Visualizzare quasi la stessa cosa — Aspetti semiotici del processo di traduzione nella visualizzazio

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Una traduzione, infinite traduzioni: dal dataset alla visualizzazione

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→ Figura 3.13. Gerarchia delle sei funzioni in una visualizzazione.

momento che l’intervento traduttivo del progettista presuppone uno scarto soggettivo — deve passare in secondo piano rispetto all’attenzione dedicata al destinatario. L’ordine non è da intendersi definitivo ma può variare a seconda del genere e del fine della visualizzazione stessa, basti pensare al caso dell’info-poesia, dove le funzioni intenzionale e conativa risultano invertite (cfr. Piccoli Trapletti 2017). Il peso da dare a ogni funzione varia, in altre parole, in base alla strategia progettuale-traduttiva che l’info-designer predilige. Ne consegue che il peso della funzione estetica non è sempre lo stesso, ma dipende dal peso che le si vuole dare in relazione alle altre funzioni. Completamente opposto, in questo senso, il pensiero di Edward R. Tufte — professore emerito di scienza politica e statistica alla Yale University considerato uno dei teorici più influenti nell’Information Design — in The Visual Display of Quantitative Information (1983): Show data variation, not design variation. (Tufte 1983: 61) Data graphics should draw the viewer’s attention to the sense and the substance of the data, not something else. (Tufte 1983: 91) Il pensiero di Tufte sulle buone pratiche di rappresentazione dei dati riflette infatti il concetto in base al quale «l’eccellenza


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