Cavarzere giu2018 n86

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Provincia .

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Precariato, la battaglia delle maestre Cinzia Frezzato, insegnante a Bojon e assessore comunale di Cavarzere, racconta la difficile situazione delle insegnanti che dalla sentenza della plenaria del Cosiglio di Stato dello scorso dicembre, rischiano il licenziamento di massa

“U

na profonda ingiustizia”. Così Cinzia Frezzato, assessore comunale di Cavarzere e insegnante a Bojon, definisce la triste situazione generata dalla sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso, con cui si nega il diritto ai diplomati magistrali ante 2001-2002 ad entrare nelle Gae (graduatorie ad esaurimento) cioè gli elenchi dai quali il Ministero attinge per l’assunzione in ruolo dei docenti abilitati all’insegnamento nella scuola statale dell’Infanzia e della Primaria. Intende rimediare a questa situazione l’ordine del giorno del Comune di Cavarzere in sostegno alle maestre diplomate che “impegna il Sindaco e il Consiglio comunale ad operarsi presso tutte le sedi istituzionali affinché si trovi una soluzione che tuteli i lavoratori, gli allievi, le famiglie e l’intera comunità educante attraverso la salvaguardia dei con-

tratti stipulati a tempo indeterminato e la tutela dei docenti in possesso del diploma magistrale attraverso un’idonea procedura che non vada in conflitto con la presenza dei docenti in possesso di laurea”. Coinvolte nel disagio molte insegnanti cavarzerane. “Molti sono stati gli scioperi dall’inizio dell’anno a cui tutte noi abbiamo aderito (l’ultimo il 29 maggio, ndr) - racconta Frezzato -. Con altre due colleghe siamo scese a Roma e abbiamo avuto alcuni colloqui con molte forze politiche”. Anche i genitori si sono mobilitati promuovendo manifestazioni in favore delle loro maestre. Eppure, se la soluzione non dovesse evolvere, si assisterà a un licenziamento di massa. Più precisamente, il diploma magistrale ante 2001/2002 sarà titolo valido per la copertura di supplenze da seconda fascia d’istituto. “Saremo condannate a un precariato

Il Consiglio comunale di Cavarzere sostiene le maestre diplomate e la loro battaglia

a vita - commenta Frezzato -. Ma anche questo non è corretto perché la Legge 107/2015 (comma 131, art. 1) altrimenti detta Buona Scuola, dice che dopo 36 mesi di lavoro non potremo più insegnare”. Una vicenda complessa, nata con la legge 124 del 1999, con cui il legislatore aveva tolto il valore abilitante al diploma magistrale. All’epoca, i diplomati erano stati inseriti nelle graduatorie di

istituto di terza fascia, destinate ai non abilitati. Tale situazione aveva determinato una serie di ricorsi, che si sono conclusi nel 2014, quando il Consiglio di Stato ha riconosciuto il valore abilitante del diploma magistrale. Successivi ricorsi al Tar, al Giudice del Lavoro e al Consiglio di Stato, tuttavia, hanno risposto in maniera schizofrenica alle richieste dei docenti: alcuni accogliendo, altri rigettando, altri ancora non

ritenendosi competenti. A dare un indirizzo a tutte queste disparità la sentenza del Consiglio di Stato in seduta Plenaria del 20 dicembre scorso. Una doccia fredda per gli insegnanti: la corte ha infatti smentito quanto detto dalle varie Sezioni e stabilito il decadimento del diritto dei diplomati magistrali nel 2007, in corrispondenza della chiusura delle Gae. Giorgia Gay

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