JUST KIDS - #03 - Gennaio 2013

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[ Musica ]

tà, se uno ci entra dentro, si rende conto che si tratta di un suono, un mood diverso che vogliamo trasmettere. Ben Harper ha una band, una melodia più rhythm’n’blues, più funky, ma sarebbe sciocco negare che anche per me è stato un punto di riferimento. Se qualcuno vede in me un Ben Harper bianco un po’ mi inorgoglisce…anzi, mica tanto un po’… La realizzazione del disco è stata caratterizzata da numerosi ritardi ed imprevisti, cambi di location e di programma, per un’attesa durata molti mesi. Cos’è successo ? E’ stato un percorso lungo perché siamo rimasti in due dopo essere partiti come trio. Io (Giulio) non avevo mai suonato senza basso e questo, ad una batterista, fa mancare un importante punto di riferimento. Riproporre in due pezzi che avevamo già suonato in trio, anche dal punto di vista dell’arrangiamento, ha comportato un lavoro davvero lungo. Ci siamo presi un periodo di ritiro spirituale, siamo andati una settimana in collina e da quell’esperienza è uscita la preproduzione. Da lì alla registrazione poi sono accaduti diversi intoppi personali. Il disco fondamentalmente è stato realizzato in tre: noi due e Antonio “Cooper” Cupertino, ai pomelli e alla produzione artistica, che attraversava un momento personale difficile. Aggiungiamo poi una nevicata tra le più incredibile degli ultimi anni e tre terremoti. Per queste circostanze, difficilmente

riuscivamo a restare concentrati tutti e tre contemporaneamente sul progetto. Per contro, abbiamo avuto molto tempo per riascoltarlo, correggere il tiro e digerirlo. Questo cammino complicato alla fine, si è rivelato molto positivo, nel disco si sentono queste sofferenze e siamo fieri del risultato raggiunto. Il ruolo di Cooper nel tuo lavoro. Era il fonico nell’ep prodotto da Umberto Giardini ed è diventato il produttore di “Santa pace”… Con Cooper c’è un’affinità personale incredibile che nasce da un bellissimo rispetto dal punto di vista professionale. Oltre a tutto questo, ci unisce una comunione dei gusti musicali. Credo che il buon risultato ottenuto lo si debba anche al suo lavoro. Ha potuto dare libero sfogo alle sue preferenze, soprattutto sonore, e noi, con lui, abbiamo creato senza restrizioni. Mi ha molto incuriosito il tema di “Bruce Lee vs. Kareem Abdul-Jabbar”. Il video è di forte impatto, ma esattamente di cosa si parla nel brano ? Tendenzialmente preferisco che ognuno lo interpreti secondo la propria sensibilità. E’ una metafora dell’eterna lotta dell’uomo per l’esistenza. Il titolo deriva da un famoso film, “l’ultimo combattimento di Chen”, mai finito di realizzare a causa della morte del protagonista, Bruce Lee. E’ nato quasi per caso, in realtà lo trovavo particolarmente simbolico e mi piaceva che,

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