La Piazza del Piovese - 2013gen n5

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VIAGGIO IN

PROVINCIA

La protesta. Rete Imprese Italia porta nel capoluogo gli imprenditori arrabbiati

PADOVA

Piccole imprese locali “ridotti in mutande”

Un’immagine della protesta degli imprenditori di fronte al Municipio di Padova

Anche i saldi non hanno dato i risultati sperati Zilio: “Bilanci in rosso e le banche non aiutano”

L

e piccole imprese, se la politica continuerà a guardare più ai propri interessi che a quelli del Paese, rischiano di finire a fare la fame. Da questa amara considerazoione è nata l’idea della mobilitazione di Rete Imprese Italia, declinata “alla padovana” ha visto le quattro organizzazioni di artigiani e commercianti (Ascom Confcommercio, Confesercenti, Upa Confartigianato e Cna) denunciare una colpevole disattenzione nei confronti del mondo della piccola impresa. “Ridotti così” era scritto, lettera dopo lettera, sulle mutande maschili e femminili stese di fronte a Palazzo Moroni, sede del municipio di Padova, dove un nutrito numero di piccoli imprenditori, incuranti di pioggia e neve, hanno ascoltato dapprima il discorso diffuso in streaming che Carlo Sangalli, leader di Confcommercio e presidente di Rete Imprese Italia, ha pronunciato in avvio di manifestazione e poi quello di Fernando Zilio, presidente di Ascom Confcommercio Padova e presidente, per questo semestre, di Rete Imprese Italia Padova. “Seppur in periodo di saldi – aveva esordito Sangalli – non faremo sconti a nessuno” e Zilio ha rincarato la dose nei confronti di antichi, più recenti e futuri governanti, ricordando l’angoscia che attanaglia lavoratori dipendenti e titolari d’azienda che guardano con forte preoccupazione al futuro. “Le imprese che stanno chiudendo i bilanci – ha detto

Zilio – li chiuderanno in rosso e con quei conti in rosso an- e Roberto Boschetto per Upa Confartigianato, i quali, nel dranno in banca dove gli verrà rifiutato il credito. E di fronte sottolineare la comunione d’intenti, hanno ribadito che l’economia è di fronte ad un’ultima spiaggia: o la politica si fa a tutto questo la politica cosa fa?” Poco, ma meglio sarebbe dire, nulla. E allora ecco l’ar- carico del grido di sofferenza che viene dalle piccole imprese ringa di Zilio che ha chiesto unione d’intenti per costringere o dalla crisi non sarà possibile venir fuori. Altro fronte “caldo” è quello relativo alla lotta all’illela politica a confrontarsi con questo mondo che non è marginale se è vero, come è vero e come documentava il aper- galità e alle situazioni poco chiare, soprattutto in ambito commerciale. Ultimo capitolo la revoca tura di manifestazione il servizio sui dell’agibilità al centro ingrosso Cina in numeri di questo grande comparto, più “Intorno a noi zona industriale a Padova. della metà degli occupati in Italia sono vediamo solo “Il comune, nel revocare l’agibilità tali perché occupati in piccole imprese. crisi, e la politica Lavoro, tasse, credito, allegra fi- cosa sta facendo dei tre capannoni dell’ingrosso cinese oggetto, nei giorni scorsi, dell’ordinannanza, Imu che drena le risorse ed i cui di concreto?” za di chiusura del Prefetto, ha voluto proventi non si sa dove finiscano: tutti temi affrontati dal presidente di turno di Rete Imprese Italia ribadire un concetto a noi molto caro: la libertà economica è Padova che ha addossato alla politica distratta da mille altre un diritto, ma deve essere svolta all’interno del rispetto più faccende, la gran parte delle colpe della recessione in atto rigoroso delle regole”. nel Paese. Zilio nei confronti della “cittadella dell’illegalità” sorta “Un Paese – ha detto ancora, e provocatoriamente, e sviluppata in zona industriale, si sta spendendo da anni. Zilio – che ha otto milioni di poveri e che dovrebbe avere “Questa dell’ordinanza – continua Zilio – segna un punto anche un “equitometro” per sapere che fine fanno i soldi di non ritorno nell’atteggiamento del governo cittadino e che arrivano nelle casse dello Stato”. ribadisce, che sono tutte le istituzioni e non solo la Guardia Concluso il suo intervento, più volte sottolineato dagli di Finanza coi suoi meritevoli controlli e sequestri, a puntare applausi dei presenti, Zilio ha ceduto la parola ai colleghi dritte verso un ristabilimento del diritto anche in quelle aree presidenti e direttori delle altre organizzazioni: Maurizio che, fino ad oggi, sono state appannaggio dell’illegalità più Francescon per Confesercenti, Guerrino Gastaldi per Cna sfrontata”.

UNO SCOUT ALLA GUIDA DELLA COLDIRETTI FEDERICO MIOTTO ELETTO PRESIDENTE

“A

bbiamo un progetto per il Paese, molto chiaro e ben definito, per il quale siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo, con senso di responsabilità e partecipazione. Ciascuno di noi sarà chiamato a fare la propria parte, io mi metto al servizio di tutti”. Con queste parole Federico Miotto si è insediato alla guida di Coldiretti Padova di fronte al Consiglio provinciale della più grande organizzazione agricola della provincia, convocato per eleggere la giunta esecutiva. Laureato in Agraria, 31 anni, giovane allevatore di Piove di Sacco, un passato da scout, titolare dell’azienda di famiglia da tre generazioni dedicata all’allevamento di vitelloni da ingrasso, sposato con Elisa e padre di due bambini, il neo presidente di Coldiretti Padova ha esposto al Consiglio Provinciale il

programma di lavoro e il metodo d’azione sulla strada del Progetto di Coldiretti per una Filiera Italiana firmata dagli Agricoltori. “E’ la grande sfida che ci aspetta – afferma Miotto – è una strategia che va oltre il particolare e che si propone come un disegno più ampio per il nostro Paese. Per troppi anni siamo stati condizionati da particolarismi e logiche individualistiche, ora siamo chiamati invece ad una visione collettiva che superi le posizioni settoriali. Dobbiamo ricreare uno spirito di comunità, metterci al servizio di un’azione collettiva e condivisa, perché non ha più senso ragionare in termini di comparti separati e in contrapposizione tra loro. E’ al sistema agricolo nel suo complesso che dobbiamo guardare se vogliamo essere protagonisti sul mercato e nella società civile”. E.M.

“Libera la domenica”

migliAiA di firme AllA Petizione

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rosegue con successo in tutta la provincia la mobilitazione di Confesercenti e Diocesi di Padova “Libera la domenica” contro l’apertura no-stop di centri commerciali e negozi lanciata nei mesi scorsi con la raccolta di firme davanti al sagrato delle chiese e anche in diversi municipi. I promotori sottolineano che la domenica non è un giorno come gli altri e che lo scopo dell’iniziativa non è fare una “crociata” contro le attività commerciali ma ribadire la necessità di un giorno di festa e di condivisione da dedicare alla famiglia e a sé stessi. Per sottoscrivere la richiesta di una legge che metta un freno all’apertura indiscriminata delle attività commerciali, penalizzante per la stragrande maggioranza degli addetti del settore, basterà presentarsi davant alle chiese durante la raccolta firme o in municipio. E.M.


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