Conselvano lug2013 n91

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Cultura provinciale 17 23 Archeologia Aperta la terza area di scavo della cittadina termale dopo una campagna durata dodici anni

I fasti dell’impero a Montegrotto

padova

La villa romana era una lussuosa dimora patrizia del primo secolo, impegnati ben 450 archeologi

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vela tutti i suoi segreti la terza area archeologica di Montegrotto Terme, in via Neroniana, dove si trova un’antica villa romana, lussuosa residenza di un raffinato proprietario dall’identità sconosciuta e vissuto nel primo secolo dopo Cristo. La dimora patrizia è articolata in quartieri residenziali finemente decorati e in ampi giardini porticati, le cui vestigia sono state oggetto di scavo da parte dell’Università di Padova dal 2001 al 2012 e di restauro dal 2011 al 2013 da parte della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. L’edificio antico è protetto da una copertura permanente evocativa di volumi originali, che, insieme con i misurati interventi di restauro conservativo, rendono la suggestione di come doveva essere la villa nel momento del suo massimo splendore, circa duemila anni fa. “Si conclude dopo oltre un decennio di impegno costante da parte dei colleghi di Archeologia, un progetto di grande importanza per l’accrescimento delle nostre conoscenze sul divenire storico dell’importante territorio, noto in antico con il nome di Aquae Patavinae, che riecheggia nel moderno toponimo di

Il Museo agli Eremitani Terme Euganee. E’ un passo importante per il rilancio della nostra cultura e fondamentale per il museo del termalismo”: ha detto il Rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria, intervenuto alla presentazione della nuova area archeologica, all’Hotel Terme Neroniane. Al centro di un campo, all’interno dell’hotel che già ospita sotto il suo ristorante i resti di un’area termale di epoca romana, sono visibili le fondamenta e le pavimentazioni di una lussuosa residenza di un proprietario dall’identità sconosciuta, vissuto nel I secolo dopo Cristo. La villa, che nella sua planimetria e pavimentazione è stata ricostruita utilizzando pezzi di mosaici originali del I secolo rinvenuti durante gli scavi, era stata poi riutilizzata nel corso della storia almeno fino al quarto secolo. Ci aveva pensato poi il caso a riportarla alla luce durante un’aratura nel 1988 dando il via a una serie di lavori, tanto sul campo di circa 450 archeologi più o meno esperti, quanto dietro una scrivania tra un’autorizzazione e l’altra. Lavori arrivati al capolinea il mese scorso quando è stato tagliato il nastro alla terza area archeologica romana di Montegrotto. Nonché

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Al via il restauro dei Musei Civici

A La ricostruzione della Villa Romana scoperta a Montegrotto prima villa nobiliare rinvenuta nel territorio delle Terme Euganee. Gli scavi veri e propri erano iniziati nel 2001 quando l’area, sempre sotto il controllo della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, era stata data in concessione dal Comune di Montegrotto all’Università degli Studi di Padova che, grazie al sostegno della Fondazione Cariparo e dell’associazione Arcus, ha portato alla luce questo gioiello di architettura. “Abbiamo scelto di delimitare i confini delle stanze interne alla casa, di ricreare i siti dove si trovavano le colonne e ricoprire l’area con un

tetto evocativo dei volumi dell’epoca, in modo da far capire a chi visita il sito la grandezza della villa. Tutto è poi descritto nei pannelli informativi all’ingresso della domus”, ha spiegato la dottoressa Francesca Ghedini, vicedirettore del dipartimento Beni Culturali del Bo. Sono stati oltre 350 gli studenti archeologi che dal 2001 grazie alla direzione scientifica dei docenti hanno lavorato sul sito e contribuito alla realizzazione di importanti ricerche e studi. La costituzione dell’area archeologica di via Neroniana rientra nel progetto di valorizzazione culturale “Aquae Patavinae” sorto nel 2005.

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Provincia di Padova

via entro l’estate i lavori di restauro dei musei civici agli Eremitani. L’assessore alla Cultura Andrea Colasio, infatti, ha dato impulso al progetto finanziato dalla Ue attraverso la Regione. Il primo stralcio dell’intervento prevede la realizzazione della nuova cassa, della caffetteria, dell’area didattica, dei laboratori di restauro e il rinnovo di tutta l’impiantistica. In autunno dovrebbero iniziare i lavori del secondo stralcio che comprende anche la copertura in vetro del chiostro minore. Il progetto prevede anche l’implementazione della videosorveglianza. Il progetto di riqualificazione del complesso dei Musei Civici agli Eremitani è finanziato dal Comune di Padova, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con 1 milione e 150mila euro e sostenuto con un contributo di 3,1 milioni di euro dal Programma operativo regionale parte Fondo europeo di Sviluppo regionale.

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