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Usa:allerta super-fungo letale in ospedali New York,44 casi ZCZC7947/SXB XSP08242_SXB_QBXB R ALR S0B QBXB Usa:allerta super-fungo letale in ospedali New York,44 casi candida auris resistente, 17 morti a Ny, arriva da Giappone (ANSA) - WASHINGTON, 27 APR -Allarme negli ospedali newyorchesi ed allerta in tutti i nosocomi Usa: un super-fungo potenzialmente letale - originariamente identificato in Giappone nel 2009 - si sta diffondendo negli Stati dell'Unione ed e' giunto nella Grande Mela. Facendo scattare il timore di una facile diffusione nella metropoli. Negli ospedali di New York sono stati riportati di recente 44 casi dell'infezione resistente ai medicinali disponibili e 17 morti. Anche se per i decessi non si e' stabilita' una incontrovertibile relazione causa-effetto. Tutte le infezioni sono state trasmesse in cliniche o in uffici e centri medici. Il primo caso negli Stati Uniti fu segnalato nel 2013, ma la diffusione del super-fungo e' iniziata lo scorso anno. Tra i sintomi del contagio: sensazioni di bruciore e difficolta' a deglutire. Il super-fungo - hanno spiegato gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) - agisce come un super-batterio,non risponde agli anti-funghicidi, e' difficile da identificare nei test di laboratorio". Il microrganismo colpisce in particolare i piu' deboli, neonati ed anziani, ed e' stato identificato sulle attrezzature degli ospedali e sulla pelle persino di pazienti gia' trattati con i medicinali.(ANSA) XNE 27-APR-17 17:35 NNNN
Tumori: creato nuovo farmaco efficace contro cancro seno = (AGI) - Londra, 19 apr. - Un gruppo di ricercatori dell'Institute of Cancer Research di Londra ha messo a punto un nuovo farmaco che potrebbe aiutare a bloccare la crescita e la diffusione del tumore al seno. Si tratta di un farmaco chiamato CCT365623 che blocca la proteina chiamata lysyl oxidase (LOX) che gli stessi ricercatori britannici hanno scoperto svolgere un ruolo importante nella proliferazione del cancro, agendo su uno specifico recettore chiamato EGFR. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications. Il nuovo farmaco e' stato testato sui topi ed e' stato in grado di bloccare il tumore al seno. Ora gli scienziati sperano di sviluppare un farmaco simile adatto per gli esseri umani per poi testarlo in studi clinici. (AGI) red/Mld 191258 APR 17 NNNN
Tumori: ok autorita' Usa a prima immunoterapia cancro vescica ZCZC3874/SX4 XSP12823_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Tumori: ok autorita' Usa a prima immunoterapia cancro vescica Nel 2016 in Italia ci sono stati 26.600 nuovi casi (ANSA) - ROMA, 19 APR - La Food and Drug Administration (Fda), autorita' statunitense per i farmaci, ha concesso l'approvazione accelerata per il primo trattamento di immunoterapia dei pazienti affetti da cancro della vescica avanzato o metastatico non idonei a chemioterapia. Si tratta
della prima e unica immunoterapia oncologica - mirata a risvegliare il sistema immunitario per combattere il cancro approvata nel carcinoma della vescica avanzato come trattamento iniziale nei pazienti non adatti alla chemioterapia. In Italia, solo nel 2016, si sono registrati 26.600 nuovi casi per tale tumore. Il carcinoma alla vescica e' la forma piu' comune di carcinoma uroteliale e un paziente su due con malattia avanzata non e' in grado di sottoporsi a chemioterapia come trattamento iniziale e presenta pertanto un'urgente esigenza medica insoddisfatta. La molecola immunoterapica atezolizumab e' stata la prima immunoterapia approvata dalla FDA per questo tipo di tumore ed ha assunto il ruolo di terapia standard per i pazienti andati incontro a progressione della malattia dopo un trattamento con altri farmaci, prima o dopo intervento chirurgico, o a seguito di diffusione del tumore. Si tratta di una neoplasia che non ha visto grandi progressi scientifici per piu' di 30 anni: e' il nono e piu' comune tumore in tutto il mondo, con 430.000 nuovi casi diagnosticati nel 2012 che si traducono in circa 145.000 decessi ogni anno. Gli uomini hanno una probabilita' di contrarre il carcinoma alla vescica tre volte superiore rispetto alle donne, ed e' tre volte piu' comune nei Paesi sviluppati che nei Paesi meno sviluppati.(ANSA). CR 19-APR-17 14:00 NNNN
Tumori:un test per 115 mutazioni genetiche ereditarie ++ ZCZC3974/SX4 OMI13128_SX4_QBKN B CRO S04 QBKN ++ Tumori:un test per 115 mutazioni genetiche ereditarie ++ All'Ieo di Milano, per 1 anno gratis a pazienti con tumore ovaio
(ANSA) - MILANO, 19 APR - Un nuovo test in grado di mappare il rischio genetico, studiando simultaneamente 115 mutazioni genetiche ereditarie di ogni tipo, e l'iniziativa di offrirlo gratuitamente per un anno a tutte le pazienti Ieo con tumore ovarico: con questo programma esordisce il nuovo laboratorio di Genomica Clinica dell'istituto europeo di Oncologia. Lo ha annunciato oggi il direttore scientifico dell'istituto, Roberto Orecchia. (ANSA). BRA/LNZ 19-APR-17 14:08 NNNN Tumori: Ieo, test per 115 mutazioni genetiche ereditarie (2) ZCZC3992/SX4 OMI13262_SX4_QBKN U CRO S04 QBKN Tumori: Ieo, test per 115 mutazioni genetiche ereditarie (2) (ANSA) - MILANO, 19 APR - "Tra i vantaggi - spiega Piergiuseppe Pelicci, direttore della ricerca Ieo - identificare meglio il rischio individuale, attivare percorsi di protezione personalizzati, riuscire a identificare un maggior numero tumori ereditari; cercare piu' farmaci molecolari preventivi che li contrastino". (ANSA). BRA 19-APR-17 14:09 NNNN
TUMORI: CACCIA AI GENI DEL RISCHIO, ALL'IEO SUPER-TEST SCOVA 115 MUTAZIONI = L'Irccs di Veronesi realizza sogno Obama, 'Oncochip' a tutti e nuova analisi gratis per 1 anno a pazienti ovaio Milano, 19 apr. (AdnKronos Salute) - Nasce all'Istituto europeo di oncologia di Milano, sviluppato completamente 'in house', un super-test che analizza per la prima volta in un unico chip tutte le 115 mutazioni genetiche finora note associate alla probabilitĂ di
ammalarsi di cancro. Un esame "rapido, preciso ed economicamente sostenibile", figlio della tecnologia di frontiera Ngs (Next Generation Sequencing) e in grado di mappare il rischio genetico ereditario di tumore, spiegano oggi i vertici dell'Irccs fondato da Umberto Veronesi. La nuova analisi, rimborsata ai pazienti con familiarità per tumore accertata da un genetista, dall'8 maggio - World Ovarian Cancer Day sarà offerta gratuitamente per un anno a tutte le donne operate in Istituto per tumore all'ovaio. E l'obiettivo finale è quello di "creare per ognuno un 'Passaporto genetico': un microchip, anzi un Oncochip - lo chiama il direttore Ricerca Ieo, Piergiuseppe Pelicci che contiene tutti i suoi dati molecolari di competenza oncologica". Un documento d'identità informatico, chiave per impostare strategie personalizzate di prevenzione, diagnosi e cura. Si realizza così nell'Irccs di via Ripamonti il sogno americano della 'Precision Medicine Initiative' lanciata dall'ex presidente Usa Barack Obama. "La nostra attività di Genomica clinica ci pone in linea con il movimento mondiale della medicina di precisione", afferma il direttore scientifico dell'Ieo, Roberto Orecchia. Nel febbraio 2015, dopo aver raccolto il testimone passatogli da Veronesi, presentando alla stampa i progetti al 2020 l'esperto aveva espressamente fatto riferimento al programma di sequenziamento del genoma di 1 milione di cittadini statunitensi varato da Obama. "Questa - dice ora - è la realizzazione concreta di quanto annunciato quel giorno". Un pezzo di 'Obamacare' a Milano. (segue)
(Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-APR-17 14:40 NNNN TUMORI: CACCIA AI GENI DEL RISCHIO, ALL'IEO SUPER-TEST SCOVA 115 MUTAZIONI (2) = (AdnKronos Salute) - Dall'Ieo parlano di "un test rivoluzionario", frutto di una piattaforma genetica implementata progressivamente. Nella costruzione del chip 'jolly' che dà la caccia alle mutazioni a rischio cancro "siamo partiti dalla possibilità di analizzare 30 geni - ricorda Orecchia - poi siamo passati a 96, fino ad arrivare a 115. Nell'ultima parte del 2016 abbiamo validato l'analisi con test commerciali, ne è emersa l'assoluta affidabilità e ora la stiamo applicando sui pazienti". Da agosto l'esame '115 in 1' è stato usato su circa 400 persone. "L'equivalente di qualcosa come 46 mila test genetici singoli", calcola Pelicci. Una massa di dati enorme che richiede un mega-database ad hoc. A quanti pazienti si rivolge il super-test? "Grazie al supporto finanziario della Fondazione Ieo lo offriremo gratis alle donne operate per tumore ovarico, considerando che alcune forme hanno una familiarità fino al 25%. In un anno le pazienti saranno circa 200", precisa Orecchia. "E poi continuiamo a usarlo nei pazienti con familiarità per cancro: solo per il seno sono circa 600 l'anno, 800-900 per gli altri tumori", stima Pelicci. "In questi casi l'esame è ovviamente rimborsato dal Servizio sanitario", ma quanto costa in sé? "Al momento, considerando anche le spese relative al personale, viaggiamo intorno a un migliaio di euro a test. Una cifra destinata a crollare rapidamente", assicura lo scienziato. Tre i vantaggi della nuova analisi: "Il primo - elenca Pelicci - è che possiamo identificare meglio il rischio individuale e attivare percorsi di protezione personalizzati. Il secondo è che identifichiamo un maggior numero di potenziali tumori ereditari e quindi possiamo
estendere la protezione a più persone, in particolare ai gruppi familiari. E il terzo è che, conoscendo più mutazioni geniche, possiamo cercare più farmaci molecolari preventivi che le contrastino. In un domani molto vicino - è convinto il ricercatore - oltre al rischio ereditario potremo avere maggiori informazioni sul rischio individuale, scoprendo dal Dna se le cellule hanno subito influenze negative dall'ambiente". In altre parole, "a breve avremo per ognuno di noi la mappa completa del rischio di ammalarsi di cancro". Un Oncochip, appunto, da sfruttare innanzitutto per pianificare una prevenzione su misura. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-APR-17 16:41 NNNN TUMORI: CACCIA AI GENI DEL RISCHIO, ALL'IEO SUPER-TEST SCOVA 115 MUTAZIONI (3) = (AdnKronos Salute) - "I test di nuova generazione che utilizzano i 'multigene panel', in grado di analizzare più geni contemporaneamente, sono una risorsa incredibile per la prevenzione conferma Bernardo Bonanni, direttore Prevenzione e Genetica oncologica Ieo - E' ancora oggi molto importante accedere a un test genetico mirato dopo la valutazione della storia personale e familiare, ma il risultato di questa selezione specifica in una certa percentuale di casi risulta negativo, perché i geni coinvolti possono essere diversi da quelli analizzati". E' in questo senso che il super-test "apre le porte a una più completa 'medicina dell'alto rischio', sempre più personalizzata", fatta di "programmi clinici che vanno da controlli di imaging mirati a raccomandazioni alimentari, dalle terapie farmacologiche alla chirurgia profilattica".
"In alcuni casi - puntualizza Massimo Barberis, direttore Diagnostica istopatologica e molecolare - le alterazioni molecolari presenti nel tumore, comprese le mutazioni ereditarie, non necessariamente sono presenti anche nelle cellule non tumorali. Per questo in Ieo integriamo i dati della genetica con quelli della patologia molecolare. L'obiettivo è che nessun paziente resti indietro. Così raccogliamo frutti insperati perché in molti casi, studiando le cellule malate, troviamo alterazioni geniche bersaglio di nuovi farmaci biologici in grado di portare un beneficio concreto. Un caso tipico è quello del tumore ovarico". Nella lotta a questo killer, osserva Nicoletta Colombo, direttore del Programma ginecologia, "conoscere se il genoma della paziente presenta mutazioni ereditarie, in particolare dei geni Brca 1 e 2", i cosiddetti 'geni Jolie', "è fondamentale non solo per la prevenzione, ma anche per la cura. Le pazienti con mutazione Brca hanno infatti un'alta probabilità di rispondere alla terapia con farmaci Parp inibitori, oltre a essere 'good responders' alla chemioterapia tradizionale. Trovare la mutazione significa dunque trovare la cura mirata. Dall'altro lato, sapendo che la mutazione Brca è ereditaria, siamo autorizzati a proporre il test anche agli altri membri della famiglia". L'offerta del test genetico completo alle pazienti Ieo con cancro dell'ovaio è "la prima iniziativa di ricerca clinica del neonato Women's Cancer Center, struttura multidisciplinare per la presa in carico globale della donna. Un'iniziativa unica in Italia". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-APR-17 16:49 NNNN
SALUTE: ESPERTI, 60 GRAMMI DI CIOCCOLATO FONDENTE A SETTIMANA AIUTANO IL CUORE = Osservatorio nutrizionale Grana padano Roma, 19 apr. (AdnKronos Salute) - Non solo sport e dieta equilibrata: il cioccolato fondente è una 'mano santa' per combattere l'invecchiamento e aiutare il cuore. A rilevarlo un nuovo studio dell'Osservatorio nutrizionale Grana padano (Ogp), che ha evidenziato che chi consuma 60 grammi di cioccolato fondente al 70% a settimana riscontra una minore incidenza di ipertensione, ipercolesterolemia e rischi cardiovascolari rispetto alla media degli italiani. Lo studio ha analizzato le abitudini nutrizionali di 4.186 soggetti adulti italiani, il loro consumo giornaliero di cioccolato e le patologie che determinano fattori di rischio. Dai risultati è emerso che le persone intervistate consumano mediamente 60 grammi di cioccolato fondente a settimana, in forma classica, dolci a cucchiaio o barrette. E che il 12% del campione è in terapia farmacologica per l'ipertensione, inoltre solo il 4% riferisce di avere dislipidemia. Valori, spiega lo studio, molto inferiori alle medie italiane: l'ipertensione è mediamente al 19,8% e l'ipercolesterolemia al 23,6% (soggetti tra i 18 e i 65 anni). "Il cioccolato non solo ha un effetto positivo sull'apparato cardiovascolare - spiega Michela Barichella, presidente di Brain&Malnutrition Association e membro del comitato scientifico Ogp ma induce una sensazione di benessere e migliora la resistenza alla fatica e la concentrazione perché contiene dosi, seppur modeste, di sostanze eccitanti come caffeina e teobromina. Inoltre migliora il tono dell'umore perché stimola la sintesi della serotonina, l'ormone
a cui si attribuisce il senso di serenità. Benefici che si ottengono già con consumi ridotti di cacao". Poiché le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte (44% di tutti i decessi) in Italia - consigliano gli esperti dell'Osservatorio nutrizionale - è auspicabile che i soggetti giovani e sani adottino d'abitudine uno stile di vita che preveda i pilastri della prevenzione primaria: l'attività fisica costante e l'equilibrata alimentazione, all'interno della quale è consigliabile consumare circa 60 grammi di cioccolato fondente al 70% a settimana. (Fli/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 19-APR-17 12:22 NNNN SANITA': 1.603 CASI DI MORBILLO IN ITALIA, 152 OPERATORI SANITARI COLPITI = SANITA': 1.603 CASI DI MORBILLO IN ITALIA, 152 OPERATORI SANITARI COLPITI = Roma, 19 apr. (AdnKronos Salute) - Continuano ad aumentare i casi di morbillo in Italia. All'indomani dell'allerta dei Cdc americani ai viaggiatori sull'aumento dei casi di morbillo in Italia, e della raccomandazione a chi deve recarsi nel nostro Paese di assicurarsi di essere vaccinati, il bollettino stilato da ministero della Salute e Istituto superiore della sanità segnala 1.603 casi da gennaio al 16 aprile scorso (con 16 casi in più nell'ultima settimana). L'88% dei pazienti era non vaccinato, il 34% ha avuto almeno una complicanza, il 39% è stato ricoverato. Inoltre sono 152 i casi registrati tra gli operatori sanitari. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 19-APR-17 13:34
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Studio getta ombre su pillola, puo' diminuire qualita' vita ZCZC3625/SX4 XSP12530_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Studio getta ombre su pillola, puo' diminuire qualita' vita Studio su 340 under 35, peggiora umore ma non causa depressione (ANSA) - ROMA, 19 APR - Anche se non provoca depressione, la pillola anticoncezionale potrebbe influire negativamente sulla qualita' di vita delle donne. A dirlo uno studio condotto da ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato sulla rivista scientifica Fertility and Sterility. "Circa 100 milioni di donne in tutto il mondo usano pillole contraccettive. Eppure conosciamo ancora molto poco oggi circa l'effetto sulla salute della donna, in particolare sulla qualita' della vita e la depressione", commenta Angelica Linde'n Hirschberg, professoressa e ricercatrice del Karolinska Institutet. Lo studio, randomizzato e controllato con placebo, ha arruolato 340 donne sane di eta' compresa tra i 18 ei 35 anni: alcune, scelte casualmente, hanno assunto pillole senza alcun principio attivo (placebo) altre pillole anticoncezionali contenenti etinilestradiolo e levonorgestrel, le piu' comunemente usate in Svezia e molti altri paesi europei. Ne' i ricercatori ne' le donne sapevano chi assumeva il placebo. Al termine del periodo di studio durato 3 mesi, si e' visto che le donne che hanno assunto pillole contraccettive valutavano la loro qualita' di vita significativamente inferiore a quelle che hanno ricevuto placebo. A esser stati influenzati negativamente sono stati umore, benessere, livello di energia e autocontrollo. Mentre non e' stato osservato alcun aumento significativo dei sintomi depressivi. In genere i cambiamenti sono stati relativamente
piccoli, ma nel caso di singole donne l'effetto negativo "puo' avere importanza clinica", sottolineano i ricercatori, e questo aspetto "non andrebbe sottovalutato quando si sceglie un metodo di contraccezione".(ANSA). YQX 19-APR-17 13:40 NNNN
Dieta ricca grassi e carboidrati dannosa per articolazioni ZCZC5155/SX4 XSP14480_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Dieta ricca grassi e carboidrati dannosa per articolazioni L'acido laurico dell'olio di cocco sembra invece essere positivo (ANSA) - ROMA, 19 APR - Anche la dieta ha un peso importante per la salute delle articolazioni. Per quanto riguarda lo sviluppo di osteoartrite, una malattia degenerativa che interessa le articolazioni, un ruolo importante e' rivestito dalla dieta. Un regime alimentare ricco di acidi grassi saturi e carboidrati semplici, simile a quello che caratterizza il 'junk food', puo' portare in zone come il ginocchio a modifiche che indeboliscono la cartilagine e anche la porzione di osso sottostante. Emerge da uno studio svolto sui topi, guidato dal QUT's Institute of Health and Biomedical Innovation in Australia, pubblicato su Scientific Reports. I ricercatori hanno studiato gli effetti di diete ricche di una varieta' di acidi grassi saturi che si trovano in alimenti come il burro, l'olio di cocco, quello di palma e grassi animali e un regime alimentare con carboidrati semplici e un alto contenuto di grassi, tipico del "cibo-spazzatura". "I risultati suggeriscono che non e' l'usura, ma la dieta che ha molto a che fare con l'insorgenza di osteoartrite," evidenzia Yin Xiao, tra gli autori principali dello studio. "Abbiamo
scoperto che una dieta contenente carboidrati semplici insieme con il 20% di grassi saturi ha prodotto modifiche osteoartrosiche nel ginocchio" sottolinea. "Depositi di acidi grassi saturi nella cartilagine - aggiunge Xiao - la indeboliscono, rendendola piu' incline a dannicio' porta a dolore per la perdita dell'effetto ammortizzante". L'acido laurico, di cui e' ricco l'olio di cocco, sembra avere un effetto protettivo. "Quando abbiamo sostituito il grasso della carne nella dieta con acido laurico abbiamo trovato minori segni di deterioramento della cartilagine", conclude Sunder Sekar, ricercatore coinvolto nello studio. (ANSA). Y09 19-APR-17 15:32 NNNN
Talpe sopravvivono in apnea 'trasformandosi' in piante ZCZC4766/SXB XSP28278_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Talpe sopravvivono in apnea 'trasformandosi' in piante (EMBARGO ALLE 20.00) In assenza di ossigeno usano il fruttosio (EMBARGO ALLE 20.00) (ANSA) - ROMA, 20 APR - Sopravvivere in assenza di ossigeno 'trasformandosi' in una pianta: riescono a farlo le talpe senza pelo, piccoli roditori che vivono in grandi colonie sotterranee sovraffollate. In caso mancanza di ossigeno cominciano a consumare fruttosio, proprio come fanno i vegetali. La scoperta, pubblicata su Science e coordinata da Thomas Park, dell'universita' dell'Illinois a Chicago, potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti e farmaci per proteggere le cellule cerebrali in caso di infarti o ictus. Le talpe senza pelo, o eterocefalo glabro, sono dei sorprendenti roditori che vivono in grandi colonie organizzate
in modo molto simile a quelle delle api e le formiche, vivono molto a lungo, sono quasi immuni dai tumori e sono insensibili al dolore. Studiandone in laboratorio la loro incredibile capacita' di poter vivere in ambienti molto poveri di ossigeno, i ricercatori hanno osservato che le talpe nude sono in grado di attivare un 'sistema di emergenza' anche quando l'ossigeno scende a zero. In tutti i mammiferi, uomo compreso, la morte arriva dopo pochi minuti, ma queste talpe riescono invece a entrare in una sorta di letargo sopravvivendo diverse ore. Quando l'ossigeno nel sangue scende oltre la soglia critica questi roditori attivano un metabolismo alternativo che sfrutta il fruttosio, una molecola usata come fonte di energia dalle piante. Se l'ossigeno torna poi ai livelli normali viene poi ripristinato il metabolismo tradizionale. Si tratta di una caratteristica mai osservata prima nel mondo dei mammiferi e potrebbe aiutare a sviluppare terapie per proteggere la morte delle cellule cerebrali dovuta alla carenza di ossigeno duranti gli arresti cardiaci o gli ictus. Y28-NAN 20-APR-17 15:09 NNNN
IVREA: RICERCATORE CNR, CELLULARE PER SCIENZA E' GIA' POSSIBILE CANCEROGENO = IVREA: RICERCATORE CNR, CELLULARE PER SCIENZA E' GIA' POSSIBILE CANCEROGENO = Roma, 20 apr. (AdnKronos Salute) - "Per la scienza il cellulare è già classificato come possibile cancerogeno dal 2011. E ci sono molti studi al riguardo". Insomma "i dati per dire che fa male ci sono. Come spesso ricordo, il telefonino è una 'radio di emergenza'. E quindi dovrebbe essere usato in emergenza, non per lunghe o continue conversazione". Lo spiega all'Adnkronos Salute Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell'Istituto di genetica nolecolare del Cnr di Bologna,
che da tempo studia gli effetti delle emissioni dei telefonini sulle cellule umane, commentando la sentenza di Ivrea in cui i giudici hanno considerato valido il nesso tra cellulare e tumore. "Il punto di partenza - sottolinea Marinelli - è la classificazione come possibile cancerogeno da parte dell'agenzia dell'Oms, la Iarc, nel 2011. Si tratta di una dichiarazione di possibile rischio. E questo dovrebbe già farne evitare l'abuso. Per di più, già nel 2011 c'era la richiesta di arrivare a una dichiarazione di agente cancerogeno certo. I numeri ci dicono infatti che oggi c'è una maggior quantità di diagnosi di tumori cerebrali, neurinomi ma anche gliomi. E nel 2013, dopo un vasto studio epidemiologico in Svezia, i ricercatori hanno ribadito la richiesta di classificare l'uso del cellulare come cancerogeno certo". I miglioramenti tecnologici non sembrano aver cambiato molto le cose, secondo Marinelli. "Una recente ricerca sugli smartphone di nuova generazione ha evidenziato che, pur avendo emissioni minori, hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini". Per approfondire l'impatto biologico, conclude Marinelli, "stiamo lavorando, con il professor Mario Barteri, del Dipartimento di chimica università Sapienza di Roma, su come i campi magnetici influenzano la cinetica enzimatica. Sappiamo che c'è una modifica nel funzionamento cellulare e questo dovrebbe indurci a una maggiore precauzione d'uso",
conclude. (Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-APR-17 15:43 NNNN
Lavorare ad alte temperature aumenta il rischio di infarto ZCZC4911/SX4 XSP63335_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Lavorare ad alte temperature aumenta il rischio di infarto Pompieri i piu' esposti, 66% possibilita' in piu' di coaguli (ANSA) - ROMA, 5 APR - Lavorare con alte temperature aumenta il rischio di avere un infarto. Lo ha verificato uno studio dell'universita' di Edimburgo pubblicato sulla rivista Circulation, che potrebbe spiegare perche' le malattie cardiache siano la principale causa di morte tra i pompieri in servizio. Nella ricerca sono stati selezionati in modo casuale 19 pompieri scozzesi, non fumatori e in salute. Gli sono stati fatti fare esercizi, come simulazioni di soccorso in un palazzo a due piani, esposti a temperature molto alte, mentre indossavano sensori per monitorare il cuore. Si e' cosi' visto che la loro temperatura interna rimaneva alta nelle 3-4 ore successive, che il loro sangue diventava piu' appiccicoso, e aumentava del 66% la possibilita' che si formasse un coagulo. I loro vasi sanguigni inoltre non riuscivano a rilassarsi in risposta ad un farmaco. Secondo i ricercatori l'aumento di
coaguli e' causato dalla combinazione della perdita di fluidi causata dalla sudorazione e la risposta infiammatoria al calore del fuoco, che fa si' che il sangue diventi piu' concentrato, e quindi piu' a rischio di coauguli. Nello studio si e' anche visto che l'esposizione al fuoco causa delle lesioni minori ai muscoli cardiaci. ''Ricerche fatte negli Stati Uniti hanno mostrato che quasi la meta' dei pompieri morti in servizio sono stati uccisi da un attacco cardiaco'', commenta Nick Mills, coordinatore dello studio. ''Noi abbiamo dimostrato che c'e' un legame diretto tra il calore e i livelli di attivita' fisica affrontati dai pompieri mentre lavorano, e il rischio di avere un attacco continua - Ci sono pero' delle semplici misure per ridurre il rischio, come mantenersi ben idratati e raffreddarsi''. E' anche importante conoscere i primi segnali di un infarto, in modo da andare subito da un medico se peggiorano. (ANSA). Y85 05-APR-17 15:41 NNNN
RICERCA: RIGENERARE IL CERVELLO COL GENOMA 'SPAZZATURA', SCOPERTA ITALIANA = Roma, 27 apr. (AdnKronos Salute) - Rigenerare il cervello adulto si può, con il genoma 'spazzatura' e le staminali. E' la scoperta di un team di ricerca dell'Istituto italiano di tecnologia: il lavoro, appena pubblicato su 'Stem Cell Reports', potrebbe portare a nuovi approcci terapeutici che consentirebbero di sostituire i neuroni danneggiati a causa di patologie o traumi con cellule nervose sane,
grazie all'impianto di nuovi neuroni nei pazienti con malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson o dopo un ictus. Nel nostro cervello esistono delle aree, chiamate nicchie neurogeniche, dove i neuroni sono continuamente generati a partire da cellule staminali - spiegano i ricercatori - Quando il processo di neurogenesi (la produzione di nuovi neuroni) viene compromesso, si può andare incontro a un declino delle facoltà cognitive, a depressione e a una maggior probabilità di incorrere in malattie neurodegenerative come Alzheimer o Parkinson. In queste aree del nostro cervello le staminali sono guidate a trasformarsi in nuove cellule nervose da meccanismi ancora oggetto di ricerca da parte di numerosi laboratori al mondo. L'equipe dell'Iit, guidata da Davide De Pietri Tonelli, è riuscita a decifrare il codice genetico che guida la trasformazione delle staminali in cellule nervose indagando tra i tratti di genoma spazzatura non codificanti (in particolare microRna) e identificando 11 di queste molecole specifiche che sono responsabili di tale processo di differenziamento. (segue) (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-APR-17 11:26 NNNN RICERCA: RIGENERARE IL CERVELLO COL GENOMA 'SPAZZATURA', SCOPERTA ITALIANA (2) =
(AdnKronos Salute) - "Il 98% del nostro codice genetico - afferma De Pietri Tonelli - è caratterizzato da sequenze che non codificano per nessuna proteina e fino a poco tempo fa erano considerati spazzatura. Negli ultimi anni si è scoperto che circa il 70% di questi tratti 'spazzatura' in realtà sono fondamentali per regolare virtualmente tutti i processi biologici e possono essere utilizzati in diversi campi terapeutici". "Il mio gruppo di ricerca - prosegue - si occupa in particolare di studiare le sequenze di microRna, una famiglia di piccoli Rna non codificanti che regola moltissimi geni. Grazie al lavoro condotto dalla nostra ricercatrice Meritxell Pons-Espinal, prima autrice dell'articolo appena pubblicato, ne abbiamo identificate 11 in grado di indirizzare le cellule staminali verso la trasformazione in nuove cellule nervose". A partire da questi risultati saranno necessari ulteriori approfondimenti, per comprendere a fondo il meccanismo di azione di queste molecole di microRna in questo processo di produzione di cellule nervose, in modo che si possano sviluppare innovativi approcci terapeutici mirati alla sostituzione di neuroni danneggiati. L'obiettivo è ambizioso, ripristinare le funzionalità cerebrali perse o compromesse da patologie neurodegenerative o traumi. (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-APR-17 11:26
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RICERCA: CNR, SCOPERTO NUOVO GENE PER SCLEROSI MULTIPLA E LUPUS = Da studio internazionale guidato dall'Italia passo avanti verso terapie personalizzate Milano, 27 apr. (AdnKronos Salute) - Un gene per due. Un team internazionale guidato da Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di genetica medica dell'università di Sassari, ha scoperto una variante genetica associata al rischio di sviluppare due diverse malattie autoimmuniti: la sclerosi multipla e il lupus eritematoso sistemico. Il meccanismo svelato dalla ricerca, cofinanziata dalla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism), ruota attorno a una forma particolare del gene Tnfsf13B che presiede alla sintesi della citochina Baff, una proteina con importanti funzioni immunologiche. Il lavoro è pubblicato sul 'New England Journal of Medicine', che gli ha dedicato anche un editoriale. La sclerosi multipla, in cui le naturali difese immunitarie attaccano la mielina che riveste i neuroni, e il lupus eritematoso sistemico che ha come bersaglio la pelle ma anche altri organi vitali, "sono malattie multifattoriali - spiega Cucca - in cui il processo autoimmune è determinato dall'azione congiunta di diversi fattori
genetici e ambientali. Più le cause di questo processo sono conosciute, più diventa facile comprendere i meccanismi biologici alla loro base e identificare i corretti bersagli terapeutici, creando anche le premesse per capire a quali individui debbano essere somministrati specifici farmaci". L'obiettivo finale è arrivare cioè a terapie sempre più personalizzate. (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-APR-17 13:55 NNNN RICERCA: CNR, SCOPERTO NUOVO GENE PER SCLEROSI MULTIPLA E LUPUS (2) = (AdnKronos Salute) - Lo studio - riferiscono dal Cnr - si è basato sul sequenziamento dell'intero genoma in migliaia di persone sane e malate, abbinato a una caratterizzazione ultra-dettagliata dei loro profili immunologici. "Le analisi, inizialmente condotte su sardi grazie alla collaborazione tra i principali centri di ricerca (Cnr, Crs4 e le università di Sassari e Cagliari) e ospedalieri dell'isola sottolinea Maristella Steri, primo autore del lavoro e ricercatrice Irgb-Cnr - sono state estese ad ampie casistiche provenienti da Italia peninsulare, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Svezia". Così, "dopo 6 anni di ricerche, siamo stati in grado di identificare la correlazione diretta tra una particolare forma del gene Tnfsf13B e il rischio di sviluppare la sclerosi multipla o il lupus.
L'individuazione di questo nesso di causa-effetto - precisa la scienziata - è un evento rarissimo in studi di questo genere". Dal lavoro sono emerse anche altri elementi. "Per lungo tempo ricorda per esempio il direttore dell'Irgb-Cnr - si è ritenuto che i linfociti T fossero le cellule primariamente coinvolte nella sclerosi multipla. Oggi, anche grazie a questo studio, emerge un ruolo primario dei linfociti B. Queste cellule immuni, tra le altre funzioni, producono anticorpi che normalmente ci difendono da certi tipi di microbi ma che, in qualche caso, possono diventare auto-anticorpi e partecipare così alla risposta infiammatoria che sta alla base di alcune forme di autoimmunità". (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-APR-17 13:55 NNNN RICERCA: CNR, SCOPERTO NUOVO GENE PER SCLEROSI MULTIPLA E LUPUS (3) = (AdnKronos Salute) - Un'altra peculiarità dello studio - si evidenzia nella nota - è che rileva attraverso quali meccanismi la variante genetica che predispone all'autoimmunità, denominata Baff-var, esercita i suoi effetti deleteri. "Baff-var - prosegue Cucca - è associata con il rischio di sviluppare sclerosi multipla e lupus attraverso particolari meccanismi molecolari da noi chiariti in dettaglio, che determinano un aumento considerevole dei livelli ematici di Baff che, a sua volta, determina un aumento del numero dei linfociti B e dei livelli di anticorpi, suggerendo quindi un ruolo di
queste variabili immunologiche nel processo alla base della malattia". "I risultati di questo studio - conclude il coordinatore - sono coerenti con il fatto che il primo farmaco ad aver dimostrato efficacia terapeutica nel lupus in uno studio clinico controllato era proprio uno specifico farmaco anti-Baff. Le conclusioni sono inoltre supportate dai risultati positivi recentemente ottenuti con terapie in grado di ridurre il numero di cellule B nella sclerosi multipla, nel lupus e in altre patologie autoimmuni". (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 27-APR-17 13:55 NNNN
Salute: si scava nel Medio Evo per trovare il super antibiotico = (AGI) - New York, 27 apr. - Per combattere la resistenza agli antibiotici e scoprire nuovi, ipermoderni, farmaci anti-microbici in grado di curare le infezioni, gli scienziati stanno tornando al Medio Evo. Letteralmente. Un team di ricercatori dell'universita' della Pennsylvania specializzati in microbiologia, parassitologia, chimica e farmacia medievale, infatti, sta cercando nei trattati di medicina dei Secoli bui un'illuminazione per rispondere alla crisi dei medicinali. La resistenza agli antibiotici, frutto di un abuso di questi farmaci, rende necessaria la creazione di nuovi medicinali in grado di superare il blocco e di curare le malattie. Tuttavia, la ricerca e' a un punto di stallo, e le conseguenze sono pesantissime: attualmente circa 700mila persone ogni anno muoiono per infezioni resistenti ai farmaci.
E se la situazione non cambiera', entro il 2050 le vittime saranno 10 milioni. L'obiettivo del team di scienziati, secondo quanto riferito dalla Cnn, e' quello di studiare le prescrizioni mediche medievali, di individuare gli ingredienti e i principi attivi utilizzati nel passato e catalogarli in un database. La speranza e' che sulla base di queste conoscenze e grazie alle moderne tecnologie si possano creare in laboratorio nuovi e piu' efficaci antibiotici. Intanto, la ricerca degli scienziati ha gia' prodotto il primo risultato: replicando la ricetta del 'balsamo per occhi' contenuto nel "Bald's Leechbook" (un antico testo inglese di medicina sull'uso delle sanguisughe), il team ha ricreato un composto che si e' rivelato essere un potente agente antistafilococcico. Per metterlo a punto, Bald raccomandava di mescolare vino, aglio e bile di bue e poi lasciarli a riposare in un contenitore di ottone per 9 notti. I ricercatori dell'universita' della Pennsylvania non sono i primi a tornare al passato per affrontare le moderne sfide. Il premio Nobel per la medicina 2015, la chimica Tu Youyou, ha creato un potente anti-malarico partendo dall'artemisia annuale, una pianta erbacea molto utilizzata nella medicina tradizionale cinese. (AGI) Rm4/Sar 271640 APR 17 NNNN
UMORI: NEUROMED, ALMENO 3 TAZZINE CAFFE' PER RIDURRE RISCHIO PROSTATA = Caffeina 'scudo', studio su 7 mila uomini del Molise che lo bevono 'all'italiana' Roma, 26 apr. (AdnKronos Salute) - Lungo o ristretto, al bar o con la
moka. Il caffè non ci aiuterebbe soltanto a essere più svegli e attivi nel corso della giornata, ma contribuirebbe a fare degli italiani uno dei popoli più in salute al mondo. Una ricerca condotta dal Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell'Irccs Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e l'Irccs Istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma, mostra infatti come la popolare bevanda, se consumata più di 3 volte al giorno, possa abbassare il rischio di ammalarsi di cancro della prostata. E il dato sull'azione antitumorale del caffè viene confermato anche in laboratorio. Lo studio, pubblicato sull''International Journal of Cancer', punta a fare chiarezza in un campo fino ad oggi molto dibattuto: il ruolo del caffè in relazione al carcinoma prostatico e, specificamente, l'azione della caffeina. Alcuni lavori recenti, sia inglesi che americani, avevano suggerito un effetto protettivo. "Negli anni recenti sono stati condotti diversi studi a livello internazionale - ricorda George Pounis, ricercatore greco presso Neuromed e primo autore del lavoro ma le evidenze scientifiche disponibili erano considerate insufficienti per trarre conclusioni e in alcuni casi i risultati apparivano contraddittorie. Il nostro scopo è stato ampliare le conoscenze, in modo da fornire una visione più chiara". La nuova ricerca parte dall'osservazione, durata in media 4 anni, di circa 7 mila uomini residenti in Molise e partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani. "Analizzando le abitudini relative al consumo di caffè, e mettendole a confronto con i casi di cancro alla prostata che si sono verificati nel corso del tempo - riassume Pounis - abbiamo potuto evidenziare una netta riduzione di rischio, il 53%, in chi ne beveva più di 3 tazzine al giorno". (segue)
(Fli/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 11:49 NNNN UMORI: NEUROMED, ALMENO 3 TAZZINE CAFFE' PER RIDURRE RISCHIO PROSTATA (2) = (AdnKronos Salute) - A questo punto i ricercatori hanno cercato conferme testando l'azione di estratti di caffè su cellule tumorali prostatiche coltivate in laboratorio. Sono stati provati sia estratti contenenti caffeina sia decaffeinati. Proprio i primi hanno mostrato la capacità di ridurre significativamente la proliferazione delle cellule cancerose e la loro capacità di metastatizzare. Un effetto che in larga parte scompare con il decaffeinato. "Le osservazioni in laboratorio - spiega Maria Benedetta Donati, responsabile del Laboratorio di medicina traslazionale - ci permettono di dire che l'effetto benefico osservato tra i 7 mila partecipanti è molto probabilmente dovuto proprio alla caffeina, più che alle numerose altre sostanze contenute nel caffè". "Lo studio riguarda una popolazione del Molise che beve caffè rigorosamente preparato all'italiana, cioè con alta pressione, temperatura dell'acqua molto elevata e senza l'uso di filtri commenta Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di epidemiologia molecolare e nutrizionale - Questo metodo, diverso da quelli seguiti in altre aree del mondo, potrebbe determinare una maggiore concentrazione di sostanze bioattive. Sarà molto interessante approfondire questo aspetto. Il caffè è parte integrante dello stile alimentare italiano che non è fatto solo di singoli cibi, ma anche del particolare modo di prepararli". (Fli/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 11:49 NNNN
RICERCA: VERSO L'UTERO ARTIFICIALE, 'INCUBATRICE' PER BEBE' PREMATURI = Sembra un sacchetto di plastica, con gli agnelli ha funzionato Milano, 26 apr. (AdnKronos Salute) - Un utero artificiale che un giorno potrà funzionare da 'incubatrice naturale' per i bebè prematuri. Utilizzando una sacca del tutto simile a una busta di plastica, scienziati americani del Children's Hospital di Philadelphia sono riusciti a mantenere in vita per settimane degli agnellini nati pretermine. Lo strumento, descritto su 'Nature Communications' in uno studio che rimbalza sui media internazionali, è in grado di dare al feto tutto quello di cui ha bisogno per continuare a crescere e maturare. Compresi dei rifornimenti di sangue ricco di nutrienti e un 'cuscino' protettivo di liquido amniotico. Gli autori tengono a precisare che l'obiettivo di quella che chiamano "biobag" non è in alcun modo rimpiazzare la figura della madre. L'unica intenzione, assicurano, è aumentare ulteriormente le speranze di sopravvivenza dei bimbi nati troppo presto. I ricercatori ritengono possibile l'avvio dei test sull'uomo entro pochi anni, anche se prima sono necessarie nuove indagini sugli animali per confermare la sicurezza del dispositivo. Al momento i grandi prematuri, nati intorno alla 23esima settimana di gestazione, vengono messi in incubatrice e collegati a un ventilatore per farli respirare. Sono tuttavia possibili danni allo sviluppo polmonare. L'utero artificiale messo a punto dagli studiosi Usa contiene una miscela di acqua e sali che mima il liquido amniotico e viene mantenuta fresca attraverso un sistema di ricambio, ed è collegato a un macchinario che assolve i compiti del cordone ombelicale inviando ossigeno e nutrienti. L'apparecchiatura esterna
serve anche a 'ripulire' il sangue che viene pompato dal cuore del feto ospite. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 15:03 NNNN RICERCA: VERSO L'UTERO ARTIFICIALE, 'INCUBATRICE' PER BEBE' PREMATURI (2) = (AdnKronos Salute) - Oggi la speranza di sopravvivenza dei nati pretermine è vicina allo zero per i bimbi con un'età gestazionale inferiore a 23 settimane, mentre sale al 15% a 23 settimane, al 55% a 24 e a circa l'80% a 25. Gli agnellini prematuri utilizzati nello studio avevano un'età equivalente alle 23 settimane di un bimbo e all'interno dell'utero artificiale hanno mostrato uno sviluppo normale: gli occhi si sono aperti e la lana è cresciuta. Gli animali sembravano trovarsi bene nelle loro 'casa' di polietilene e dopo 28 giorni, quando i loro polmoni erano sufficientemente maturi, sono stati liberati iniziando a respirare autonomamente. Appena dopo questo 'parto artificiale', gli animali sono stati sacrificati per verificare le condizioni del cervello e degli altri organi vitali, che sono apparse buone. In esperimenti successivi, invece, alcuni cuccioli sono rimasti in vita e nutriti al biberon dagli scienziati. "Sembrano avere uno sviluppo normale sotto tutti gli aspetti", afferma il coordinatore dell'equipe, Alan Flake. I problemi da superare sono ancora parecchi, puntualizzano però i ricercatori. Innanzitutto vi è un significativo rischio di infezione, nonostante la biobag sia sterile e sigillata. Un'altra sfida sarà quella di trovare un mix di nutrienti e ormoni che abbia una composizione ideale per permettere lo sviluppo di un feto umano. Non è chiaro, infine, come i genitori potranno accogliere questa novità tecnologica.
(Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 15:03 NNNN FARMACI: ACCORDO NOVARTIS E AMGEN SU NUOVO ANTIEMICRANIA SPERIMENTALE = Roma, 26 apr. (AdnKronos Salute) - Novartis annuncia di aver stipulato con Amgen un accordo esteso di commercializzazione per AMG 334* (erenumab), una molecola attualmente in fase di studio nella prevenzione dell'emicrania. L'accordo, che rientra in una collaborazione globale nell'area neuroscienze tra le due aziende istituita nel 2015, prevede che Novartis e Amgen commercializzeranno congiuntamente il farmaco negli Stati Uniti. Novartis manterrà i diritti esclusivi nel resto del mondo, acquisendo al tempo stesso i diritti per il Canada, mentre Amgen conserverà i diritti esclusivi di commercializzazione in Giappone. Le due aziende continueranno a perseguire il co-sviluppo della molecola. Erenumab è un anticorpo monoclonale completamente umano e specificamente progettato per la prevenzione dell'emicrania - si spiega in una nota - La molecola blocca in modo mirato il recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP, Calcitonin-Gene-Related-Peptide), che si ritiene svolga un ruolo chiave nello sviluppo del dolore emicranico, pulsante e invalidante. Nel 2016 sono stati annunciati i risultati positivi di uno studio di fase II e di due studi di fase III con AMG 334 (erenumab) nella prevenzione dell'emicrania: nel corso di questi studi, erenumab, somministrato una volta al mese per via sottocutanea, ha ridotto in modo significativo il numero di giorni mensili con emicrania rispetto al placebo, dimostrando un profilo di sicurezza comparabile a quest'ultimo.
I risultati dettagliati degli studi di fase III sono stati presentati al congresso annuale dell'American Academy of Neurology e verranno in seguito sottoposti a revisione per la pubblicazione. Questi dati contribuiranno a supportare le discussioni con le agenzie regolatorie, mentre il deposito della domanda di autorizzazione è previsto nel secondo trimestre del 2017. (segue) (Fli/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 16:57 NNNN FARMACI: ACCORDO NOVARTIS E AMGEN SU NUOVO ANTIEMICRANIA SPERIMENTALE (2) = (AdnKronos Salute) - "L'emicrania è una malattia neurologica debilitante, associata a un significativo onere personale, economico e sociale. Esiste un urgente bisogno di trattamenti preventivi efficaci e ben tollerati, in grado di alleviare la vita delle persone affette da emicrania - ha dichiarato Paul Hudson, chief executive officer di Novartis - Siamo entusiasti della nostra collaborazione con Amgen e siamo anche impazienti di iniziare a lavorare insieme, combinando le rispettive competenze e sfruttando la presenza di Novartis nell'area delle neuroscienze, così robusta e consolidata sia negli Stati Uniti sia in Canada, perché erenumab sia disponibile il più rapidamente possibile per un maggior numero di pazienti in difficoltà". Secondo i termini dell'accordo, Amgen riceverà da Novartis compensi dilazionati al raggiungimento di obiettivi prestabiliti, con inizio previsto per il 2017. Novartis condividerà con Amgen i costi di commercializzazione negli Usa. Amgen registrerà il fatturato di
erenumab negli Stati Uniti e pagherà una royalty a Novartis sulle vendite nette. Novartis contabilizzerà il fatturato nel resto del mondo, escluso il Giappone e pagherà ad Amgen i diritti di licenza sulle vendite nette in tali Paesi. Amgen registrerà infine le vendite in Giappone, territorio di sua esclusiva competenza. Novartis si assumerà i rimanenti costi di sviluppo globale concordati fino a una certa soglia, superata la quale tali costi saranno condivisi. (Fli/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 16:57 NNNN SESSO: IN VIAGGIO A CUBA PER PROTESI AL PENE, CHIRURGO E' ITALIANO = Al via servizio 'medicina turistica', due interventi eseguiti dal medico romano Gabriele Antonini Roma, 26 apr. (AdnKronos Salute) - Un passo storico per la medicina a Cuba. A L'Havana, nella Clinica central 'Cira Garcia' è stato impiantato un dispositivo medico di ultima generazione: la protesi peniena idraulica tricomponente. La 'firma' sui primi interventi è tutta italiana: il chirurgo che ha effettuato due operazioni è il ricercatore Gabriele Antonini, dell'Università Sapienza di Roma. "Con i colleghi urologi cubani abbiamo creato un centro medico per il benessere sessuale maschile - spiega all'Adnkronos Salute Antonini che crediamo possa diventare nel tempo un riferimento internazionale per tutti i problemi legati alla sessualità". "Il governo ha sviluppato un servizio di 'medicina turistica' per tutti quei pazienti che provengono da altre nazioni, che vogliono avvalersi delle alte competenze e della perfetta organizzazione del sistema sanitario dell'isola - prosegue - Per me è un privilegio e un
onore partecipare a questo progetto che trasformerà questo Paese nel centro di riferimento mondiale per la cura del benessere sessuale maschile". A costi inferiori rispetto ai Paesi occidentali. "Cuba permette di poter mantenere calmierati i costi a tutto vantaggio dei pazienti - precisa il medico - Questa è una chirurgia fortemente risolutiva per i problemi di deficit erettile organici, come nel caso del diabete, o per i pazienti che hanno avuto una chirurgia della prostata o del colon retto post malattia oncologica". "I medici cubani sono tra i più preparati al mondo - aggiunge Antonini - e Cuba da sempre ha sviluppato un servizio sanitario di altissimo livello. Sono uno dei pochi urologi al mondo a effettuare questa tecnica mininvasiva e questo mi ha dato grande visibilità in Sud America. Oggi con la globalizzazione e la possibilità di connettere tramite la rete milioni di persone, ho avvertito forte la necessità di capire se potevamo sviluppare una collaborazione dall'altra parte del globo. Volevo trovare la possibilità di creare un centro di riferimento vicino alla cultura latina". (segue) (Frm/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 17:34 NNNN SESSO: IN VIAGGIO A CUBA PER PROTESI AL PENE, CHIRURGO E' ITALIANO (2) = SESSO: IN VIAGGIO A CUBA PER PROTESI AL PENE, CHIRURGO E' ITALIANO (2) = "Creato un centro medico per il benessere sessuale" (AdnKronos Salute) - Ma che tipo di protesi peniena è 'sbarcata' a Cuba? "È un dispositivo idraulico formato da tre componenti illustra Antonini - due cilindri, un piccolo serbatoio e un meccanismo di
attivazione totalmente invisibili perché sono impiantati all'interno dei corpi cavernosi del pene. Va a sostituire il meccanismo idraulico fisiologico dell'erezione utilizzando soluzione fisiologica al posto del sangue. Si utilizza un accesso chirurgico mini-invasivo di appena due centimetri alla base del pene, che permette di eseguire l'impianto". L'obiettivo di Antonini va oltre la 'fredda' chirurgia, ma riguarda l'umanizzazione delle cure, la solidarietà e l'insegnamento. "La mia è una missione umanitaria - sottolinea l'urologo italiano - sarò impegnato a insegnare ed a formare chirurgicamente i colleghi sulla tecnica mininvasiva di impianto di protesi peniena. I pazienti arrivano da tutte le parti del mondo e vengono assistiti durante tutta la loro permanenza. Il problema viene inquadrato clinicamente e risolto con le terapie mediche più avanzate. Quando queste non trovano l'indicazione viene proposta la soluzione chirurgica che in circa 20 minuti con l'impianto di un dispositivo invisibile a occhio nudo permette a qualsiasi uomo, di qualsiasi età, di avere una nuova giovinezza sessuale". Quando si pensa a un progetto di così alta specializzazione e competenza, in grado di cambiare completamente e per sempre la qualità della vita di centinaia di migliaia di uomini provenienti da tutto il mondo, "si può solo pensare di realizzarlo a Cuba. Sono più di cinquant'anni che questo Paese - ricorda Antonini - mette a disposizione dei popoli in difficoltà, affetti da emergenze sanitarie, tutta la sua capacità medica, chirurgica, infermieristica, umana e tutta la sua tradizione medico-sanitaria di grande qualità. Lo fa e lo ha sempre fatto come nessun altro Paese al mondo". (segue) (Frm/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 17:34
NNNN SESSO: IN VIAGGIO A CUBA PER PROTESI AL PENE, CHIRURGO E' ITALIANO (3) = (AdnKronos Salute) - Cuba è stata la prima a essere in prima linea contro Ebola, inviando il maggior contingente di medici ed infermieri, ed è rimasta in prima linea anche quando i media hanno smesso di parlarne. Dopo il terremoto di Haiti, l'Isola ha dato a tutto il mondo una "lezione d'amore, di preparazione medica e solidarietà, inviando il contingente medico e paramedico più numeroso che da solo ha curato più del 40% dei feriti - prosegue il medico italiano - Nel 2005 dopo il terremoto del Kashmir 2.400 medici e paramedici in Pakistan hanno curato il 70% dei feriti lasciando in dote 32 ospedali da campo e 1.000 borse di studio mediche". Questo 'internazionalismo medico' cubano, iniziato nel 1963 con la prima spedizione medica in Algeria, basato su una grande competenza e una 'filosofia di popolo' rivolta al sostegno verso chi ha bisogno, ha permesso di salvare milioni di vite in 108 Paesi nel mondo, non solo curando ma insegnando ad i medici locali le tecniche di intervento. Attualmente circa 50 mila professionisti, preparati e motivati, sono presenti in 67 Paesi nel mondo contribuendo in modo determinante ad elevare gli standard qualitativi. (Frm/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 17:34 NNNN RICERCA: 'SUPER NONNI' NEL DNA, SVELATI NUOVI GENI DEGLI ULTRACENTENARI =
Team di ricerca Usa guidato da italiana a caccia dei segreti della longevita' estrema Milano, 26 apr. (AdnKronos Salute) - Uno su 5 mila ce la fa. A fare cosa? A superare il secolo di vita. E' questa nelle nazioni sviluppate la prevalenza degli ultracentenari. 'Super nonni' nel Dna, come sta dimostrando l'appassionata - e impegnativa vista la rarità di over 100 - caccia degli scienziati ai geni della longevità estrema. Una caccia a cui la comunità degli over 100 tricolore sta dando il suo contributo. Un nuovo studio condotto da ricercatori della Boston University School of Public Health e School of Medicine e pubblicato su 'Journals of Gerontology: Biological Sciences', ha svelato nuove varianti - rare - nei cromosomi 4 e 7, associate a una lunghissima sopravvivenza e a un rischio ridotto per malattie cardiovascolari e Alzheimer. Per cominciare, insomma, Matusalemme si nasce, e una 'buona stella' è nel Dna. Questione, prima di tutto, di 'make up genetico'. Il lavoro combina 4 studi sulla longevità estrema, su cui il gruppo di ricerca guidato dalla scienziata italiana Paola Sebastiani, che a Boston è docente di Biostatistica, ha creato un consorzio per costruire un grande campione di 2.070 persone sopravvissute al più vecchio percentile di sopravvivenza per la coorte con anno di nascita il 1900. Uno di questi studi è il Southern Italian Centenarian Study, gli altri sono il New England Centenarian Study, il Long Life Family Study, e il Longevity Gene Project. (segue) (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 20:24 NNNN RICERCA: 'SUPER NONNI' NEL DNA, SVELATI NUOVI GENI DEGLI ULTRACENTENARI (2) = (AdnKronos Salute) - I risultati ottenuti, spiegano gli autori,
evidenziano l'importanza di studiare "la sopravvivenza veramente rara" e di "scoprire combinazioni di varianti comuni e rare associate alla longevità estrema e a una durata della salute più lunga". I ricercatori hanno condotto varie analisi per arrivare alle varianti associate alla longevità e per caratterizzare quelle che pesano per la sopravvivenza fino a un'età estrema. Ed è così che hanno individuato nuovi geni implicati. Per la precisione, nuove varianti che promuovono la longevità estrema e che si trovano sui cromosomi 4 ed 7. Oltre a questo, sono state anche confermate varianti precedentemente associate alla longevità. Non solo: in due set di dati gli autori hanno anche scoperto che alcuni alleli della longevità erano anche significativamente associati a rischi ridotti per malattie cardiovascolari e ipertensione. "L'analisi dei dati e della sopravvivenza fornisce un sostegno all'ipotesi che il 'make up' genetico della longevità estrema si basi su una combinazione di varianti comuni e rare". Un''architettura' in cui "le varianti comuni creano il background per sopravvivere fino a età avanzate relativamente comuni (ad esempio 80-90 anni) e combinazioni specifiche di varianti non comuni e rare aggiungono un ulteriore vantaggio di sopravvivenza fino a età ancora più elevate", scrivono gli autori. Ma c'è ancora strada da fare per risolvere il 'rebus di lunga vita'. E l'aspettativa degli studiosi è che ci siano da scoprire altre varianti genetiche molto rare, ma per questo serviranno campioni di dimensioni sempre maggiori. (Lus/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 26-APR-17 20:24 NNNN
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