Padova nord apr2018 n57

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Sport .

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La storia Silvio Limena si racconta

Silvio Limena in azione sotto canestro durante un incontro

“La mia vita consacrata al basket” U

n’esistenza dedicata alla pallacanestro, dalla quale ha ricevuto molto ma alla quale ha dato e continua a dare almeno altrettanto. Silvio Limena, 59 anni, di Este, insegnante di Educazione Fisica e allenatore di basket, nel mondo della palla a spicchi, provinciale e non solo, è una specie di leggenda vivente. “Cominciai a muovere i primi passi in questo sport alla fine della quinta elementare, nel maggio 1970: quando il maestro lanciava le caramelle in aria le acchiappavo tutte io, essendo più alto e robusto della media. Fui fortunato, perché trovai un coach (Giacomo Trimarchi, attuale presidente della Pallacanestro Redentore, ndr) che riuscì a infondermi fiducia. Qualche anno dopo gareggiai anche nel lancio del disco, vincendo più tito-

li regionali con la Virtus. Tornato dai campionati italiani i dirigenti mi dissero che dovevo lasciare il basket. Io ovviamente mollai l’atletica” racconta Limena. Una scelta che si rivela giusta: “Quando avevo diciassette anni noi under 18 fummo trasferiti in prima squadra e con alcuni ‘vecchi’ di 22 o 23 anni al massimo vincemmo il campionato di Promozione e approdammo in Serie D. Era un torneo durissimo, con trasferte che ci portavano da Trieste a Mantova. A stento ci salvammo per due volte, poi l’esperienza ci portò a fare una bella stagione finendo tra i primi e fu l’anno in cui venne istituito il campionato di C2. Arrivati lì retrocedemmo, ma intanto di strada ne avevamo fatta”. Poi qualcosa si rompe e qualche giocatore decide

“Non esiste qualcosa di paragonabile a vincere o perdere una partita decisiva con un tiro all’ultimo secondo. Quello dell’allenatore è un lavoro complicato ma entusiasmante”

di darsi alla pallamano sotto la guida di Fabio Baù (oggi tecnico della prima squadra della Pallacanestro Redentore). Conclusa questa breve e fortunata parentesi, per Limena a Solesino comincia una seconda vita cestistica che lo porta dalla Prima Divisione fino addirittura alla B2. “Tra gli episodi che più mi sono rimasti impressi ce n’è uno che capitò a Reggio Emilia in C2: lì giocava un playmaker che aveva subito una grave amputazione alla mano

destra, gli restavano solo due dita e aveva quindi imparato a giocare prevalentemente con la sinistra. Per me era un fenomeno e infatti poi arrivò in A2. Ebbene, dopo la partita venne a cercarmi per complimentarsi con me. Restai senza parole”. Nel 1999 Limena appende le scarpe al chiodo. Nel frattempo ha già iniziato un’importante carriera da coach. “La prima squadra di mia responsabilità fu l’annata 1964 di Este. Ora sto allenando i 2005”. Cosa cambia dal campo alla panchina? “Niente, famiglia a parte, mi ha dato tanto quanto essere un giocatore di pallacanestro. Non esiste qualcosa di paragonabile a vincere o perdere una partita decisiva con un tiro all’ultimo secondo. L’allenatore invece si alza al mattino e comincia a pensare a come far rendere al meglio la sua squadra. Deve sapere di psicologia, di tecnica e tattica, di teorie dell’educazione, di medicina dello sport, di pronto intervento consolatorio e anche defibrillatorio. Ma soprattutto deve saper trasmettere in maniera convincente quello in cui crede. Un lavoro complicatissimo”. Davide Permunian

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ntrare in vasca per puro divertimento, ma senza poter competere per obiettivi particolari: sarà un campionato di passaggio quello di quest’anno per il Team Euganeo. I pallanuotisti atestini, infatti, parteciperanno al torneo maschile di Promozione (girone Triveneto) da “fuori classifica”. Spiega il responsabile Giuseppe Guarini: “Il regolamento penalizza purtroppo le società più piccole, perché prevede che le squadre che si iscrivono non possano avere più di due giocatori nati dal 1989 in giù. Noi invece ne abbiamo cinque, anche perché diversi giovani provenienti dall’under 20, soprattutto per motivi di studio, hanno dovuto rinunciare”. Di conseguenza il Team Euganeo affronterà le partite senza avere la possibilità di tentare il nuovo salto di categoria. “Disputiamo i nostri incontri casalinghi presso la piscina di Este il sabato a partire dalle ore 20. Logico che non potendo tagliare traguardi concreti qualche stimolo viene a mancare, ma noi vogliamo comunque cercare di onorare l’impegno”. A conferma di questo anche i risultati delle prime gare: gli atestini hanno messo in saccoccia un dignitosissimo pareggio contro Bolzano (8-8), perdendo poi solo di misura contro Preganziol (8-7). Meno positivo fin qui il cammino dell’under 20, che ha subito diversi ko, alcuni anche piuttosto pesanti: questo dipende soprattutto dalla presenza nel gruppo di numerosi elementi che hanno iniziato da poco a praticare la pallanuoto. “Ma sono tutti ragazzi che hanno voglia di lavorare e di migliorarsi” sottolinea Guarini. Sia la prima squadra sia l’under 20 sono allenate da Alberto Turra. (d.p.)


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