Forme geometriche nel buio che ci accompagna

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La mattina preferisco svegliarmi ascoltando i suoni della natura. Sono un paio d'anni, in occasione di un mio compleanno, che mi è stata regalata una radiosveglia concepita per rendere il più naturale possibile la sveglia mattutina grazie all'utilizzo di suoni provenienti dalla natura al posto del fastidiosissimo beep beep. Il lunedì, ad esempio, l'ho impostata sul canto degli usignoli i quali, ho scoperto recentemente, imparano a cantare giovanissimi dagli uccelli vicini e conoscono con scioltezza tra i 120 e i 260 tipi diversi di strofe, che durano per lo più da due a quattro secondi. Pare che esita una differenziazione nei repertori di strofe che consentono di differenziali in base al dialetto della regione di provenienza. Se poi si considera che un tempo il canto dell'usignolo veniva utilizzato come antidolorifico naturale, per addolcire la morte e aiutare un malato nel suo processo di guarigione, non potrei augurarmi un risveglio migliore. Il martedì, preferisco svegliarmi sentendo l'avvicinarsi di una tempesta con enormi gocce che martellano i vetri della finestra e il vento che ulula alla città che dorme. Mercoledì ho impostato la modalità Baita di montagna il che mi catapulta nel bel mezzo di una bufera di neve confortato dal caldo crepitio di un vecchio camino di pietra. Il giorno successivo, mi oriento verso i suoni del Medio Oriente,e mi ritrovo in terra straniera a camminare tra strade deserte mentre una tempesta di sabbia mi 66


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Forme geometriche nel buio che ci accompagna by Benazzi Marco - Issuu