04 3 luigi sturzo alcide de gasperi carteggio 1920 1953

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Don Sturzo si recò, in meditazione e per riposo, a Montecassino, confortato dalle manifestazioni di stima e di affetto dei tanti amici. Tornò poi di nuovo nella quiete del monastero benedettino il 3 luglio 1924, dopo il delitto Matteotti. Scrisse allora all'amico mons. Vincenzo Fondacaro: «In questi giorni di ritiro spirituale a Montecassino, ho sentito ancora di piiì il dovere di essere cogli umili, con i sofferenti, con i perseguitati, per una causa di moralità e di giustizia, che influirà nei decenni della nostra vita italiana. La nostra assenza darebbe causa vinta agli avversari della religione e metterebbe questa a lato dei potenti e a difesa degli oppositori e dei violenti. Occorre pregare assai che il Signore guardi benignamente la patria nostra e quindi i cattolici nelle gravi difficoltà presenti»ll.

3. L'esilio londinese Nella seconda metà del 1924, dopo il delitto Matteotti e la secessione aventiniana, la sicurezza personale di don Sturzo apparve seriamente minacciata dalla violenza fascista. Mussolini dichiarò apertamente al cardinale Gaspani che, se il sacerdote siciliano non lasciava l'Italia, non poteva rispondere della sua incolumità. I1 cardinale intervenne con una lettera del 16 settembre a mons. Mario Sturzo, fratello di don Luigi, lettera che era un vero ordine1. Formalmente, si doveva parlare di un viaggio all'estero per ragioni di studio. Don Sturzo si mese alla «pontificia volontb2 e ne scrisse (il testo della lettera probabilmente fu concordato) al sostituto della Segreteria di Stato mons. Giuseppe Pizzardo: «per una pih diretta conoscenza di istituti e di opere, che formano oggetto di uno studio che ho in corso, 6 mio desiderio passare qualche tempo all'esteros3. I1 viaggio sarebbe dovuto essere di breve durata. Tale almeno era la convinzione degli amici. Gli scrisse De Gasperi: «Fu solo perché crediamo e più ancora abbiamo fatto credere che la tua assenza sarh breve, che ci adattiamo a questa lontananzan4. Don Sturzo stesso, alla vigilia della partenza, avvenuta il 25 ottobre 1924, dichiarava al fratello che si sarebbe fermato a Londra il tempo necessario, comunque non oltre il mese di gennaios. Solo dopo il discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, che toglieva ogni illusione agli oppositori del regime, Sturzo comprese la dura realtà, l'esilio, non ritenendo prossima la fine del fascismo6. Si limitò a non perdere «la speranza di un ritorno al regime di libertà»'. Ma


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