La Piazza di Adria - 2012giu n80

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10 Adria - Vita in città Problematiche sociali In Consiglio approderà il problema della dipendenza

Gioco d’azzardo, la politica cerca soluzioni di Melania Ruggini

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olitica e gioco d’azzardo si incontrano in consiglio comunale per sviluppare il sano confronto: la proposta arriva da Patrizia Osti. Da alcuni mesi, infatti, l’assessore alle Politiche Sociali sta seguendo da vicino questa problematica, grazie al lavoro condotto dall’Ulss 19 sul territorio, fino ad avanzare il proposito di discuterne a breve come uno degli ordini del giorno del dibattito politico. Lo scopo è avvicinare l’intero Consiglio comunale e i cittadini a questa crescente patologia degenerativa, che assume riscontri molto inquietanti, se si pensa che dalla fine degli anni novanta ad oggi si è assistito ad un incremento del gioco d’azzardo dovuto al suo facile accesso e al basso costo delle giocate. “Il gioco fa parte di quelle tradizioni legate alla storia dell’umanità- commenta l’assessore Patrizia Osti - A partire dal gioco dei cavalli, alle corse delle bighe, arrivando ai giorni nostri, l’uomo ha sempre coltivato il lato ludico. Da questo punto di vista, la mia posizione è super partes; sarà capitato a chiunque di tentare la sorte almeno una volta nella vita. Quando tuttavia il gioco degenera nell’ossessione e diventa patologia, allora arriva il momento di correre ai ripari e di sensibilizzare la popolazione anche dal punto di vista politico e sociale”. “Probabilmente – continua l’assessore - in uno dei prossimi consigli comunali sarà portata all’attenzione dell’ordine del giorno questa patologia, legata marginalmente anche alla crisi e al conseguente bisogno di tentare di vincere. In tal modo si potrà discutere e confrontarsi, per capire le strate-

Il basso costo delle giocate ha fatto aumentare il numero di chi scommette gie per combattere questa malattia, tramite iniziative sociali”. La politica, a partire dal territorio locale, può avere, dunque, un importante risvolto sociale, specie quando si toccano argomenti di profonda attinenza sociale, dato che il giocatore patologico diventa un malato sociale, avendo perso il controllo della situazione e le connesse conseguenze, trascinandosi problemi sul lavoro, in famiglia, con gli amici e nella gestione delle proprie finanze. Tale patologia è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come rilevante problema di salute pubblica; i comportamenti conseguenti al gioco d’azzardo incidono fortemente sul piano psicologico – relazionale e sociale. Come dimostrano numerose ricerche, vi è una prevalenza significativa del gioco problematico nei giovani i quali, rispetto agli adulti, amano maggiormente il rischio e hanno, quindi, maggiori probabilità di esse-

I giovani, amano maggiormente il rischio e hanno, quindi, maggiori probabilità di coinvolgersi in attività illecite per procurarsi il denaro re coinvolti in attività illecite per procurarsi il denaro, sviluppando una dipendenza. Possono essere fattori di rischio per lo sviluppo del gioco problematico la ridotta capacità di autocontrollo, la trasgressione delle regole sociali, la maggiore facilità a sviluppare dipendenza, la tendenza a cercare sensazioni di evasione, oltre alla mancanza di valutazione in merito alle conseguenze delle proprie azioni.

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NEWS Ulss 19

NEL 2011 SEGUITI 40 GIOCATORI PATOLOGICI

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e ricerche internazionali stimano dall’1 al 3% la popolazione vittima del gioco patologico: in Italia sono circa 700.000 persone di età compresa tra i 40-50 anni di cui 85% maschi e 15% femmine. Anche in Polesine le Ulss stanno correndo ai ripari: da alcuni anni, ad esempio, l’Ulss 19, tramite il Dipartimento per le dipendenze e grazie all’impegno di ACAT Basso Polesine, sta offrendo alle persone con dipendenza un trattamento basato sui gruppi di auto-mutuo aiuto. Composti da una decina di persone, i gruppi hanno cadenza settimanale e prevedono la presenza dei familiari e operatori esperti. Persone e famiglie sono inserite nel gruppo dopo essere state sottoposte per due mesi a un intervento psicoeducazionale. Servizio per le dipendenze e ACAT Basso Polesine hanno inoltre realizzato incontri di informazione e di sensibilizzazione con associazioni di volontariato locale. Nella città etrusca sono stati recentemente organizzati due incontri preparatori di approfondimento sul tema, il primo il 15 maggio scorso e il secondo il 22 maggio. Entrambi gli incontri hanno visto il diretto coinvolgimento del pubblico, diviso in gruppi di lavoro, e hanno registrato una buona affluenza, segno che il tema trova una forte presa nella popolazione. Andrea Finessi, direttore del dipartimento Ulss 19 per le dipendenze, spiega che nel 2011 sono state seguite una quarantina di persone. Dopo un primo incontro, i malati intraprendono un percorso psico-educazionale, in gruppi di automutuo aiuto. Me.Ru.


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