Italia a Tavola 184 Luglio/Agosto 2010

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Tendenze locali

Il ristorante, affacciato sulla spiaggia e su uno dei più bei tratti di mare della costiera, è stato sapientemente ricavato da un’antica casa di pescatori proprio al centro della baia di Marina del Cantone. A farla da padrone in sala è la presenza di un legno chiaro che richiama

l’idea di stare in una comoda barca, senza alcuna concessione a richiami scontanti (reti o ancore), ma nemmeno a freddi arredi di tendenza. Vince l’idea di stare in una bella casa, in famiglia, dove i Caputo coccolano il cliente-amico e gli offrono secoli di tradizioni culinarie di cui sono fedeli sacerdoti, senza rinunciare alla modernità delle presentazioni e delle rivisitazioni di classe. E a fianco dell’ospitalità a tavola, i Caputo garantiscano anche quella di una locanda ricercata, ma anche qui senza eccessi. Le stanze sono l’ambientazione moderna delle vecchie case dei pescatori, con i soffitti a volta, i pavimenti in ceramiche di Vietri e riproduzione di antichi disegni, ed offrono un comodo e dolce relax. Un complesso che nasce con nonno Alfonso, per anni punto di riferimento per il paese con la salumeria, il forno a legna, il mulino ad acqua, il frantoio, una mini-azienda erogatrice di corrente elettrica e il pontile di approdo a Marina del Cantone. Il figlio Salvatore, abbandonata la vita di capitano di lungo corso portò la nave sulla terra ferma per dare ai turisti un’accoglienza adeguata. Da qui la nascita della Taverna del Capitano che, prima grazie alla moglie Grazia e poi coi figli Alfonso e Mariella, si è oggi imposta come un porto sicuro per i buongustai. B cod 15981

La Cantina

Separata dal ristorante da un vicolo che porta al mare c’è la cantina, il regno di Mariella, sommelier di casa Caputo. A metà fra vetrina di designer e museo marino, l’edificio a filo strada accoglie la riproduzione perfetta di un gozzo sorrentino in legno di ciliegio infranto sugli scogli e la battigia pietrosa della baia di Marina del Cantone. Perfettamente climatizzati si trovano vini di tutto il mondo (a partire ovviamente da quelli campani) alloggiati in una stiva divisa in due ponti: in basso i bianchi e in alto i rossi. La tecnologia la fa da padrone nella conservazione qusi impossibile (il vino in una barca con acqua vera sul fondo), tanto da aver meritato il premio Bacardi Martini L’Espresso come “La migliore cantina dell’anno 2000”.

ItalIa a tavola · luglio/agosto 2010 71


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