I piaceri della vite v dicembre 2017

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Vedo il mio blog più come un diario di viaggio senza lucchetto, come una bozza – o un bozzolo – di un “libro” scritto nei ritagli di tempo, spesso di notte, dopo degustazioni o lunghi viaggi in auto...

modo di vedere le cose non ha senso di esistere, per il semplice fatto che sono e restano due mondi differenti per quanto molti giornalisti oggi siano anche blogger. Io, ad esempio mi guardo bene dall'occuparmi di cronaca o di critica proprio perché credo che questo non sia pane per i miei denti e che sia opportuno che a farlo siano professionisti della “notizia”. Io racconto, vedo il mio blog più come un diario di viaggio senza lucchetto (il termine blog deriva proprio da web-log, ovvero “diario in rete”), come una bozza – o un bozzolo – di un “libro” scritto nei ritagli di tempo, spesso di notte, dopo degustazioni o lunghi viaggi in auto casa-vino o vino-casa. Credo che raccontare ciò che viviamo, esprimendo le proprie sensazioni, i propri pensieri e magari, a volte, dire la propria riguardo un determinato argomento enoico di pubblico dominio, non sia solo un diritto di tutti, ma a volte sia persino terapeutico! Per questo invito sempre tutti gli amici ad aprirsi un blog per scrivere delle proprie passioni o del proprio lavoro. Perché scrivere non significa imporre a qualcuno di leggerci e sarà sempre il lettore a decidere cosa leggere e cosa non leggere, quale link cliccare e quale tralasciare. E' importante, però, non cercare di sostituirsi ai giornalisti, perché in quel caso comprenderei e molto il malcontento della categoria >> .

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■ Nei precedenti numeri abbiamo intervistato alcuni grandi comunicatori del mondo del vino come Daniele Cernilli e Bruno Vespa, giusto per citare quelli che hanno meno bisogno di presentazioni. Nonostante il loro grandissimo sforzo e quello dei tanti divulgatori che portano avanti la cultura del vino, l'idea che ci siamo fatta é che ancora ci sia molto da dire e da fare per raccontare l'infinità di storie

grandissimo sforzo e quello dei tanti divulgatori che portano avanti la cultura del vino, l'idea che ci siamo fatta é che ancora ci sia molto da dire e da fare per raccontare l'infinità di storie e di realtà dello Stivale enologico che meritano di essere valorizzate e invece restano ancora quasi sconosciute ai più. A questo proposito, quali sono le prossime tappe enoiche che Saverio e “Wineblogroll” hanno già messo a cantiere per i prossimi mesi? << Non è forse questo il bello del vino ed ancor più dell'Italia enoica? Non finiremo mai di raccontarla tutta ed anche quando avremo l'impressione di non aver più nulla da dire, spunterà qualcosa di nuovo da vivere, da conoscere, da assaggiare e da condividere. Sul modo e sull'evoluzione della comunicazione “generalista” del vino c'è sicuramente ancora molto da fare, ma sono più che positivo perché, ora come ora, i mezzi ci sono, basta prenderne atto e farne buon uso. Riguardo le mie tappe, diciamo che ottobre e novembre sono mesi notoriamente ricchi di manifestazioni enoiche e per me, che amo andare per cantine, è sempre difficile trovare i produttori, impegnati nel post vendemmia, giustamente, a dover presenziare a questi eventi: il vino è bellissimo farlo, ma poi sono gli stessi produttori, spesso, a doverlo portare in giro per l'Italia e per il mondo per farlo conoscere e per venderlo! E quindi mi dedicherò anch'io ad alcuni di questi eventi. A fine mese, però, sarà Piemonte per godermi quei pochi ettari rimasti di Carema, per poi spostarmi in Friuli, Trentino, Sardegna e dedicare qualche ritaglio di tempo alle più vicine Toscana, Umbria e Marche. Dal 2018 spero di potermi dedicare molto di più al Sud, tornando in Puglia, Irpinia, Calabria e Sicilia alla scoperta di nuove realtà da condividere”.


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