Inside Art #89

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27-07-2012

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ostmoderno. Erano gli anni Ottanta, per la precisione il 1981, quando un filosofo francese, tale Jean-François Lyotard, scriveva un trattato per dire in maniera carina che eravamo nella merda. O, quanto meno, che il mondo fino ad allora conosciuto non era lo stesso che conosciamo noi. Sostanzialmente fusione, sconfinamento, eterogeneità e perdita di ogni centro, come a dire: «È il postmoderno, bellezza». Questi sono gli aggettivi più usati dal filosofo per descrivere la strana condizione oltre la modernità. Da allora le cose non sono poi tanto cambiate. C’è chi dice che il movimento non è mai esisto, o che è sempre esistito e quindi non caratterizza un bel niente. Fatto sta, che il 26 settembre parte il Roma Europa festival, manifestazione che impersonifica le teorie di Lyotard. È del 1985 la prima edizione della rassegna ideata da chi pensava di ballare sopra le ceneri di un mondo, a detta di alcuni, finito. Per la ventisettesima volta, quindi, la capitale diventa teatro di una fusione sconfinata fra le varie arti: danza, teatro, musica, video, “performance” e arti visive si amalgamano senza posa per due mesi fino al 25 novembre sotto la direzione di Fabrizio Grifasi. «In un periodo di profonda crisi come quello che stiamo vivendo – dice Monique Veaute, presidente della fondazione Roma Europa – dobbiamo rimanere uniti, andare avanti tutti insieme per dare un segnale positivo: creare e continuare a cercare alternative». Il centenario della nascita e il ventennale della morte di John Cage sono le occasioni perfette per celebrarlo in tutte le salse. Il poliedrico artista è in qualche modo simbolo stesso del festival, data la sua natura di grande sperimentatore. Dopo essersi diplomato al conservatorio in composizione, rivoluziona la musica stravolgendo il concetto di silenzio inteso non come assenza di suoni, ma come presenza diversa dei suoni stessi. Coreografo e artista, ha avuto contatti con i più influenti creativi dell’epoca tra cui Nam Jun Paik, protagonista della videoarte, ricordato, anche lui, nella manifestazione capitolina. E poi danza con esponenti più o meno noti, provenienti da tutte le parti del mondo. Stessa cosa possiamo dire per il teatro che va da spettacoli sperimentali come Soprattutto l’anguria di Massimiliano Civica a quelli più tradizionali. Insomma, ogni pagina del ricchissimo calendario della manifestazione sembra ribadire: «È il postmoderno, bellezza». Info: www.romaeuropa.net Francesco Angelucci

ROMA EUROPA FESTIVAL AL VIA Riparte la rassegna capitolina diretta da Fabrizio Grifasi Celebrato quest’anno l’estro creativo di John Cage

Soprattutto l’anguria di Massimiliano Civica A sinistra: Danza in vetrina foto Dario Bonazza


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