Il Progetto
Sartosofia: creatività, sostenibilità ed integrazione
Come, dove e quando?
È un progetto fatto di persone, stoffe e merletti, nato per tessere fili e relazioni attorno al tema della maternità. È un “laboratorio”, un luogo fisico e mentale dove donne in dolce attesa hanno appreso l’arte del cucito e della creazione sartoriale, scambiando saperi, competenze e tradizioni sul tema del cucito e della maternità. “SartoSofia” è nato dalla convinzione che collaborando tra realtà diverse e condividendo competenze e di risorse, si possa creare un terreno fertile per sviluppare reti sociali utili ad accompagnare le persone nella loro vita, ad alimentarne le possibilità di sviluppo individuale e a sostenerle nei momenti più delicati.
Il laboratorio di “SartoSofia” è stato aperto da marzo a luglio 2017 presso il negozio Calebà con questo programma: I. formazione su pratiche sartoriali (macchina da cucire, punti base, tessuti ecc.); II. progettazione e realizzazione di creazioni legate al mondo dell’infanzia ideate e personalizzate da ciascuna partecipante (rigorosamente con stoffe di riutilizzo). III. incontri legati al tema della maternità, condotti da esperte nell’ambito della genitorialita. ...Il tutto condito da tante “chiacchiere” tra mamme...
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Le Protagoniste
Lo Staff
Mamme e future mamme
Ad.
B.
G. J.
22 anni, nigeriana è sempre insieme al piccolo G. il figlioletto di 7 mesi, nato a sorpresa a 7 mesi.
An.
N.
H.
C.
E.
Ma.
Me.
R.
25 anni, nigeriana in gravidanza al 5° mese, nel pancione c’è C. (primogenito).
23 anni, nigeriana in gravidanza al 4° mese nel pancione c’è G. (primogenita).
25 anni, Libica, ha una figlia: A. di 18 mesi e alla fine del nostro percorso è in gravidanza da circa 2 mesi.
22 anni, nigeriana viene con S., la figlia di 4 mesi (nostra modella).
Mamme e future mamme
34 anni, camerunese viene al laboratorio insieme al simpaticissimo E., il figlio di 4 mesi. Ha un altro bimbo di 12 anni che vive in Cameroon con la nonna.
28 anni, camerunese mamma di H. 13 mesi e
37 anni, italiana, mamma di M. 14 mesi. Coordinatrice e facilitatrice.
di M 3 anni. Volontaria con il ruolo di babysitter (e a volte di interprete).
38 anni, italiana - sarta formatrice. Non ancora mamma. (per ora!)
46 anni, Italiana, mamma di C. 10 anni e P. 7 anni. Formatrice sulle tematiche genitoriali.
37 anni, italiana, in gravidanza al 5° mese (di T.) Addetta alla comunicazione e allo storytelling.
39 anni, italiana, mamma di E. 4 anni. Volontaria e sostenitrice del progetto e delle donne in generale.
S.
37 anni, italiana in
gravidanza al 4° mese, ha 2 figlie C. 12 anni, M. 9 anni che aspettano l’arrivo di Z.
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Il luogo che ci ospita
Se poi il laboratorio ospita anche piccolissimi sarti....
NEGOZIO DELL’USATO CALEBÀ COOPERATIVA MANITESE BASTA POCO PER CREARE UN LABORATORIO SARTORIALE...
Il nome “calebà” deriva dallo spagnolo “calabaza- zucca”, un ortaggio che si presta a molteplici usi: contenitore, strumento musicale, etc...
Spazio: Quanto Basta (se si tratta di un negozio come in questo caso, vanno incastrati e nascosti tutti gli oggetti superflui, e sono tanti!!)
Tavoli e sedie comode (visto lo stato interessante)
Macchine da cucire e “materie prime”: stoffe, fili, bottoni, aghi, pizzi, ditali, rocchetti, gingilli, squadre, righe, forbici e chi più ne ha più ne metta; non guasta un asse e un ferro da stiro... 4
...serve un luogo adatto a far “lavorare” anche loro 5
Competenze Sartoriali BASTA POCO PER DIVENTARE PICCOLE SARTINE!!
Tutto questo per imparare a fare una copertina, per i bimbi (o futuri bimbi) selezionando e assemblando vari pezzi di stoffa recuperati.
Come si infila il filo nella macchina? E poi nell’ago? La bobina, come si avvolge?
Tutto è iniziato prendendo confidenza con la macchina da cucire:
La cosa più difficile? Ricordarsi che per infilare il filo nell’ago servono gli occhiali! E come caricare la spoletta!
E fin qua tutto più o meno facile o quasi...
E poi cucire.... il dritto, lo zig-zag, andare dritte, trovare la tensione giusta!!! 6
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Competenze Sartoriali
Filo da imbastitura... E via con i “punti molli“ (o “laschi”) che servono ad evidenziare il cartamodello sul tessuto in entrambi i lati... Quindi: stoffa, spilli, ago, lo da imbastitura.
Poi abbiamo imparato le basi per realizzare un lavoro sartoriale... Tessuto (di riutilizzo) dove andremo a posizionare il cartamodello Spilli per fermare il cartamodello sulla stoffa... (che deve essere doppia)
Poi si uniscono i pezzi per creare l’abito (nell’ordine esatto), si imbastisce (con tanta pazienza) e finalmente si passa alla macchina da cucire (cercando di andare dritto). Quindi: macchina da cucire sfavillante, pronta all’uso e filo per cucire (meglio se in poliestere).
Gli strumenti sono pochi e semplici, almeno quelli per fare qualcosa di fatto in casa (poi per raggiungere competenze professionali serve qualcosa in più!):
Carta da cartamodelli per disegnare il proprio abito. Più il cartamodello è semplice, più è composto da linee abbastanza squadrate...
Più il cartamodello è semplice, più è composto da linee abbastanza squadrate... L’uso di una stecca e una squadra aiutano. Quindi: carta, stecca, squadra, matita. 8
Per finire, alcune rifiniture di sbieco, orli con lo zig-zag per non far sflacciare la stoffa, con nastri... e via con la creatività secondo i propri gusti! 9
Scambio Saperi e Creatività Ci siamo chieste: “cosa vogliamo fare”? Ognuna di noi ha stilato la sua “lista dei desideri”, che abbiamo poi messo insieme creando così “il programma” del percorso (in italiano ma anche nelle altre lingue)...
La nostra Sarta C. si è guadagnata il titolo di “Magistra”
In una prima parte abbiamo sviluppato tutte gli stessi progetti, in modo da aiutare la nostra sarta a insegnarci passo a passo e così da aiutarci a vicenda nei casi di necessità...
E poi quando siamo diventate abbastanza abili da cavarcela da sole, ciascuna di noi ha realizzato un suo progetto (più o meno in autonomia). 10
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E via con abiti, abiti, abiti da donna (magari da usare anche in gravidanza)... Perchè vogliamo essere delle belle mamme!!
Le Nostre Creazioni
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Condivisione Esperienze
MENTRE SI CUCE C’È SPAZIO PER RACCONTARE E RACCONTARSI...
Con E., la nostra esperta di genitorialità ci siamo confrontate su diversi temi e sulle diverse culture, ripensato ad emozioni e vissuti di alcune esperienze e scambiate suggerimenti o rassicurate in merito alla cura dei figli I PARTI EROICI Il parto e la gravidanza in generale, nella nostra cultura, rischiano di essere considerate di esclusiva competenza medica, al pari di una malattia. Questo può far perdere di vista la fiducia nella capacità del propio corpo di dare alla luce e la fiducia nel bambino di venire al mondo. Assistere al parto di mamme, sorelle o amiche ha permesso ad alcune “mamme sarte” di ritrovare le competenze istintive del proprio corpo avvicinando così il momento del parto in modo meno timoroso e più consapevole.
Curiosità. In africa per far addormentare il bimbo, si soffia delicatamente sulla fontanella, così cadrà in un sonno profondo!
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Partorire è stato per tutte (quelle che l’avevano già vissuto per lo meno) un atto un po’ eroico: c’è chi ha partorito da sola a casa, chi in mezzo alle bombe, chi è stata allontanata dal figlio per giorni dopo la nascita. Ogni parto, è un momento talmente ricco di tutto (emozioni, ormoni, eventi) da essere irripetibile e speciale, considerando anche che non va mai come una se lo aspetta!! 15
Condivisione Esperienze
DALLA PANCIA AL MONDO... UN FILO CHE UNISCE DUE MONDI APPARENTEMENTE DIVERSI H. una mattina ci racconta della sua bambina di un anno e mezzo che a volte piange tanto, forte, disperata e chiede consigli per capire come aiutarla. Le crisi ci sono quando sente rumori forti, cantieri, martelli pneumatici. H. ha vissuto la sua gravidanza in Libano, tra gli spari e sotto le bombe. Lei - e la sua bimba dentro di lei, oltre i rumori hanno condiviso la paura della morte, il sentimento di non sentirsi al sicuro, il battito del cuore accelerato e il respiro affannoso. Il parto di H. è stato difficile. Non si riusciva a trovare un ospedale che la potesse accogliere, e ha perso molto sangue. Entrambe hanno rischiato di morire. Ora sono al sicuro, ma quella paura e quel dolore sono ancora presenti nel corpo e nella memoria. Nella vita prenatale madre e figlio vivono in una simbiosi strettissima,anche le emozioni arrivano al feto e sono condivise.
BAMBINI IMPAZIENTI: PARTI E BIMBI PREMATURI La nascita, il momento tanto atteso, se avviene troppo in anticipo, si permea di preoccupazione, paura, talvolta dolore che potrebbero accompagnare la crescita del bambino e della sua famiglia. L’emergenza di cui si è fatta esperienza, i trattamenti intensivi subiti possono lasciare un segno, ma possono anche rafforzare la relazione e far trovare alle mamme la forza e il coraggio che servirà nella vita. Una domanda nata nel gruppo da alcune “mamme premature”è stata: “ come mai mio figlio non ha ancora imparato a...” vista la possibilità di un confronto tra i bimbi della stessa età anagrafica. La crescita di un bimbo prematuro non può essere paragonata a quella di un coetaneo“anagrafico”: un bimbo nato di 7 mesi, a 10 mesi, non può avere le stesse competenze di un bambino degli stessi mesi nato a termine. Sono mancate 8 settimane di vita intrauterina, un tempo che, in un bimbo prima dell’anno porta tanti cambiamenti e consistenti scatti di crescita. Non considerarlo alimenta le preoccupazioni e la paura che ci possa essere “qualcosa che non va”.
Spieghiamo a H. che è normale che la sua bambina esprima attraverso il pianto (suo unico strumento di comunicazione) ciò che ha provato. È bene che lo faccia ed è importante farla sentire accolta e protetta.
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Anche il momento della nascita è importante: segna l’inizio della vita di ogni individuo su questa terra e può lasciare un segno anche di dolore, se ciò che accade è traumatico o difficile da superare.
Abbiamo parlato di nascita prematura con Roby e Nicole, mamme italiane, con e per Joy, mamma straniera che portava nel gruppo con se il suo bimbo, anche lui nato troppo presto. 17
Condivisione Esperienze
IL DOPO... LA CURA DEI BIMBI: IL CONTATTO E LA PRESENZA IL PIANTO: IO CHIEDO, CHI RISPONDE? È importante rispondere al pianto dei bambini, con tanta più sollecitudine quanto più sono piccoli. Il pianto è sempre una manifestazione di disagio e una richiesta di aiuto; un’attesa prolungata comporta la sua esasperazione e, nel sistema corporeo del bambino, l’innalzamento dei parametri dello stress: battito cardiaco accelerato, produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina. Spesso si è convinti che il bambino debba diventare forte o imparare a non piangere ma una non risposta al pianto non genera solo la convinzione che nessuno capisce le proprie richieste. Il bimbo ad un certo punto smette di chiedere forse pensando di non essere in grado di farsi capire.
L’accudimento dei bimbi dopo la nascita passa attraverso il contatto e la presenza della mamma sia di giorno che di notte. Per i piccoli umani questi aspetti sono di vitale importanza, istintivamente se li aspettano: la mamma è fonte di cibo, protezione e amore. Si tratta di pratiche di accudimento appropriate alla nostra specie che nasce con un grado di dipendenza il più alto tra i mammiferi. Le mamme africane del gruppo portavano i propri bimbi sulla schiena. Ci hanno raccontato di aver cominciato a farlo verso i sei mesi dei piccoli; prima li tenevano semplicemente in braccio. Più volte è accaduto che cucissero con i bambini annodati dietro. Per queste mamme è normale allattare i propri bambini nei primi mesi, tenerli con sé la notte nel letto. E quando i bimbi diventano troppo pesanti? ...vengono lasciati agli amici!!
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Curiosità. In africa per far passare il singhiozzo, si appoggia un pezzo di filo sulla fontanella, e magicamente scomparirà
ANCHE I GENITORI SONO STATI FIGLI E anche della relazione figli genitori abbiamo approfondito alcuni aspetti, riflettendo su quali qualità e vicende personali concorrono a sostanziare l’accudimento dei bambini: la genitorialità di ciascuno nasce e si sviluppa proprio a partire dalle esperienze di cura che si sono fatte nella propria vita, a partire dalle primissime. 19
Si ringraziano per la partecipazione: La Chiesa Valdese per aver finanziato il progetto, sostenuto con i fondi Otto per Mille Associazione La Mente Comune ideatrice e capofila del progetto Cooperativa Manitese che ci ha ospitato nel suo negozio Associazione GenitorialitĂ per le riflessioni sulle tematiche genitoriali Cooperative sociali: Cooperativa Sociale ReFuture per ideazione e realizzazione grafica cura della comunicazione e storytelling Il Sestante F.A.I. Padova Il Villaggio Globale per la diffusione del progetto Associazione il Pulcino per aver sostenuto il progetto
Un grazie speciale a tutte le mamme e le donne che hanno partecipato in vario modo e dato vita a SartoSofia. Contatti Referente del progetto per Associazione La Mente Comune: Nicole Lisi tel. 349 3112209 lamentecomune@gmail.com
Sartosofia è un luogo di trasformazioni e scoperte: Di spazi, da negozio.... a laboratori Di stoffe, da scarti... a manufatti Di persone, da mamme... a grandi donne (ora anche un po’ sarte!)
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Aps La Mente Comune • via A. Cornaro,1 - Padova • www.lamentecomune.it • fb: lamente.comune