Raccolta di argomenti e o agenzie riguardanti la tutela della salute 4 dicembre 2017

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Raccolta di argomenti e/o agenzie riguardanti la tutela della salute altri documenti relativi alla tutela della salute possono essere consultati cliccando sul seguente link:

http://www.laboratoriopoliziademocratica.it/index.php? option=com_content&view=category&id=16&Itemid=113


La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato (Fonte INAIL)

Differenze di genere: un'altra sfida culturale per il medico competente, a cura della Prof.ssa Marina Musti -

Io scelgo la sicurezza 1-2017

La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a campi elettromagnetici indicazioni operative

Una analisi aggiornata a giugno 2017 relativa ai danni provocati dal fumo passivo negli spazi confinati o aperti non regolamentati

SESSO: CON ONDE D'URTO ADDIO 'CILECCHE', POSITIVI RISULTATI STUDIO ITALIANO = 70% pazienti con impotenza lieve/moderata non ha avuto piu' bisogno di farmaci Roma, 21 ott. (AdnKronos Salute) - Superare le defaillance in camera


da letto senza ricorrere ai farmaci. Potrebbe essere possibile grazie a onde d'urto a bassa intensità, che si candidano a rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti con disfunzione erettile di grado lieve e moderato, circa un terzo degli oltre tre milioni di pazienti in Italia. A promuovere il trattamento - privo di effetti collaterali e non invasivo - sono i risultati preliminari del primo studio multicentrico italiano coordinato dalla Società italiana di andrologia (Sia), condotto su circa 100 pazienti. Il 70% di quelli con disturbo lieve/medio, ha smesso di utilizzare le 'pillole dell'amore' tornando a una sessualità spontanea, mentre per i più gravi la risposta alla terapia orale è migliorata nel 40% dei casi. L'indagine, avviata un anno fa e tuttora in corso, ha coinvolto uomini dai 18 ai 65 anni con disfunzione erettile su base organica, in cura nei centri ospedalieri o universitari di Firenze, Napoli, Trento, Bari e Trieste. I pazienti sono stati sottoposti in media a sei sedute di onde d'urto con 3.000 colpi a basso voltaggio, successivamente è stato valutato l'effetto con un ecocolordoppler penieno e questionari sull'attività sessuale. "I dati di follow up a sei mesi sono molto promettenti - spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia e coordinatore dello studio Negli uomini con disfunzione erettile di grado lieve/medio, la terapia ha successo e garantisce un netto miglioramento nel 70% dei casi. Successo significa in questo caso possibile guarigione - sottolinea i farmaci contro la disfunzione erettile hanno rivoluzionato le abitudini sessuali, ma restano cure 'on demand', incapaci se non in rari casi di ripristinare la funzione erettiva". (segue) (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 21-OTT-17 12:46 NNNN


SESSO: CON ONDE D'URTO ADDIO 'CILECCHE', POSITIVI RISULTATI STUDIO ITALIANO (2) = (AdnKronos Salute) - Per l'andrologo, invece, "le onde d'urto riescono a ristabilire il meccanismo dell'erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale senza necessità di programmare i rapporti. Si tratta però di una tecnica ancora emergente e la ricerca ha il compito di approfondire i meccanismi di azione della metodica. Per questo occorrono dati derivanti da studi multicentrici per definire gli effetti del trattamento nel lungo periodo", precisa Palmieri. La tecnologia delle onde d'urto è stata sviluppata in Israele alcuni anni fa ed è utilizzata già in altri distretti corporei, per esempio per il trattamento della calcolosi renale o come terapia antalgica. "Le onde d'urto sono onde acustiche ad alta energia - dice Nicola Mondaini, consigliere Sia - Vengono applicate sul pene attraverso specifici dispositivi, in sedute che durano circa dieci minuti e che vanno ripetute per un totale di sei trattamenti complessivi. La terapia fisica viene così portata esattamente dove serve e agisce stimolando la circolazione peniena, attraverso la crescita graduale di nuovi vasi sanguigni ( neo-angiogenesi), restituendo al paziente l'erezione spontanea, perché la circolazione nel pene torna normale e può garantire un'erezione efficiente. Il trattamento non comporta rischi, dolore o effetti collaterali e ha risultati positivi anche sul dolore cronico delle patologie del pavimento pelvico. Questo apre sviluppi futuri per patologie della prostata estremamente invalidanti". (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 21-OTT-17 12:46 NNNN


Salute: 5 mln italiani con osteoporosi, ecco le prime linee guida = (AGI) - Roma, 4 nov. - Per la prima volta al mondo una Societa' scientifica italiana, la SIOT, ha pubblicato le linee guida sull'Osteoporosi e le fratture da fragilita' alle quali hanno lavorato medici provenienti da varie specializzazioni. Si tratta di un importante documento nel panorama internazionale tanto che la International Osteoporosis Foundation lo ha immediatamente adottato come "standard of excellence" a livello internazionale. "Questo traguardo - ha sottolineato il professor Giuseppe Sessa, presidente della Societa' Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) - si deve alla volonta' mostrata negli anni dalla nostra Societa' scientifica di far crescere l'interesse degli specialisti ortopedici non solo alla cura chirurgica delle fratture da fragilita', ma anche alla prevenzione della fragilita' ossea stessa". Oggi, in Italia, l'osteoporosi colpisce circa 5 milioni di Italiani e le fratture da fragilita' sono la malattia che consegue all'indebolimento dell'osso (100.000 nuove fratture di femore nella popolazione ultrasessantacinquenne ogni anno). Si tratta di una vera e propria pandemia destinata ad aumentare nei prossimi anni per il progressivo aumento dell'eta' media della popolazione. E' naturale pertanto che sia l'ortopedico ad occuparsene, diventando una figura centrale nella gestione del paziente non solo quando si frattura, ma anche nella fase di prevenzione della prima frattura e certamente della seconda. "Questo dato di fatto - aggiunge il professor Sessa - viene ufficializzato oggi dalla pubblicazione delle guida su Osteoporosi e Fratture da Fragilita', che la SIOT ha appena pubblicato sull'importante rivista Journal of Orthopaedics and Traumatology". (AGI) Pgi (Segue) 041302 NOV 17 NNNN Salute: 5 mln italiani con osteoporosi, ecco le prime linee guida (2)= (AGI) - Roma, 4 nov. - Ma perche' queste Linee guida sono cosi' importanti? "Innanzitutto - spiega il professor Sessa - la SIOT e' la prima Societa' Scientifica Ortopedica al mondo che


pubblica le proprie Linee guida sul problema della prevenzione della fragilita' ossea e questo ha un significato chiaro: l'ortopedico vuole appropriarsi di un settore, quello della prevenzione delle fratture, che e' stato precluso per molto tempo. Le Linee guida affrontano in maniera incisiva il problema della continuita' terapeutica del paziente fratturato, perche' e' proprio quello il piu' fragile. Inoltre, viene proposta l'istituzione di determinati percorsi, come e' stato fatto per l'ictus, con la dizione di "Fracture Units" o "Fracture Liaison Services". Si tratta di strutture ben collaudate nel mondo anglosassone che permettono di seguire nel tempo il paziente con fragilita' ossea per ridurre l'alto rischio di fratturarsi, utilizzando un'educazione mirata allo stile di vita, la supplementazione con vitamina D e l'uso di farmaci antifratturativi, quelli oggi prescrivibili in fascia A al paziente fratturato. "Questa importante innovazione che la SIOT ha voluto sottolineare nel proprio documento - continua Sessa - apre a scenari futuri importanti che permetteranno una prevenzione e un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale"- Soddisfazione per la pubblicazione delle linee guida e' stata espressa dalla prof.ssa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione italiana di Ricerca sulle Malattie dell'Osso (FIRMO): "E' con grande piacere che ho lavorato con colleghi ortopedici e fisiatri alla stesura di questo importante documento, che la International Osteoporosis Foundation, di cui la Fondazione FIRMO e' portavoce in Italia, ha immediatamente adottato come "standard of excellence" a livello internazionale. Le Linee guida SIOT - ha sottolineato Brandi - sono gia' diventate una caso da esportare in altre realta' ortopediche nel mondo e costituiranno probabilmente la leva che permettera' la costruzione nel nostro Paese del percorso di continuita' terapeutica del paziente con frattura da fragilita', la tanto menzionata Unita' di Frattura. L'ortopedico acquisisce la giusta centralita' nella gestione della fragilita' ossea e da grande chirurgo assume in se' anche le conoscenze utili ad attivare i virtuosi schemi di prevenzione primaria e secondaria dai quali non deve essere


escluso, ne' autoescludersi. Un nuovo capitolo dell'osteoporosi e senz'altro delle fratture da fragilita' si apre in Italia". (AGI) Pgi (Segue) 041302 NOV 17 NNNN Salute: 5 mln italiani con osteoporosi, ecco le prime linee guida (3) = (AGI) - Roma, 4 nov. - Ecco alcuni consigli della SIOT per evitare di incorrere nell'osteoporosi: Una dieta equilibrata, completa di proteine, fibre, frutta e chiaramente di calcio e vitamina D, e' importante per lo stato di salute dell'osso. Il calcio che e' certamente il nutriente piu' importante e' abbondantemente presente a livello dei latticini, in alcuni tipologie di acque, ma anche nella frutta fresca. La vitamina D e' presente in molti tipi di pesce come l'aringa, il tonno e il salmone. Lo yogurt e i formaggi, che sono ricchi di probiotici, e le fibre di prebotici, migliorano l'assorbimento dei sali minerali e dell'utilizzo delle vitamine con effetti benefici sull'osso. Un'alimentazione completa deve tenere conto anche di altre vitamine come la K, la B12 e la C, ma anche di un giusto contenuto di fitonutrienti e dei metalli che contribuiscono in maniera importante alla salute delle ossa e dell'organismo. L'esercizio fisico "nutre" l'osso e lo sport e' importante a tutte le eta'; e' consigliato eseguire attivita' fisica almeno 3 volte a settimana, preferibilmente di tipo aerobico, escludendo tutti gli sport che prevedono contatto fisico o sollecitazioni verticali sul rachide come la corsa. Lo sport ideale e' il nuoto, ma possono essere anche molto consigliati attivita' come il ballo ove piccole spinte verso il terreno producono un effetto stimolante per le ossa. L'esposizione al sole e' necessaria per la salute delle nostre ossa. Per attivare un quantitativo di vitamina D adeguato, e' necessaria un'esposizione solare di almeno 10-20 minuti al giorno, rivolta soprattutto alle mani e al viso. Questa quota che e' sufficiente in tutte le fasce di eta' non ha alcun effetto nocivo per la cute. Il periodo della giornata per esporre il proprio organismo ai raggi solari e' certamente tra le 12.00 e le 13.00 quando cioe', i raggi solari sono piu' perpendicolari alla superficie terrestre. Abolire il fumo di sigaretta. Sicuramente il fumo ha molti effetti nocivi sul


nostro organismo. Le tossine prodotte dal fumo interferiscono con l'attivita' osteoblastica con effetti negativi sia sul metabolismo dell'osso che sulla sua guarigione dopo una frattura. Uso di alcol controllato. Bere 1 o 2 bicchieri di vino al giorno non ha effetto negativo sulle ossa, ma anzi, ha dimostrato rallentare il turnover osseo riducendo l'attivita' riassorbitiva. Tuttavia l'uso eccessivo dell'alcool puo' avere effetto opposto, danneggiando gli osteoblasti e riducendo l'assunzione del calcio nel tratto gastrointestinale. Curare il proprio stato di salute. Molte sono le patologie che hanno un effetto indiretto sulle ossa. Le condizioni osteopenizzanti aumentano maggiormente nei soggetti anziani dove le comorbilita' sono di piu'. Evitare l'insorgenza di alcune patologie come il diabete, l'insufficienza renale, distiroidismi o comunque controllarne l'andamento, puo' avere effetti positivi sulla nostra salute, ma ci aiuta anche a preservare il nostro bone stock. Eseguire l'esame Dexa del collo femore e del rachide lombare nelle donne dopo la menopausa, o in presenza di fattori di rischio, e negli uomini dopo i 60 anni con fattori di rischio; questa metodica diagnostica rappresenta ancora oggi il gold standard per la valutazione della Bone Mineral Density e per individuare il reale rischio di incorrere in una frattura da fragilita'. (AGI) Pgi 041302 NOV 17 NNNN

SALUTE: L'ALLARME, TSUNAMI DIABETE AVANZA NELLE CITTA' ITALIANE = Alleanza pubblico-privato per fermare malattia Roma, 8 nov. (AdnKronos Salute) - Il diabete "è uno tsunami che avanza: si sta rivelando la malattia piÚ rilevante e potenzialmente pericolosa del nostro secolo, per la crescita continua ed esponenziale della sua prevalenza e per la mortalità e le complicanze invalidanti correlate". Lo sottolinea Andrea Lenzi, presidente di Health City Institute, annunciando la nascita, in vista della Giornata mondiale del diabete 2017, di una forte alleanza pubblico-privato destinata ad


affrontare la drammatica crescita della malattia nelle città. Firmato oggi a Roma, nella sede di Anci-Associazione nazionale comuni italiani, da Health City Institute (gruppo di lavoro di Anci, Istituto superiore di sanità, società scientifiche della diabetologia e della medicina generale con Cittadinanzattiva) il documento 'Italian Urban Diabetes Charter' si propone di delineare i punti chiave che possono guidare le amministrazioni locali, di concerto con Istituzioni sanitarie, scientifiche e accademiche, nel promuovere strategie per migliorare l'informazione, la rete assistenziale, la prevenzione e la cura delle persone con diabete di tipo 2, limitando i 'costi sociali' dovuti alle complicanze e alla mortalità. In Italia, le persone che dichiarano di avere il diabete sono 3,27 milioni, il 5,4% della popolazione, secondo l'Istat, ma "stime effettuate su dati amministrativi dall'Osservatorio Arno diabete indicano che il dato è molto superiore, pari al 6,2%, e altri studi hanno evidenziato che, in realtà, per ogni tre persone con diabete ne esiste una che non sa di averlo; se la crescita della prevalenza della malattia continuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero esserci in Italia oltre 6 milioni di diabetici", ha aggiunto Giorgio Sesti, presidente della Società italiana di diabetologia. Un fenomeno particolarmente preoccupante nelle città, tanto che tra gli addetti ai lavori si sta facendo strada il concetto di 'diabete urbano o urban diabetes', che "non è una nuova forma di diabete, ma si riferisce al drastico aumento della prevalenza del diabete tipo 2 che si osserva nelle città a causa dell'urbanizzazione", ha chiarito Lenzi. (segue) (Red-Mal/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 08-NOV-17 17:59 NNNN SALUTE: L'ALLARME, TSUNAMI DIABETE AVANZA NELLE CITTA' ITALIANE (2) = (AdnKronos Salute) - Vivere in un'area urbana si accompagna a cambiamenti sostanziali degli stili di vita: cambiano le abitudini alimentari e il modo di vivere, i lavori diventano sempre più sedentari, l'attività fisica diminuisce. "Numerosi studi internazionali hanno messo in risalto come esista un collegamento tra aumento di diabete tipo 2, obesità e urbanizzazione. Gli


amministratori della città saranno sempre più in prima linea, nel collaborare con i medici, per contrastare questo fenomeno, che vede già oggi 2 persone con diabete su 3 vivere in un nucleo urbano, con una stima dell'International Diabetes Federation che prevede nei prossimi 25 anni questo rapporto crescere a 3 su 4", ha detto Domenico Mannino, presidente Associazione medici diabetologi. Il diabete e l'obesità, come tutte le malattie non trasmissibili, soprattutto quelle cardiovascolari, il cancro e i disturbi respiratori cronici, rappresentano oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano. "L'Organizzazione mondiale della sanità, come tutta la comunità scientifica internazionale, evidenzia quanto sia indispensabile per lo sviluppo sociale ed economico di tutti i paesi, investire nella prevenzione di queste malattie, e come questa sia una responsabilità in prima battuta dei governi, ma in realtà della società in senso più allargato. Arrestare l'aumento del diabete in ambito urbano è un'impresa difficile, ma possibile grazie alla stretta collaborazione tra politica, mondo sanitario e società civile", ha sottolineato Gerardo Medea, coordinatore area prevenzione Simg. "La vivibilità del pianeta è la più straordinaria delle sfide. E questa sfida si vince con i grandi accordi mondiali - certamente - ma anche con tutte quelle iniziative che migliorano la qualità del nostro ambiente e dunque la vita quotidiana dei cittadini", ha concluso Roberto Pella, vice presidente vicario Anci. (Red-Mal/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 08-NOV-17 17:59 NNNN SALUTE, DIABETE: "TSUNAMI CHE AVANZA NELLE CITTÀ" (1) (9Colonne) Roma, 8 nov - Nasce, in occasione della Giornata mondiale del diabete 2017, una forte alleanza pubblico-privato destinata ad affrontare la drammatica crescita della malattia nelle città. Firmato oggi a Roma, nella sede di Anci-Associazione nazionale comuni italiani, da Health City Institute, gruppo di lavoro sull'Urban Health di Anci, Istituto superiore di sanità, le società scientifiche della diabetologia (AMD-Associazione medici diabetologi e SID-Società italiana di diabetologia) e della medicina generale (SIMG-Società italiana di medicina generale) e Cittadinanzattiva, il documento "Italian Urban


Diabetes Charter" che si propone di delineare i punti chiave che possono guidare le amministrazioni locali, di concerto con Istituzioni sanitarie, scientifiche e accademiche, nel promuovere strategie per migliorare l'informazione, la rete assistenziale, la prevenzione e la cura delle persone con diabete di tipo 2, limitando i "costi sociali" dovuti alle complicanze e alla mortalità. "Il diabete è uno tsunami che avanza: si sta rivelando la malattia più rilevante e potenzialmente pericolosa del nostro secolo, per la crescita continua ed esponenziale della sua prevalenza e per la mortalità e le complicanze invalidanti correlate", ha dichiarato Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute. (SEGUE) 082128 NOV 17 SALUTE, DIABETE: "TSUNAMI CHE AVANZA NELLE CITTÀ" (2) (9Colonne) Roma, 8 nov - In Italia, le persone che dichiarano di avere il diabete sono 3,27 milioni, il 5,4 per cento della popolazione, secondo ISTAT, ma "stime effettuate su dati amministrativi dall'Osservatorio ARNO diabete, progetto di collaborazione fra SID e Cineca, indicano che il dato è molto superiore, pari al 6,2 per cento, e studi hanno evidenziato che, in realtà, per ogni tre persone con diabete ne esiste una che non sa di averlo; se la crescita della prevalenza della malattia continuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero esserci in Italia oltre 6 milioni di persone con diabete", ha aggiunto Giorgio Sesti, Presidente SID. Il fenomeno è particolarmente preoccupante nelle città, tanto che tra gli addetti ai lavori si sta facendo strada il concetto di "diabete urbano o urban diabetes", che "non è una nuova forma di diabete, ma si riferisce al drastico aumento della prevalenza del diabete tipo 2 che si osserva nelle città a causa dell'urbanizzazione", ha chiarito Lenzi. Vivere in un'area urbana si accompagna a cambiamenti sostanziali degli stili di vita: cambiano le abitudini alimentari e il modo di vivere, i lavori diventano sempre più sedentari, l'attività fisica diminuisce. "Numerosi studi internazionali hanno messo in risalto come esista un collegamento tra aumento di diabete tipo 2, obesità e urbanizzazione. Gli amministratori della città saranno sempre più in prima linea, nel collaborare con i medici, per contrastare questo fenomeno, che vede già oggi 2 persone con diabete su 3 vivere in un nucleo urbano, con una stima dell'International Diabetes Federation che prevede nei prossimi 25 anni questo rapporto crescere a 3 su 4", ha detto Domenico Mannino, Presidente AMD. (SEGUE)


082132 NOV 17 SALUTE, DIABETE: "TSUNAMI CHE AVANZA NELLE CITTÀ" (3) (9Colonne) Roma, 8 nov - Il diabete e l'obesità, come tutte le malattie non trasmissibili, soprattutto quelle cardiovascolari, il cancro e i disturbi respiratori cronici, rappresentano oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano. "L'Organizzazione mondiale della sanità, come tutta la comunità scientifica internazionale, evidenzia quanto sia indispensabile per lo sviluppo sociale ed economico di tutti i paesi, investire nella prevenzione di queste malattie, e come questa sia una responsabilità in prima battuta dei governi, ma in realtà della società in senso più allargato. Arrestare l'aumento del diabete in ambito urbano è un'impresa difficile, ma possibile grazie alla stretta collaborazione tra politica, mondo sanitario e società civile", ha sottolineato Gerardo Medea, Coordinatore area Prevenzione SIMG. "La vivibilità del Pianeta è la più straordinaria delle sfide. E questa sfida si vince con i grandi accordi mondiali - certamente - ma anche con tutte quelle iniziative che migliorano la qualità del nostro ambiente e dunque la vita quotidiana dei cittadini. La salute dei cittadini è una delle priorità dell'azione dei sindaci italiani e oggi gli amministratori locali sono chiamati a progettare soluzioni per migliorare i determinanti della salute nei contesti urbani e consentire ai cittadini di oggi e alle generazioni future di poter vivere in città migliori, più vivibili e salutari", ha concluso Roberto Pella, Vice Presidente Vicario ANCI e coordinatore del gruppo di lavoro ANCI sullo Urban Health. In occasione dell'incontro, è stato inoltre presentato il "Programma C14+ - Pensare globalmente, agire localmente", promosso da Health City Institute e Cities Changing Diabetes, in sinergia con il gruppo di lavoro sull'Urban Health di Anci e in collaborazione con il mondo scientifico. Il programma intende fornire, nei prossimi anni, alle amministrazioni cittadine e alle aziende sanitarie delle 14 città metropolitane italiane, ma non solo, informazioni e conoscenze per contrastare il diabete urbano e migliorare la qualità di vita delle persone con diabete. (red) 082151 NOV 17 TUMORI: OCCHIO AL BMI, PIU' RISCHI RICADUTE AL SENO CON SOVRAPPESO E OBESITA' =


Ricercatori Statale-Int Milano, indice di massa corporea alla diagnosi condiziona recidive Milano, 9 nov. (AdnKronos Salute) - L'indice di massa corporea influenza il rischio di incorrere in una ricaduta tardiva di tumore al seno, con un pericolo maggiore in caso di sovrappeso e obesità. A puntare i riflettori sul Bmi al momento della diagnosi sono i ricercatori dell'università degli Studi e dell'Istituto nazionale tumori di Milano, che insieme ai colleghi dell'Istituto Jules Bordet di Bruxelles in Belgio hanno pubblicato sullo 'European Journal of Cancer' i risultati di uno studio relativo al follow-up di una sperimentazione clinica sulla terapia adiuvante contro il 'big killer' delle donne. "Nel follow-up del tumore al seno - spiegano gli scienziati - oltre alla valutazione delle probabilità di sopravvivenza, c'è la necessità fondamentale di valutare le dinamiche di recidiva per il miglioramento della cura. Sebbene sia stato già descritto l'effetto variabile nel tempo dei recettori per gli ormoni estrogeni (Er), finora nessun fattore ha potuto spiegare il comportamento con picchi multipli per il rischio di recidiva". Il lavoro ha indagato per la prima volta "se l'adiposità alla diagnosi, riflessa dal Bmi, sia associato a specifiche dinamiche di recidiva dopo la terapia primaria del cancro". Dalle cartelle cliniche è stato recuperato l'indice di massa corporea di 734 pazienti con tumore al seno e coinvolgimento dei linfonodi ascellari, già incluse in un trial clinico randomizzato di fase III che ha confrontato diversi regimi di chemioterapia con un follow-up mediano di oltre 15 anni. E' stata stimata l'incidenza cumulativa e sono stati applicati modelli ad hoc per stimare le dinamiche di recidiva metastatica, per tutte le pazienti e nei sottogruppi identificati da stato recettoriale e menopausa. "Le analisi riferiscono i ricercatori - hanno rivelato che il rischio di recidive ritardate è più marcato nelle pazienti in sovrappeso e obese". (segue) (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 09-NOV-17 14:52 NNNN UMORI: OCCHIO AL BMI, PIU' RISCHI RICADUTE AL SENO CON SOVRAPPESO E OBESITA' (2) =


(AdnKronos Salute) - Secondo gli studiosi, "l'adiposità basale delle pazienti potrebbe influenzare l'uscita dalla dormienza di micro e nano-metastasi già presenti a livello subclinico". Le pazienti sovrappeso richiedono dunque "particolare attenzione", dimostrando "una dinamica caratterizzata dall'estensione a medio termine del picco principale di recidiva". In base ai risultati ottenuti, "si ipotizza che le pazienti obese e sovrappeso con tumori positivi ai recettori per gli estrogeni potrebbero avere beneficio dall'estensione della terapia ormonale standard dopo 5 anni, o possibilmente dall'introduzione di nuovi trattamenti adiuvanti a lungo termine". Lo studio è stato principalmente finanziato dall'Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro in Italia, e dall'Associazione Amici dell'Istituto Bordet, in Belgio. (Red-Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 09-NOV-17 14:52 NNNN RICERCA: ECCO COME UNA DIETA POVERISSIMA DI CALORIE INVERTE IL DIABETE = Roma, 9 nov. (AdnKronos Salute) - 'Tagliare' drasticamente le calorie è in grado di invertire rapidamente il diabete di tipo 2. Ma in che modo? A scoprirlo è stato un team di ricercatori dell'Università di Yale, in uno studio condotto per il momento su modelli animali e pubblicato su 'Cell Metabolism'. Se il risultato sarà confermato nell'uomo, fornirà una nuova potenziale arma per trattare questa patologia. Precedenti ricerche hanno mostrato che le persone sottoposte a chirurgia 'taglia-peso' spesso sperimentano una remissione del diabete. Il team di Yale si è concentrato nella missione di mettere in luce i meccanismi che 'scatenano' l'effetto anti-diabete della severa restrizione calorica. In uno studio sui roditori, i ricercatori hanno tracciato e fotografato un certo numero di processi metabolici responsabili dell'effetto benefico di una dieta povera di calorie sulle concentrazioni di glucosio nel sangue. Una cascata di eventi positivi


osservati nei dettagli dai ricercatori, che si manifestano in appena tre giorni. Il prossimo passo per il team sarĂ quello di confermare i risultati nei pazienti con diabete di tipo 2 sottoposti a terapia bariatrica o a una dieta che riduce drasticamente le calorie. Il gruppo ha giĂ iniziato ad applicare la metodologia nell'uomo. "Questi risultati, se confermati negli esseri umani, ci forniranno nuovi target terapeutici per trattare in modo piĂš efficace i pazienti con diabete di tipo 2", conclude Gerald Shulman dell'Howard Hughes Medical Institute, autore senior dello studio. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 09-NOV-17 19:42 NNNN Con decreto uso compassionevole accesso veloce a nuove cure ZCZC1241/SX4 XSP17668_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN Con decreto uso compassionevole accesso veloce a nuove cure Richiesta solo fase I 'sicurezza'quando mancano alternativa cure (ANSA) - ROMA, 9 NOV - E' stato pubblicato in Gazzetta lo scorso 2 dicembre il decreto sull'uso compassionevole dei farmaci che apre, in particolare ma non solo per i malati di tumori rari, la possibilita' di utilizzare farmaci che hanno superato solo la prima fase di sperimentazione (quella sulla sicurezza). I malati non dovranno aspettare le sperimentazioni successive sull'efficacia, nel caso non ci siamo alternative terapeutiche. A partire dai primi giorni di dicembre sara' quindi possibile per alcuni paziente accendere a nuove terapie, in centri altamente specializzati che gestiranno l'utilizzo di questi farmaci. I tumori rari sono un gruppo di tumori che presentano un'incidenza pari a 6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti per anno; sono rari se considerati singolarmente, per ciascun tipo,ma


complessivamente costituiscono circa il 22% di tutti i tumori diagnosticati. La sopravvivenza dei pazienti con tumore raro e' del 55% contro il 68% di quella dei pazienti con tumori piu' frequenti. Un divario consistente che indica l'esistenza di un problema reale. La rarita' comporta difficolta' aggiuntive, ponendo particolari sfide sul piano della ricerca scientifica e clinica, della pratica medica e delle politiche sanitarie. Per i pazienti, tali sfide si traducono in difficolta' quotidiane nell'affrontare il proprio percorso di malattia, dall'accesso a diagnosi corrette e trattamenti appropriati a quello di nuovi possibili farmaci efficaci. "Tuttavia, grazie ad un costante, instancabile impegno di sensibilizzazione e dialogo con le Istituzioni e le Autorita' Competenti, da parte della comunita' dei pazienti e dei clinici, si stanno delineando nuovi scenari, sia a livello europeo che italiano" afferma Ornella Gonzato, presidente dell'Associazione Paola per i tumori muscolo-scheletrici. In Europa, cio' ha portato all'avvio, nel marzo scorso, delle Reti di Riferimento Europee (ERNs) per i tumori rari; in Italia, con l'accordo Stato-Regioni del settembre scorso, alla nascita della Rete Nazionale Tumori Rari (RNTR) che condividera' i casi clinicispecialmente per quanto riguarda la diagnosi e la decisione di trattamento- tra i centri specialistici, assicurando al paziente l'alta qualita' delle competenze, evitandogli al contempo inutili e costose migrazioni sanitarie. Piu' in generale, la finalita' di queste neocostituite Reti e' quella di dar risposta, ai diversi livelli, ai bisogni dei pazienti, individuando i centri specialistici per la diagnosi ed il trattamento, promuovendo l'elevata qualita' e sicurezza delle cure, condividendo dati, sviluppando conoscenze e sostenendo la ricerca. ERNs e RNTR costituiscono una pietra miliare, un "punto di non ritorno" nell'organizzazione dell'assistenza dei pazienti con tumore raro, con relativa assunzione di responsabilita' delle politiche sanitarie che dovranno ora esser attuate per darne piena realizzazione. "Un'altra importante novita' e' quella che riguarda l'accesso dei


pazienti con tumore raro all'"uso compassionevole" dei farmaci, rappresentata dal nuovo Decreto del Ministero della Salute del settembre scorso , "Disciplina dell'uso terapeutico di medicinale sottoposto a sperimentazione clinica". "Uso compassionevole", traduzione dall'inglese "compassionate use" non significa uso destinato ai malati in fase terminale macommenta Ornella Gonzato - si riferisce all'utilizzo terapeutico di un farmaco ancora non autorizzato ma in corso di sperimentazione o di un farmaco autorizzato per indicazioni diverse o ancora di un farmaco autorizzato ma non disponibile sul territorio nazionale. L'uso e' a beneficio di pazienti in pericolo di vita, per i quali non siano disponibili alternative di cura o che non possano esser inclusi in una sperimentazione clinica. Il Decreto consente, in particolare ai pazienti con tumore raro, un accesso piu' agevole e rapido, rispetto alla norma precedente, tenendo in debita considerazione le difficolta' specifiche dei tumori rari, quali la generazione di dati di evidenza scientifica secondo le metodologie convenzionali e stabilendo che la richiesta dell'utilizzo "compassionevole" sia presentata da centri clinici appartenenti alla Rete Nazionale Tumori Rari. Il Decreto accoglie peraltro i suggerimenti forniti dal "Gruppo di Lavoro Tumori Rari", costituito da esperti clinici e da rappresentanti di quattro associazioni di pazienti, tra cui l'Associazione Paola. "E' con grande soddisfazione e fiducia che iniziamo a vedere alcuni importanti risultati, dopo anni d'impegno e di lavoro di squadra con tutte le parti coinvolte, a beneficio dei pazienti con tumore raro anche se il percorso e' ancora in salita" conclude Gonzato. (ANSA). BR 09-NOV-17 19:14 NNNN

SALUTE: PROBLEMI DENTALI 'SPIA' DIABETE, LINK TRA BENESSERE BOCCA E MALATTIA = Da esperti invito a controlli


Roma, 10 nov. (AdnKronos Salute) - Se il sorriso non è più luminoso, le gengive sono gonfie e spesso sanguinanti, o peggio ancora i denti iniziano a muoversi, potrebbe non trattarsi solo di problemi dentali, ma di una 'spia' del diabete. Viceversa, se si soffre di diabete è opportuno tenere sempre d'occhio le gengive. Fra le due patologie esiste infatti una stretta correlazione, ancora poco considerata. Gli esperti di diverse società e associazioni scientifiche - Associazione medici diabetologi, Società italiana di diabetologia, Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) - lanciano l'allarme in occasione della Giornata mondiale del diabete, in calendario il 14 novembre. In Italia 5 milioni di persone soffrono di diabete o prediabete e il 30-40% è colpito anche da una forma di malattia parodontale, che può comportare un aggravamento del quadro clinico e un peggioramento della salute generale. Si tratta, dunque, di circa 1,5-2 milioni di italiani che convivono sia con il diabete sia con la parodontite, un'infiammazione dei tessuti che sostengono il dente e in particolare l'osso alveolare, il cemento che riveste la radice del dente, la gengiva e il legamento parodontale. Come dimostrano gli studi più recenti, un diabetico ha infatti un rischio 3 volte più elevato di sviluppare un'infiammazione alle gengive o di vederla peggiorare. (segue) (Com-Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 10-NOV-17 13:25 NNNN SALUTE: PROBLEMI DENTALI 'SPIA' DIABETE, LINK TRA BENESSERE BOCCA E MALATTIA (2) = (AdnKronos Salute) - "La maggior parte dei pazienti non è consapevole della possibile correlazione tra parodontite e diabete - spiega il Alessandro Crea, coordinatore della Commissione editoriale della Sidp e docente di parodontologia - La parodontite può far salire l'emoglobina glicata, indice di un peggior controllo glicemico, aumentando così il rischio di diabete. Avviene infatti che, in presenza di parodontite, i batteri del cavo orale attraverso la circolazione del sangue possano raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie. La parodontite porta con sé un aumento della produzione di citochine infiammatorie che


potrebbero contribuire all'insulino-resistenza, un incremento degli acidi grassi liberi e un calo della produzione di ossido nitrico nei vasi sanguigni". Recenti pubblicazioni da parte della Federazione europea di parodontologia e dell'Accademia americana di parodontologia confermano come i pazienti che sono già affetti da diabete abbiano una probabilità più alta di soffrire anche di parodontite e di rispondere peggio alle cure odontoiatriche, soprattutto se non c'è un buon controllo della glicemia. Questo avviene perché i diabetici hanno una reazione alterata nei confronti dei batteri, fra cui quelli responsabili di gengiviti e parodontiti presenti nella placca che si deposita attorno ai denti; inoltre, altri fattori come radicali liberi e citochine possono accrescere l'infiammazione anche a livello dei tessuti parodontali. (segue) (Com-Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 10-NOV-17 13:25 NNNN SALUTE: PROBLEMI DENTALI 'SPIA' DIABETE, LINK TRA BENESSERE BOCCA E MALATTIA (3) = (AdnKronos Salute) - "Nel caso in cui venga diagnosticato il diabete raccomanda Crea - è necessario fare subito una visita dal parodontologo e sottoporsi a un regolare monitoraggio, per cercare di intercettare la malattia prima che si manifesti o per cercare di rallentarne o bloccarne lo sviluppo. Basti pensare che in alcuni casi curare la parodontite può migliorare i valori di emoglobina glicata tanto quanto una terapia farmacologica. Allo stesso modo, una volta rilevato un problema di parodontite, il supporto continuativo da parte di un parodontologo è fondamentale: l'esperto può infatti accorgersi di manifestazioni orali e segni di prediabete ancora prima che il paziente ne sia al corrente. Un'accurata igiene orale e costanti visite di controllo e di trattamento della parodontite possono perciò aiutare nella prevenzione e nella diagnosi precoce del diabete". "E' fondamentale quindi portare avanti un'opera di prevenzione quotidiana che parta da un'attenzione costante alla corretta igiene orale, primo strumento per proteggere le proprie gengive e tenere


lontani i disturbi gengivali", conclude l'esperto. (Com-Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 10-NOV-17 13:25 NNNN alute: esperto, in aumento casi di dermatiti ed eczemi = (AGI) - Roma, 14 nov. - Dermatiti atopiche ed eczemi rappresentano il 19 per cento delle patologie dermatologiche in medicina generale e il 30 per cento delle patologie che giungono all'osservazione del dermatologo territoriale. Sono i dati diffusi al 56esimo congresso dell'Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (Adoi) da poco concluso a Roma. "Il contatto con allergeni ed irritanti ha aumentato l'incidenza di dermatiti ed eczemi", ha detto Antonio Cristaudo, uno dei presidenti del congresso. "Si tratta di patologie fortemente invalidanti che incidono anche sulla sfera emozionale e relazionale dei pazienti", ha aggiunto. Ritardi nella diagnosi e la mancata afferenza a centri specialistici qualificati, secondo l'espeto, sono fattori che rischiano di cronicizzare la malattia, aumentare il rischio di effetti collaterali e accrescere i costi di gestione. (AGI) Noc (Segue) 141127 NOV 17 NNNN Salute: esperto, in aumento casi di dermatiti ed eczemi (2)= (AGI) - Roma, 14 nov. - Le dermatiti da contatto ad esempio vedono nell'ambiente circostante una minaccia costante. Con una prevalenza stimata tra l'1 e il 6 per cento destinata ad aumentare a causa della continua immissione nell'ambiente e sul mercato di nuove molecole non sempre testate a livello cutaneo. Come il nichel che e' responsabile di dermatiti allergiche da contatto in circa 1-3 per cento degli uomini e sino al 15 per cento, nelle donne, provocate principalmente dal contatto con oggetti di bigiotteria. Fra le dermatiti da contatto un ruolo


importante spetta alle forme "professionali" che in Italia rappresenta il 29 per cento delle patologie professionali denunciate nel settore dell'industria e dei servizi. Recenti analisi condotte dall'Ue attestano che l'eczema professionale ha un costo stimato di circa 600 milioni di euro l'anno a causa dei circa 3 milioni di giorni di lavoro persi. Le dermatiti atopiche sono prevalenti in eta' infantile. Una malattia dal profilo socio-economico spiccato in quanto si presenta maggiormente nei paesi industrializzati e nelle citta', nei soggetti "emigrati" verso zone e paesi a concentrazione industriale e nelle classi sociali piu' agiate. Ha un impatto notevole sulla qualita' della vita, in particolare quando e' presente in eta' adulta e nella forma moderata/grave: il prurito persistente, l'insonnia, e il decorso cronico-recidivante vengono riferiti come un lungo calvario. Interrogati in piu' ricerche (iv) i pazienti hanno riferito prurito nell'86 per cento dei casi vissuto ogni giorno, il 77 per cento insieme a dolore mentre nel 61 per cento dei soggetti ei' stato riferito come insopportabile. "Alle dermatiti possiamo aggiungere l'orticaria, logorante e troppo spesso sottovalutata", ha sottolineato Ornella De Pita', co-Presidente del congresso. "Ne e' un esempio l'orticaria cronica spontanea (Csu), un forma insidiosa le cui cause sono sconosciute nel 45-50 per cento dei casi - ha aggiunto - e che colpisce l'1 per cento delle persone nel mondo. Una forma di orticaria imprevedibile e debilitante, caratterizzata da prurito cronico e pomfi. Presenta una insorgenza spontanea ed una durata di oltre sei settimane. Puo' essere associata a gonfiore degli strati piu' profondi della pelle: in questo caso si parla di angioedema". (AGI) Noc 141127 NOV 17 NNNN

RICERCA: FARMACO PROMETTENTE CONTRO L'AUTISMO, PRONTO


PER TEST SU UOMO = Dopo successo su modello animale Roma, 14 nov. (AdnKronos Salute) - Successo per i test su modello animale per un possibile nuovo medicinale contro l'autismo. Il candidato farmaco, chiamato NitroSynapsin, ha in gran parte corretto le anomalie elettriche, comportamentali e cerebrali nei topi, riportano gli esperti dello Scripps Research Institute sulla rivista 'Nature Communications'. Il medicinale mira a ripristinare infatti lo squilibrio elettrico di segnalazione nel cervello, che è stato rilevato in praticamente tutte le forme di disturbo dello spettro autistico. "Questo candidato farmaco è pronto per le prove cliniche e pensiamo che possa essere efficace contro molteplici forme di autismo", ha affermato Stuart Lipton, autore principale dello studio, effettuato in collaborazione con l'Istituto Scintillon, l'Università della California, la San Diego School of Medicine, il Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute e altre istituzioni. (segue) (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-17 12:05 NNNN RICERCA: FARMACO PROMETTENTE CONTRO L'AUTISMO, PRONTO PER TEST SU UOMO (2) = (AdnKronos Salute) - I primi passi per questa scoperta furono mossi nel 1993, anno in cui Lipton e il suo laboratorio identificarono un gene chiamato Mef2C come fattore potenzialmente importante per lo sviluppo del cervello. Una sua disfunzione, all'inizio dello sviluppo fetale, fa nascere nei topi gravi anomalie riconducibili di autismo. Da quella scoperta nei topi, risalente al 2008, altri ricercatori hanno riportato molti casi di bambini che presentano un disturbo molto simile, derivanti da una mutazione a livello del gene Mef2C. La condizione è ora chiamata Sindrome da aploinsufficienza di Mef2C. "Questa sindrome è stata scoperta nelle persone solo perché è stata scoperta in primo luogo nei topi - fa notare Lipton - ed è dunque un buon esempio di perché la scienza di base è così importante". (segue) (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222


14-NOV-17 12:05 NNNN RICERCA: FARMACO PROMETTENTE CONTRO L'AUTISMO, PRONTO PER TEST SU UOMO (3) = (AdnKronos Salute) - Per il nuovo studio, i ricercatori hanno creato un modello di laboratorio di topi con solo una copia funzionante di Mef2C, piuttosto che le solite due copie (una ereditata dalla madre e una dal padre). I topi geneticamente ingegnerizzati hanno mostrato disturbi nella memoria spaziale, movimenti ripetitivi anomali e altri segni di autismo. I ricercatori hanno trattato i topi per tre mesi con NitroSynapsin, un composto simile alla memantina, medicinale approvato dalla Fda per l'Alzheimer e precedentemente sviluppato dal gruppo di Lipton: il team ha scoperto che il medicinale ha ridotto i segni e i comportamenti anomali nei topi e aumentato la loro performance nei test cognitivo-comportamentali, e ha ripristinato prestazioni essenzialmente normali in alcuni esemplari. Lipton e i colleghi stanno attualmente collaudando il farmaco in modelli di topi con altri disturbi dello spettro autistico e sperano di avviare presto i trial sull'uomo con un partner industriale. (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-17 12:05 NNNN STAMINALI: STUDI, EMBRIONALI EFFICACI PER PROBLEMI DI VISTA DA MACULOPATIA = Roma, 14 nov. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 17.30) - Utilizzare le cellule staminali embrionali umane come trattamento per la forma secca della degenerazione maculare senile. A farlo sono stati i ricercatori che hanno firmato due studi clinici presentati al 121° meeting annuale dell'Accademia americana di oftalmologia in corso a New Orleans (Usa). Le staminali iniettate nell'occhio sembrano sostituire le cellule mancanti danneggiate dalla malattia, senza gravi effetti collaterali. E uno dei due lavori suggerisce che potrebbe persino migliorare la vista dei pazienti.


In entrambi gli studi - firmati dal Hadassah-Hebrew University Medical Center di Gerusalemme, Israele, e dal Bascom Palmer Eye Institute di Miami - i ricercatori hanno trasformato le staminali embrionali in un tipo di cellula di supporto della retina, chiamata cellula epiteliale del pigmento retinico. (segue) (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-17 14:02 NNNN STAMINALI: STUDI, EMBRIONALI EFFICACI PER PROBLEMI DI VISTA DA MACULOPATIA (2) = (AdnKronos Salute) - Iniettate negli occhi delle persone affette da degenerazione maculare associata all'età, la più comune causa di cecità nelle persone di età superiore ai 55 anni, le cellule hanno prodotto segni di guarigione della retina nel sito di iniezione entro poche settimane. La visione dei pazienti è rimasta sostanzialmente stabile durante lo studio, non ha subito effetti collaterali inaspettati e le cellule sono sopravvissute all'interno dell'occhio dei pazienti. Si tratta di un lavoro di prima fase, precisano gli autori, ma le premesse sono buone per mirare a dimostrare l'efficacia della medicina rigenerativa in oftalmologia. (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-17 14:02 NNNN ALUTE, DA PARMA NOVITA' SU TUMORE CORRELATO A ESPOSIZIONE AMIANTO (1) (9Colonne) Parma, 14 nov - Durante il convegno "Malignant pleural mesothelioma: preclinical and clinical research", che si è tenuto presso l'Aula Magna dell'Università di Parma, è stato trattato un tema di estrema attualità che riguarda il mesotelioma pleurico maligno. Pur essendo considerato un tumore raro, la sua incidenza è in costante aumento e nell'80% dei casi è riconosciuta la sua correlazione con l'esposizione professionale o ambientale all'amianto. Si tratta di una


neoplasia molto aggressiva, la cui diagnosi viene fatta in fase già avanzata della malattia, i trattamenti disponibili attualmente in prima linea sono estremamente deludenti con una percentuale di progressione o recidiva elevatissima e ad oggi non esiste nessun trattamento efficace in seconda linea.Il convegno internazionale ha visto la partecipazione di esperti nel settore provenienti da diverse regioni di Italia e dall'estero. Gli interventi hanno trattato varie tematiche: epidemiologia, aspetti molecolari, diagnosi e terapia tradizionale e innovativa. In particolare è stato evidenziato come anche esposizioni a dosi molto basse di amianto possa essere sufficiente per determinare a distanza di 30- 40 anni la comparsa del tumore, come il trattamento multimodale di chirurgia/chemoterapia/radioterapia sia efficace ma debba essere riservato a pazienti selezionati e come la caratterizzazione molecolare dei differenti istotipi tumorali possa portare alla definizione di nuovi target farmacologici.(SEGUE) 141433 NOV 17 SALUTE, DA PARMA NOVITA' SU TUMORE CORRELATO A ESPOSIZIONE AMIANTO (2) (9Colonne) Parma, 14 nov - Alla cerimonia di apertura sono intervenuti il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Massimo Fabi, l'Assessore a Educazione Inclusione del Comune di Parma Ines Seletti, il Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma Antonio Mutti e la Presidente dell'Associazione Augusto per la Vita Rosanna Fantuzzi. Una sessione è stata riservata alla ricerca clinica e preclinica che viene svolta presso l'Università e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. In particolare sono stati presentati risultati incoraggianti riguardanti nuovi possibili bersagli farmacologici, nuove molecole utili nella diagnosi precoce del tumore e un nuovo approccio terapeutico loco-regionale adiuvante il trattamento chirurgico. Il Convegno, presieduto da Pier Giorgio Petronini, Responsabile del Laboratorio di Oncologia Sperimentale e docente del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma, è stato organizzato da docenti dell'Università di Parma e da Medici Oncologi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ed è stato per la maggior parte finanziato dall'Associazione Augusto per la Vita di Novellara. Durante il convegno sono stati esposti dipinti del compianto cantante dei Nomadi Augusto Daolio, deceduto il 7 ottobre 1992 per una


neoplasia polmonare. Il convegno ha visto la partecipazione di circa 200 iscritti con una significativa componente studentesca rivelando come il problema amianto sia molto sentito anche tra i più giovani.(red) 141434 NOV 17 MALATTIE RARE: DIAGNOSI DOPO 30 ANNI PER 2 PATOLOGIE FINORA SENZA NOME = internazionale Roma, 20 nov. (AdnKronos Salute) - Dopo 30 anni, per Laura, Marco e le loro famiglie è terminata una vera e propria odissea, caratterizzata da numerose visite, esami e analisi, per arrivare a una diagnosi. Sull'ultimo numero dell''American Journal of Human Genetics' sono stati pubblicati i risultati della ricerca che ha permesso di scoprire la causa genetica delle loro malattie finora senza nome. E' il frutto del lavoro congiunto dei clinici e dei ricercatori dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù e dei clinici di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Umberto I di Roma. Lo studio si inserisce in un progetto di ricerca internazionale coordinato dai professori Berge Minassian e Jacques Michaud, rispettivamente dell'Hospital for Sick Children di Toronto e del Chu Sainte-Justine Research Center di Montreal. Oltre a dare una risposta a Laura e Marco, ha consentito di individuare 8 nuovi geni malattia, legati a quadri di deficit cognitivo ed encefalopatia epilettica e di dare una risposta a numerose famiglie in cerca di diagnosi. (segue) (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-NOV-17 17:29 NNNN MALATTIE RARE: DIAGNOSI DOPO 30 ANNI PER 2 PATOLOGIE FINORA SENZA NOME (2) = (AdnKronos Salute) - Laura, 30 anni, in cura da quand'era bambina, soffre di una malattia rara caratterizzata da deficit cognitivo e disturbi del movimento. Oggi si sa che la sua patologia è causata da una mutazione del gene Cltc insorta al momento del concepimento. Il


gene fornisce le informazioni per la sintesi di una proteina coinvolta nei processi di comunicazione tra cellule, inclusi i neuroni e in meccanismi essenziali per la corretta funzionalità cellulare. Nel nuovo studio sono stati descritti 11 pazienti con mutazioni in questo gene e quadro clinico variabile da deficit cognitivo lieve a grave con o senza epilessia. "Nel caso di Laura - afferma il responsabile dell'area di ricerca genetica e malattie rare del Bambino Gesù, Marco Tartaglia l'alleanza tra medico, paziente e famiglia, che si è protratta ininterrottamente negli anni, ha permesso di mettere a disposizione di questi pazienti le ultime acquisizioni della genetica con il risultato di riuscire finalmente a comprendere le cause molecolari di una malattia senza nome. La tenacia della madre di Laura è leggendaria nel mondo delle malattie rare. Non si è mai arresa e ha lottato per dare un nome alla malattia di sua figlia". (segue) (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-NOV-17 17:29 NNNN MALATTIE RARE: DIAGNOSI DOPO 30 ANNI PER 2 PATOLOGIE FINORA SENZA NOME (3) = (AdnKronos Salute) - "Sono contenta che finalmente si apra una nuova prospettiva per studiare la condizione di Laura - afferma la madre della ragazza, Renza Barbon Galluppi, presidente onoraria di Uniamo (Federazione italiana malattie rare) - La forza di andare avanti nasce dall'alleanza e dal gioco di squadra con medici e ricercatori. E' necessario, però, che sempre di più le istituzioni diano spazio e risorse - sottolinea - alla ricerca e allo sviluppo delle nuove tecnologie e investano maggiormente su strutture capaci di un'appropriata presa in carico multiprofessionale di questi particolari pazienti». Marco, anche lui trentenne e in cura dall'età pediatrica, fa i conti un'altra malattia finora senza nome caratterizzata da un grave ritardo psicomotorio, epilessia e disturbi del movimento. La causa della sua malattia è stata identificata in una mutazione, anche questa insorta al concepimento, del gene Dhdds, che fornisce le istruzioni per una specifica modificazione delle proteine noto come glicosilazione. Oltre


a Marco, nello studio sono stati descritti altri 4 pazienti con mutazioni in eterozigosi in questo gene, con un quadro clinico caratterizzato da encefalopatia epilettica e disturbi del movimento. (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-NOV-17 17:29 NNNN

Quanto è difficile vaccinare la propria bimba di 4 mesi a Roma TUMORI: VACCINO 'VEGETALE' TESTATO CONTRO MELANOMA = terrestri Roma, 20 nov. (AdnKronos Salute) - Microalghe e piante terrestri contro il melanoma. Ha dato risultati positivi la sperimentazione di un vaccino derivato da prodotti naturali presenti in questi vegetali. Il prodotto, che stimola il sistema immunitario a controllare la proliferazione delle cellule tumorali e degli agenti patogeni, è stato messo a punto da un team di ricerca di cui fa parte il dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell'università della Campania, l'Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-Cnr), il Centro di eccellenza per le ricerche biomediche dell'Università di Genova. Lo studio è stato pubblicato su 'Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. I ricercatori hanno identificato un nuovo componente vegetale per la preparazione di vaccini, dimostrandone l'efficacia contro un modello sperimentale di melanoma. Il composto, denominato Sulfavant, deriva appunto dai prodotti naturali presenti in microalghe marine e in piante terrestri: agisce stimolando le cellule dendritiche, prima linea di difesa del sistema immunitario e responsabili del riconoscimento di agenti pericolosi per l'organismo. Il nuovo composto è stato brevettato e l'Istituto del Cnr ne sta progettando lo sviluppo attraverso un accordo con la società spin-off bioSEArch, nata dalla collaborazione con la Stazione zoologica A. Dohrn. "In questo lavoro descriviamo una nuova serie di sostanze, estratte da


organismi marini, in grado di potenziare le risposte immunitarie verso i tumori - spiega Raffaele De Palma, docente di Immunologia clinica ed allergologia dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli - La disponibilità di queste sostanze apre la strada per l'esplorazione di nuovi approcci per la modulazione del sistema immunitario in varie patologie come quelle neoplastiche e quelle infiammatorie croniche, in cui svolge un ruolo determinante". (segue) (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-NOV-17 13:54 NNNN TUMORI: VACCINO 'VEGETALE' TESTATO CONTRO MELANOMA (2) = (AdnKronos Salute) - "La stimolazione delle cellule dendritiche che caratterizza il Sulfavant, determinando il potenziamento della difesa naturale dell'organismo, rende il composto utilizzabile per lo sviluppo di trattamenti preventivi o terapeutici in varie malattie spiega Angelo Fontana, dell'Icb-Cnr - L'origine naturale della molecola e l'assenza di tossicità rilevata dai primi studi ci rende fiduciosi che possa essere utilizzato nella preparazione di vaccini". I composti che svolgono questa azione di potenziamento della risposta immunitaria innescata dagli antigeni sono chiamati adiuvanti e sono necessari per la preparazione dei vaccini di ultima generazione, inclusi quelli in fase di studio per aumentare la risposta immunologica contro i tumori. "Questa forma di trattamento, che rientra nelle cosiddette immunoterapie, è un nuovo e promettente approccio alla lotta ai tumori - sottolinea Fontana - e il suo successo è legato all'efficacia con cui le sostanze adiuvanti sono in grado di stimolare la fisiologica capacità dell'organismo di eliminare le cellule con mutazioni cancerogene e di tenere sotto controllo o bloccare sul nascere la formazione di nuovi tumori. A rendere particolarmente interessante il risultato ottenuto con Sulfavant sono le caratteristiche farmaceutiche del nuovo composto e il fatto che è risultato efficace nel trattamento di modelli sperimentali di neoplasie aggressive, come il melanoma. Prossimo obiettivo è la validazione dell'attività in altri modelli sperimentali, compresi quelli infettivi, e l'identificazione del bersaglio cellulare che, stimolato da Sulfavant, determina


l'attivazione delle cellule dendritiche". (Mad/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 20-NOV-17 15:19 NNNN Pubblica Sicurezza: linee guida per valutare il rischio stress

Individuazione dei principali rischi sanitari connessi a trasferte all’estero, collaborazione alla predisposizione delle misure di tutela: il punto di vista del Medico Competente

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