ScriverEsistere Magazine n1-2023

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2023…VOCI in

concorso per uscire dal silenzio scrivendo, parlando e cantando le proprie emozioni

Premio SLAncio tira fuori nuova forza ed entusiasmo per la seconda volta: dopo la prima Edizione del Concorso letterario 2022 ci ributtiamo nell’emozionante avventura, anzi, in una vera e propria coraggiosa avventura ancor più emozionante nel 2023, perché non ci accontentiamo di esprimerci solo con la parola scritta.

Non sappiamo dove abbiamo preso il coraggio di arricchire il concorso di generi espressivi oltre la scrittura, fatto sta che confrontandoci con l’amico Luca Streri, abbiamo ceduto al pensiero positivo di Mezzopieno! Così oltre alla parola scritta diamo spazio al podcast e alla canzone. Ma l’importante è esprimere la propria voce!

dell’esclusione, della fragilità. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, vogliamo sentirne il pensiero, il talento, la bellezza e la vitalità e farne modelli da imitare, tesori da scoprire, messaggi di vita da ascoltare.

Voci per dire cosa?

Per raccontare ciò che si desidera far sapere, per lasciar parlare le proprie emozioni e il proprio mondo, per far riflettere, sorridere, sognare, scoprire realtà, dare prova della propria esistenza! Per liberare il cuore!

Un concorso 2023 coraggioso, provocatorio, pieno di vita a cui speriamo partecipino in tanti, così da creare un coro di voci che dal silenzio riesca a toccare e stupire un mondo distratto e selettivo.

E il tema che proponiamo per questa seconda edizione è, infatti, VOCI dal silenzio, perché conosciamo l’importanza di poter comunicare, di uscire dall’indifferenza e dai pregiudizi, dal silenzio delle periferie, A cura della Redazione

Ho pensato al tema della VOCE perché…

QUANTO È IMPORTANTE FARSI SENTIRE!

Non si sa bene come l'uomo abbia imparato ad addestrare e a modulare i suoni che riusciva ad emettere dalla bocca trasformandoli piano piano in un grande mezzo espressivo di comunicazione.

La voce ha così permesso all'uomo di dare un nome agli oggetti e di parlare dando un senso ai dialoghi e tramandando le proprie esperienze e le proprie abitudini di vita. In pratica iniziando a fare la storia. Questo strumento espressivo ha assunto un valore artistico per chi è dotato di una voce potente e gradevole, diventando un canto.

Cosa succede a chi perde improvvisamente la voce?

I malati di Sla lo sanno bene, perché, oltre al resto, diventano orfani anche di voce. Infatti la mancanza della capacità di respirare con una certa potenza rende debole la colonna di aria che arriva alle corde vocali rendendo via via vano ogni sforzo da parte del malato. Alla fi ne ci si sottopone alla tracheostomia per la ventilazione meccanica e si dice addio alla possibilità di parlare.

Smettere di parlare non è una cosa semplice per chi non si può nemmeno muovere, pensate di essere in pericolo, normalmente si grida, ci si sposta, si fa qualcosa. Invece un malato di Sla spera, prega, stringe i denti e si

prepara a subire il colpo.

Senza la voce vince il silenzio, un mondo che ci isola, che ci fa sentire la pesantezza della solitudine, anzi, quello che è più grave è che chi si mette in contatto con noi tende ad interpretare la poca mimica facciale che ci rimane, e questo porta il nostro presunto interlocutore a capire ciò che lui pensa, non quello che in realtà si vorrebbe dire.

Per fortuna la tecnologia che si è sviluppata per merito di qualche persona illuminata, ci ha permesso di usare dei computer che, oltre a consentirci di scrivere con gli occhi, sono dotati di voci che danno la possibilità di colloquiare facilmente con chiunque, e questo ci integra un po' di più nel mondo dei normali.

Per chi è "diverso" è essenziale poter avere "Voce", direi vitale, perché ci permette di conquistare il nostro piccolo, ma per noi immenso, spazio nella società, dove possiamo parlare delle nostre esperienze, delle nostre esigenze, dei nostri sogni e delle nostre idee, idee di chi viene considerato spesso uno scarto o un peso.

Ma in questi "scarti" ci si possono trovare degli scrigni preziosi con dentro la saggezza di chi ha sofferto e di chi vive in pace con sé stesso e con il mondo.

Scriveresitere mensile di informazione www.scriveresistere.it Reg. Trib. Monza nu. 24/2021 Dir. Editoriale: Roberto Mauri Dir. Resp.: Fabrizio Annaro Coord. Edit.: Luisa Sorrentino Redaz.: L. Picheca, P. Musso, Cl. Messa, L. Tangorra Prog. Grafico: C. Balestrini www.scriveresistere.it
Editore: La Meridiana SCS P.IVA 02322460961 Viale Cesare Battisti 86 20900, Monza (MB)
"il magazine di chi scrive con gli occhi"
ANNO 4 - N° 1 Gennaio 2023
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TANTA LUCE TRA LE RIGHE e tanto slancio nella giuria

Èpassato un anno ma quella prima esperienza è fissata dentro di noi e la vogliamo ricordare prima di buttarci nella nuova avventura, perché vogliamo aff rontarla con lo stesso trasporto e la voglia di farci sentire, di essere socialmente utili, di off rire spazi di parola proprio noi che parliamo attraverso un computer.

La giuria di Premio SLAncio ci ha assistito con molta cura e attenzione, coinvolta ed emozionata insieme a noi, a cominciare dal suo presidente Arnoldo Mosca Mondadori che ha fatto anche da conduttore dell’evento di premiazione, accanto a Roberto Mauri.

E l’esperienza vissuta nel 2022 l’abbiamo messa al sicuro nel primo volumetto di una collana aperta a tutti, fatta di tante emozioni: una antologia che inizia col raccogliere tutta la LUCE possibile della prima edizione promossa a dispetto della SLA. Avremmo voluto che vincessero tutti i quasi cinquecento partecipanti ma, dato che non è possibile, restano tutti stampati nel nostro cuore!

Entriamo con scriveresistere nelle prime pagine di LUCE per ricordare qualche momento del giorno della premiazione del concorso 2022 attraverso alcune battute tratte dalle dichiarazioni dei giurati.

La vera, grande “scommessa” di tutte le nostre attività è quella di dare un senso alla vita delle persone che accogliamo. Vuol dire che la cura va oltre l’assistenza e mira ad accompagnare la quotidianità della Persona con stimoli e attività coinvolgenti che mobilitino la mente e permettano di esprimersi, relazionarsi e liberare emozioni. Così è nato il mensile Scriveresistere, non cedendo all’immobilismo, anzi, sfidandolo liberando i talenti nascosti. È nato nella RSD senza fare rumore, con naturalezza e spontaneità, con gusto e soddisfazione, senza fretta né pretese: un progetto su misura di un piccolo gruppo che oggi sta diventando un elemento di stimolo per tutti e dimostra che le sfide si possono vincere!

Roberto Mauri presidente della Cooperativa Sociale La Meridiana

Le parole sono importanti e noi le usiamo sempre con estrema facilità, ma questo premio ci fa capire che dietro ad ogni parola ci sono significati, emozioni, una grande fatica. Quindi, valutiamo quanto siano importanti, quanto sia un bellissimo, straordinario, ineguagliabile messaggio quello di premio SLAncio: avere anche cura delle parole.

Ferruccio De Bortoli giornalista e presidente VIDAS

Man mano che leggevo avevo scelto un criterio: mettevo un punto esclamativo per significare i testi che mi colpivano, due punti esclamativi per quelli con anche una capacità comunicativa e scritti particolarmente bene, tre punti esclamativi e un punto di domanda per chi aveva una carica in più… Dopo circa 3-4 ore di lettura, mi sono trovato nella confusione totale perché avevo una massa di punti esclamativi! Cosa voglio dire? Che è stato, uno per uno, come gettare un grano di sale nell'acqua e il sale nell'acqua non può non sciogliersi e non insaporire e ciascuno di questi testi è un grano di sale nell'acqua, è il senso stesso della vita.

Devo dire grazie perché sento che c'è un filo conduttore tra quello che facciamo noi dentro la Casa Circondariale e quello che fa la cooperativa La Meridiana qui: si dà voce all'animo, al pensiero, alle emozioni, da una parte, imprigionati in un corpo malato e, dall'altra, in persone che sono

realmente imprigionate dietro le sbarre.

C’è stata una grande partecipazione all’interno della nostra struttura e il concorso è stato un’occasione importante per dare voce non solo alle persone detenute, ma anche a tutto il personale che lavora con noi tutti i giorni.

Sono io che devo ringraziare per avermi dato la grande opportunità di essere con voi, di avermi permesso per la prima volta di immergermi in questo "dolore poetico" della vita che voi elargite.

Da artista, sono come un minatore che entra nel fondo della terra e scava finché trova anche l'oro, anche il diamante, simbolo metaforico della preziosità della vita. E cos'è questo, come si chiama? Si chiama amore. E vedo che qui il mio lavoro acquista più valenza di amore grazie a voi. "L'arte rende visibile l'invisibile" diceva Kandinsky. La vita è magica e meravigliosa e ringrazio l'arte perché mi ha dato questa possibilità di entrare nella magia della vita.

Coletta artista scultore, e autore di “Indicibile”, l’opera simbolo di Premio SLAncio

Non c’è cosa, fatto giusto o ingiusto, che non abbia un senso: tutto è vita da vivere, vita da attraversare e nuovo da scoprire, come una grandiosa avventura.

Con questo atteggiamento umile e riconoscente, il sorriso può accompagnare ogni giorno, sia che piova sia che splenda il sole. Con questo spirito ci si è abbandonati all’avventura e gli occhi si sono fatti penna, gli sguardi sono diventati linguaggio e gli animi hanno ricominciato a correre, il mio compreso. Grazie.

psicologa, coordinatrice editoriale di scriveresistere.

Scrivere è una modalità per esprimere le emozioni e dare libertà e autonomia alla persona . Il livello raggiunto dai nostri redattori mi fa ricordare che questo luogo era una casa per bambini disabili gestito dall’insegnante Maria Montessori: quando li portò all’esame i loro risultati furono superiori a quelli di tutti gli altri, degli "abili".

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Gennaio 2023
Andrea Magnoni direttore sanitario RSD
PARTIRE... dalla prima pagina

CERCARE... nel silenzio (delle fragilità)

Ascoltare e ascoltarsi LA VOCE C’È ANCHE SE NON SI SENTE

La scrittura diventa suono e crea ponti che permettono di incontrarsi con gli altri senza restare isolati, al freddo di relazioni perdute.

Con il nostro giornale abbiamo provato a noi stessi di avere la voce che credevamo perduta con la SLA e con Premio SLAncio forse vogliamo “provocare il mondo” e gridare l’importanza di avere uno spazio di parola. E non pensiamo solo a chi è malato di SLA, ma a tante persone che non hanno ascolto e hanno tante cose da dire, il diritto di “esistere”! Per questo stiamo coinvolgendo tanti Enti che si occupano di sociale perché entrino in gioco insieme a noi coinvolgendo a loro volta i fragili di cui si occupano per dar loro uno spazio di parola sia “entrando in gara”, sia esprimendo il proprio gradimento sulle opere in concorso.

Una vera e propria avventura senza rete che aff rontiamo con coraggio e voglia di riuscire – noi immobili - a MUOVERE l’attenzione su realtà silenziose e ascoltarne suoni e parole, premiare la vita.

Il giorno della premiazione della prima edizione siamo partiti con alcuni brevi messaggi vocali che ripetiamo qui per iscritto come buon auspicio: battute d’inizio di una storia che speriamo si arricchisca e duri nel tempo.

Luce e tenebre, due elementi che ci accompagnano per tutta la vita, illuminando la nostra strada o gettandoci nel dramma. Anche aff rontare la SLA non è stato semplice, ma una battaglia vinta facendo pace col mondo e con Dio che mi ha fatto scoprire l'unico talento praticabile: la scrittura. Questo è stato un passo importante per me perché mi ha aperto la mente alla cultura e alla fantasia, scrivere è davvero una bellissima attività che fa amare la lettura e la conoscenza.

Amare la scrittura mi ha portato a collaborare con il giornale Il Dialogo di Monza, grazie a Fabrizio Annaro, e poi a far parte della redazione di scriveresistere, permettendomi di fare un’incredibile esperienza, grazie al supporto instancabile di Luisa (Lisetta) Sorrentino, promotrice con noi del premio Slancio, che ha avuto un successo imprevedibile di partecipazione.

Un successo che merita l’attenzione dei miei colleghi giornalisti, perché dà spazio anche a tanti talenti nascosti, ma limpidi nella loro umanità e semplicità.

Che bello sentirmi chiamare Angelo, anche da chi non conosco, solo per averlo aiutato ad attraversare la strada, oppure, per aver ceduto il posto sull'autobus stracolmo, oppure ancora, per aver accompagnato sotto braccio una persona dal medico. Che bello sentirmi dire “Grazie, Angelo mio!”. “Angelo” detto col cuore da chi in quel preciso momento ha veramente bisogno d'aiuto è il più grande compenso, è un pieno di felicità! Che ci posso fare se il Padreterno mi ha voluto donare un cuore sensibile e si dispiace per chi è fragile?

Anche scrivere e off rire pensieri - per esempio attraverso un piccolo giornale come il nostro scriveresistere - può essere d’aiuto a qualcuno…

Può far riflettere e persino cambiare, migliorare e scoprire che scrivere fa proprio bene, sia a chi scrive, sia a chi riceve la parola scritta! Per questo abbiamo promosso il Premio SLAncio: viva la scrittura e la lettura!

Pippo Musso

La cosa più divertente dell'andare in chiesa, da bambina, era poter accendere una candela dopo la Messa. Io e le mie sorelle, a turno, infilavamo le monetine nell'apposita fessura, e sceglievamo la più bella, lunga, perfetta (anche se erano tutte identiche). Accendevamo lo stoppino ancora bianco alla fiammella di una delle candele ormai corte e deformi, e poi la infilavamo in una delle tante basi a molletta. Era bellissimo vedere quelle fiammelle tutte uguali, nascere da corpi di cera così diversi.

Quell'immagine, nella mia testa richiama il nostro concorso: ogni scritto è il riflesso di vissuti differenti, e spesso di sofferenze segrete a volte inimmaginabili, che alla fine superando il buio riescono a brillare della stessa luce.

Il concorso ha offerto a tanti cuori (ma proprio tanti!) l'occasione di condividere la propria luce nascosta, coinvolgendo l'altro, inondandolo di emozioni, facendolo entrare nel suo mondo.

Questa è la magia dello scrivere.

Cosa vuol dire essere malati di SLA da 17 anni?

Vuol dire che non ci sono feste, “buon weekend”, ferie, compleanni degli amici o lavoro per sostenersi.

È come sentirsi rifiutati dalla società…

A meno che non si possa comunicare!

Far parte di “SCRIVERESISTERE” è un modo per essere riconosciuti in ciò che pensiamo e sappiamo fare, quindi… grazie mille a tutti coloro che ci hanno creduto!

3 Gennaio 2023

RACCONTARE... fa bene

Il racconto di Pippo Musso vive dentro le pagine di LUCE

UNA VISITA INASPETTATA

Sono quasi sei anni che, malato di SLA , risiedo in una struttura. Anche se all’inizio mi muovevo e parlavo, col passare del tempo sono finito sdraiato sul letto a guardare il soffitto e nello stesso tempo ho visto a poco a poco volar via tanti ospiti come me, ormai diventati cari amici…

Purtroppo non ci si può fare niente, ad un certo punto tutti diventiamo un ricordo e facciamo spazio alle nuove generazioni, questa è la legge della natura che è sempre ben fatta perché è opera di Dio.

Qualche mese prima che iniziasse la pandemia, con grande meraviglia e stupore, vedo arrivare due persone, un uomo e una donna. Entrano in camera mia con un vassoio di pasticcini in mano e sul momento ho pensato avessero sbagliato stanza perché non li ho riconosciuti, ma quando si sono avvicinati ho visto che era il mio vecchio amico, nonché ex collega di lavoro Michele, accompagnato dalla sua amata moglie Valentina! Che bella sorpresa inaspettata!

L’incontro con Michele è stato a dir poco commovente perché io non mi aspettavo di rivederlo e lui non si aspettava di vedere me allettato e intubato, a leggere e scrivere con il mio inseparabile amico computer a impulsi oculari. Cosi emozionato e ancora con i pasticcini in mano mi ha presentato sua moglie Valentina e cominciamo a parlare.

Hoè Pè - (sta per Pippo, mi ha sempre chiamato così!) perdonami se te lo dico , ma mi sarei aspettato di tutto meno che di vederti in questo stato impressionante…e con questi tubi collegati alla gola per farti respirare ... Ti giuro Pè, sono veramente emozionato e dispiaciuto di vederti in queste condizioni... ti ricordavo bello robusto e forte... Immagino quanto tutto questo ti faccia soffrire... ma… managgia a quella zoccola di quella miseriaccia, con tanta gente disonesta e presuntuosa che esiste su questa terra , proprio a te doveva capitare questa maledetta sofferenza? A te che sei sempre stato una persona leale e disponibile con tutti… Caro Pè la vita ogni tanto va contro corrente ! Non immaginavo proprio cosa fosse questa malattia e ti ho portato pure questi pasticcini…. Pè, amico mio, ti prego di perdonarmi!.

Su, Michele, adesso non facciamo i bambini dell’asilo - rispondo - se non lo sapevi, non lo sapevi e basta! Non ti scusare, anzi, amico mio, apprezzo molto il tutto gesto di gratitudine nei miei riguardi e ti ringrazio; vorrà dire che quei pasticcini ve li mangerete a casa brindando magari alla mia salute, va bene Michele?

Va bene, va bene Pè! Ma ora basta parlare di me ma dei vecchi ricordi passati … Amico caro , ti ricordi di quante mance che prendevamo durante il lavoro, facendo quei piccoli lavoretti da poco fatti pagare a caro prezzo, come nostri interventi straordinari? C’erano giorni in cui la gente, vedendoci lavorare per strada , si avvicinava a noi quasi implorandoci …”Ragazzi per piacere vi do quello che volete , ma venite a sistemare quella maledetta buca davanti alla mia entrata di casa che mi sta rovinando la macchina nuova?” E gli facevamo credere che era un favore e lo stangavamo di brutto… Che figli di buona donna eravamo.

Ahahah! Certo Pè , non lavoravamo mica per niente… C’erano addirittura delle settimane che pigliavamo più di mance che di stipendio, ahahah! E così avevi sempre le tasche piene di soldi …

Interviene un po’ alterata la moglie Valentina, dicendo: “Però a me non hai mai detto che prendevi tutti quei soldi . . mi raccontavi che succedeva poche volte… e quando scoprivo per caso qualche soldo di piccolo taglio nel tuo portafoglio mi dicevi sempre che quelli erano giusti per comprarti le sigarette o per il caffè. I pezzi grossi li nascondevi in cantina? Ecco, ora capisco perché facevi sempre su e giù!”

Dai Valentina , proprio tu non ti devi lamentare, ti ricordi che ti ho persino portato a casa quell’anatra di campagna, ricompensa di un contadino per un lavoretto fatto nella sua masseria?

Ahahah! Si ma visto che siamo in argomento, di a tua moglie che disastro è successo nella cabina del camion quando abbiamo portato l’anatra viva che svolazzava da una parte all’altra e col rischio di fare persino un incidente!.. .

Bene dice la moglie , mentre voi continuate a parlare io vado giù a bere un caffè.. E così siamo rimasti soli.

…Pè, c’è una cosa che ti voglio confidare …

Dimmi pure mio caro amico…

… Devi sapere che due anni fa per uno stupido incidente stradale è venuto a mancare mio figlio Pietro…”

Ma… cosa stai dicendo, scherzi?

No, Pè non è uno scherzo… Quanto sono dispiaciuto e addolorato per questa terribile notizia! Chissà che dolore anche tua moglie e tua figlia…

Si Pè, da quel maledetto giorno, non c’è stata più pace in casa mia. La notte Valentina si alza dicendo che sente bussare alla porta e che è Pietro rimasto fuori senza chiavi che vuole entrare…

Eppure, scusa se te lo dico, non appare così tanto avvilita ed esaurita come mi stai dicendo . .

ì, non sembra perché è piena di tranquillanti e nonostante questo beve il caffè che è un eccitante e le fa l’effetto contrario, ma guai se glielo fai mancare… Sto spendendo un mare di soldi tra psichiatri, psicologi e quant’altro, ti giuro… non ce la faccio più, non ce la faccio più nel vero senso della parola. A volte mi chiedo se è solo lei che ha bisogno di cure oppure anch’io…

Pè, amico mio caro , ormai, sono quasi due anni che non abbiamo contatti e mi allontana sempre quando mi avvicino… temo di fare qualche pazzia… .

Ti capisco, Michele, e mi dispiace per quello che stai passando. Penso che certe volte sia meno pesante vivere una malattia come la mia che essere vittima di un “malattia” grande come la vostra…

Hai proprio ragione Pè , almeno così ti metti il cuore il pace, mentre nel mio caso la cosa è diversa perché la si vive come un cancro che giorno per giorno, ti sconquassa … La pace per noi non c’è più: la notte grida chiamando suo figlio, all’ora di mangiare prepara il piatto anche per lui convinta che stia per arrivare e poi gli lava e rilava sempre gli stessi indumenti puliti per poi stirarli e rilavarli ancora…

Ti giuro Pè, te lo dico come un fratello non ce la faccio più a vivere così, come un estraneo, una cosa persa , una cosa inutile! Quante e quante volte ho pensato di farla finita buttandomi giù dal balcone , ma poi ho paura di lasciarla sola con un altro peso ancora sulle sue spalle e mi passa pure la fantasia di suicidarmi. Non so, forse non sono abbastanza coraggioso o non ho le palle per farlo… In quei momenti di crisi e di follia mentale mi blocca

4 Gennaio 2023

il pensiero che lei e mia figlia abbiano ancora bisogno di me… Ti prego Pè aiutami, aiutami tu in qualche maniera prima che io impazzisca e combini un’altra tragedia!.

Caro amico, tutto quello che posso fare è pregare i miei amici Angeli di venire giù a darvi una mano, placando questo subbuglio e, credimi, Michele, se li invoco, stai sicuro che ti aiutano realmente.

Poi ti voglio dire un’altra cosa: tu sei molto ma molto esaurito e come tua moglie hai bisogno di cure che vi aiutino a tornare ad amarvi come una volta e a lasciar andare il passato, ricordandovi che vostro figlio Pietro non è morto, è solo entrato in un’altra dimensione di vita.

Sì, Michele, Pietro è entrato in una vita spirituale dove non esiste guerra, ma solamente amore e pace eterna , quindi non dategli il dolore di vedervi infelici. Magari adesso è vicino a noi, ci sta pure ascoltando e non può evolversi spiritualmente per via della sofferenza che state vivendo a causa sua..

Pè , lo sai che con queste sante parole , mi hai già risollevato il morale e mi sento più positivo? Davvero, te lo giuro, mi hai riempito il cuore di gioia e di serenità, ma soprattutto di amore. Quanto avrei voluto che in questo istante ci fosse stata qui anche mia moglie ad ascoltare queste tue sante parole!

Senti, amico mio Michele , se vuoi che la vita ti sorrida, tu devi sorridere alla vita. Come? Semplice, basta guardarti attorno per vedere tutto quello che il buon Dio ci ha voluto donare per essere felici. Senti le parole della canzone di Modugno per capire quanto è importante vivere la vita. Dice così, ascolta...

È vero, credetemi è accaduto, di notte su di un ponte guardavo l’acqua scura, con la dannata voglia di fare un tuffo giù.

D’un tratto qualcuno alle mie spalle, forse un Angelo vestito da passante mi portò via dicendomi così: meraviglioso!

Ma come non t’accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso…, meraviglioso!

Persino il tuo dolore, potrà apparire poi…meraviglioso!

Ma guarda intorno a te, ti hanno inventato il mare, tu dici non ho niente , ti sembra niente il sole, la vita, l’amore… meraviglioso!

Il bene di una donna che ama solo te, meraviglioso… la luce di un mattino, l’abbracciò di un amico, il viso di un bambino… meraviglioso!

Meraviglioso!. ecc ecc ecc

E SE NON L'AVESSI PIÙ?

Alla maggiore delle mie sorelle spettava, rispetto a noi due mocciose, il privilegio di avere l'abbonamento a TOPOLINO, che arrivava per posta credo ogni settimana. Io amavo quel fumetto, ma la regola era (forse giustamente) che nessuno poteva leggerlo prima di lei. In realtà, tolta la plastica che avvolgeva il giornaletto, quando Maria Chiara andava in un'altra stanza a fare i compiti oppure, meglio, andava da un'amica, Topolino diventava mio!

Me lo gustavo disegno per disegno, fumetto per fumetto, guardando con attenzione come erano scritte le lettere in quello stampatello perfetto, e com'erano disegnati i personaggi, i paesaggi, tutto. Leggevo però sempre col timore di essere beccata con le mani nel sacco. Quando però toccava a me, lo leggevo tutto tutto tutto, comprese le pagine centrali con le barzellette e le lettere alla redazione.

Una di quelle mi ha colpito così tanto, che ricordo perfettamente in che punto della stanza ero seduta quando l'ho letta.

Una bambina scriveva di aver scoperto il sistema per non litigare con suo fratello. Pensava: "e se morisse domani?" e tutto diventava senza importanza. Non ricordo le parole esatte, ma posso affermare con certezza che quella frase fu per me come una luce improvvisa negli occhi.

Ripensai spesso a quella frase, e cominciai a mettere in pratica quel suggerimento. Funzionava davvero! Non sempre ci riuscivo, perché nei bambini spesso prevale l'istinto, e allora parte la furia della rabbia. Però era vero: pensare che quello poteva essere l'ultimo giorno insieme alle mie sorelle, cambiava tutto. E allora, chi se ne frega se ha usato la mia gomma da cancellare sporcandola, o se mi ha dato una sberla sul braccio perché ho usato la sua penna stilografica.

Piano piano, crescendo, mi veniva spontaneo fare lo stesso pensiero con gli amici, coi professori, con chiunque. Non sempre riuscivo a ricordarmi di fare quel pensiero, però quando mi spostavo su quel punto di vista, cambiava completamente lo stato d'animo nel rapportarmi a loro. Non bisognerebbe mai dare per scontate le persone, invece è ciò che facciamo tutti. È questo il problema: a chi è più vicino a noi, spesso diamo il peggio di noi stessi, come se la loro presenza accanto a noi fosse scontata. E quando li perdiamo il rimorso ci spappola il cuore.

Il giorno in cui è morto mio papà, ho sofferto tanto per tutte le cose che non gli ho detto. Non gli ho detto che ero tanto orgogliosa di avere un padre come lui, studioso, creativo, di un'intelligenza rara. Che gli sono grata per la sua severità (che allora mi faceva tanto arrabbiare) perché pur essendo una severità spesso eccessiva, ha fatto di noi persone ligie al dovere e oneste, come era lui.

Sono più di vent'anni che quel pensiero è diventato parte di me, perché per me nulla è scontato. Soprattutto non è scontata la mia presenza, e la mia domanda è diventata "e se morissi stanotte?" Allora tutto ciò che vivo acquista immenso valore. Chiacchierare e ridere con i miei figli, guardare con Franco le nostre serie thriller, scommettendo sull'identità del colpevole, o festeggiare il compleanno di qualche amico... qualunque momento di normalità assume importanza.

Può sembrare un po' macabro questo pensiero, ma solo l'idea di perdere qualcosa o qualcuno ridimensiona tutto, e ciò che prima era motivo di discussione, di rabbia, di ansia, diventa insignificante. Le persone, invece, vanno al primo posto. Sempre.

5 Gennaio 2023
scriviconnoi
di Pippo Musso
CANTARE... il valore della vita Diventiamo un coro di voci che raccontano la vita Scrivi un tuo pensiero-dono a scriveresistere@cooplameridiana.it
di Laura Tangorra

SCRIVERE... esistere

Al cinema per scoprire che … È SEMPRE MEGLIO AMMETTERE I PROPRI ERRORI!

TITOLO: VALERIAN E LA CITTÀ DEI MILLE PIANETI

REGISTA: LUC BESSON

TRAMA: Nell'anno 2740 Valerian (Dane DeHaan) e Lauren (Cara Delevingne) sono agenti speciali del governo galattico. La coppia è alle prese con una missione nella futuristica città di Alpha, atta al recupero di un'antica reliquia collegata alla scomparsa, anni prima, della civiltà dei Pearls. L'oggetto fa gola sia ad alcuni Pearls sopravvissuti che ad altri individui dai fini tutt'altro che pacifici.

Per questa recensione ho deciso di iniziare al contrario, ovvero da quella parte che solitamente lascio per ultima. Ecco quindi cosa non mi ha convinto di questo film. Il comandante cattivo non mi ha convinto, quello che durante il film cerca di distruggere i sopravvissuti Pearls pur di nascondere il suo errore di anni prima (non scendo nel dettaglio per non rovinare il film a chi non lo ha ancora visto). Nonostante non mi piaccia questo personaggio, che trovo disprezzabile perché senza scrupoli, credo che ci si possa immedesimare nella sua storia.

LA SCRITTURA MI HA SALVATO LA VITA

di Edlira Boletini

Operatrice della RSD San Pietro

Quando ho sentito il titolo di questo giornale, ho trovato me stessa in uno dei periodo più difficile della mia vita. Vi racconto come la scrittura mi ha salvato la vita.

Sono Edlira, la seconda femminuccia, ma a casa da piccola mi hanno etichettata come il maschietto (che mancava) della famiglia.

Vengo da una famiglia piccola, modesta e semplice ma ricchissima di valori umani e quando io e le mie sorelle avevamo preso la vita nelle nostre mani, precisamente in quel momento tutto è cambiato. Sei anni fa, quando abbiamo perso improvvisamente nostro Papà, ci siamo trovate perse in un mondo che non sapevamo vivere senza di lui. Da quel momento eravamo solo noi quattro senza il nostro punto di riferimento.

Io, quella che era lì per tutti, adesso non potevo alzare la testa e andare avanti… Ero piena di pensieri, rimpianti, dolore, amore, paura, lacrime e ricordi! Mi stavo soffocando, stavo cadendo tenendo tutto dentro di me…

Un giorno, in uno dei momenti più brutti, ho preso un foglio da lettera e una penna e ho cominciato a scrivere e tutto quello che avevo in mente e nel cuore l’ho buttato lì.

Senza accorgermene mi sono sfogata nel modo più bello, cercando di trovare le parole più belle per descrivere lui.

Il dolore mi ha fatto creare le poesie più belle. È così che ho conosciuto una parte di me che era nascosta ed ho trovato la mia terapia: la scrittura!

Quanti di noi faticano ad ammettere un errore e cercano di porvi rimedio o nasconderlo? Almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti di sbagliare e non voler accettare le conseguenze. Certo lo sbaglio del personaggio porta ad un genocidio e non è paragonabile agli errori che commettiamo tutti ma questo mi fa riflettere su come sia difficile riconoscere, ammettere di aver sbagliato e imparare dai nostri errori.

Quello che mi è piaciuto del film è quella che io interpreto come la morale, ovvero il potere del perdono. Mostra quanto essere in grado di perdonare chi ci fa un torto ci aiuta a vivere con maggiore serenità. Spesso invece noi ci facciamo prendere dalla rabbia che diventa come un muro e non ci permette di perdonare, di lasciar andare quello che è capitato e andare avanti senza permettere che questo episodio condizioni negativamente il nostro presente e futuro.

Un'altra cosa che mi è piaciuta molto del film e che per me lo rende degno di essere visto è la qualità degli effetti speciali. I personaggi alieni sono ritratti con realismo e sensibilità e le ambientazioni ti catapultano in un futuro che forse non è poi così lontano, o almeno spero.

Brano tratto da Viaggio a Bodrum di Carlo Simonelli

Terzo classificato Premio SLAncio 2022, sezione racconti

RAGGI DI LUCE

(…)

Ghalib e io eravamo nati nelle tenebre, avevamo sempre vissuto così, ed eravamo assuefatti al buio, anche quando fuori la luce sembrava accecante, ci irretiva e ci chiamava con la sua voce di morte e di dolore.

A casa dovevamo muoverci in punta di piedi, non farci notare e non farci sentire. Dovevamo diventare invisibili. E c’eravamo riusciti. Figli del buio. Appena giungemmo al mare, da un buco nel telone osservai quella pianura desolata.

Sul camion uno raccontava che in una lingua lontana, maru significava deserto, cosa morta, e mar significava morire. In quel momento, guardando la distesa d’acqua là fuori, avevo capito cosa volesse dire deserto. (….) Quando scendemmo dal camion era buio, per questo mi sentii a mio agio. Corremmo insieme verso la barca, la mamma mi teneva in braccio –io ero più leggero e di due anni più piccolo di mio fratello – mio padre si portava appresso le poche cose che avevamo e Ghalib e la esortava a stargli dietro: “Dai Rehanna, dai! Vieni, non ti fermare. De em herin. Andiamo. (…)

Chi desidera ricevere il libro LUCE può richiederlo al seguente link hiips://donazioni.cooplameridiana.it/product/luce/

6 Gennaio 2023

La seconda edizione si amplia di opportunità e dà spazio a più linguaggi espressivi, così la parola può essere comunicata in forma scritta, parlata o cantata. Uno sforzo organizzativo ma soprattutto una novità emozionante e piena di sorprese.

La Giuria si arricchisce di persone e di personaggi che porteranno alla premiazione dei concorrenti primi tre classificati per ciascun genere espressivo. Il desiderio è dare spazio a tante persone, lasciare esprimere gusti e opinioni, far essere protagonisti anche dietro le quinte. Non a caso, il Tema dell’edizione 2023 è “VOCI dal SILENZIO”.

Al presidente della Giuria Arnoldo Mosca Mondadori e ai giurati della precedente edizione Ferruccio De Bortoli, Pietro Coletta, Luca Crippa, Maria Pitaniello, Roberto Mauri, Luisa Sorrentino, si stanno unendo altri personaggi di rilievo, tra cui il giornalista e scrittore Mario Calabresi, l’autore Alfredo Rapetti Mogol e i rappresentanti dei diversi Enti partner.

È UN’INIZIATIVA PROMOSSA

DA CHI NON HA VOCE E NON TEME IL SILENZIO

Le regole sono semplici.

Il concorso è lanciato attraverso una conferenza stampa. Viene divulgato attraverso siti preposti e varie Istituzioni vicine a La Meridiana, alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e al Movimento Mezzopieno.

Un semplice processo di lavoro:

1. Le opere vengono inviate su un’apposita piattaforma internet www.premioslancio.it

2. quindi, vengono distribuite ai diversi Enti partner (sociali, sanitari e culturali) che, attraverso l’attività dei loro rispettivi gruppi, esprimono il loro gradimento, partecipando così in qualità di Giurie Popolari Speciali

3. Le opere con l’indicazione di gradimento vengono inviate alla Giuria finale che seleziona i primi 3 classificati per ciascun genere espressivo.

4. I tempi:

2 febbraio conferenza stampa di lancio del concorso;

20 febbraio - 31marzo ricevimento delle opere da parte dei partecipanti al concorso;

01-30 aprile le Giurie Popolari Speciali esprimono il loro gradimento;

02-31 maggio la Giuria Finale seleziona i primi tre (x tre generi) classificati; 21 giugno evento di Premiazione.

7 Gennaio 2023

il mensile realizzato nella RSD San Pietro di Monza de La Meridiana Cooperativa Sociale

Promuove

2^ Edizione 2023 concorso letterario (e non solo)

Tema:

VOCI dal silenzio

Generi espressivi in gara

SCRITTURA PODCAST CANZONE

Le opere vengono selezionate da una Giuria di Esperti con l’ausilio di Giurie Popolari Speciali che esprimeranno il loro gradimento

Partners dell’iniziativa Movimento Mezzopieno e gli Enti e Istituzioni sociali, sanitarie e culturali che partecipano in qualità di Giurie Popolari Speciali

Creiamo un coro di voci

8 Gennaio 2023

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