L’industria della moda: la produzione e gli archivi di impresa Federica Fornaciari
La storia dell’azienda Max Mara inizia nel 1951. Quando Achille Maramotti fonda a Reggio Emilia la società, anticipando l’idea di prêt-à-porter in un’epoca in cui la moda è ancora sartoriale. La prima collezione del 1951 è costituita inizialmente da ‘cappotti e tailleurs’, caratterizzati da tagli puliti, linee rigorose e qualità sartoriali, ispirati allo stile francese e rielaborati con gusto italiano. Nel 1969 nasce la seconda linea Sportmax destinata a giovani donne, secondo le tendenze dell’epoca provenienti da Londra. Oggi, il Gruppo Max Mara, con sede a Reggio Emilia, rappresenta un modello italiano e un punto di riferimento per il prêt-à-porter internazionale, con una rete di oltre 2.000 negozi distribuiti in 105 paesi, oltre 4.000 dipendenti e produce una trentina di linee differenziate rivolte a consumatrici eterogenee, basti ricordare Marina Rinaldi e Persona per le taglie comode, Marella, i Blues, Lato B, Max & Co, PennyBlack, SportMax Code per le giovanissime. L’archivio d’impresa Max Mara nasce nel 2003, quale parte del progetto BAI (Biblioteca Archivio Impresa) avente come finalità principale la conservazione e la valorizzazione del patrimonio documentale raccolto in oltre cinquant’anni di attività produttiva. Conservazione e valorizzazione sono intesi come output strettamente connessi al processo produttivo. La comprensione dei processi ideativi e produttivi che concorrono alla realizzazione di un oggetto – il capo di abbigliamento – sono fondamentali per immaginare un contenitore documentale e dinamico al servizio dell’impresa, l’archivio. Nel dicembre del 2005 è stata ultimata la realizzazione e l’attivazione dei servizi della biblioteca, specializzata nel
settore moda e nelle arti visive. Essa raccoglie principalmente periodici, monografie, tendenze e si rivolge all’area creativa del gruppo con la funzione principale di supportare lo sviluppo di nuovi prodotti. La biblioteca raccoglie un patrimonio di oltre 4.000 volumi, 350 testate di periodici correnti e oltre 20.000 periodici storici, dagli inizi del Novecento a oggi. Questo patrimonio costituisce un mezzo di ricerca continua finalizzato a sviluppare nuove idee attraverso la documentazione e le testimonianze iconografiche. La biblioteca mette a disposizione da un lato le informazioni contenute all’interno delle proprie raccolte rendendole fruibili, dall’altro implementando la ricerca attraverso i cataloghi informatizzati, come quello che raccoglie il fondo capi vintage, chiamato ‘archivio di ricerca stile’. L’archivio di ricerca stile è costituito dalla raccolta di oltre 4.600 pezzi tra capi e accessori vintage, non prodotti dall’azienda, ma acquisiti attraverso ricerche mirate e donazioni volte a supportare la creazione stilistica. L’archivio d’impresa è ubicato in una delle sedi storiche del Gruppo Max Mara, un edificio dei primi anni del Novecento, oggi ancora in fase di ristrutturazione, e attualmente occupa un’area di oltre 2.000 metri quadrati. Funzioni principali dell’archivio sono l’ordinamento, la conservazione, la selezione, la ricerca e la valorizzazione. Nel 2003 è iniziato il riordino di tutto il patrimonio aziendale destinato a confluire nell’archivio, stimato in oltre 150.000 oggetti. A oggi, a conclusione della prima fase, sono stati inventariati più di 50.000 oggetti dei quali è ancora in corso la catalogazione. In ragione della mole dei documenti e in attesa della definitiva ristrutturazione dei locali che ospi-
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