[Musica] INTERviste
piaciuta moltissimo… E’ un’esperienza americana fatta con due miei seguaci italiani, due bravi cantautori. Uno eccellente, ad esempio, è Massimiliano Larocca, cantore e rocker che racconta molto bene delle storie. Nei Chupadero ha scritto “Il brigante Tiburzi”, secondo me un grande brano. Oggi sai c’è una differenza: la parte narrativa siamo noi, che siamo in grado di raccontare storie attraverso le canzoni. Rappresentiamo un po’ gli eredi della poesia antica, quella che risale ai tempi di Omero, in cui si cantavano le storie. A volte ho tenuto dei seminari in università spiegando ai ragazzi che quando inizi a scrivere devi riuscire a ridurre. Ad esempio “Dino Campana” è un mio brano in cui, da un romanzo di Sebastiano Vassalli di 160 pagine, ho prodotto sette strofe. E’ una super riduzione, una sintesi. Poi la canzone ha una parte di non detto talmente vasta che ognuno la riempie di se. Per questo ci si affeziona alle canzoni, perché diventano tue. Questa in realtà è una citazione di Borges, dice che la letteratura breve ha molta parte di non detto, quindi ognuno può utilizzare la sua immaginazione. Soltanto la poesia può sconfiggere i tempi bui con la bellezza? La bellezza trionferà. Penso che ci sia negli uomini un senso di armonia interiore, anche se la cultura televisiva la sta cancellando. La bellezza è una specie di etica, ciò che è bello è buono. Io ho cercato la bellezza e credo che questo ti renda forte dentro. Non ho mai inseguito il mercato o i facili contesti, non ho mai leccato il culo a nessuno. Ci tengo a dirlo, perché nella mia categoria siamo un’esile minoranza. Addirittura, anche lavorando con De Andrè ho sempre litigato, molto onestamente. La cultura del litigio e della contrapposizione è importante. Oggi credo che l’unica forma di amore e amicizia sia essere veri mantenendo il coraggio di confrontarsi e parlarsi chiaramente.
storia sarebbe già morta. Parlare della “strage degli innocenti”, un mio tema ricorrente, (penso a “Un angelo in meno“, sulla strage di Casalecchio sul Reno, ma anche a “Il fiume Sand Creek” che tratta di un massacro), mettere in primo piano i più deboli e anche i femminicidi, ormai così frequenti, credo sia un impegno civile. Oggi, anche la malavita in certi casi non rispetta più le regole, una volta non uccideva i bambini. In certi frangenti addirittura era l’ultima che le rispettava, anche quando il mondo cosiddetto civile ormai non lo faceva più. Abbiamo avuto un presidente del consiglio, per 14 anni sugli ultimi venti, che giudica normale fare apprezzamenti pesanti su una donna, sul suo culo. L’unico presidente che si è permesso questo ed altro, ad esempio racimolare fanciulle. Cose che trent’anni fa erano impensabili. Penso a quella povera donna, madre di famiglia, che subisce un mobbing psicologico, un sopruso molto grave. Ma io non parlo di politica, non sono né di destra né di sinistra, cerco di guardare le cose dall’alto e da sotto. Se non vedi da sotto non capisci, perché rischi di essere scollato dalla realtà. Un’altra canzone che ho scritto in cui si osserva dal punto di vista del più debole nella catena sociale è “canto del servo pastore”: protagonista un giovane che non ha nemmeno le sue pecore di proprietà. Non avrà mai la possibilità in futuro di diventare ricco, di sposarsi, di avere una casa. Lui vive emarginato, fin dall’adolescenza, una vita che fa piangere lacrime amare… [ ]
Per quanto riguarda il brano e il video “hanno sparato a un angelo” non hai avuto il timore che qualcuno potesse accusarti di strumentalizzazione per l’utilizzo di un fatto di cronaca con al centro un bambino? No, perché purtroppo non ne parla più nessuno. L’assassinio è accaduto il 4 gennaio 2012, dopo il 15, già si era smesso di parlarne. Anzi, dovrebbero darmi una medaglia, perché, riagganciandomi al discorso dell’epica, la canzone ha la forza del racconto collettivo che al contempo salva la memoria, nei giornali la
JK | 42