Abitare Oggi n. 15

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Primo piano Svalutazione progressiva del patrimonio immobiliare. Incessante espansione delle periferie urbane. Elevata richiesta di alloggi pubblici. Con l’assessore Alfredo Peri tracciamo le linee generali degli interventi in Emilia-Romagna nell’ambito delle abitazioni di Cristiana Zappoli

Sulla casa... nuove prospettive ’emergenza abitativa è un problema con cui l’Italia deve fare i conti quotidianamente e che negli ultimi anni la crisi economica non ha fatto che aggravare in maniera sensibile. Oggi è senza dubbio una delle questioni più importanti che comuni, province e regioni si trovano ad affrontare. Sono necessari piani d’azione a lungo termine, ma anche soluzioni nell’immediato, come ha spiegato Alfredo Peri, assessore alla programmazione territoriale e all’urbanistica oltre che alla mobilità, alla logistica e ai trasporti della Regione Emilia-Romagna. Nell’ambito delle politiche abitative, quali sono le principali problematiche che si trova ad affrontare? «Le politiche abitative sono parte del welfare, ma hanno anche ricadute dirette sull’assetto del territorio e possono influire, in maniera positiva o negativa sulla qualità urbana. Questa duplice realtà comporta la necessità di rispondere prioritariamente all’emergenza sociale rappresentata dalla difficoltà per le fasce più deboli della popolazione di soddisfare in modo adeguato il proprio bisogno di casa, oggi più che mai una delle questioni più sensibili per via della divaricazione tra livello dell’offerta e sol-

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Nella foto sopra: Alfredo Peri, assessore alla Programmazione territoriale, urbanistica, Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Mobilità, logistica e trasporti

vibilità della domanda; ma anche di integrare le politiche abitative nella pianificazione urbana e territoriale per realizzare un equilibrio tra casa, servizi, trasporti e attività produttive ed evitare che, come è avvenuto in passato, la ricerca della casa a basso costo si traduca in una continua espansione degli insediamenti nelle periferie urbane, o peggio negli agglomerati rurali. Nel nostro paese le politiche abitative sono state sempre orientate a incentivare la proprietà della casa, attraverso provvedimenti legislativi e di “piani casa” di natura congiunturale e da una politica del credito agevolato, che ha prodotto una forte sperequazione tra fabbisogno abitativo reale e investimento delle famiglie nel bene rifugio per eccellenza. Oggi ci ritroviamo, caso fortemente anomalo nel panorama europeo, con un patrimonio immobiliare in buona parte obsoleto nel quale è immobilizzato il risparmio delle famiglie e che non rappresenta più la risposta ottimale al fabbisogno abitativo primario, essendo la domanda di case in affitto marginalizzata. Un patrimonio esposto alla crisi economica in una prospettiva di svalutazione progressiva, anche in virtù della scarsa qualità non solo degli immobili, ma anche e soprattutto degli agglomerati urbani generati dallo sviluppo immobiliare, periferie cresciute a margine dei centri e povere di servizi e di spazi pubblici».

Cosa ha già fatto, la Regione, per risolvere questi problemi? «La Regione Emilia-Romagna ha da tempo intrapreso la strada della riqualificazione urbana e della rigenerazione del patrimonio abitativo esistente come politica strutturale con cui affrontare le trasformazioni e distribuire nel territorio urbanizzato interventi di social-housing inseriti in contesti abitativi ricchi di servizi e non monofunzionali. Lo ha fatto innanzitutto adeguando in tal senso sia la propria legge urbani-


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