La Giornata Tipo Guida Nba 2016/2017

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S N O T S I P T D E T RO I di Marco Pagliariccio Che sia iniziato un percorso al contrario? Il 4-0 rimediato nel primo turno degli ultimi playoff contro i Cavs (alla faccia di Stanley Johnson che pretendeva di essere entrato nella testa di Lebron) è lo stesso risultato con il quale i Pistons si erano affacciati per l’ultima volta nella post season nell’ormai lontano 2009. Un risultato che chiuse l’epoca d’oro dello zoccolo che si prese l’anello nel 2004. La ricostruzione è stata lenta e faticosa, ma finalmente, dopo otto anni, il record di Detroit è tornato in positivo, così come l’umore che aleggia intorno alla squadra. La prima mossa è stata blindare il cardine del progetto: Andre Drummond. Contrattone da 5 anni e 130 milioni di dollari per il centrone che, ad appena 23 anni, è già tra i migliori interpreti del ruolo. Con Tobias Harris arrivato in corsa a febbraio e Reggie Jackson e Marcus Morris inchiostrati a lungo termine, quattro quinti del quintetto sono già blindati per dare continuità al progetto di Stan Van Gundy, che ha rivoltato la rosa dopo l’equivoco dei tre lunghi (Smith e Monroe ad intasare il pitturato di Drummond) di due anni fa andando esattamente in direzione opposta: quella di una squadra che apre il campo per il suo pivot passando dai pick’n’roll di Jackson e del più interessante dei nuovi arrivati, quell’Ish Smith che nel disastro di Philadelphia aveva comunque fatto vedere buoni sprazzi. Con un roster ulteriormente ringiovanito (nessun over 30 e Smith come giocatore più esperto dall’alto delle sue 6 stagioni nella Lega) ma una profondità della panchina aumentata con gli innesti di Boban Marjanovic e Jon Leuer, oltre al rookie nigeriano di Syracuse Michael Gbinije che può avere già impatto dalla second unit, confermarsi non è un miraggio.

IL COACH Chiniamo il capo davanti al lavoro di Stan Van Gundy. Ha preso in mano quell’accozzaglia ammassata da Joe Dumars prima di tutto da un punto di vista tecnico, decidendo di tagliare Josh Smith e sbarazzarsi di Greg Monroe per iniziare a costruire dei Pistons molto simili ai Magic che portò fino alle Finals. Drummond è l’Howard della situazione e Morris ed Harris sono i Turkoglu e Lewis 2.0 (magari con meno qualità ma più tiro) e pochi avrebbero scommesso un cent su tutto questo solo un anno e mezzo fa.


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