Italia a Tavola 269 Maggio 2019

Page 59

Attrezzature macchina per il suo bar, ragionò solo in un secondo momento “in modo industriale”, e fu così solo nel ’48 che ne cominciò la produzione. La macchina a pistone, o a leva, appunto, pose le basi tecniche per il “caffè crema”, in quanto fino a quel momento l’espresso non era come lo conosciamo noi oggi, ma era una bevanda nera senza crema. La temperatura dell’acqua era più bassa, si scendeva dagli oltre 120°C a 90°C circa, così il caffè andava a perdere quella sensazione di intenso amaro che l’aveva accompagnato fin dall’inizio. La pressione di nove atmosfere, a cui il pistone pressurizzava l’acqua, per-

duceva infatti importantissime evolu-

macchina a doppia caldaia, ulteriore

metteva poi di creare la crema, il vero

zioni. La macchina non sfruttava più

evoluzione della ricerca di una grande

segno di riconoscimento della bevan-

una pressione manuale (come le mac-

stabilità. Una macchina che permette-

da più italiana che c’è.

chine a leva) ma traeva le sue atmo-

va di fare centinaia di caffè ogni giorno

sfere da una pompa elettrica, renden-

tutti con la stessa alta qualità. Negli

do il lavoro dell’operatore molto più

anni ‘80 arrivarono poi le macchine

La macchina a leva - che con il tempo

semplice e meno faticoso. La macchi-

automatiche, capaci di stopparsi da

divenne, evolvendosi, macchina a

na introduceva la preinfusione, con-

sole una volta raggiunti i 30-40 millilitri

molla - rimase il riferimento fino all’arri-

cetto che prevedeva, prima che la

di espresso precedentemente prefis-

vo dell’Eclisse nel 1961, quando la Fae-

pompa applicasse la pressione sul

sati.

ma lanciò la E-61 (E, come Eclisse, fe-

caffè, alcuni secondi in cui l’acqua cal-

E oggi? Il mondo delle macchine

nomeno verificatosi quell’anno). An-

da restava a contatto con la polvere,

da caffè è tuttora in piena evoluzione

che chi non è un professionista del

portando così ad una migliore estra-

e come spesso accade le direzioni di

caffè sa riconoscere l’eleganza classi-

zione. “Last but not least”, la tecnolo-

maggior sviluppo sono le due oppo-

ca di questa macchina e la sua impor-

gia di questa macchina: lo scambiato-

ste. Da una parte l’estrema automatiz-

tanza storica; una tecnica ben cono-

re di calore, un tubo in cui circolava

zazione di macchine che premendo

sciuta da tutti gli addetti ai lavori. Intro-

acqua che, passando dentro la calda-

un tasto macinano il caffè, lo pressano

ia, si scaldava e, uscendo poi sul grup-

e montano il latte senza che l’operato-

po (la E-61 è ben riconoscibile per ave-

re debba minimamente intervenire se

re il gruppo esterno), si raffreddava,

non per servire la tazza al cliente (vedi

creando quel “circolo termosifonico”

la tecnologia Nespresso). Dall’altra,

che permetteva una grande stabilità di

macchine sofisticatissime che, al con-

temperatura.

trario, il barista (e molto spesso l’ap-

Faema E-61

È da notare come, negli stessi

passionato a casa) può settare e per-

anni, la Faema, l’azienda produttrice

sonalizzare come e più di un compu-

della E-61, creò anche la prima mac-

ter, scegliendo pressione e tempera-

china “vending”, quella in cui si mette

tura a seconda del tipo di caffè. E le

la monetina ed esce il caffè, presente

macchine ad aria compressa? La hand

oggi un po’ dappertutto.

press e l’aeropress sono la nuova

Altri gradini? Nel 1970 l’azienda fiorentina “La Marzocco” creò la prima

frontiera dell’espresso “in tasca” da viaggio. B cod 60750

maggio 2019 · Italia a Tavola

59


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Italia a Tavola 269 Maggio 2019 by Italia a Tavola - Issuu