Italia a Tavola 179 Febbraio 2010

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news Stile & design

Sempre più casa nell’Horeca

Il design nell’arredo della tavola non ha confini

Q

ual è il confine tra il design che arreda la tavola di casa e quella del ristorante? Ci siamo posti questa domanda visitando le ultime fiere del settore: dalle milanesi Salone del Mobile e Macef (da cui sono tratte le foto di questa pagina) al riminese Sia Guest, il salone dell’ospitalità. Dal nostro viaggio tra i numerosi padiglioni, alla ricerca delle novità, è emerso chiaramente che il mondo dell’Horeca vuole sempre più “casa”. Posate meno anonime, accessori ricercatissimi e attrezzature pratiche, ma anche ergonomiche dalle forme accattivanti. In pratica quello che ciascuno di noi vorrebbe acquistare per la propria abitazione, spesso lo ritroviamo nei locali pubblici. A nessuno è forse mai capitato di scorgere in un ristorante bicchieri, ciotole o piatti di una notissima catena svedese? Fino a qualche anno

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fa era impensabile perché i due mondi erano volutamente tenuti più distanti. Ci dovremo dunque abituare a vedere tavole con mise en place sempre più colorate, amichevoli, di tendenza e cucine meno anonime. Basta osservare la varietà di tazzine, spesso colorate, che troviamo sul banco del bar, le più disparate forme di piatti che i camerieri ci portano in tavola o i numerosi accessori che fanno da corollario all’affascinante mondo del vino. Sempre più operatori del settore si mescolano ai consumatori per carpire le novità che i designer, in gran parte giovani, presentano negli spazi fieristici che assumono anche la funzione di confronto tra fruitori e progettisti. Ma cosa spinge la ristorazione e l’hotellerie ad orientarsi verso la creazione di ambienti sempre più

casalinghi? Il concetto chiave è forse duplice: far sentire l’ospite o il cliente a proprio agio e star bene nel proprio ambiente lavorativo. Un concetto che va ben oltre il tema trattato in questa pagina: oggi la ristorazione si confronta, dialoga, interagisce con un consumatore più attento e istruito. Un rapporto più intenso, che esige però ritmi di cambiamento più ravvicinati. Per questo le novità nel design “ci sono e non ci sono”: difficile trovare oggetti che lascino a bocca aperta. Le forme cambiano, si adeguano ai gusti del momento, ma nulla sorprende. È l’originalità a raccogliere la maggior attenzione e questa non sembra arrivare dal nostro Paese. Ma del resto, ragionando in chiave cosmopolita, è giusto accettare che le idee e l’innovazione possano arrivare da menti sparse per il mondo. (E.Z.) B cod 13982


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