ScriverEsistere Magazine n11 - 2021

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Novembre 2021

SCRIVERE... parole di speranza

MUSICA E PAROLE Tutto suona dentro di noi LA MUSICA … Ho cominciato ad amare la musica a circa 5/6 anni: ascoltavo Celentano perché i miei genitori lo conoscevano benissimo. Più avanti me ne innamorai ascoltando Claudio Baglioni: ricordo che in macchina con un grande amico, seguendo la radio, cantavamo fino allo sfinimento. Una strofa che non dimenticherò più? Quella sua maglietta fina Tanto stretta al punto che Mi immaginavo tutto Ascolto di tutto, dalla musica classica al metal, ma il mio mito sono i Rolling Stones perché suonavo le loro canzoni con la chitarra: era un modo per non pensare ai problemi della vita e quando suonavo c’era solo lei, la musica!

… E IL DONO DELLE PAROLE Io adoro la musica, ve l’ho già detto. Adoro anche i testi quando questi sono espressione di quella musica, cioè, la calzano come un vestito su misura. Mi piace ascoltare, lasciarmi penetrare il cuore e la mente dalla poesia e dai messaggi intensi che gli autori lanciano al mondo. Ho scelto questo testo di Elvis Presley per voi, perché a queste parole possiate attingere a piene mani: fatene l’uso migliore, impadronitevene senza pudore perché sono un dono e fanno molto bene!

di Claudio A.F. Messa

Quando tu cammini attraverso una tempesta tieni la tua testa alzata E non avere paura del buio Alla fine della tempesta c’è un cielo d’oro E la dolce canzone d’argento cantata dall’allodola Cammina nel vento Cammina nella pioggia Anche se i tuoi sogni saranno sconvolti e crollati Va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore E tu non camminerai mai da solo Non camminerai mai da solo Va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore E tu non camminerai mai da solo Non camminerai mai da solo You’ ll Never Walk Alone di Elvis Presley

UNA FAVOLA CHE FA PENSARE A UN MIRACOLO

C

’era una volta una vedova che viveva isolata con i suoi tre bambini in una casa di contrada. Era un freddo inverno di un anno di grande carestia e non c’era più alcuna scorta di cibo per sfamarsi. In quei giorni infuriava una forte e terribile tempesta di neve, cosicché la donna non poteva uscire di casa e chiedere aiuto. I suoi figli guardavano la mamma implorandola con gli occhi, ma la povera donna non poteva fare nulla, si era oramai rassegnata a morire in casa con i propri figli. Anche la legna da ardere si stava esaurendo e il fuoco nel camino a poco a poco si stava spegnendo. E così tutti e quattro siadagiarono su un grosso sacco di paglia avvolti in una coperta di lana, aspettando la morte. Si erano quasi assopiti, quando sentirono bussare alla porta… Mamma, gai sentito? Cosa, tesoro? Hanno bussato alla porta! Ma no, sarà stato il vento… Ma no, mamma, ho sentito anch’io! Senti, senti, mamma, è un uomo! Allora la donna si alzò e andò ad aprire... Carità! per l’amor di Dio ripetè quell’uomo… La donna vide che quell’uomo sembrava uno scheletro e lo fece entrare. Venga avanti buon uomo Carità per l’amor di Dio.. Stavolta neanche per l’amor di Dio posso fare la carità…, guarda sono qui anch’io senza mangiare e al freddo, aspettando che la morte venga a prenderci! Allora rimango qui anch’io ad aspettare la morte insieme a voi… Ma la donna intimò all’ uomo di andarsene e questi, a testa bassa, disperato

fece per uscire… Allora la vedova lo fermò, si levò gli zoccoli e le calze di lana rammendate, prese la coperta di lana e gliela diede E voi come farete? Ormai a noi non serve più niente, perché senza patiremo di meno perché il freddo ci farà morire prima. Intanto i bambini guardavano la madre con occhi spalancati e lei corse verso di loro e li strinse forte al petto. il mendicante indossò le calze e gli zoccoli, ma lasciò la coperta in un angolo della stanza e si inoltrò nella bufera di neve. Non appena uscito di casa , uno dei bambini si girò e come per miracolo vide un grande fuoco nel camino. Non credendo ai suoi occhi chiamò la mamma… Mamma! Mamma! Guara! Guarda! Il fuoco si è acceso! Per l’amor di Dio, è vero! È vero che il fuoco si è acceso! I bambini corsero subito attorno al fuoco per scaldarsi e la donna, nell’uscire a cercare il mendicante, alzò la coperta che gli aveva lasciato e con immensa sorpresa vide tutto quel ben di Dio che gli aveva donato quell’uomo: una pentola di latte bollente, due filoni di pane, un sacco di farina, delle scarpe nuove, dei vestiti, eccetera eccetera C’è da mangiare, mamma! C’è formaggio… polenta…minestra… guarda! Siamo salvi, siamo salvi! La donna capì subito che quel mendicante non poteva che essere un Angelo che aveva mandato il Signore Gesù in loro protezione. E a piedi nudi corse fuori a cercarlo, seguendo le sue orme sulla neve . Dopo pochi metri trovò i suoi zoccoli e i calzettoni abbandonati sulla neve… cerco ancora le sue orme ma inspiegabilmente terminavano li . La donna allora si inginocchiò e guardò verso il cielo e un raggio di sole spuntò tra le nuvole illuminando la grande distesa bianca.

di Pippo Musso


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