LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE CABINET OF CURIOSITIES
A cura di Leonardo Regano
LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE CABINET OF CURIOSITIES
History hands down to us the Cabinets
La storia ci tramanda le Camere delle
of Curiosities as chaotic collections
Meraviglie come raccolte caotiche di
of precious objects and rarities that
oggetti preziosi e rarità che hanno
distinguished the taste of nobility and
contraddistinto il gusto della nobiltà e
learned men between the XV and X VII
degli uomini di cultura tra il XV e il XVII
centuries. Without any evident order
secolo. Senza alcun ordine apparente,
but the collector’s free will, these rooms
se non l’arbitrio del collezionista, questi
developed incoherently, often showing
luoghi si sviluppavano disordinatamente,
anachronism and confusion between
creando spesso anacronismi e confusioni
collections and objects.
tra raccolte e oggetti.
L’importante era possedere quanto di
What mattered was to own the more
più si poteva e quanto di più raro era in
one could and what more exotic was to
circolazione. L’obiettivo dichiarato era
be found. The clear aim was “to reflect
quello di “ricostruire l’intero universo in
the entire cosmos in a room”. Past and
una stanza”. Passato e presente, autentico
present, authentic or factitious, natural or
e artefatto, naturale e artificiale: i confini
artificial: boundaries among definitions
tra le definizioni e le categorie divenivano
and categories were evanescent and, who
labili e chi possedeva queste raccolte
possessed these collections didn’t skimp
non lesinava espedienti scenografici per
on scenic devices to surprise the visitor.
stupire il visitatore. Si viveva in un’epoca
Those were times in which eclecticism and
in cui ecletticità e vastità d’interessi erano
variety of interest were synonymous of
sinonimo
culturale
achieved cultural refinement.
moderne
Today, shifted into modern technologies,
raggiunta.
della
raffinatezza
Traslata
nelle
tecnologie, oggi torna questa confusione
that confusion between real and plausible
tra vero e verosimile, una mescolanza di
returns in the mixture of languages and
linguaggi e di saperi che nutrono il nostro
knowledges that feed our daily living
quotidiano e il nostro pensiero. Le camere
and our thoughts. Cabinets of Curiosities
delle meraviglie diventano così il simbolo
become a symbol of our contemporaneity,
della nostra contemporaneità, ricca di
rich with incitement and unrest, based
stimoli e di fermento, fondata su una
on an embedded culture that shuffles
cultura stratificata che mescola le carte tra
the cards up and down, between banal
alto e basso, tra banale e geniale, triviale e
and brilliant, trivial and refined. For a
raffinato. Per il pensatore contemporaneo,
contemporary mind, just as it might had
proprio
been for the wunderkammern visitor,
visitatore
come delle
doveva
essere
per
wunderkammern,
il
non
there is no other solution but embrace all
c’è altra soluzione che accogliere tutte
these stimuli, detect their interferences
queste sollecitazioni e rilevarle nelle loro
and modulate them into a well-structured
interferenze,
knowledge, rich with reference points.
modularle
in
un
sapere
articolato e ricco di riferimenti. Come
As foretold by De Chirico, the way of
predetto da De Chirico, la strada per la
searching nowadays’ new is to be found in
ricerca del nuovo oggi la si trova nelle stanze
the museum rooms, in continuous quote,
del museo, nella continua citazione, in una
in a research where past and present
ricerca in cui passato e presente si fondono
intermixed into a zero degree of creativity.
uniti in un grado zero della creatività. E
And so thinks also Marshall McLuhan who
così anche per Marshall McLuhan che ha
has reiterated the impossibility to create
ribadito l’impossibilità di creare nel nostro
in our time an authentic style, outlining in
tempo uno stile autentico, delineando
revisiting the styles of the past the true
nella rivisitazione degli stili del passato la
interpretation of our present. Thus, the
vera chiave di lettura del nostro presente.
wunderkammer we’re going to visit in this
La wunderkammer che ci apprestiamo a
exhibition, isn’t a collection of objects but
percorre in questa mostra, perciò, non è
a reflection time, a break from progress
una raccolta di oggetti ma un momento
anxiety, in order to meet the reference
di riflessione, una pausa dall’ansia del
of the past as a way out and a founding
progresso, per ritrovare il riferimento al
moment for reconsidering our future.
passato come via di fuga e momento
Moving among painting, installation,
fondante per una riconsiderazione del
performance and photography,
nostro futuro.
Hannes Egger, Serena Gamba, Jacopo
Muovendosi
tra
pittura,
installazione,
Dimastrogiovanni, Sabrina Muzi e
performance e fotografia, Hannes Egger,
Amandine Samyn propose us this itinerary
Serena Gamba, Jacopo Dimastrogiovanni,
into a creativity nourished by an eclectic
Sabrina Muzi e Amandine Samyn ci
approach to tradition. Five authors that
accompagnano in questo percorso nella
in their works have chosen as central
creatività che si nutre di un approccio
the links with the past and memory
eclettico alla tradizione. Cinque autori,
in a continuous osmotic exchange. In
che nella loro pratica hanno reso centrale
this context, the gallery room becomes
il rapporto con il passato e la memoria,
an ideal museum, where ancient and
in uno scambio osmotico continuo. In
contemporary melt together and give life
questo confronto, lo spazio della galleria si
to a new all pristine thought.
trasforma in un museo ideale, in cui antico e contemporaneo si fondono per dare vita a un pensiero del tutto originale.
Leonardo Regano | Curatore
Il percorso prende avvio con un omaggio al primo Rinascimento, inteso come periodo in cui si pongono le basi di una nuova sensibilità e si intraprende il cammino verso la modernità.
Il percorso prende avvio con un omaggio al primo Rinascimento, inteso come periodo in cui si pongono le basi di una nuova sensibilità e si intraprende il cammino verso la modernità.
Serena Gamba A Domenico Veneziano è riferito l’omaggio di Serena Gamba che propone un originale rilettura della sua Annunciazione, oggi conservata al Fitzwilliam Museum di Cambridge. Parte centrale della predella della Pala di Santa Lucia de’ Magnoli (1445, Uffizi, Firenze), la piccola tavola si contraddistingue per la scelta del pittore di inserire i due personaggi, la Vergine e l’Arcangelo Gabriele, in una partitura geometrica rigorosa, enfatizzando la fuga prospettica verso l’ hortus conclusus sullo sfondo. Serena analizza il rapporto tra l’osservatore e l’impostazione geometrica dello spazio con uno studio meticoloso di ogni dettaglio, declinandolo in una rilettura dell’opera del Veneziano condotta attraverso il segno e la parola. In questa operazione, Serena svela le regole dell’opera d’arte,
i principi su cui essa si basa, mettendola a nudo e creando così una nuova intimità con essa, un rapporto che, attraverso la conoscenza del canone, ce ne svela l’essenza. “Tanto che belle che paiono veramente di Paradiso” scriveva il Vasari a proposito dell’opera di Beato Angelico, rendendo esplicita la propria emozione davanti alla pittura del maestro fiorentino. E questo stesso entusiasmo ha mosso generazioni di artisti, rendendosi rivelatore per un nuovo approccio alla pittura. E l’importanza dell’Angelico è ribadita anche dalle osservazioni di Didi-Huberman, che ne riscopre l’innovatività e la trascendenza, riaffermando l’importanza della sua lezione anche per gli autori contemporanei.
homages Domenico Veneziano by proposing an original reinterpretation of his Annunciazione, now at the Fitzwilliam Museum in Cambridge. Central piece of the predella of the Pala di Santa Lucia de’ Magnoli (1445, Uffizi, Firenze), the little table is marked by the painter’s choice to include two characters, the Virgin and Archangel Gabriele, in a rigorous geometric scheme, outlining the vanishing point towards the hortus conclusus on the background. Serena studies the correlation between the observer and the geometric space setting with a meticulous analysis of each detail, combining it in a reinterpretation of Veneziano’s work leading through sign and word. By this procedure, Serena unveils the rules of the art masterpiece, the principles it is grounded upon, undressing it and
creating a new intimacy with it; a report that, by knowing the aesthetic canon, reveals us its essence. “Tanto che belle che paiono veramente di Paradiso” (So beautiful that they truly look like from the Eden) Vasari has written on Beato Angelico works, conveying explicitly his own emotion in front of the great Florentine’s master work. And that enthusiasm moved other generations of artists, becoming the teller of a new approach to painting. And the importance of Angelico is reiterated by Didi-Huberman’s remarks, who rediscovers the innovation and transcendence, restating the relevance of his lesson also for nowadays authors.
Amandine Samyn E a tale fascinazione cede anche Amandine Samyn che dedica un ciclo di lavori agli affreschi dell’Angelico conservati nel convento di San Marco. Sulle orme del pensiero dello storico dell’arte francese, Amandine da vita propria a quella “pittura di luce”, trasfigurando le immagini del maestro toscano in pure transizioni di colore, così come già Rothko aveva fatto. Cell 25 e Untitled ci conducono verso una pittura che esprime l’eternità del tempo, congelando il racconto dell’Angelico in una sospensione metafisica e appercettiva, introiettata verso una lettura intima e mistica dell’opera d’arte.
too surrenders to that fascination and she dedicates a work series to Angelico’s frescoes preserved in San Marco monastery. Following the tracks of a French art historian mind, Amandine gives new life to that “painting of light”, transfiguring the Tuscan master’s images into pure colour transitions, as Rothko had already done. Cell 25 and Untitled drive us towards a painting expressing eternity, freezing Angelico’s telling in a metaphysical and apperceptive suspension, introjected towards an intimal and mystical reading of an art masterpiece.
Hannes Egger
Con Hannes Egger la nostra attenzione si sposta dalla singola opera a una riflessione sul modo in cui siamo in grado di percepirla all’interno dello spazio espositivo. I visitatori sono invitati a partecipare a un’azione collettiva, seguendo le istruzioni che l’artista impartisce attraverso un’audioguida. Dall’atto di osservare ci si trova a immedesimarsi nell’oggetto osservato. Un cortocircuito, uno scardinamento dei ruoli che non ci si aspetta. Il visitatore/ performer con la sua voce ricrea nello spazio della galleria un allestimento ideale e sonoro ispirato a quello di tre grandi musei, riconosciuti come luoghi di cultura imprescindibili per il pensiero collettivo occidentale: gli Uffizi, il MOMA e l’Albertina. La vista, senso centrale nell’esperienza artistica, viene messa in secondo ordine e l’esperienza sonora, tattile e performativa ci conduce a una nuova consapevolezza del rapporto con l’opera d’arte. Oltre la soglia, in un ambiente nascosto in un primo momento alla vista, si schiude la vera Kunst - und WunderKammer nella sua doppia anima, di raccolta di rarità e di reperti scientifici.
Hannes Egger Moves our attention from the single work into a consideration about the way we are able to perceive it inside the exhibition room. Visitors are invited to participate in a collective action, following the artist’s instructions through an audioguide. From the act of observation we are lead to empathize with the observed object. A Do-a-double-take, an unexpected role deconstruction. The visitor/performer with his/her own voice recreate in the gallery space an ideal sonorous set-up inspired by three great museums, acknowledged as unavoidable cultural places for the Western collective thought: the Uffizi, MOMA and the Albertina Accademy. The sight, capital sense for the artistic experience, is put in second place and the sonorous, tactile and performing experience lead us to a new consciousness of the relationship with the art masterpiece. Beyond the threshold, in a space hidden at first sight, the true Kunst- und WunderKammer uncloses its double soul, a collection of curiosities and of scientific artefacts.
Jacopo Dimastrogiovanni Imponente, l’installazione Furor di Jacopo Dimastrogiovanni si innesta sulla stessa ambiguità tra naturalia e artificialia che emergeva nelle raccolte rinascimentali. Il giovane pittore trentino nella sua ricerca mescola l’abilità pittorica all’espressività oggettuale, instaurando nell’osservatore un coinvolgimento emotivo e sensoriale che ci riporta ai fasti della pittura barocca, da lui presa come riferimento. E se Jacopo ci ha abituato nella sua pratica a un accanimento rovinoso e a un disfacimento dell’immagine dipinta, nel caso di Furor decide di ricomporre e ricreare la figurazione, giocando tra il vero e il verosimile, tra l’ambiguità di ciò che è stato e di ciò che non sarà mai.
Imposing, Jacopo Dimastrogiovanni’s Furor installation inserts itself on the same ambiguity between naturalia and artificialia that came to light in the Renaissance collections. In his research, the young painter from Trento mixes painting skills with the objects expressiveness, initiating the observer to an emotive and sensorial engagement that take us back to the Baroque pictural splendour, that the painter takes as reference point. If Jacopo has accustomed us to a ruinous fury and a decomposition of the painting image in his works, in Furor he decides to recompose and recreate the representation, playing between real and credible, between the ambiguity of what has been and what will never be.
This image ambiguity is what supports the photographic research conducted by Sabrina Muzi in the rooms of the Museo di Antropologia e di Zoologia dell’Università di Bologna. She overturns the seventeenth-century vision based on anthropocentrism, foundation of the Western scientific progress but also cause for modern man’s estrangement from nature and its ritualistic, and offers us a suggestive spectrum of connections and interrelations between the animal kingdom and the classifying work on which scientific research is based. Wild animals, caught in their characteristic expressiveness of attack and defence, during relax and normality, when under a careful gaze, are revealed inserted in a fake and artificial habitat; in their surrounding reflections we catch the glass of the museum showcases that house them. And so, here the cabinet of curiosities becomes the reference to a practical culture which composes itself through an indirect and imperfect world’s knowledge, false, the only one possible if we turn aside from a direct relationship with Nature.
Sabrina Muzi
L’ambiguità dell’immagine è anche ciò che regge l’indagine fotografica condotta da Sabrina Muzi nelle stanze del Museo di Antropologia e di Zoologia dell’Università di Bologna. Ribaltando la visione antropocentrica seicentesca, alla base del progresso scientifico occidentale ma anche all’origine dell’allontanamento dell’uomo moderno dalla natura e dalle sue ritualità, l’artista ci offre un suggestivo spettro di connessioni e di interrelazioni tra il regno animale e l’azione classificatoria su cui si fonda l’indagine scientifica. Gli animali selvaggi, colti nelle loro espressività tipiche di attacco e di difesa, di rilassatezza e normalità, si rivelano a uno sguardo attento inseriti in un habitat posticcio e fasullo; nei riflessi che li circondano cogliamo la presenza dei vetri delle teche museali che li ospitano. Ed ecco che la camera delle meraviglie diviene il rimando a una cultura empirica che si forma attraverso una conoscenza mediata e imperfetta del mondo, falsata, l’unica possibile se si devia da un rapporto diretto con la natura.
Amandine Samyn
Serena Gamba
2002 Laurea in Sociologia e Antropologia all’Université libre de Bruxelles (Belgio)
Vive e lavora a Racconigi (CN). Corso di incisione presso l’Ecole des Arts - Bruxelles. Laurea in grafica - IED - (TO).
[Bruxelles 1978]
2010
[Torino 1982]
Diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove vive e lavora.
[Livorno 1981]
2006 Laurea in Giurisprudenza, a Trento dove vive e lavora. 2011
Sabrina Muzi
Hannes Egger
vive e lavora a Bologna. ha esposto in gallerie, musei, fiere d’arte, festival, in Italia e all’estero, e partecipato a programmi internazionali di residenza in giro per il mondo.
Vive e lavora come artista, editore e curatore a Lana (BZ). Laureata in filosofia. Studi post-laurea: Kultur und Organization Universität Wien (Austria). Institut für Kulturkonzepte, Wien (Austria).
[San Benedetto del Tronto 1964]
Jacopo Dimastrogiovanni
[Bolzano 1981]
Diploma Accademia di Belle Arti “G.B. Cignaroli” (VR)
LA CAMERA DELLE MERAVIGLIE CABINET OF CURIOSITIES
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