il Cittadino n. 149

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Picciolo (DRS), con accordo raggiunto dà attuazione ad uno dei punti più importanti del programma di governo Crocetta, subito nove liberi consorzi e poi sei mesi di tempo per nuovi assetti "Abbiamo raggiunto un buon accordo sulla legge elettorale che sopprime le province e dà il via libera ai liberi consorzi tra comuni. In particolare la norma che verrà emendata subito, rispetto al testo attuale, prevede che al momento dell'entrata in vigore della nuova legge rimangano nove i liberi consorzi. Poi, entro sei mesi, i comuni avranno la possibilità di modificare l'assetto dei nuovi enti intermedi, attraverso deliberazioni dei consigli comunali, per territori che comunque abbiamo almeno 150 abitanti. Inoltre gli organi amministrativi verranno gestiti direttamente da consiglieri comunali, eletti secondo medie ponderate e da sindaci. Questi ultimi eleggeranno loro colleghi al vertice della Giunta del libero consorzio. Sono convinto che in questo modo, grazie all'accordo raggiunto dalla maggioranza, si dà attuazione ad uno dei punti fondamentali del programma di governo di Rosario Crocetta. Comprendo che talvolta i cambiamenti, come la riforma della province, vengono visti con tante perplessità. Ma non bisogna avere paura delle novità. Voglio, infine, sottolineare come la riforma intera sia improntata al risparmio dei costi della politica e di gestione amministrativa. Per quanto riguarda le aree metropolitane si parte dall'attuale assetto che prevede città metropolitane per Palermo, Catania e Messina, ma è auspicabile un intervento normativo serio che le svincoli dalle attuali aree urbane". Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all'Ars.

Nino D’Asero, “Riforma province soltanto con decisione ecumenica” “La politica frettolosa partorisce …liberi consorzi ciechi” la battuta è del capogruppo dell’Ncd, Nino D’Asero, che, innanzitutto si riferisce “alla confusione già creatasi nel coacervo formato da aree metropolitane, consorzi et similia” e, sull’argomento riforma delle province, così continua nella propria disamina: “Se si vogliono evitare strafalcioni, se si vogliono scongiurare norme dettate da interessi di bottega e delle singole realtà politiche, se si vuole salvaguardare il territorio e valorizzare le realtà locali, la riforma delle province deve essere ecumenica e, certamente, non dettata dai tempi stretti”. “Il taglio della spesa pubblica e la funzionalità degli enti locali devono essere gli elementi informatori di una riforma, necessariamente epocale e positiva – conclude D’Asero – Per questo, ci vedremo costretti a esercitare il nostro ruolo di opposizione e di non votare una riforma la quale, se dovesse rimanere nei limiti del ddl nato dall’accordo fra governo e maggioranza, non potrà soddisfare la Sicilia e i siciliani”.

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