra adolescenza “Fandango” con Kevin Costner: un gruppo di amici torna nel posto in cui aveva seppellito una bottiglia di Dom Perignon, e brinda a uno di loro che non c’è più, il tutto attraversando due diverse

Americhe divise da un paio di anni. Allo stesso modo nel video viene fatto il brindisi di ricordo che è il simbolo della consapevolezza della perdita. Forse Salvatore voleva dire altro con questo video, lui è molto più geniale di me, ma io ho voluto scrivere le mie sensazioni perché tutti guardino questo video che racconta di molti, oltre che dei protagonisti, e anche per dare un input ad altri a scrivere su questo video, perché ritengo che riesca a esprimere il meglio di noi, il meglio di chi ha vissuto una generazione che pensava di andare via da qui, ma nello stesso tempo si stava innamorando di questa terra, e oggi rappresenta una qualità di uomini che penso, forse con presunzione, pochi luoghi riescono a esprimere. Questo vorrei che rimanesse del mio articolo, un grazie a tutti i protagonisti per aver dimostrato ancora una volta quanto siamo belli. Per questo sono orgoglioso di voi, sono orgoglioso di Salvatore Ferraro, che conosco da quando eravamo piccoli, e che ha dovuto soffrire molto in vita sua, forse molto di più di quello che una persona può subire. Sofferenza che oggi gli permette di poter comprendere meglio le vere necessità della vita, e trasferirle a chi non può vedere così lontano. Sono orgoglioso di tutti i compagni di scuola di Pino, che sono tutti in vari modi e tempi anche miei grandi amici, quasi tutti hanno lasciato parte della loro giovinezza nella cantina di casa mia, tra di loro ci sono chi ha condiviso con me parte dell’esperienza universitaria, chi ha avuto altre esperienze. Sono orgoglioso dei giovani attori che hanno interpretato molto bene, dei ragazzi che hanno girato e confezionato il video, super. Forse hai ragione Salvatore, ci siamo persi, persi per cosa, per andare dove? Non lo so, so solo che ti devo una bella bottiglia di Dom, perché in quei pochi minuti sei riuscito a far capire a me ma spero a tutti, molto di noi, della nostra generazione e della nostra terra.


INTERVISTA

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE NICOLA IRTO LA LEGGE SULLE AUTONOMIE REGIONALI RISCHIA DI CONDURRE IL SUD VERSO MAGGIORE POVERTÀ E DESERTIFICAZIONE SOCIO-ECONOMICA. E LÌ DOVE C'È UNO STATO DEBOLE, LE MAFIE PROLIFERANO E ASSURGONO AD ANTI-STATO.

“La secessione del Nord creerà nel Mezzogiorno nuovi spazi per le mafie” ILARIO AMMENDOLIA Nei giorni scorsi il consiglio regionale della Calabria ha trattato il problema delle “autonomie regionali” che in molti definiscono la secessione mascherata delle Regioni ricche. Abbiamo intervistato il Presidente Nicola Irto per comprendere più da vicino cosa sta succedendo. Presidente Irto, ci può dire lo spirito della discussione, il livello del dibattito e soprattutto quali sono state le conclusioni a cui si è giunti? È stata una discussione molto matura. Ho apprezzato l’elevato senso di responsabilità istituzionale di tutti i gruppi consiliari. I colleghi hanno colto appieno la pericolosità del momento che le istituzioni democratiche stanno vivendo, con gravissimi rischi per la stessa tenuta dell’ordinamento nazionale. Abbiamo approvato una risoluzione unanime, nata dalla sintesi delle posizioni di tutti i gruppi rappresentanti nel Parlamento regionale, con cui abbiamo chiesto formalmente al Governo una moratoria su questa materia, subordinando l’autonomia alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Siamo stati gli “apripista” di una serie di iniziative politiche e istituzionali che hanno coinvolto altre regioni meridionali, tra le quali la Campania, il cui Consiglio regionale, dopo la nostra risoluzione, ne ha approvata una analoga. A nessuno sfugge il fatto che l’iniziativa “autonomistica” sia saldamente nelle mani dei governatori di Lombardia e Veneto e, in misura minore, di Emilia Romagna. Altre Regioni del Nord sono decisamente favorevoli alla “autonomia” mentre le Regioni del Sud sembrano procedere in maniera confusa, contraddittoria, impacciata. Un “non fronte” destinato, ancora una volta a soccombere: perché siamo giunti a questo punto della china? Non dobbiamo cedere alla tentazione semplicistica di disegnare questa vicenda come la sfida tra due blocchi contrapposti, quello del Nord efficiente ed economicamente florido e quello del Sud disorganizzato e povero, che ha paura di perdere le rendite di posizione assistenzialistiche cristallizzate dai tempi della Cassa per il Mezzogiorno. La sfida è più articolata, più complessa. Ci sono regioni come la Sicilia che guardano con distacco a questa partita perché già godono delle condizioni di particolare autonomia che derivano dallo Statuto speciale. Mi sembra invece che le altre

regioni del Mezzogiorno siano fortemente critiche verso questo percorso che, pur essendo pienamente legittimo e dotato di copertura costituzionale, rischia nella sostanza di creare italiani di serie A e italiani di serie B. Per non eludere la domanda, le rispondo che siamo arrivati a questo punto della china perché c’è stata una colpevole sottovalutazione non solo della politica ma delle intere classi dirigenti del Sud. Lombardia e Veneto hanno alle spalle il risultato del referendum sulla “autonomia” del 22 ottobre 2017 e che oggi spendono sul “mercato politico” come moneta forte. Perché, due anni fa, le Regioni del Sud hanno rinunciato a combattere la battaglia per l’Unità d’Italia e di salvaguardia della Costituzione? Inoltre, Lei, oltre a essere Presidente del Consiglio Regionale è un esponente del PD. Non ritiene ci sia una responsabilità grave del Suo partito, in tutte le sue componenti, per come ha gestito e gestisce la vicenda? La richiesta di autonomia è prevista dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione. Il cuore della vicenda non è questo. È, semmai, il dovere dello Stato di garantire eguali diritti in sanità, istruzione, lavoro a tutti i cittadini italia-

“DOBBIAMO DIFENDERE L'ARTICOLO 5 DELLA COSTITUZIONE CHE STABILISCE CHE LA REPUBBLICA È UNA E INDIVISIBILE. È UNA BATTAGLIA DECISIVA PER LE SORTI DEL PAESE E PER IL NOSTRO FUTURO”.

ni, sia che vivano a Montebelluna, sia che risiedano nella Locride o a Reggio o sulla Piana. La questione è, dunque, squisitamente politica. Non dico che il PD sia immune da responsabilità. Dico però che la genesi di tutto questo affonda le radici in un passato più lontano, fino alla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 che personalmente considero ormai da molto tempo profondamente sbagliata. È da anni, ben prima che la questione del regionalismo rafforzato divenisse una drammatica emergenza istituzionale e democratica, che chiedo di tornare alla centralizzazione in capo allo Stato di alcune materie delicate come la sanità. Il modello di regionalismo del nuovo millennio ha fallito. Qualora il processo autonomistico, così com’è, dovesse giungere in porto, lo Stato nel Sud (e in Calabria più che altrove), scindendosi dalla Costituzione, perderà la propria legittimità democratica. Teme una conseguente legittimazione delle mafie? Dove c’è uno Stato debole, le mafie proliferano e assurgono ad anti-Stato. È un pericolo gravissimo. E da cittadino trentenne, prima ancora che da presidente del Consiglio regionale, provo sentimen-

ti che non posso che definire di rabbia, rispetto alla mancata soluzione della più grave delle questioni dell’Italia post unitaria: la questione meridionale. Se nel governo nazionale prevarranno gli egoismi e le logiche della Lega, con la gravissima complicità del Movimento 5 Stelle che su questa vicenda sta facendo “ammuina” pur avendo incassato tantissimi voti al Sud, finiremo per avere una devastante deriva nelle regioni del Mezzogiorno. Andremo verso maggiore povertà, desertificazione socio-economica e nuovi spazi disponibili per le mafie. Dobbiamo difendere l’articolo 5 della Costituzione che stabilisce che la Repubblica è una e indivisibile. È una battaglia decisiva per le sorti del Paese e per il nostro futuro. La ndrangheta è rapina del territorio, della storia, delle risorse, dell’identità e del futuro di un popolo. Comprendo la brutalità della domanda ma non è questo che sta facendo lo “Stato” in Calabria e che si appresta a fare con maggiore vigore qualora fosse approvata la secessione delle Regioni ricche? Lo Stato sta facendo pienamente la sua parte. Penso ai magistrati della Procura distrettuale antimafia, penso alle forze dell’ordine, penso ai docenti dei nostri ragazzi, penso ai tanti amministratori che si trovano in trincea e che ogni giorno combattono due battaglie, una per far sopravvivere Comuni ormai allo stremo, l’altra contro le intimidazioni e le pressioni mafiose. Cosa deve fare lo Stato in caso di secessione? Le rispondo dicendole che lo Stato siamo noi: ciascuno di noi, ciascun cittadino. Non possiamo delegare ad altri il nostro futuro. Dobbiamo smetterla di piangerci addosso. “Hic Rhodus hic salta”. Al punto in cui siamo giunti cosa pensa di fare concretamente il Consiglio Regionale della Calabria per fronteggiare la grave situazione che si potrebbe creare già sin dai prossimi mesi? Lavoreremo d’intesa con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome per portare avanti iniziative politiche forti. Qualora fosse approvata in Parlamento la legge che conferisce i maggiori poteri richiesti, se prima non verranno definiti in maniera puntuale i livelli essenziali delle prestazioni in ossequio al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Carta, ci rivolgeremo alla Corte costituzionale.


R

24 FEBBRAIO - 08

attualità

x

www.larivieraonline.com

Partito Democratico

Se campiamo, ci vediamo alle Regionali!

Ogni tanto anche osservatori navigati hanno una rappresentazione un po' ingenua della politica: ne parlano come se a confrontarsi fossero schemi e programmi elaborati separatamente dalle varie forze e portati sul libero mercato delle urne come prodotti già finiti e impacchettati, da mettere alla prova del gradimento degli elettori ed eventualmente in pratica dopo le consultazioni. In realtà le cose stanno in tutt'altro modo: tutti ricorderete che alle scorse elezioni regionali del 2014, il PD, facendosi inseguitore del rinnovamento imposto dalla crescita grillina a livello locale come già aveva fatto a livello nazionale, ritirò alcune candidature di vecchi maggiorenti e si presentò con una lista di partito fatta in gran parte di nomi nuovi, con una ristretta rappresentanza di vecchie glorie. Questo maquillage, insieme al raggiungimento del picco massimo del fenomeno renziano, fruttarono un risultato assolutamente lusinghiero. Purtroppo però il rinnovamento si è

rivelato come il coraggio del celebre adagio manzoniano: uno non se lo può dare da solo. Infatti questo rinnovamento di facciata, costruito artificialmente, subìto per arginare l'attrazione dell'elettorato verso i 5 Stelle, ha dimostrato ben presto tutti i propri limiti: non solo era chiaramente sbugiardato dalla candidatura a presidente di Oliverio, uomo della vecchissima guardia, e dall'inciucio, dissimulato a fatica, tra la coalizione di centro-sinistra ed il raggruppamento di centro guidato da Nico D'Ascola, ma è stato anche contraddetto da una buona parte degli eletti, che si sono subito buttati a capofitto in una prassi politica old fashion: supporto agli amici (veri o presunti), calci agli avversari (non scriviamo "nemici" per educazione) e poca (o nulla) inventiva in materia di prospettive di sviluppo per la nostra povera regione. Lo scarso feeling tra Oliverio e i vertici nazionali del suo partito, al governo fino alla scorsa estate, ha fatto il resto: niente fine del commissa-

riamento della sanità, niente sforzi straordinari per l'economia locale, per i trasporti, per il territorio dissestato. Diciamo che si è amministrata la decadenza. E adesso? Certamente lo schieramento di centro-sinistra continuerà a navigare a vista fino alle europee e alla celebrazione del congresso del PD, ma sarebbe triste se non si fosse imparata la lezione del passato recente. Se tramontasse la ricandidatura di Oliverio, possiamo sperare che a questo giro il rinnovamento non sia fittizio? Possiamo cioè sperare che abbia una base politica (fatta di idee, di programmi e soprattutto di segnali dirompenti) e non si tratti solo di riciclaggio anagrafico di vecchie insopportabili abitudini? Oppure, dopo aver perso il passato, si riuscirà a mancare anche l'appuntamento con il futuro (nel senso che si sarà riusciti a scomparire prima)? Gog&Magog

Il Salvato Salvatore

Stando ai sondaggi la Lega si accinge ad avere un grande risultato alle Regionali del novembre prossimo, in Calabria più che altrove. Ma affidarsi al “Salvato” avrà gli stessi effetti di quando ci si affida al “Salvatore”, che stavolta, miracoli dell’Italica Politica e delle sue magiche contorsioni, sono impersonificate dallo stesso soggetto?

I sondaggi, certamente pompati dai Media per mettere nell’angolo il Movimento 5Stelle, che però non si fa mancare nulla da questo punto di vista, rischiando quotidianamente di vanificare ciò che di buono sta tentando di fare, ci dicono che al Sud – in Calabria più che altrove – la Lega si accinge ad avere un grande risultato alle Regionali del novembre prossimo. L’Abruzzo ci dice che quei sondaggi, però, non sono campati in aria. Ecco noi Calabresi, come ci capita spesso, non votiamo né di pacia, né di cuore, né di testa. Votiamo di rabbia o di convenienza spicciola. E posso anche capire. Ma affidarsi al “Salvato” avrà gli stessi effetti di quando ci si affida al “Salvatore”, che stavolta, miracoli dell’Italica Politica e delle sue magiche contorsioni, sono impersonificate dallo stesso soggetto. Ma tutto ciò non risolverà nulla, anzi, aggraverà il quadro generale. Al Nord si stava bene anche prima che la Lega nascesse. Nata, infatti, per difendere interessi di pochi tra ampolle riempite alla fonte del Dio Po e lauree acquistate in Albania, soldi che sparivano come cioccolatini consumati di nascosto quando si è a dieta e populismi secessionisti impiantati al sicuro nei palazzi del Sistema centrale. Il Sistema peggiore, forse, che l’Italia Repubblicana abbia mai conosciuto. Mentre al Sud, invece, si sta peggio nonostante il ventennio che ha visto i leghisti nei ministeri chiave, in politiche improntate sul clientelismo, bastoni camuffati da carote e in promesse atte a mantenere lo Status Quo di un assistenzialismo che, di fatto, ha sempre rappresentato un tappo per lo sviluppo. Assistenzialismo come oppio di un popolo che dorme rabbiosamente. Credo che l’emblema di tutto ciò che dico possa essere rappresentato da un fotogramma dove un certo Alemanno imbocca “il Senatur” con rigatoni all’amatriciana. Un’Italia spolpata che adesso boccheggia e un Sud in agonia senza più trasporti né Sanità degna di un Paese Occidentale sviluppato. Solo le tasse sono “al passo coi tempi”, il resto nulla assoluto. Come ho sempre detto, noi abbiamo pagato un prezzo altissimo al progresso senza mai raggiungerlo. Un prezzo Sociale in termini di perdita di identità, quella positiva, e di fosforo, di materia grigia sparsa per ogni dove a fare la fortuna degli altri, Padania in primis. Ora

si vuol punire coloro che si è portati al potere perché promettevano scorciatoie e non strade e ferrovie decenti affidandosi a chi ci usa come bacino elettorale, che si fa cantore di un disagio per il quale mai si ricordi un atto concreto e specifico per il Sud e la Calabria. E sembra avere buon giuoco in questa crociata. E mentre vuole estendere il bacino elettorale, si rintana in secessionismi ammantati di Costituzionalismo, aiutati clamorosamente da quella Sinistra insipiente che si era impegnata, in Epoca Veltroniana, a togliere istanze alla Destra, finendo per metter mano all’Art. 5 della nostra Costituzione. Inserendo una mela marcia tra quelle buone e completando l’opera con quello che io reputo, a tutti gli effetti, l’esecutore materiale, l’Erede del Veltronismo e cioè Paolo Gentiloni e il suo Governo; fotocopia del Governo renziano. Fotocopia, peraltro, venuta peggio dell’originale, come inesorabilmente capita. Insomma, un Patriottismo senza Costituzione. Un Sovranismo senza contrappesi tra poteri dello Stato. Un Sovranismo che espropria la Sovranità stes-

sa, cioè la Sovranità Costituzionale, smontandola laddove pone argini insormontabili. Disegno al quale noi Calabresi non dobbiamo cedere e renderci complici in quanto solo la Costituzione, il riappropriarci della nostra Sovranità Costituzionale potrà ridarci la dignità che ci è stata strappata e che, in molti casi, ci ha visti già complici fintamente inconsapevoli. Liberiamoci dalla fobia dell’invasione, non tanto perché non esista il problema in prospettiva futura ma perché non abbiamo più nulla da farci rubare. Non diamo fiato ai tromboni, a quelli ai quali interessa l’immigrazione perché ci sono i pomodori da raccogliere, né, tantomeno, a chi fomenta invasioni atte a macchiare la purezza della razza. Niente di tutto ciò. Non sono questi i problemi della Calabria. Ad oggi l’unica misura che potrebbe dare una boccata di ossigeno al disagio sociale, sperando che funzioni, è il Reddito di Cittadinanza. E l’unica cosa giusta fatta dalla Lega è quota 100, che non avrà spazzato via la Fornero ma certamente resta lodevole il coraggio, completamente assente tra gli eredi del Veltronismo, di

metterla quantomeno in discussione e di scalfirne la sacralità pretesa e mai meritata. Salvini, adesso, faccia ciò che ha promesso, cioè chiudere entro l’anno la baraccopoli di San Ferdinando, vera e propria vergogna dell’umanità. Soprattutto per gli ipocriti che si fregiano dello slogan “restiamo umani”. Ma lo faccia dando dignità e una sistemazione a quei ragazzi. Non importa se poi andranno a raccogliere pomodori piuttosto che arance o cocomeri, lo abbiamo fatto anche noi ovunque in giro per il mondo, in epoche neppure lontanissime nel tempo. Importa e necessita soprattutto dare dignità a quei ragazzi e liberarli dalla schiavitù. La destra, per chiudere, non usi il Sud e non approfitti della rabbia sociale diffusa. Ma la mia cara Sinistra, o ciò che di lei rimane, si riappropri delle sue istanze e torni ai vecchi dogmi della difesa dei diritti dei lavoratori e degli emarginati. E la Calabria, fanciulla bella e irrequieta, lasci perdere il suo infantilismo congenito e dia un segnale di maturità. Va bene, va benissimo, non importa di che colore sia il gatto basta che catturi il topo. E occhio a non voler essere, però, sempre il topo. Che balla allegramente quando il gatto non c’è e poi finisce per fidarsi del peggior gatto che esista che gli promette di non mangiarlo ma di limitarsi a tenerlo in gabbia. Per quanto mi riguarda, affiancherò chiunque metterà al primo punto del programma la Sanità calabrese, il dissesto idrogeologico, la questione immigrazione senza fare né gli struzzi e neppure pensare che si risolva tutto con la ferocia cianciando di invasioni varie. La mobilità, la questione occupazionale. Spero che il gatto che vorrà prendere il topo sia di color rosso e spero di poterlo fare attraverso un nuovo concetto di Patria che si richiama interamente alla Costituzione più bella del mondo. Nessun sovranismo o rossobrunismo, ma un riappropriarsi della propria Carta Costituzionale che garantisce tutti, se correttamente applicata, per strapparla al vuoto burocratismo dell’Unione Monetaria che pretende di inculcare a ognuno il mercantilismo tedesco e che vuole ad ogni costo l’egemonia della grande finanza e non l’egemonia della buona Politica che torna a occuparsi dei problemi sociali del nostro tempo. E dunque, Patria e Costituzione sia. Pietro Sergi


R

www.larivieraonline.com

Teste Felici: il trattamento innovativo contro i parassiti approda nella Locride Teste Felici è il 1º centro in Italia che risolve definitivamente il problema della pediiculosi Nato da un’idea di Patrizia Solemetite, è l’unico in Italia a utilizzare sistema unico e innovativo che, senza l’ausilio di prodotti chimici e pesticidi, e con un solo trattamento, riesce a eliminare le uova e i pidocchi. Questo trattamento, chiamato Air-Hair, viene condotto attraverso l’uso di un macchinario, consigliato dai 4 anni in poi, che soffia aria calda stabilizzata sulla cute del paziente, disidratando così le lendini dei pidocchi e facendole cadere. Con il solo utilizzo di questo innovativo macchinario si avrà la certezza che il 98,5% delle uova siano state debellate, una percentuale che arriva al 100% con la successiva applicazione di un unguento che eliminerà per sempre il problema dei pidocchi. Grazie a questa speciale procedura, Teste Felici garantisce a tutte le persone che il problema dei pidocchi possa essere debellato con una sola seduta della durata compresa tra l’ora e l’ora e mezzo, e alla quale si potranno sottoporre tutti i bambini e non

solo senza alcuna controindicazione. Il successo di Teste Felici, che ha già trattato oltre 420mila individui soddisfatti, sta rendendo la concorrenza sempre più serrata. La pubblicazione di nuovi studi, infatti, sta finalmente facendo tramontare l’idea che il problema dei pidocchi sia legato alla scarsa igiene personale, ma cancellare una volta per tutte questo luogo comune richiede duro lavoro e una corretta informazione. Proprio per questa ragione, mai come oggi, Teste Felici sta intensificando la propria attività con l’apertura di nuovi centri per il trattamento della pediiculosi, ma anche per la protezione e la cura dei capelli. È così che nasce l’idea di aprire una sede a Locri che, dopo quelle di Roma e San Nicola La Strada, aspira a diventare polo di riferimento per l’intero sud Italia, portando anche al meridione un trattamento al quale, fino ad oggi, avreste potuto sottoporvi solo dopo un lungo viaggio. Via Giacomo Matteotti 398, Locri info 3779733048


24 FEBBRAIO - 10

R

Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

scrivici www.larivieraonline.com

larivieraonline@gmail.com

Per me la sinistra è racchiusa in un nome: Enrico Berlinguer Quando vengo a Roma passo sempre dalla sede del PD. Lì ci sono compagni e compagne con i quali ho lavorato per tanti anni, prima a Botteghe Oscure poi al botteghino, come ribattezzai via Palermo, con un giornalista. Il mio ultimo atto da tesoriere fu proprio la firma del contratto d'affitto di questo immobile, nel quale i DS si accasarono dopo il peregrinare di sigle e simboli iniziato nel 1991. Una triste litania, PCI, PDS, Ds. Poi l'approdo al PD. Ma a quest'ultimo viaggio rinunciai. I miei scatoloni rimasero in via Palermo. Custoditi, guarda il caso, dal compianto Zucconelli. Al PD, infatti, non mi sono mai iscritto. Non mi convinceva l'operazione politica. Ma l'ho sempre sostenuto e votato. Criticato e difeso. Cercai la mia strada fuori dalla politica attiva. Mai contro la politica che, parafrasando direi, delle arti è (?) la più nobile. La politica è passione, sentimenti, idea e pratica di vita. Come accade in amore spesso avviene una separazione. Può essere conflittuale o consensuale. È sempre una lacerazione che lascia il segno. Riemerge come tutte le manifestazioni ricorrenti. Per fortuna, in questo caso, non si gua-

risce. Giovani antidoti, diversivi che si rincorrono in più ambiti, per cercare momentanei palliativi. Ma Lei, la passione politica e per la politica, riemerge prepotente. Hai voglia di ironizzare, di espungerla, niente è lì felicemente ingombrante. All' ingresso di via del Nazzareno non trovo più i compagni delle mitica vigi-

lanza. Non più sorrisi, pacche sulle spalle, ma un cortese chi è, dove va? Ci manca che dicano: un Fiorino. Poi finalmente salgo in un palazzo che non è più casa mia, spesso mi perdo nello scendere per mezzo piano e risalire un altro mezzo. Poi finalmente ritrovo i sorrisi, i volti, le battute dei miei compagni di un tempo. E per un attimo quel tempo si cristallizza negli inevitabili ricordi. Ieri li ho visti, felici di vedermi certo, ma tesi. Il Congresso è all'ultima curva, si discute nelle segrete stanze di liste e listini, di gazebo e di quanto serve al gran finale del voto. Si discute di tutto. Non di Loro. Non si discute di tanti validissimi compagni/lavoratori, da tempo in cassa integrazione, e il cui destino lavorativo e di vita sembra accompagnare l'incerta parabola del partito al quale, pur nel rincorrersi di sigle, hanno dato il meglio della loro passione e professionalità. Di ristrutturazioni ne abbiamo fatte tante. Ma mai ignorando comprensione, dialogo sostegno. E questo non è tollerabile in un partito di centro-sinistra. Anzi non è tollerabile in assoluto. Se ci pensate non si tratta soltanto di casi personali, importantissimi, è piuttosto in gioco la firma Partito, l'orga-

nizzazione, il finanziamento. Non spetta a me esprimere giudizi su questo aspetto, del più recente passato. Da uomo di sinistra lo ritengo indispensabile. Politicamente e umanamente. Leggerò i documenti, un tempo si chiamavano mozioni, valuterò gli impegni dei candidati, su questo tema, come ovviamente sulla politica con particolare riferimento alla secessione che si profila fra Nord e Sud in relazione ai residui fiscali. Poi deciderò. Forse ritornerò a scrivere su ciò. Oggi sento solo il bisogno di esprimere, col cuore che Loro conoscono, solidarietà ai compagni dell'apparato. E uso volutamente questo termine sul quale si è ironizzato e spesso è stato utilizzato con dileggio. Lo dovevamo impedire. La sinistra è alla costante ricerca di un ubi consistam, di una identità. La mia e quella di tanti compagni è racchiusa ancora nel nome di Enrico Berlinguer. E non ho voglia di andare a cercare altre. Alla prossima visita. Sperando di ritrovavi tutti lì. Vigilanza compresa. Perché non ho un Fiorino... Ciccio Riccio

Non ha mille ragioni di sentirsi triste e solo Michele Bello?

Ricordando Giuseppe Fimognari Il tempo passa inesorabile nel secondo anno della tua scomparsa i tuoi cari ti ricordano con tanto affetto e Amore

Non sono patriottardo né sovranista però vedo a colpo d’occhio l’immensa tristezza di Michele Bello. La si vede guardando il suo busto marmoreo sempre più freddo e smorto. E malinconici almeno quanto Lui saranno i suoi compagni di sventura fucilati sui venti anni per l’Italia e per la Costituzione. Ammazzati con “sentenza” dei giudici, fulminati dai fucili di uomini in divisa tra l’immenso “gaudio” e l’approvazione delle nostre classi dirigenti che sono sempre per la “legge” e per l’ “ordine” o meglio... sempre complici e sottomessi al potere dominante! E ora che l’Italia sta per essere sfasciata e la Costituzione ridotta a un inutile Carta quel Busto suona come uno scherzo beffardo del destino.

E le "nostre" classi dirigenti continueranno a dire che tutto va bene e così come da “borbonici” son diventate “savoiarde” oggi si trasformeranno in leghisti e sfascisti. Ordine e legge. Servilismo e viltà! Oggi come due secoli fa. Non ha mille ragioni di sentirsi triste e solo Michele Bello? Non staranno piangendo a dirotto Salvatori, Verduci, Mazzoni e Ruffo. E noi che ci possiamo fare? La vera commemorazione sarebbe l’impegno che non c’è! E allora mettiamoci d’accordo e in silenzio, senza musica né fanfare portiamo almeno una rosa… Anzi: Una, cento, mille rose rosse per Michele Bello e i suoi sfortunati compagni. Ilario Ammendolia


R

www.larivieraonline.com

SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

www.eurokomonline.eu

800 678 910 11

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

#StavoltavotoEU un percorso di cittadinanza attiva con gli studenti della Locride e non solo…. Si è aperta oramai da oltre tre mesi per l’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica la campagna di comunicazione collegata alle elezioni Europee del prossimo maggio per il rinnovo dell’Europarlamento. #StavoltavotoEU è l’astag collegato, in centinaia sono stati nella Locride i giovani raggiunti tramite incontri di dialogo e approfondimenti dedicati a first voters. Il primo dialogo si è tenuto a Locri il 17 novembre del 2018 per aprire con tutte le scuole e le istituzioni l’argomento della partecipazione civica al rinnovo dell’assemblea più rappresentativa della nostra democrazia. Quindi il ciclo degli eventi “La parola dei giovani” e “Scopriamo come l’Europa decide” tenutisi a Locri il 18 gennaio presso i Licei Mazzini, guidati dal dirigente Francesco Sacco, con la partecipazione di oltre 300 studenti interessati a scoprire come agiscono le istituzioni europee e quali sono i principali programmi dedicati ai giovani come l’Erasmus Plus. A seguire i giovani first voters di Marina di Gioiosa frequentanti l’IIS “Zanotti Bianco”, si sono cimentati come protagonisti della tappa dedicata a “Scopriamo come l’Europa decide” lo scorso 16 febbraio. Guidati dal Dirigente Antonino Morfea e dalla prof.ssa Antonietta Nicita gli studenti hanno realizzato loro stessi l’esempio tipico di un dialogo partecipato aperto dalle loro esigenze e con l’enucleazione delle loro più approfondite conoscenze.

L’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica ha interagito con i propri esperti sulle tematiche scelte dai ragazzi, che hanno presentato il loro punto di vista sull’Europa e sui processi che dalla fondazione della Comunità Economica Europea hanno condotto ai giorni nostri, dalla riforma dei Trattati all’istituzione dell’Unione Europea. Un tragitto non semplice, che ha visto i giovani analizzare le programmazioni comunitarie, gli allargamenti degli anni 2000, i difficili percorsi istituzionali spesso conclusi con piccoli passi avanti e le conquiste comuni, sino alla nuova programmazione delle politiche di coesione. Una carrellata di ricerche ed approfondimenti seguiti da oltre un centinaio di studenti, abili sino ad approfondire i vari volti dell’Europa e le politi-

che comunitarie, dalla convergenza per la coesione sino alle politiche ambientali legate all’Agenda dell’ONU 2030. Una lezione capovolta, introdotta dai saluti di Raffella Rinaldis presidente di Eurokom, che ha permesso all’EDIC di Gioiosa Jonica di dialogare a tutto tondo con i first voters e di impostare una disamina del futuro dell’Europa alla vigilia delle elezioni di maggio 2019. Non sono mancati gli approfondimenti legati all’Erasmus Plus e al corpo Europeo di Solidarietà cosi come alle opportunità offerte alle scuole da e-twinning e dagli scambi multiculturali. A tenere banco su tutto la campagna di comunicazione della Commissione Europea This Time, I’m Voting dettagliata da Alessandra Tuzza responsabile

A Locri il 15 Marzo presso il Liceo “Zaleuco” I giovani e la Settimana dell’amministrazione aperta – #SAA2019 Anche quest’anno tutto pronto per la settimana della Amministrazione aperta e degli open data. Un percorso alla scoperta dei dati statistici ma soprattutto dei dati aperti e dei meta dati che parlano di politiche di coesione e loro uso sui territori. Un appuntamento che vedrà nell’ambito di #Asoc1819 le scuole ancora una volta protagoniste di studio, analisi, monitoraggio, ricerca e comunicazione sulla spesa dei fondi pubblici legati alle politiche di coesione ed ai fondi di investimento dell’EU per la crescita delle regioni. Asoc lo ricordiamo, promuove principi di cittadinanza attiva e consapevole realizzando attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici attraverso l’impiego di innovative tecnologie di informazione, comunicazione e Data Journalism, lo sviluppo di competenze digitali e l’uso dei dati in formato aperto (Open Data), per aiutare gli studenti a conoscere e comunicare, con l’ausilio di tecniche informatiche, statistiche e giornalistiche, come le politiche pubbliche, e in particolare le politiche di coesione, intervengono nei luoghi dove vivono. Il progetto nasce nell’ambito dell’iniziativa OpenCoesione e si avvale del sostegno finanziario dei Programmi per la Governance gestiti dall’Agenzia per la Coesione Territoriale; serve a capire e scoprire Come vengono spesi i fondi pubblici sul nostro territorio? Che tipo di progetti vengono finanziati? Come agiscono davvero per migliorarlo? A Scuola di OpenCoesione[ASOC] è infatti una sfida didattica e civica rivolta a studenti e docenti di istituti secondari di secondo grado. Partendo dall’analisi di informazioni e dati in formato aperto pubblicati sul portale OpenCoesione, abilita gli studenti a scoprire come i fondi pubblici vengono spesi sul proprio territorio e a coinvolgere la cittadinanza nella verifica e nella discussione della loro efficacia. Il progetto ASOC è citato nel Piano

Nazionale Scuola Digitale del MIUR come buon esempio di progetto di monitoraggio civico e data-journalism in grado di implementare l’uso attivo delle dinamiche tecnologiche e online. L’iniziativa, inoltre, ha ricevuto ampio risalto come best practice internazionale per l’utilizzo degli open data in ambito didattico nel volume “Open Data as Open Educational Resources”, pubblicato online da Open Knowledge Foundation (OKFN), la fondazione internazionale non profit che promuove l’accesso libero alla conoscenza attraverso l’apertura dei dati e delle informazioni. A Scuola di OpenCoesione è anche al centro di due importanti ricerche: una condotta dall’Università Cattolica di Milano nell’ambito del Laboratorio sulla valutazione delle politiche IMPACT e finalizzata a misurare la civicness degli studenti come insieme di competenze utili all’esercizio della cittadinanza attiva, e una promossa da Open Government Partnership e realizzata da Parliament Watch Italia, dedicata a OpenCoesione e alle iniziative correlate A Scuola di OpenCoesione e Monithon. A Locri la settimana si apre con l’incontro delle presso l’aula magna del Liceo Scientifico Zaleuco con i team “Archeoclick” del LICEO SCIENTIFICO ZALEUCO di LOCRI ed “OrgoglioSud” dell’ITIS CONTE MILANO di POLISTENA, coinvolti nel percorso a scuola di open coesione 2018/19. Saranno loro a presentare alle delegazioni delle scuole locridee e alle istituzioni lo stato di fatto delle loro ricerche sui progetti monitorati in ASOC. Ad aprire la giornata, coordinata dal responsabile dell’EDIC “Calabria&Europa” Alessandra Tuzza, i saluti istituzionali di Giovanni Calabrese - Sindaco di Locri, Michele Tripodi - Sindaco di Polistena e Maria Teresa Fragomeni - Assessore Regionale al Bilancio. Quindi i Dirigenti

scolastici Giuseppe Fazzolari e Francesco Mileto per entrare nel vivo del percorso svolto dagli istituti di Asoc e la presentazione di Loredana Panetta – dell’ Associazione Eurokom con Il percorso degli Open data nelle scuole. Il punto sulle politiche di trasparenza sarà affidato all’esperta di PA e trasparenza Marina Galluzzo - Responsabile comunicazione del Comune di Udine. L’azione specifica sulla statistica e l’uso dei dati aperti sarà di competenza dell’esperto designato dall’Ufficio Istat per la Calabria. Quindi lo stato di fatto della spesa dei fondi strutturali e del POR Calabria sarà svolta a cura di Yvonne Spadafora – capostruttura Dipartimento Programmazione Regione Calabria. Il percorso è chiaramente in divenire e vedrà a maggio come al solito la designazione dei vincitori del concorso che potranno godere della visita alle istituzioni europee e della visita al Senato della Repubblica in Italia nonché della premiazione durante il forum della PA a Roma. Le scuole che partecipano al percorso di A Scuola di OpenCoesione sono affiancate sui territori dai Centri di Informazione Europe Direct – EDIC e dai Centri di Documentazione Europea – CDE (grazie a uno specifico accordo con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea), da Organizzazioni e Associazioni volontarie e dai referenti territoriali Istat, che, assieme a docenti e studenti selezionati, sono formati sui temi del monitoraggio civico e delle politiche di coesione. Uno degli obiettivi principali di ASOC, infatti, è coinvolgere la cittadinanza nella verifica della spesa pubblica, in Calabria ha inoltre siglato il partenariato di Asoc la Regione Calabria, che segue il percorso con il Dipartimento per la Programmazione comunitaria. Alessandra Tuzza

dell’ EDIC Calabria&Europa di Gioiosa Jonica. Quindi il funzionamento delle istituzioni europee - Ruoli e compiti approfondito da Loredana Panetta dell’EDIC Calabria&Europa di Gioiosa Jonica e infine il Ground Game spiegato da Nicolò Palermo. A chiudere il messaggio a più voci registrato dagli studenti dell’istituto, che hanno confezionato il loro appello ai cittadini per la partecipazione all’elezione del Parlamento Europeo il prossimo 26 maggio. È dello scorso martedì, 19 febbraio, l’evento più recente con i giovani degli istituti superiori di Taurianova, che hanno dialogato con il responsabile dell’EDIC Alessandra Tuzza su l’Unione Europea ed i giovani. Un dialogo tenutosi presso il centro agroalimentare della cittadina della Piana di Gioia con oltre 80 studenti preparati ed interessati a capire quale sarà il futuro dell’Unione Europea. Un’Unione, quella vista dai nostri giovani, che li intende protagonisti di progetti, di viaggi, di ricerche ed interessati testimoni di nuove scommesse di sviluppo, non ultime le start up d’impresa, sempre più intese come vere politiche di inserimento lavorativo e sviluppo dal basso del proprio territorio. Non sono statisti i giovani calabresi ma lo possiamo dire con forza sono preparati, europeisti e conviti che solo insieme e superando i populismi si potrà costruire un’Europa del futuro sempre più vicina ai territori ed alle esigenze dei giovani e dei cittadini.

Programmi Europei in scadenza

Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza: Invito a presentare proposte per prevenire e combattere il razzismo, la xenofobia, l'omofobia e altre forme di intolleranza. Scadrà il 24 Aprile 2019 l'Invito a presentare proposte per prevenire e combattere il razzismo, la xenofobia, l'omofobia e altre forme di intolleranza e monitorare, prevenire e contrastare l'incitamento all'odio online, reso pubblico nell'ambito del Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza. Attraverso lo stesso di vogliono sostenere progetti incentrati sulla prevenzione e la lotta al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza. Per saperne di più: www.eurokomonline.eu Link:https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/topic-details/rec-rrac-raci-ag2019;freeTextSearchKeyword=;typeCodes=1;statusCodes=31094 501

Programma Erasmus+:"Invito specifico a presentare proposte ‘Carta Erasmus per l’Istruzione Superiore’

Scadrà il 29 Marzo 2019 l’Invito specifico a presentare proposte per la ‘Carta Erasmus per l’Istruzione Superiore 2014-2020’, reso pubblico nell'ambito del Programma europeo Erasmus+. L’attribuzione di una ‘Carta Erasmus per l’Istruzione Superiore’ è una condizione preliminare affinché le IIS site in uno dei Paesi di seguito elencati possano candidarsi a partecipare a iniziative di mobilità per l’apprendimento dei singoli e/o alla cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche nell’ambito del Programma. Per le IIS site in altri Stati la CEIS non è richiesta e il quadro qualitativo è definito tramite accordi inter istituzionali tra le IIS. La Carta è assegnata per l’intera durata del Programma Erasmus+. L’implementazione della carta è soggetta a monitoraggio e le eventuali violazioni dei suoi principi e impegni può portare al ritiro della Carta da parte dell’Esecutivo comunitario. Per saperne di più: www.eurokomonline.eu Link:https://eurlex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/?uri=uriservhttps://eacea.ec.europa.eu/erasmusplus/funding/erasmus-charter-for-higher-education-2014-2020selection-2020_en http://ec.europa.eu/erasmus-plus


R


www.larivieraonline.com


24 FEBBRAIO - 14

R

rubriche www.larivieraonline.com

La verità sul Sud sta finalmente emergendo

Nel 1861, il 13 febbraio, cadde il Regno delle Due Sicilie e iniziò il declino del Sud. Si metteva fine, "manu armata", al Regno Borbonico; cominciava l’Italia unita e la colonizzazione del Sud. Iniziava quel giorno, una lotta di resistenza etichettata "brigantaggio", che insanguinò, per quasi un decennio, gran parte del Sud Italia. Il Sud, più avanzato e più ricco del Nord, fu un bottino su cui mettere le mani. Il Regno non era una landa desolata, arretrata, da civilizzare, ma una nazione tra le più industrializzate d'Europa, dove non esisteva la disoccupazione. Dopo l'unità, sicuramente tutto è cambiato, ma in peggio. Disoccupazione, emigrazione, povertà, sono i mali nel Sud attuale. “L’Unità d’Italia – sostenne Antonio Gramsci - non è avvenuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè, il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita a spese del SUD e il suo incremento economico-industriale è stato in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. L’Italia Settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento”. Da meridionale mi rattrista aver studiato sui libri scolastici, altre "storie", che dipingevano la nostra, con altri colori. Molti storici meridionali, soprattutto quelli di sinistra, che pur conoscevano bene il pensiero di Gramsci e di altri pensatori meridionalisti, tra tutti Francesco Saverio Nitti, hanno sicuramente sottaciuto volontariamente su quei tristi e oscuri fatti, che hanno penalizzato fortemente il Meridione. Gli stessi, hanno snobbato e ghettizzato le poche voci che andavano controcorrente, tra tutti Nicola Zitara. Nella loro scalata in ambito accademico, hanno preferito seguire la storia "ufficiale", nascondendo una verità scomoda, che per fortuna sta emergendo con forza e che renderà giustizia postuma a un Popolo, reso dagli eventi succube dei suoi stessi "fratelli d'Italia". Danilo Franco

Un consiglio regionale più rosa, presto in Calabria una legge grazie anche alla Casa delle Donne Quando il fine è alto, quando le forze si uniscono, la democrazia può ottenere ragione. Questo penso sia il significato primo che si coglie dall'azione che ha condotto la Casa delle Donne di FìmminaTv, un percorso di unione tra forze singole che prima lottavano isolate e che ora hanno una voce che diventa più forte, tanto da non poterla ignorare. L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Calabria ha avviato l’iter dei comuni di Catanzaro, Bovalino, Ricadi, Verzino che hanno proceduto ad accogliere il progetto della Casa delle Donne di FìmminaTv di una nuova proposta di legge regionale sulla doppia preferenza di genere anche in Calabria, in previsione delle prossime elezioni regionali e in ottemperanza alla ormai nota legge 20 del 2016. L’Ufficio di presidenza, con il Presidente Nicola Irto, Enzo Ciconte

e Domenico Tallini ha quindi dato il via al percorso che prevede, entro 90 giorni, di portare in Consiglio regionale la nuova proposta. “La notizia dell’avvio formale del percorso ci fa ben sperare - dichiara Raffaella Rinaldis, direttora della Casa, - lo scorso ottobre abbiamo lanciato la proposta a Catanzaro che, immediatamente, ha accolto la nostra idea, quella cioè di voler prendere in mano una situazione che stagnava in Consiglio regionale. Abbiamo chiesto al Presidente Irto di voler dare priorità al percorso della proposta, permettendo che uno dei più alti strumenti di democrazia abbia ragione sul gioco di quella che viene chiamata politica ma che in realtà è solo un equilibrio tra espressioni di potere, dove a farne le spese sono i diritti riconosciuti. Siamo certe che il Presidente non deluderà la nostra richiesta aven-

do fin qui mantenuto fede al suo impegno.” I comuni hanno quindi preso in mano la situazione quando la Casa ne ha proposto il lancio lo scorso ottobre; infatti, a Catanzaro, presente a sostenere il progetto la consigliera regionale di parità Tonia Stumpo, i due consiglieri Costanzo e Battaglia, che quello stesso giorno hanno proposto in consiglio comunale l’immediata programmazione, il comune di Bovalino, che ha dedicato una giornata di lavori consiliari, e, ancora, i comuni di Ricadi e Verzino, lungimiranti e determinati a far valere un diritto sul quale non c’è nemmeno da discutere, essendo norma nazionale. Una norma nazionale che in Consiglio, però, non aveva trovato spazio, situazione paradossale che questa iniziativa intende superare. Altri comuni hanno deliberato e stanno deliberan-

do, nonostante l’iter formale non lo richieda, ma lo si fa come scelta politica e di giustizia sociale. Se il presidente Irto darà priorità all’iter, la norma potrebbe arrivare in tempi brevi in aula, scontrandosi però con la precedente proposta adottata nel 2015 ma che gli stessi sostenitori hanno chiesto di rinviare senza più formalmente richiederla in aula. Una proposta quella del 2015 che veniva sanata dal novellato normativo con le mozioni di settembre a firma, tra gli altri, di Arturo Bova, presente anche lui a Catanzaro all’evento della Casa. La proposta della Casa, dunque, ha già in sé gli adeguamenti normativi. A operare la stesura della proposta Alessia Bausone, che ha redatto un testo completo e senza necessità di adeguamento. Tutto è pronto, dunque, per far trovare finalmente posto a una norma di giustizia paritaria.

“Ignoranza”, diritti alla conoscenza e secessione mascherata Questo è il secondo articolo che scrivo in merito alla discussione in atto tra alcune regioni del Nord, a partire da Veneto e Lombardia - a cui si aggiunta l’Emilia Romagna e si stanno aggiungendo altre - e lo Stato in termini di trasferimento di competenze su sanità, lavoro, assistenza, salute, ambiente, istruzione. Da anni si assiste da parte di molti politici e personaggi, che io definisco “barbari ignoranti”, a una politica di attacco alla scuola, nata dalla riforma della scuola media degli anni 60 e dalle lotte dei lavoratori e studentesche degli anni settanta. A livello internazionale, molti organismi di tipo economico, come l’OCSE, in questi anni si sono assunti il ruolo di definire le strategie scolastiche, secondo il verbo neoliberista dominante. In Italia un ruolo importantissimo, se non fondamentale, lo ha assunto la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, con programmi che tendono a circoscrivere l’educazione come sem-plice supporto all’economia, o meglio alla sua dipendenza dalle esigenze industriali, viste come unico aspetto della funzione della scuola, sia le superiori che l’Università (scuolaazienda). Forse un lavoratore o cittadino, preparato, critico e molto intelligente non è supino a restare al suo posto in silenzio. Prova ne è che le scuole, in tutto il mondo sono sempre il focolaio di protesta e di critica contro tutti i governi, in particolare in Italia dal ‘68 in poi vi è stato un susseguirsi di proteste contro ogni tenta-tivo di “ripristinare” una scuola che divide in base al censo. Possiamo dire che i padri di queste storture sono molti, ultimi i ministri Moratti e Gelmini, sotto i governi Berlusconi, e il governo Renzi, e hanno trovato forte opposizione da parte dei docenti della scuola e dei loro sindacati. Ma la storia di autonomia di ogni singola scuola è una

scelta voluta dal Ministro Berlinguer, con il DPR 8 marzo 1999, n. 275, il regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, che altro non e che il Decreto applicativo dell’articolo 21 della Legge 15 marzo 1997, n. 59, la legge Bassanini sull’autonomia negli enti statali. Anche la legge 107/2015, sotto il governo Renzi interveniva per dare “piena autonomia”, vedi il comma 1, e accentuando i poteri di indirizzo e direzione del Dirigente Scolastico. Già l’onorevole di Forza Italia, Valentina Aprea, D.S., con la proposta di legge 953 del 12 maggio 2008, oltre a modifiche sugli organi collegiali, finanziamento alle scuole private e scuola fortemente legata al territorio, prevedeva la possibilità di fare concorsi a livello di singolo istituto e una contrat-tazione a livello regionale. In fatto di retribuzione, i lavoratori della province autonome di Trento e Bolzano prendono di più dei docenti italiani in quanto hanno una voce retributiva specifica, l’indennità provinciale. Navigando in rete si possono trovare delle notizie dei primi tentativi di modifica delle competenze regionali sulla scuola. Nel dicembre 2016, a Venezia il Consiglio regionale veneto ha votato una proposta di legge per il riconoscimento del popolo veneto come «minoranza nazionale»; a ottobre 2018 è stato firmato il protocollo di intesa tra il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro della Pubblica istruzione Marco Bussetti per lo studio della storia e della cultura veneta nelle scuole. A marzo 2018, in una scuola del Veneto, si è svolto un corso in lingua e da dicembre 2018 è stato attivato un corso in una scuola di Arzignano (VI). La scuola in questi anni, come dicevo precedentemente, ha svolto una funzione fondamentale per difendere i propri diritti, ultimo lo sciopero contro la “riforma” renziana, detta “Buona scuola”, che non ha portato molto

fortuna a chi si è schierato, testardamente, contro tutti i lavoratori della scuola, dopo un anno di sit-in, contestazioni, scioperi nazionali, approvandola con un voto di fiducia. Con l’accordo Stato-Regioni in discussione si fa un passo ulteriore nella direzione della differenzia-zione di ruoli, stipendi e competenze, si creeranno 20 scuole diverse e potrebbero sorgere problemi anche per la validità del riconoscimento dei titoli acquisiti in un’altra regione. Pur potendo conservare ruoli statali (probabilmente meno soldi, per cui tanti cambieranno ruolo) gli insegnanti già assunti dovranno rispettare la disciplina regionale. I nuovi assunti avranno ruoli regionali, come pure i dirigenti scolastici e il personale ausiliario e amministrativo. Tutto sarà competenza regionale: finalità e programmazione dell’offerta formativa, anche in funzione del territorio, la valutazione (si parla di nuovi indicatori regionali), l’alternanza scuola-lavoro, i rapporti con le scuole paritarie, che così potranno essere finanziate ancora di più. I sindacati scuola si stanno preparando a organizzarsi per contrastare questo ennesimo attacco di stampo “classista” tra regioni ricche e regioni povere e hanno preparato un documento per invitare i lavoratori alla protesa. “Vengono meno principi supremi della Costituzione racchiusi nei valori inderogabili e non nego-ziabili contenuti nella prima parte della Carta costituzionale, che impegnano lo Stato ad assicurare un pari livello di formazione scolastica e di istruzione a tutti, con particolare attenzione alle aree territoriali con minori risorse disponibili e alle persone in condizioni di svantaggio economico so-ciale. La scuola non è un semplice servizio, ma una funzione primaria garantita dallo Stato a tutti i citta-dini italiani,

quali che siano la regione in cui risiedono, il loro reddito, la loro identità culturale e religiosa. L’unitarietà culturale e politica del sistema di istruzione e ricerca è condizione irrinunciabile per garantire uguaglianza di opportunità alle nuove generazioni nell’accesso alla cultura, all’istruzione e alla formazione fino ai suoi più alti livelli.”(Dal documento dei sindacati scuola e delle associazioni) Articolo 33 della Costituzione italiana: “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Per quanto riguarda l’Università, che ha un suo statuto autonomo, l’accordo tra lo Stato e la regione Veneto prevede che: “...la Regione ha la competenza di programmare, d’intesa con la prima, percorsi universitari integrativi atti a favorire lo sviluppo tecnologico, economico e sociale del territorio, nel rispetto dei requisiti di sostenibilità dei corsi di studio universitari e della disciplina giuridica sui docenti universitari. (…) La regione, a tal fine può costituire un Fondo integrativo pluriennale Regionale per la Didattica”. Anche in questo caso si potranno differenziare i corsi tra le regioni e dare più soldi ai docenti delle Università presenti nelle regioni più ricche. Tutti sappiamo che, se l’Italia è uno dei Paesi più industrializzati del mondo, lo si deve al lavoro dei lavoratori del Sud, migrati al Nord. Nord che ora decide di tenersi per sé la ricchezza prodotta in un secolo e mezzo di storia unitaria, di creare più disuguaglianze e meno diritti per tutti (salute, lavoro, istruzione). Francesco Martino


GIUDIZIARIA

Gli investimenti all’estero delle ’ndrine

CONVERSANDO

Un vino della Locride tra i vincitori di "Radici del Sud 2018" Si terrà domani, lunedì 25 febbraio, a Sannicandro di Bari l’annuale appuntamento con Radici Wines Experience. A partire dalle ore 18:00 nelle scuderie del Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari sarà presentata la App Radici Guides 2019, la guida ai Vini del Sud, alle Pizzerie e ai Ristoranti della Puglia e dintorni. All’evento parteciperanno esperti di cucina, alimentazione e salute, oltre che i più rinomati chef e pizzaioli. Si affronteranno temi relativi alla corretta alimentazione, alla cultura della salute a tavola e alle materie prime utilizzate in cucina. La serata si concluderà con la degustazione delle 70 etichette dei vini premiati nella edizione del 2018 di Radici del Sud e di alcune preparazioni degli chef e dei maestri pizzaioli. I vini calabresi vincitori di "Radici del Sud 2018" che saranno in degustazione all’evento sono: SPUMANTI ROSÈ DA UVE AUTOCTONE Giuria Wine Writers Primo Classificato Centocamere Rosè, 2016, Barone Macrì Giuria Wine Buyers Secondo Classificato Dovi Rosè, 2015, Ferrocinto GRECO Giuria Wine Writers Secondo Classificato Greco, 2017, Statti GRUPPO MISTO VINI ROSSI DA VITIGNI AUTOCTONI Giuria Wine Buyers Primo Classificato Lamezia, 2017, Statti Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Imperiale piccola di Ferruzzano PIRUS COMMUNIS L. FAMIGLIA ROSACEE

Talvolta, anche senza volerlo, ci si imbatte in una varietà di pianta da frutto o di altro di cui non si conosceva l’esistenza, rara e vicino all’estinzione e allora scatta improvvisa la volontà di salvarla dalla morte certa. Per poterlo fare concretamente però mancano sia le risorse che il luogo fisico, in quanto si avrebbe bisogno di un enorme campo ben protetto dove collocare le piante a rischio d’estinzione e questa iniziativa non basterebbe in quanto le piante prosperano in posti diversi dal punto di vista altimetrico e di conseguenza ciò che va bene per le viti e i peri non è adatto ai meli e ai ciliegi, che hanno bisogno per prosperare di campi ad altitudine di rilievo, mentre viceversa i fichi certamente non amano la montagna dove stenterebbero a sopravvivere o morirebbero Di conseguenza solo le istituzioni pubbliche del settore potrebbero farlo, ma esse sono in permanente crisi finanziaria e talvolta non riescono neppure a pagare i dipendenti in quanto con la ricerca non si possono realizzare profitti. Basti pensare alla Banca dei semi di Bari, la seconda per importanza in Europa che non ottiene adeguati finanziamenti pubblici e sta rischiando il fallimento, nonostante la sua funzione fondamentale. Infatti essa conserva i semi di migliaia di varietà, anche di grani ad esempio, spariti dalla circolazione perché sconsigliati dalla CEE che pagava i premi di produzione solo per determinati grani ricchi di glutine e dannosi alla salute, come il Creso e il Patrizio. Con questa politica di favore alle multinazionali dei semi, come la Monsanto e la Dupont si era estinto persino il grano Senatore Cappelli, ma un’impresa agricola pugliese chiese alla banca dei semi di Bari un po' di semi per riprodurlo e gli furono accordati alcune centinaia di grammi e tale varietà di grano ha ricominciato ad essere coltivato perché riprodotto con tanti sacrifici, ma grazie alla Banca dei semi di Bari che non riceve fondi dello stato per pagare neppure le bollette della luce per mantenere in vita i semi collocati nei frigoriferi in quanto il freddo li mantiene germinabili. Alcuni anni addietro dei fantastici divulgatori agricoli, dell’Arsac Calabria, di cui cito solo i primi due dell’elenco, Maurizio Angotti e Giuseppina Bianco, portarono avanti un lavoro certosino sui fruttiferi ricercando con tanti sacrifici in tante parti della regione, pubblicando “Varietà locali di fruttiferi in Calabria-Atlante della Biodiversità”, presentando le

piante dalla fioritura alla fruttificazione. Il loro lavoro di ricerca non fu completato sul campo in quanto mancarono i finanziamenti per farlo e le piante da frutto evidenziate, talvolta uniche ed isolate, rischiano moltissimo. Di conseguenza mancando la possibilità di salvare in campi protetti e istituzionali le piante rare in genere, a breve tantissime varietà di meli, di peri, di agrumi, di ulivi, ma anche di piante a ciclo annuale continueranno a estinguersi. L’anno scorso un mio compaesano ed amico, Fortunato Fazzari di Ferruzzano, andò alla disperata ricerca del pero Muscatello tipico del nostro territorio, diverso da quello di Gerace, di Motticella e di altre comunità, ricercandolo in tante contrade, ma non riuscì a trovarlo. Estese la sua ricerca nei comuni vicini, ma senza successo. Egli aveva ben due piante in due campi diversi e apparivano prospere e sane, ma all’improvviso nell’estate del 2017 seccarono ed egli proprio in primavera aveva avuto l’idea di innestarli su dei perastri che aveva a portata di mano, ma poi trascurando, non lo fece, con le conseguenze che ne derivarono. Producevano delle pere di media pezzatura, rotondeggianti, quasi schiacciati ai poli, con la parte più esposta al sole, pervasa di un rosso tenue, profumatissime e dalla polpa fine e succosa. Il pero che sto presentando, di cui ho fotografato il frutto in un campo della mia famiglia corre lo stesso rischio, in quanto era presente in due esemplari, ma uno sta seccando in quanto è sovrastato da una giovane quercia che non ho il coraggio di tagliare, mentre l’altro apparentemente sta bene, ma vista l’esperienza di Fortunato è preferibile riprodurlo altrove anche in un campo altrui, dato che ormai si regge su un solo esemplare. Esso infatti porta lo stesso nome dell’Imperiale tipica del territorio, ma è completamente diversa da essa, ritenuta più classica. Infatti, la sua pezzatura è medio piccola, con una forma diversa e mentre la precedente è quasi schiacciata ai poli, questa è molto regolare, diversa anche per il periodo di maturazione. Infatti matura a luglio e a maturazione appare per buona parte giallastra con la parte più colpita dal sole rossiccia, mentre la polpa è fine ed offre un sapore gradevole, con una punta leggera di aspro. È raramente attaccata dalla mosca della frutta, per cui è apprezzabile anche da questo punto di vista. Orlando Sculli

Nell’ambito della recente indagine “Pollino” gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha svolto indagini anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali finalizzate a svelare una attività relativa all’impiego di proventi derivanti dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti posta in essere da soggetti appartamenti alla criminalità organizzata calabrese, in particolare alle cosche di ‘ndrangheta GIORGI alias “Ciceri” di San Luca (RC), IETTO-CUAPIPICELLA di Natile di Careri (RC), PELLEVOTTARI di San Luca (RC), ROMEO alias “Stacchi” di San Luca (RC) e URSINI di Gioiosa Jonica (RC). Tale delega traeva spunto da informazioni partecipate dai collaterali organi investigativi olandesi nell’ambito di una task force italo-olandese, istituita con un apposito protocollo d’intesa firmato presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Nel febbraio del 2016, inoltre, la stessa A.G., nell’ambito di un’attività di cooperazione con la Procura Nazionale di Zwolle (Olanda), delegava il Nucleo Speciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ad effettuare specifici accertamenti ed indagini sulla scorta di una rogatoria internazionale formalizzata da parte della suddetta Autorità Giudiziaria Olandese. Le due indagini erano state quindi inglobate in un’unica attività investigativa nell’ambito del procedimento penale in oggetto indicato, tale attività, inizialmente denominata “Brodo” e successivamente “Pollino”, veniva svolta unitamente ai collaterali organi investigativi olandesi . In particolare, le attività di indagine tese a documentare le sopra citate attività di riciclaggio si concretizzavano in investimenti nel settore della ristorazione sia in Olanda che in Germania, così come emerso anche sul versante dell’attività di indagine Olandese condotta dal FIOD e dalla Polizia Giudiziaria Nazionale Olandese. Già da diversi anni, interessi in numerosi ristoranti/pizzerie ubicati all’estero (in modo particolare in Olanda e Germania) i quali hanno fatto ritenere che le modalità di approvvigionamento delle provviste finanziarie necessarie alla loro acquisizione e gestione fossero di origine criminosa. I rapporti con la ‘ndrangheta negli affari relativi agli investimenti nei ristoranti risultavano consolidati persino formalmente, così come ampiamente dimostrato dagli investigatori olandesi. Di seguito uno dei numerosi dialoghi intercettati nel corso delle indagini. F: La Germania come è Mi? Sono messi meglio di noi oppure è tutto fumo? J : un poco di crisi c’è pure là ma sono messi assai meglio di noi… avoglia, ci sono paesani nostri (bestemmia) che hanno lira di Dio di locali… F.: Veramente? J.: uh, calabresi.. F.: (impreca) J: locali che fanno spavento (voci sovrapposte) milioni di euro… F.: Dome’ ma ascolta…. ma tu non hai visto se si poteva aprire qualche locale…qualcosa là? J: Eh avoglia se si può aprire, uno volendo… F: - i n c o m prensibile- capisci… J: eh… F: Pronto? J: ..puoi affittare locali con tre quattro mila euro al mese ma locali che tirano.. F: Eh appunto ti voglio dire J:E si si si tutti gli italiani hanno i locali lì F: ah bravi per fare uno spaghetto-house….

I BRIGANTI

#iostoconlecapre ...e sto anche con i pastori. Ma sto anche con le mucche, con i polli, con le galline, con i maiali, con i tori. Sto con i disoccupati, con chi è o sarà costretto a spostarsi di svariati chilometri da casa per campare la famiglia. Sto con gli studenti che non imparano nulla di davvero importante a scuola, e sto anche con i professori che non possono insegnare come e cosa vorrebbero. Sto con i buonisti e anche con gli arrabbiati. Facciamo tutti parte dello stesso sistema, siamo figli del papà capitalismo e della mamma globalizzazione. Pure i politici sono vittime del sistema, solo che, essendo ben pagati, gli importa di meno. Purtroppo però a pagare saranno i loro figli, e noi, i poveretti, all’ultimo posto della piramide di chi conta. Infatti stiamo pagando in termini di incertezze, di stress, di ulcere e gastriti, di depressioni, di ansie. E quindi svuotiamo il latte per strada, per protesta. Oppure molliamo e ce ne andiamo. O ci suicidiamo. E vacil-

liamo, siamo in bilico. Non sappiamo cosa fare. Non siamo la Francia che fa le proteste per strada, ma nemmeno la Francia che ancora continua palesemente a sfruttare le colonie africane. Non possiamo intraprendere carriere a nostro gusto nel nostro paese, ma nemmeno lavorare essendo sfruttati 12 ore al giorno. E così insozziamo le strade di latte, che al più lascerà puzza nell’aria per qualche giorno, e nulla più. Oppure ci arrabbiamo con chi cerca di arrivare in questa triste terra per sfuggire a un destino ancora più triste. Alla fine ce la prendiamo sempre coi deboli. Anche se eliminassimo tutti i politici che non ci piacciono, sarebbero rimpiazzati in 5 minuti con altri più congeniali , ma non a noi: a chi ha in mano le redini del sistema. Alle capre non frega nulla di quanti soldi ricaviate con il loro latte, e nemmeno alle mucche, perchè loro sentono solo che non hanno potuto allattare i loro piccoli per dare il loro latte a noi. Non sanno che abbiamo cosparso le strade di sofferenza e lacrime al fine di dare una lezione. Ma a chi? Le strade sono già state pulite, ed il latte è stato versato invano, perchè i poteri fanno ciò che vogliono, e noi abbiamo avuto solo il nostro contentino per stare buoni. Ma non siamo liberi. Non lo siamo finchè a pagare sarà qualcuno che conta meno, perchè ancora una volta ci arroghiamo il diritto di valere di più di altri. Brigantessa Serena Iannopollo


24 FEBBRAIO - 16

R

politica www.larivieraonline.com

Elezioni

Amministrative

Scioglimentopoli Venerdì mattina il Tar del Lazio ha accolto il ricorso avanzato lo scorso 30 gennaio da parte dell’ex sindaco Domenico Vestito, in seguito alla disposizione del Consiglio dei Ministri dello scioglimento per mafia del consiglio comunale di Marina di Gioiosa. Con la decisione del Tar viene riabilitata l’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose e, quindi, Domenico Vestito e tutta la sua Giunta potranno riprendersi lo scranno perduto il 22 novembre 2017. "Giustizia e Verità sono state ristabilite dal TAR Lazio, che ha travolto il teorema accusatorio a base dello scioglimento del Comune di Marina di Gioiosa Ionica – ci dichiara Domenico Vestito. – È un giorno bello per noi, che abbiamo vissuto questo calvario e per tutta Marina di Gioiosa Ionica, che ha prova di essere stata guidata da un’Amministrazione di persone oneste, per bene e che hanno agito solo per il Bene Comune. Questa sentenza, frutto del lavoro intenso e competente portato avanti dal nostro legale, l'avv. Francesco Macrì, cancella mesi di amarezze e sofferenze. Ora torneremo, per quel poco di tempo che ci rimane, per tentare di completare il lavoro iniziato e brutalmente interrotto. Questa decisione accenda l'attenzione su una radicale revisione di questa norma iniqua". Dopo due anni di fango, dopo l’ennesima “asinata”,

È stato annullato lo scioglimento del comune di Marina di Gioiosa. Giustizia e Verità sono state ristabilite dal TAR del Lazio.

basterà un “dietrofront” della giustizia a riabilitare Marina di Gioiosa, a riscattarne l’onore? Chi pagherà per aver infangato una comunità con estrema e insopportabile disinvoltura, per averla cestinata insieme a tutte le sue buone intenzioni? Fuoco freddo caduto addosso all’amministrazione di Marina di Gioiosa ma anche a tutti i suoi cittadini. Una prassi ormai consolidata alle nostre latitudini. Questa terra va salvata, va salvata da coloro che pretendono di arricchire il proprio curriculum sulla pelle di chi da anni sopporta pregiudizi, capricci, sbandate colleriche, trappole e narcisismo che hanno fatto più stragi della lupara. Ci sono regole che non vanno accettate e consentite e sono quelle della criminalità; ma oltre queste, alla nostra terra è stato assegnato il mandala della criminalizzazione, un labirinto le cui formule non servono che a perdersi. La giunta Vestito ha avuto il coraggio, dopo aver spolpato, masticato e digerito l’ingiustizia, di opporsi alle regole della criminalizzazione, perché si è resa pienamente conto che lì dove finisce il nostro orgoglio inizia il nostro castigo. E il castigo che serpeggia con contorni sempre più nitidi e inquietanti è quello di una viscida “stanchezza democratica”. mgc

la Locride è pronta a rinnovare

16 “

Ad arrivare, più o meno illesi, alla naturale scadenza del mandato saranno i comuni di Agnana, Benestare, Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Monasterace, Palizzi, Riace, Roccella Ionica, San Giovanni di Gerace, Sant’Ilario dello Ionio e Stignano, cui si aggiunge l’ormai certo termine del regime commissariale di Canolo. La chiamata alle urne riguarderà anche gli sciolti Ardore, Bivongi, Grotteria e San Luca.

consigli comunali

Con la primavera finalmente alle porte torna anche la febbre elettorale. Oltre al tanto importante quanto poco considerato appuntamento delle Europee, infatti, moltissimi saranno i comuni chiamati al voto per il rinnovo dei consigli comunali che dovranno, soprattutto alle nostre latitudini, prepararsi a una sfida di rinnovo e innovazione che possa determinare anche un riscatto morale e sociale.

Nella Locride dovrebbero essere ben sedici i comuni coinvolti nelle Amministrative del prossimo 24 maggio, un condizionale reso obbligatorio dalla presenza di tre centri in regime commissariale e dalle frequenti incognite relative all’effettiva presenza di candidati in diversi altri nostri paesi. Ad arrivare, più o meno illesi, alla naturale scadenza del mandato saranno i comuni di Agnana, Benestare, Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Monasterace, Palizzi, Riace, Roccella Ionica, San Giovanni di Gerace, Sant’Ilario dello Ionio e Stignano, cui si aggiunge l’ormai certo termine del regime commissariale di Canolo. La chiamata alle urne, inoltre, riguarderà anche i centri di Ardore, Bivongi e Grotteria, i cui consigli sono stati sciolti rispettivamente per le dimissioni per problemi di salute del primo cittadino Giuseppe Grenci, per la prematura scomparsa del compianto sindaco Felice Valenti e per la mancata approvazione del rendiconto finanziario da parte della giunta Loiero. Ultimo, ma non certo per importanza, è l’ormai onnipresente San Luca. Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose avvenuto nel 2015, infatti, il paese di Corrado Alvaro è stato chiamato ad ogni tornata elettorale a presentare almeno una lista che garantisse il ritorno di un’amministrazione democraticamente eletta alla sua guida, un’evenienza che non si è mai verificata a causa della perdita di fiducia nello Stato da parte dei residenti e dell’ottima gestione del paese da parte del commissario prefettizio Salvatore Gullì. Proprio a San Luca, tuttavia, le cose potrebbero finalmente cambiare grazie al focus, non sempre gradito in verità, che il massmediologo Klaus Davi ha effettuato nell’ultimo anno e che lo ha convinto ad autoproclamarsi candidato a sindaco per le prossime amministrative. La mossa, dal valore certamente più mediatico che sociale, è riuscita comunque a ridestare le coscienze di “Calabresi in Movimento”, realtà politico-culturale guidata da

Francesco Anoldo, pronto a raccogliere la sfida primaverile del noto personaggio televisivo pur non essendo nemmeno lui originario del posto. A tale proposito, invece, l’eventuale conferma della vociferata candidatura di Bruno Bartolo, sanluchese DOC, lo renderebbe il candidato più credibile espresso in ambito locale e una vera e propria speranza per la società sanluchese. Meno mainstream dovrebbe invece essere la contesa per il ruolo di sindaco di Agnana, in cui la naturale scadenza del mandato di Caterina Furfaro non impedirà alla prima cittadina uscente di ripresentarsi per un secondo mandato, anche se ancora non è dato sapere chi sarà il suo avversario. Visti i trascorsi, recenti e non, ci aspettiamo che questo nome possa essere quello dell’ex vicesindaco Lupis… Ad Ardore le consultazioni pre-elettorali sono partite proprio questa settimana, con un incontro della maggioranza uscente, guidata dall’ex vicesindaco Giovanni Teotino che ha raccolto attorno a sé giovani ed esponenti del mondo dell’associazionismo per decidere insieme una linea d’azione in vista delle elezioni. Accanto a questo movimento sembra inoltre sicura la candidatura dell’ex sindaco Giuseppe Campisi e voci sempre più insistenti parlano dell’arrivo di Roberto Marando in qualità di terzo incomodo. A Benstare il sindaco Rosario Rocca, reduce dal suo doppio mandato cominciato nel remoto giugno del 2009, avrebbe invece espresso la volontà di lasciare spazio all’attuale vicesindaco Domenico Mantegna cui si contrapporrà sicuramente l’ex sindaco Enzo Rocca. Il vuoto lasciato da Felice Valenti a Bivongi, invece, sta portando a un’intensa riflessione tra diversi schieramenti politico-culturali che si stanno consultando al fine di trovare un candidato di alto profilo per dare una garanzia di governabilità al paese. A Canolo ha invece espresso la volontà di riportare la

democrazia il candidato siderenese al senato nelle Politiche del 4 marzo 2018 Antonio “Carobonella” Ferreri, la cui volontà non avrebbe però incontrato il favore di tutti i residenti. Voci di corridoio indicano in un noto volto femminile una possibile avversaria. A Grotteria, poi, nonostante la delusione della mancata approvazione del bilancio che ha comportato lo scioglimento del consiglio comunale, il sindaco uscente Vincenzo Loiero sarebbe pronto a ricandidarsi con la sua squadra al completo. Un’evenienza che riproporrebbe dunque l’eterna lotta con l’avversario Raffaele Lupis. Particolarissimo il caso di Marina di Gioiosa Ionica: dopo aver vinto venerdì mattina il ricorso al TAR del Lazio relativo allo scioglimento per infiltrazioni mafiose subito alla fine del 2017, Domenico Vestito è tornato infatti a rivestire il proprio incarico di primo cittadino, che ricoprirà fino alla prima tornata elettorale utile per il rinnovo dell’Amministrazione, ovvero proprio quella del prossimo 24 maggio. I tempi per formare le liste stringono… Il mandato decennale di Giorgio Imperitura a Martone, invece, non ha assuefatto la voglia di ricoprire l’incarico di sindaco da parte del primo cittadino uscente, che dovrà affrontare con ogni probabilità l’eterno avversario Nicola Limoncino. In questa contesa, inoltre, potrebbe inserirsi anche l’ex consigliere di maggioranza Marco Ameduri e voci sempre più insistenti parlano di un ritorno in grande stile del locale PD, il cui militante Ciccio Ientile sarebbe pronto a proporre il nome di una donna di cui ancora non conosciamo le generalità. Potrebbe non essere della partita il dentista Giorgio Calvi, probabilmente più interessato a una candidatura alle Europee. Più definita dovrebbe invece essere la situazione di Monasterace, in cui a contendersi la poltrona lasciata vacante dal sindaco uscente Cesare De Leo, che pare non volersi ricandidare per un secondo mandato, dovrebbero essere una coalizione di ampio respiro costi-


Riace

GIUSEPPE GERVASI FRANCESCO SALERNO

Roccella Ionica

VITTORIO ZITO GIUSEPPE CERTOMÀ

Agnana

CATERINA FURFARO GIUSEPPE LUPIS

Benestare

Grotteria

VITTORIO LOIERO RAFFAELE LUPIS

Palizzi

Sant’Ilario

GIUSEPPE MONTELEONE, BRUNO MARTELLI E GIUSEPPE PALMISANO

Ardore

GIOVANNI TEOTINO, GIUSEPPE CAMPISI, ROBERTO MARANDO

DOMENICO MANTEGNA ENZO ROCCA

WALTER SCERBO MARIA LUCIA BEVILACQUA

Stignano

FRANCO CANDIA

Canolo

ANTONIO FERRERI

tuita da un gruppo sostenuto da Teodoro Bucchino e da vari professionisti locali con candidato a sindaco l’assessore Nicola Gara, l’attuale vicesindaco Alessandro Zannino, che ha invece espresso la volontà di correre da solo, e il terzo incomodo Mario Candido, cui sarebbe già stato assicurato l’appoggio delle locali espressioni della Lega. A Palizzi ci sono ancora incognite relativamente al ruolo che potrà assumere il sindaco uscente Walter Scerbo dopo la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto la scorsa estate, che pare comunque non abbia intaccato la sua voglia di ricoprire l’incarico. Qualora Scerbo si ricandidasse, comunque, dovrà passare dalla tagliola di una sfida all’ultimo voto con Maria Lucia Bevilacqua. Chi sicuramente non potrà ripresentarsi all’imminente tornata elettorale, poi, sarà il sindaco sospeso di Riace Domenico Lucano, del quale possiamo solo immaginare (vista la mancanza dell’ufficialità) che sarà l’attuale vicesindaco Giuseppe Gervasi a raccogliere l’eredità. Per potersi insediare in qualità di sindaco del paese dei bronzi, tuttavia, anche lui dovrà vedersela con l’agguerrita concorrenza del collega del consiglio comunale Francesco Salerno e di Giulio Velonà. A Roccella Ionica, dunque, l’amministrazione guidata da Giuseppe Certomà consegnerà la propria eredità morale all’attuale vicesindaco Vittorio Zito, cui si contrapporrà la lista “Roccella Futura” guidata da Bebo Alvaro, con la quale già negli scorsi mesi sono cominciate le prime schermaglie elettorali e, stando al rincorrersi delle speculazioni paesane, a una lista espressione della locale frangia del Movimento 5 Stelle. Molto in bilico pare poi essere il destino di San Giovanni di Gerace: l’insediamento di una commissione d’accesso alcuni mesi or sono, infatti, rende più che probabile che la tornata elettorale lasci il posto a uno scioglimento per infiltrazioni mafiose proprio a poche settimane dalla data prevista per le amministrative, una beffa alla quale i cittadini paiono essere da diverso tempo preparati. Dopo gli innumerevoli dubbi sulla legittimità della propria elezione, dunque, anche a Sant’Ilario dello Ionio restano riserve in merito alla possibile ricandidatura del sindaco uscente Pasquale Brizzi, mentre è più sicura la presentazione dell’attuale vicesindaco Giuseppe Monteleone, che potrebbe vedersela con Bruno Martelli o, sostengono alcuni, Giuseppe Palmisano. A Stignano, infine, assistiamo a una situazione assai simile a quella di Martone, considerato che lo scadere del secondo mandato non fa perdere la voglia di fare il sindaco a Franco Candia. A differenza della lotta a tre che dovrà affrontare il collega Imperitura, tuttavia, l’assenza di concorrenti potrebbe rendere più semplice la corsa allo scranno di primo cittadino per il presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride. Insomma, un panorama variegato e ancora in via di definizione, che potrebbe riservare non poche sorprese al nostro comprensorio. Jacopo Giuca

Martone

GIORGIO IMPERITURA, NICOLA LIMONCINO E MARCO AMEDURI

San Giovanni di Gerace

GIUSEPPE VUMBACA

Monasterace

NICOLA GARA, ALESSANDRO ZANNINO E MARIO CANDIDO

Buvongi

CONSULTAZIONI ANCORA APERTE DOPO LA SCOMPARSA DI FELICE VALENTI, CHE VOGLIAMO RICORDARE CON QUESTA FOTO.

San Luca

KLAUS DAVI, FRANCESCO ANOLDO E BRUNO BARTOLO


24 FEBBRAIO - 18

R

cultura www.larivieraonline.com

Quando Pasolini definì Cutro “paese dei banditi” Estratto di un articolo di Pierluigi Ghiggini

Nell’estate del 1957, quando l’Italia mollava gli ormeggi dalle macerie della guerra per navigare verso il miracolo economico, Pier Paolo Pasolini realizzò un reportage per la rivista Successo viaggiando su una Fiat Millecento lungo le coste italiane, al fine di raccontare mutamenti, differenze, contrasti. Giunto nella Calabria ionica descrisse Cutro con parole terribili e drammatiche, che ancora oggi bruciano nel cuore dei cutresi (almeno degli anziani che vissero quella vicenda). Pasolini definì Cutro “paese di banditi”, dove “si sente di essere fuori dalla legge”. Tuttavia intendeva la parola “banditi” non come malfattori, bensì come scacciati, oppressi dal potere. Non era da lui mettere all’indice un intero popolo, e cercò anche di spiegare il senso delle sue parole. Nondimeno scoppiò un putiferio, un incendio d’indignazione difficile, se non impossibile, da estinguere. Successivamente Pasolini, forse sollecitato dall’editore, cercò di rimediare spiegando il senso del suo scritto con una lettera dalla Calabria, in grado di dimostrare il grande amore che il poeta, scrittore e regista aveva per gli oppressi e per le loro cause. Dopo quella lettera, la querela del sindaco di Cutro finì con un non luogo a a procedere. Due anni dopo, nel 1959 Pasolini fu proclamato vincitore del premio letterario Crotone. Una giuria di mostri sacri come Giorgio Bassani, Carlo Emilio Gadda, Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti e il Leonida Repaci fondatore del Viareggio gli assegnarono il premio per Una vita violenta. Esplosero comunque feroci polemiche: il caso Cutro bruciava ancora. Anche se oggi quell’episodio è dimenticato, o meglio, rimosso, rievocarlo può essere utile per comprendere le ragioni lontane della sensibilità della comunità cutrese (e più in generale Calabrese) sui temi della propria identità, perché ancora oggi le notizie e le affermazioni con qualche sfondo critico vengano bollate come razzismo. E perché, anche quando si parla di ‘ndrangheta e operazioni contro la criminalità c’è sempre qualcuno che deve mettere in guardia, anche fuori luogo, dal linciaggio mediatico, dalle generalizzazioni, dal marchio d’infamia.

Caro direttore, con un po' di ritardo, magari, mi vorrei spiegare e sfogare sulle colonne del suo giornale. Ho qui, solo ora, sotto gli occhi dei fogli calabresi di cui mi era stato dato un vago allarme: E su cui sono oggetto di una profonda indignazione. Ho fatto come lo struzzo: non ho voluto saperne di più. Ma adesso quei giornali mi sono capitati fisicamente davanti: e ho dovuto tirar fuori dalla sabbia la testa. Niente di grave, ne ho passate di ben peggiori, in quest'annata letteraria. Ancora una volta sono dichiarato nemico della patria: stavolta perché ho dato dei «banditi» ai calabresi. Veramente, le cose stanno così: ho fatto quest'estate un giro per le spiagge italiane, da Ventimiglia a Trieste, per incarico della rivista Successo, e qui, in tre puntate, ho pubblicato le mie impressioni. Un piccolissimo, stenografo reisebilder: in cui sono andato non oltre la prima cute. Tra le altre spiagge ho visto quelle calabresi: stupende nel versante tirrenico, specie fino a Maratea (e l’ho scritto: stupende); incantate nella parte occidentale dello Jonio (e anche questo l'ho scritto); tremende nella zona di Cutro. Tremende non in quanto spiagge, ma in quanto luoghi appartenenti a una fra le più depresse delle aree depresse italiane. Non ho potuto affrontare in una sede come quella di Successo la cosa in termini sociologici, e nemmeno veramente letterari: e così ho un po' scherzato, linguisticamente, come in tutto il resto del mio servizio. Dicendo che la zona di Cutro è quella che mi ha più impressionato in tutto il mio viaggio, ho detto la verità: chiamandola poi

zona di «banditi», ho usato la parola: 1) nel suo etimo; 2) nel significato che essa ha nei film westerns, ossia il significato puramente coloristico; 3) con profonda simpatia. Fin da bambino, ho sempre tenuto per i banditi contro i poliziotti: figurarsi questo caso. Ora, purtroppo, alcune persone hanno finto di essersi offese per queste mie innocenti parole: non so perché l'abbiano finto: per ragioni di tattica elettorale, suppongo. Avranno avuto bisogno di aureolarsi, nei giorni in cui i Russi vanno sulla luna, della luce di difensori della patria e della tradizione. Il primo a alzare il vessillo dell'indignazione sacra, è stato un onorevole democristiano (un La Russa): subito altre persone, forse in buona fede, si sono coindignate. È così che si creano i pretesti, le speculazioni politiche, i rancori teologici, e magari si armano le mani, oltre che le bocche. Un'ondata di indignazione contro di me, ha percorso la pubblicistica calabra. In prima pagina, su tre colonne, magari colonnette, le vestali del luogo hanno lanciato insulti neoclassici contro la mia neorealistica persona. Se la prendono contro la mia aggettivazione: per esempio, contro la terna di aggettivi che nel mio penso accompagna lo Jonio: «nemico, straniero e seducente». Ammetto che i tre aggettivi non sono stilisticamente gran cosa, che sono tolti un po’ dal ron ron rondista (era il primo materiale linguistico che mi capitava sottomano per esprimermi nella a me insolita maniera giornalistica): ammetto tutto. Ma che, mutilati di un corno («seducente») e ridotti al moncone «nemico e straniero», mi vengano gettati addosso con

Nei giorni scorsi ha seguito passo passo le riprese del film "Respira" di Lele Nucera. Ma oltre a fotografare i backstage, Salvatore, 23 anni, ha la passione per la natura e le grandi città che trasforma abilmente in protagonisti dei suoi scatti.

Pasolini: il tenace difensore delle cause degli ultimi Pasolini, nato a Bologna nel 1922 e morto a Ostia nel 1975, compirebbe 97 anni. Ma come accade alle grandi figure dello scenario culturale, la sua figura e le sue opere si consolidano anche nei tormenti della attualità. Intelligenza multiforme, mi piace ricordarlo autore di “scritti corsari” e come inventore di due metafore pregnanti e note: le lucciole e il Palazzo. Le lucciole simbolo della civiltà contadina, un mondo dissolto e in via di estinzione a causa di quel mancato rispetto della natura che oggi è diventata tormentata ossessione sui destini del nostro pianeta, Pasolini per il ritorno di una sola lucciola avrebbe regalato l’intera Montedison. E nessuno, in tempi non sospetti come Pasolini, seppe denunciare, con coraggio e veemenza, il Palazzo della Politica per porgere riscatto alla dimensione degli umili travolti dalla civiltà urbana e tecnologica. Gli sono state rivolte molte critiche perché parlava non il linguaggio organico del cittadino organizzato nelle strutture istituzionali, ma il linguaggio del poeta tutore di una mitica cultura alimentata da poetica virgiliana. Per questo la sua presenza, al di là delle misere strumentalizzazioni, continua a essere richiamo a riflessioni forti e suggestive, incalzate dalla sua disperata vitalità. In questo articolo del lontano 1959 mette a nudo la pochezza intellettuale e strategica delle forze politiche dominanti che preoccupate di conservare lo stato di arretratezza della Calabria si vestivano di retorica tradizionale senza soluzione e prospettive. Pasolini si dichiara e si conferma tutore del

“popolo” sia esso calabrese o friulano, animato dalla tensione di migliorare le miserie di queste persone “poveri muti”. Pasolini è stato un intellettuale che ha messo a nudo i guasti provocati dalle classi dirigenti e dei governi e le disastrose conseguenze derivate. Una persona uccisa in modo tragico che insieme ad altri (Aldo Moro per esempio) ha segnato gli anni settanta e la coscienza collettiva. Si era pronunciato contro l’aborto, non contro la legge, Sosteneva Pasolini “Si faccia la legge ,ma il problema della sessualità e la frustrazione sessuale e la violenza contro le donne restano e non sarà una legge sull’aborto ad abolirle, perché le donne sono sempre considerate cittadini inferiori”. Era stato Pasolini a difendere sempre le cause degli ultimi, fossero gli omosessuali o magari i poliziotti aggrediti a Valle Giulia dagli studenti universitari. I poliziotti proletari picchiati dai privilegiati figli della borghesia. Le belle parole scritte in ricordo della suicida Marilyn Monroe evocata come “sorellina”. Aveva aperto le pagine della storia di Italia negli anni del boom economico e voleva mostrare gli scheletri che contenevano. Mi piace pensare a questa sua profonda poetica visione del mondo nella quale non vive lo schema maggioranza-opposizione, ma solo una alterità del modo di ragionare. Per questo Pasolini resta irriducibile ad ogni etichetta. Hanno provato a rivendicarne l’eredità a posteriori sia da destra sia da sinistra, con scarso successo. Tutto questo è l’intelligenza della sua forza e del suo genio. Matteo Lo Presti

Salvatore Ga Locri in giro a fotografare "Per me la macchina fotografica è come un'estensione del mio corpo. Anche quando non ce l'ho dietro, guardo la maggior parte delle cose come se le stessi osservando attraverso una lente, scattando fotografie immaginarie di ciò che vedo"


IMMAGINI DA SINISTRA1.PIER PAOLO PASOLINI INSIEME AD UN GRUPPO DI GIOVANI A CUTRO 2. PIER PAOLO PASOLINI DURANTE UNA INTERVISTA NEL MUNICIPIO DI CROTONE 3. ROSARIO VILLARI, GIORGIO BASSANI, E PIER PAOLO PASOLINI

Una lettera sulla Calabria ORIGINARIAMENTE PUBBLICATA SU PAESE SERA DI MARTEDÌ 27 OTTOBRE 1959

l'accusa di non sentire la grandezza della Magna Grecia, è troppo. Ma cerchiamo di vedere più dentro. In questa polemichetta, i dirigenti democristiani calabresi confermano tutto il male che si può dire di loro. Per ragioni diverse: 1) con cattiveria degna del peggior giornalista dello Specchio, creano, falsificando, un pretesto; 2) fingono di provare reale valore indignazione contro questo falso oggetto, che invece non è altro che un atto di fredda tattica politica; 3) adottano come più efficace argomento oratorio l'appello alla tradizione, ha una tradizione morta e sepolta, puramente archeologica, esattamente come facevano i fascisti con l'antica Roma (vorrei aggiungere, al proposito, che proprio in questi giorni comincia la traduzione dell’Orestiade, che Gassman reciterà nei teatri greci del Sud: in cantiere da tempo la traduzione dell’Eneide: mi si venga dunque a dire che non amo la classicità…); 4) eludono i problemi veri, deviando l'interesse pubblico verso delle sciocchezze folcloristiche, sfruttando ipocritamente la ingenua passione dei calabresi semplici; 5) non voglio ammettere che in realtà in Calabria i «banditi» ci sono. E precisiamo questa storia dei «banditi». Anzitutto, a Cutro, sia ben chiaro, prima di ogni ulteriore considerazione, il quaranta per cento della popolazione è stata privata del diritto di voto perché condannata per furto: questo frutto consiste, poi, nel-

l’aver fatto legna nei boschi della tenuta del barone Luigi Barracco. Ora vorrei sapere che cos'altro è questa povera gente se non «bandita» dalla società italiana, che dalla parte del barone dei suoi servi politici. Certo, il punto di vista storico dei cattolici e scoraggiante: guardando le cose sub specie aeternitatis, è chiaro che la Magna Grecia il governo Segni sono pressappoco degli stessi anni. Ogni prevaricazione storica è possibile, di fronte alla metastoria. Non so se il La Russa si renda almeno conto di questi problemi minimi di metodo. Comunque è certo che, nonché di pietà cristiana, egli manca totalmente di quel senso storicistico senza cui è impossibile vivere da uomini civili. Se lo possedesse, saprebbe che la storia della sua Calabria implica necessariamente il banditismo: se due millenni essa è una terra dominata, sotto governata, depressa. Paternalismo e tirannia, dai Bizantini agli Spagnoli, dai Borboni ai fascisti, che cos'altro potevano produrre se non una popolazione nei cui caratteri sociali si mescolano una dolorosa arretratezza e un fiero spirito di rivolta? E appunto per questo non si può non amarla, non essere tutti dalla sua parte, non avversare con tutta la forza del cuore della ragione chi vuol perpetuare questo stato di cose, ignorandole, mettendole a tacere, mistificandole. Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario - il decimo - dei fatti di Melissa: opera del popolo.

alluzzo, da per il mondo e la natura

Là c'erano i germi per la rinascita della Calabria del Sud: i La Russa hanno contribuito, servilmente, alla azione, per fortuna vana, che mirava a disseccarli. E adesso si indignano se qualcuno dice la verità: in Calabria c'è miseria, dolore, rabbia: si vive a un altro livello culturale: l’ho scritto e lo ripeto. E tutto questo è colpa delle classi dominanti che si sono succedute a torturare questa povera terra: e a cui si aggiunge la nuova borghesia democristiana conformista e ipocrita. Quanto a me, di tutto mi si può accusare fuori che di non essere dalla parte del popolo: il mio primo romanzo, inedito, del 1949, è sui braccianti friulani e il Lodo De Gasperi: da allora non ho scritto altro che di problemi che riguardano le classi povere, proletarie sottoproletarie. Se dovessi dire qual è la poesia che mi è più cara del mio volume Le ceneri di Gramsci, oltre a quella che dà il titolo al libro direi senz'altro La Terra di Lavoro, che riguarda proprio il Sud e le sue misere e abbandonate popolazioni. Del resto, fin dal 1949, in un gruppo di poesie incomplete inedite, che si dovevano intitolare I cantari di Germani Bruno (un giovane diffusore dell'Unità friulano) scrivevo, appunto a proposito di Melissa, questi versi (che non considero buoni, ma certo significativi per quanto riguarda le mie opinioni e la mia posizione politica). A costo di parere presuntuoso, caro direttore, vorrei qui di seguito riportarli:

Ha 23 anni, ma ha già girato mezzo mondo con al collo la sua inseparabile macchina fotografica, catturando gli scenari più emozionanti delle grandi città ma anche le immagini più suggestive che la natura regala a ogni latitudine. Salvatore Galluzzo, in arte Save Rock, vive a Locri e nei giorni scorsi si aggirava tra gli attori e i cameramen del film “Respira” di Lele Nucera, girato a Siderno. Cosa ci facevi all’interno di questo singolare set cinematografico in cui è stata trasformata Siderno? Ho fotografato l’intero backstage di “Respira”. Non è la prima volta che collaboro con Lele: l’ho infatti seguito anche nel backstage di “Maramandra” e “9x21”. Oltre la fotografia, ho la passione per la recitazione. Lavorando al fianco di Lele riesco a combinare le due cose: sono nell’ambiente cinematografico e cerco di imparare nuovi segreti per inserirmi nel settore della fotografia di scena. Al di là della fotografia connessa al cinema, cosa ti piace fotografare? La mia passione è la fotografia naturalistica e di viaggio: amo viaggiare e raccontare attraverso i miei scatti i luoghi che visito e che mi hanno lasciato un segno. Ci sono dei messaggi che vuoi lanciare attraverso i tuoi scatti o credi principalmente nella fotografia creata per un puro estetismo? No, non è puro estetismo. Attraverso la fotografia cerco di condividere il mio punto di vista su quanto fotografo. Cerco di dare una mia interpretazione, di valorizzare la natura, gli animali... Tre ingredienti che secondo te sono fondamentali in uno scatto fotografico? La luce, prima di tutto; in secondo luogo l’occhio, e poi la storia e il carattere di chi scatta la foto, due elementi che inducono a immortalare un determinato momento piuttosto che un altro. La macchina fotografica ti dà un senso di potere o di protezione? Per me la macchina fotografica è come un’estensione del mio corpo, ma non mi dà né potere né protezione. È soltanto un “canale” attraverso cui guardo ciò che mi circonda. Anche quando non ho la macchina fotografica con me, guardo la maggior parte delle cose come se le stessi osservando attraverso una lente, scattando fotografie immaginarie di ciò che vedo. Al giorno d’oggi la fotografia è un mezzo che si è esteso praticamente a tutti. Questa mercificazione la trovi deleteria per la professione del fotografo oppure credi che la fotografia debba essere un mezzo alla portata di tutti? È giusto che la fotografia sia per tutti, il problema sono i clienti che spesso non sono in grado di capire quando c’è davvero un professionista dietro l’obiettivo. Chi ha studiato e vuole fare della fotografia il proprio mestiere viene penalizzato da chi si improvvisa fotografo. In passato la fotografia è stata fortemente influenzata dalla storia dell’arte. Che ne pensi dell’estetica post-internet, sempre più invasiva? L’estetica post-internet ha influenzato fortemente la fotografia e la visione che i giovani di oggi, me compreso, hanno a riguardo, alterando in un certo senso anche i canoni di “bellezza”, “arte” e “moda” in voga nel periodo predigitale. Maria Giovanna Cogliandro

«C'è una poesia, su questa Unità - tante parole in riga come erbe in una zolla: - ragazzi, quel poeta doveva essere così felice - quando piangeva - per i braccianti calabresi. - Come noi nell’uccellanda, - tranquilli che aspettiamo gli uccellini - e poi ridendo gli schiacciamo il capo, - quel poeta doveva essere tanto tranquillo, - un giovane tranquillo come un vecchio, - e parlava come parlando a buoni spiriti - a ragazzi e vecchi mezzi addormentati, - parlava come se avesse una bocca nel cielo - e una bocca su questa terra, - le sue parole dicevano… - che il contadino “aveva deposto - la rabbia in fondo al mare” che il - “suo sorriso era come un paesaggio - che scivolava sulle labbra fangose”… - Poveri morti della Calabria, ah maledetto - chi vi ha massacrati - perché anche noi, ragazzi nel Veneto, - non abbiamo, forse, “membra di diamante” - e “malinconia selvaggia”? Non siamo - “solcati da lampi e intrisi d’azzurro”? - Gli dici “Riposa”, “Dormi”, perché - ah che dolore, compagni!, perché - quei morti vanno per i campi pieni di sole, - dentro nell’avvenire, - nell'alba che non sa più suonare l’Ave… - Gli dici, poeta, che tu non vuoi - nasconderti dietro gli occhi chiusi, - guarda, guarda bene, - noi siamo quei morti ancora vivi - quando avevano ancora quindici anni - e la miseria spinge anche noi, il nostro - canto, come quello di quei poveri muti, laggiù…» Pier Paolo Pasolini


R

www.larivieraonline.com


24 FEBBRAIO - 21

R

arte&co www.larivieraonline.com

Questa settimana ho immaginato di scrivere una lettera a Mia Martini. Il film sulla sua vita, trasmesso qualche settimana fa, ha riacceso i miei ricordi su quella che è stata la mia cantante preferita. Avevo 12 anni quando è morta, il giorno dopo, sono andata a scuola tristissima, non facevo altro che dire ai miei compagni: “È morta Mia Martini”. Sono orgogliosa che lei sia calabrese, sono orgogliosa che la mia Terra possa vantare di aver dato i natali a una donna meravigliosa sia come cantante che come persona profonda e sensibile.

Lettera a Mia Martini Cara Mimi, il film sulla tua vita è stato un successo… Tutti sintonizzati su Raiuno, la sera del 12 febbraio. Serena Rossi è riuscita a interpretarti con una delicatezza incredibile. Ripercorrere la tua vita, i tuoi successi, le cattiverie che hai subito, i tuoi tormenti, i conflitti con tuo padre è stato come fare un’immersione nella tua anima, nuotando negli abissi del tuo cuore immenso. Da bambina quando ti esibivi, davanti allo specchio della tua camera, potevi immaginare che saresti diventata una delle voci più belle e graffianti del panorama italiano e internazionale? Sicuramente gli anni ’70 sono stati i tuoi anni: con “Piccolo uomo” e “Minuetto”, hai fatto cantare tutta Italia. Ma come spesso accade, il successo è un’arma a doppio taglio, in quanto attira molta invidia, ed è stata proprio l’invidia unita a tanta cattiveria a far diffondere quelle voci su di te, secondo le quali tu portavi sfortuna. Tu, animo gentile e per nulla malizioso all’inizio ci ridevi su, fino a quando sono diventate insistenti, allora hai preferito ritirarti, penso che il tuo animo troppo buono non potesse tollerare tanta malvagità. Così è iniziato il lungo periodo di ritiro dalle scene. Anni di esilio forzato e di depressione, all’inizio attaccavi chiunque, con grande coraggio e ti facevi strada anche tra le maldicenze, poi non ce l’hai fatta più e hai deciso di smettere di cantare. Ma la tua voce non poteva

rimanere in silenzio troppo a lungo, finché la tua grinta ha prevalso, del resto noi calabresi siamo famosi per il carattere forte. Per te, è sempre stato un vanto essere calabrese. Infatti eri solita dire: “Io sono la Calabria” e dei calabresi dicevi: “Noi calabresi siamo delle rocce, siamo decisi, abbiamo una grande dignità, una grande voglia di lavorare e di vivere. Certo abbiamo i nostri problemi, come tutti gli altri, ma penso che la cosa più importante sia la forza di volontà e la saggezza”. Amavi, in particolare, la città, dove sei nata, Bagnara Calabra, dalla quale dicevi: “Ho sempre nel cuore il rione Marinella di Bagnara, il sapore del mare, la visione meravigliosa dello Stretto, l’immagine della pesca notturna con le lampare, l’incredibile caccia al pescespada”. Alla tua Terra hai dedicato il brano “Lucy”, cantato in tipico dialetto reggino; mentre Bagnara, in tuo onore, ha eretto un monumento nel giardino di fronte al lungomare, con una targa che ritrae alcune delle tue immagini dipinte dal maestro Corrado Gaetano. Così, da calabrese grintosa quale sei sempre stata, nel 1989, ti sei presentata al Festival di Sanremo col brano “Almeno tu nell’universo”. Un autentico capolavoro scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 e tenuto nel cassetto per diciassette anni, perché il contenuto fu ritenuto non adatto per quel determinato periodo storico e anche perché per diversi anni, nessun autore prima dell’arri-

vo di Lauzi, era riuscito a scrivere un testo adatto a quella stupenda melodia. La tua voce, quella sera, è stata bella e potente come non mai, era quasi certa la tua vittoria, lo stesso Baudo ne era convinto, ma egli raccontò che qualcuno dalla giuria sussurrò che se avesse vinto Mia Martini sarebbe stata una rovina per tutti, e la vittoria svanì. Le orrende meschinità, nonostante il passare degli anni, non accennavano a smettere e probabilmente chi non ha voluto la tua vittoria quella sera, erano gli stessi che ti hanno voluto dedicare il premio della critica del Festival della Canzone Italiana, l’anno successivo alla tua morte. Nel 1992, sei riuscita ancora una volta a emozionare tutti con “Gli uomini non cambiano”, brano con cui sei arrivata seconda al Festival di Sanremo. Ma arriviamo al momento più triste, quello della tua morte, era il 12 maggio 1995, quando ti hanno trovata nella tua casa, riversa sul letto, con in testa le cuffie del walkman. Ai tuoi funerali, svoltisi il 16 maggio nella chiesa di San Giuseppe a Busto Arsizio, presero parte circa quattromila persone. La tua bara era coperta da una bandiera del Napoli, la squadra di calcio per cui facevi il tifo. Mi hanno colpito le parole scritte da Adriano Celentano, sulle pagine del Corriere della Sera, sei giorni dopo la tua morte: “Finalmente si è capito chi sono quelli che portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di que-

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

sto mondo pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso, in fin dei conti hanno contribuito non poco a rendere più breve la vita di Mia Martini. E non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori e arrangiatori che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d’Europa) l’unica cosa che chiedeva, ai falsi dello spettacolo, era solo un po’ d’affetto. Ora gli stessi che, per anni le hanno somministrato il micidiale veleno, costringendola all’isolamento totale, fingono di compiangerla esaltandone le qualità”. Mai parole sono state più sincere e veritiere. Mimì, la perfidia e l’ignoranza della gente ti hanno spenta lentamente, ma tu hai comunque vinto, perché dopo 24 anni dalla tua scomparsa la gente ancora ti ama, i giovani ascoltano la tua musica, i tuoi brani sono ritornati in classifica, l’Italia, quella vera, non ha mai smesso di amarti. Purtroppo questo mondo è abitato da uomini che si rendono conto di aver fatto del male solo quando ormai è troppo tardi e solo per pulirsi la coscienza. Continua a brillare Mimì, come brillavi sulla Terra, ma da lassù lo farai senza malinconia, tristezza e amarezza, brilla felice e volteggia tra le nuvole, senza smettere mai di cantare. Rosalba Topini

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino, Giovanni Pittari. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE: 0964342198

larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com


La nostra bontà a casa tua

Servizio d’asporto a pranzo e cena

24 FEBBRAIO - 22

R

O

OP C S O R L’O

the blob

Ariete Da venerdì Venere tornerà dalla tua parte! I problemi di coppia dell’ultimo periodo finalmente troveranno una soluzione. Sul lavoro le giornate più fortunate saranno quelle di martedì e mercoledì, quando avrai la luna dalla tua parte. Week-end nervoso.

www.larivieraonline.com

Un cicerone d’eccezione Nell’ambito del progetto “Ponti di Cultura” il comico Luca Bizzarri e la direttrice del Palazzo Ducale di Genova Serena Bertolucci hanno visitato la nostra terra non perdendo l’occasione di fare visita ai Bronzi di Riace accompagnati da Carmelo Malacrino.

Politica da banco Francesco Carnovale, ex candidato a sindaco di Bivongi, si ritrova con il leader indiscusso del centrodestra nazionale Raffaele Fitto dinanzi a un buon caffè. Non sappiamo di cosa abbiano parlato, ma l’ambiente era perfetto per raggiungere buoni accordi di politica.

Tifosi hollywoodiani L’attore e produttore cinematografico americano Andy Garcia, venuto a trovare il direttore del teatro Politeama di Catanzaro Gianvito Casadonte, omaggia la nostra terra facendosi ritrarre mentre impugna con orgoglio una sciarpa del Catanzaro.

Gemelli diversi Il sindaco di Bianco Aldo Canturi, a termine di un incontro istituzionale, non perde occasione di farsi fotografare con la collega di Ciminà Giusy Caruso evidentemente convinto che la solidarietà tra enti locali, a volte, possa passare anche da un semplice abbraccio.

Rievocazioni televisive Per pubblicizzare la prossima serata del TOP è stata ideata questa locandina rievocativa di una nota rivista televisiva che ritrae il nostro Carmelo Scarfò in compagnia Alba Parietti, Brigitte Nielsen e Milly Carlucci.

Gemelli Mercurio smetterà di esserti favorevole e potresti incontrare difficoltà in ambito lavorativo e relazionale. Martedì e mercoledì in particolare saranno due giornate in cui sembrerà proprio andare tutto storto… Avrai modo di recuperare nel week-end. Cancro A partire dalla giornata di venerdì, Venere smetterà di essere in opposizione al tuo segno e finalmente riuscirai a ritrovare un po’ di serenità in ambito sentimentale. Anche dal punto di vista lavorativo, potrai contare su un bel Mercurio favorevole. Leone Da venerdì Venere entrerà in opposizione al tuo segno: col partner potrebbero nascere incomprensioni profonde che, in certi casi, porteranno alla rottura. Domenica sarà una giornata di grande tensione ma prendi questo periodo come un’opportunità. Vergine A partire già dalla giornata di lunedì Mercurio entrerà in opposizione. Questo significa che nelle prossime settimane sarà più difficile per te ottenere il successo e i riscontri che meriti nell’ambito del lavoro: potrebbero presentarsi degli ostacoli. Bilancia Da venerdì Venere smetterà di farti penare in amore e comincerà a regalarti belle soddisfazioni! Se stai vivendo un momento di difficoltà col partner, nel fine settimana ti risulterà già tutto più chiaro e semplice da gestire. Domenica davvero serena.

Il sostegno che (non) ti aspetti Carmine Bruno siede al fianco di Walter Melcore, durante un convegno svoltosi negli scorsi giorni nel nostro bel comprensorio. Accomunati dalla militanza nella destra roccellese, i due ci hanno rivelato nell’occasione di aver deciso di sostenere la candidatura di Vittorio Zito a sindaco alle prossime amministrative…

Scorpione A partire dalla giornata di lunedì potrai contare su di un ottimo Mercurio favorevole, che ti regalerà successo e nuove opportunità, soprattutto nell’ambito del lavoro. La cattiva notizia è che a partire da venerdì Venere creerà problemi nelle relazioni. Sagittario Se sei in attesa di una risposta o di una conferma, difficilmente arriverà a breve termine, ma di sicuro a lungo sì! Intanto, però, potrai goderti tutta la magia dell’amore e della passione che ti regalerà una splendida Venere favorevole da venerdì.

Solidarietà agrumicola Antonella Fiorenza, della ditta Capogreco, ha portato in segno di solidarietà dei cesti di arance alle suore dell’Ospedale di Locri. Un gesto semplice che ha tuttavia avuto una valenza straordinaria.

Alla volta del Senato Pino Vumbaca e Giorgio Imperitura celebrano con questo selfie il breve viaggio istituzionale che venerdì mattina hanno intrapreso alla volta del Senato della Repubblica, che si incasella nel loro viaggio per l’Italia a rappresentare la Locride.

Toro Venere ti volterà le spalle. Nel fine settimana potrebbero nascere tensioni col partner, dovute a modi diversi di vedere le cose. Il dialogo sarà l’unica soluzione possibile! Attenzione in particolare alla giornata di domenica, in cui si prevedono litigi.

Capricorno A partire da venerdì, il pianeta dell’amore non sarà più nel tuo segno! Niente paura, però: la serenità e l’equilibrio conquistati nella tua relazione nell’ultimo periodo non ti abbandoneranno ancora per parecchio tempo. Sul lavoro belle notizie e novità.

Un padre orgoglioso “Congratulazioni Cristina… papà ti augura di raggiungere tutti gli obiettivi che ponderatamente ti pone nel viaggio della vita… ad maiora sempre figlia mia…”

Acquario Da venerdì il pianeta Venere entrerà nel tuo segno: si prospettano settimane tutte all’insegna dell’amore e della passione! Venere ti renderà particolarmente irresistibile e le single faranno incontri emozionanti. Domenica davvero indimenticabile. Pesci Mercurio entra nel tuo segno! Da lunedì, questo pianeta ti aiuterà a ottenere ottimi risultati in ambito lavorativo, soprattutto se svolgi una professione che ti porta in contatto con gli altri. Lunedì, giovedì e venerdì giornate molto fortunate!


R

www.larivieraonline.com



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.