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INFERMIERISTICHE INFERMIERISTICHE

IL SINDACATO DELLE PROFESSIONI

IL SINDACATO DELLE PROFESSIONI

dal territorio tivata anche da un accordo sindacale regionale del 27 luglio 2011 che prevede un’indennità economica apposita per gli infermieri. Probabilmente il Veneto è l’unica regione d’Italia in cui gli infermieri sono in eccesso e il sistema è solo carente di dirigenti medici come riportato a pag 59 del documento. Infatti abbiamo potuto recentemente apprezzare l’acume di alcuni dirigenti regionali alla sanità che hanno inviato a tutti gli ospedali tabelle da cui fanno emergere esuberi di infermieri perché gli organici vengono calcolati sui livelli minimi accettabili definiti dalle norme sull’accreditamento delle strutture sanitarie della Lombardia del 1998 o Decreti Ministeriali del 1988. Nel disegno di legge in oggetto a pag 85 si parla di ridefinire modelli operativi, standard e parametri con cui misurare l’organizzazione del lavoro ed il conseguente fabbisogno di personale. Peccato che non è stata fatta nessuna riorganizzazione o revisione dei modelli ma si paventa una riduzione del personale sulla base di tempi assitenziali dello scorso secolo. Peccato che quando si parla di costi e tagli del personale si intenda sempre e solo personale infermieristico e mai dirigenti che anzi numericamente continuano ad aumentare e dei quali è difficile comprendere le funzioni manageriali senza tener conto che decine e decine di studi internazionali attestano che la riduzione del personale infermieristico determina aumento di costi a causa dell’aumento della degenza media, dei ricoveri ripetuti, di infezioni ospedaliere, lesioni da decubito, errori nella somministrazione dei farmaci, maggiore mortalità. Il sistema sanitario veneto riceverà in futuro sempre minori incrementi dal Fondo Sanitario Nazionale per cui è necessario che siano adottate misure efficaci nell’impiego dei contributi assegnati tramite il riparto del Fondo Sanitario Regionale. Le risorse pubbliche non possono essere drenate dalle strutture private con prestazioni inappropriate, con fughe intraregionali determinate da strutture private che appesantiscono i bilanci della Ulss in cui sono incardinate. Deve essere creata vera concorrenza tra strutture private (aprendo il mercato a nuovi attori) e tra strutture private e pubbliche anche mediante una rivisitazione delle tariffe DRG che devono essere correttamente remunerative. Va inoltre abbandonato l’istituto dell’incremento finanziario per i privati che crea effetti distorsivi. In questo modo sarà possibile recuperare risorse da allocare anche per il personale infermieristico che in prospettiva, con il forte aumento della popolazione anziana, sarà sempre più cruciale. Infine è importante disciplinare rigorosamente l’istituto della Libera Professione Intramoenia in cui molti medici agiscono senza alcuna prestazione infermieristica mentre quando invece agiscono a livello istituzionale pretendono di avere uno stuolo di infermieri perché svolgano attività segretariali e di supporto. Da anni chiediamo parità di trattamento tra le professioni sanitarie e chiediamo che anche agli infermieri sia data la possibilità di esercitare la professione in regime liberoprofessionale. Se questa nobile assemblea di rappresentanti dei cittadini ha un qualche potere chiediamo che batta un colpo e si faccia sentire; diversamente sarà per noi chiaro che ha abdicato al proprio ruolo di controllo della Giunta e alla propria funzione di legiferare nell’interesse comune e non solo di una parte seppur maggioritaria. Stimati Consiglieri, ciò che è più importante è ciò che manca, ciò che non è scritto, ciò che è nascosto perché al di là del Piano, perché avverrà dopo l’approvazione di questo Piano. Noi, che amiamo la verità alla maniera degli antichi come il non nascondimento, chiediamo che ciò che non è scritto si appalesi, venga alla luce e sia reso noto perché è la parte

più importante e sostanziosa che determina le reali politiche sanitarie dei prossimi anni. Se approverete questo Piano approverete solo la condizione di possibilità che altri decidano per Voi e per noi cittadini utenti del SSR. Troppo spesso nel progetto di legge si parla di riduzione dei costi come affermazione per la sostenibilità del sistema. Ciò è solo parzialmente condivisibile. Non è condivisibile invece ridurre i costi compromettendo i risultati di salute o scaricando gli stessi ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Servizi con personale infermieristico insufficiente indurranno un aumento dei costi in termini di salute (cioè infezioni ospedaliere, complicanze, errori, prolungamento delle degenze e ricoveri ripetuti) e in termini di sofferenze umane ed inevitabilmente di costi finanziari, ottenendo perciò il contrario di ciò che viene enunciato come un obiettivo centrale del piano. Non condividendo il testo di questo Disegno di Legge ed essendo ignari di ciò che sta dietro confidiamo che, prima di decidere, renderete noto agli utenti le vere linee di programmazione delle politiche sanitarie regionali. Il Coordinatore Regionale Nursind Inf. Andrea Gregori

Udine: flash mob in azione

collassano 20 infermieri Sono caduti, svenuti, come birilli, uno dopo l'altro, in mezzo alla folla: una ventina di infermieri friulani sono collassati questa mattina davanti all'ospedale di Udine, fra lo stupore e l'agitazione della folla. Si è trattato, in realtà, di un flash mob, il primo in assoluto organizzato da una categoria sanitaria sul nostro territorio, lanciando in aria il certificato di (cattiva) salute: il NurSind del Friuli Venezia Giulia ha voluto mettere in scena questa particolare forma di rappresentazione per denunciare il profondo stato di malessere che sta spremendo la capacità di resistenza degli infermieri. A ogni fermata dell'autobus, ogni 10 minuti circa, gli infermieri, appena le persone scendevano dal mezzo pubblico, si lasciavano cadere per attirare l'attenzione dei passanti che, incuriositi ma soprattutto increduli e spaventati, si avvicinavano per capire che cosa stesse succedendo. Un flash mob no stop che è iniziato alle 7 del mattino estendendosi fino alle 14 con l'unico obiettivo di lanciare un messaggio chiaro: la categoria è a rischio collasso, non ce la fa più ed è preoccupata per le ripercussioni che questa situazione può creare sul diritto alla salute dei cittadini. “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo – spiega il segretario regionale del sindacato, Gianluca Altavilla, in quanto siamo riusciti non soltanto a veicolare agli udinesi le nostre difficoltà, distribuendo circa 3 mila volantini con il primo Certificato di salute dell'infermiere friulano (un'amara fotografia di una pessima condizione sia fisica sia psicologica), ma soprattutto a far loro capire che questa innovativa forma di protesta è stata indetta proprio per assicurare i diritti della gente, la nostra gente: non a caso il nostro leitmotiv è 'Dalla parte dei Cittadini'”. Altavilla osserva come “noi non ci limitamo a fare i girotondi, facciamo molto di più: 'cadiamo tutti giù per terra', per dimostrare fino in fondo le conseguenze anche tragiche a cui si può arrivare”. La terapia presentata nel Certificato distribuito è una sola e passa attraverso il “riconoscimento della professionalità dell'infermiere nell'ambito della salute a cui ogni cittadino può ricorrere per un'assistenza professionalizzata, pertinente, personalizzata; passa attraverso la denuncia e la condanna delle disfunzioni organizzative e dei disservizi organizzativo-assistenziali che

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